Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
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Misteri della montagna

Post n°169 pubblicato il 24 Luglio 2008 da middlemarch_g

Magari tra voi c'è qualche esperto di montagna che mi illumina su una certa questione.

Sentivo al tiggì il resoconto dell'escursione sul K2 di Nones e Keheres. Pare che a un certo punto i soccorritori abbiano perso ogni contatto coi due, poi successivamente ripristinato grazie a un cellulare lanciato da un elicottero.

Come sistema è ingegnoso. Direi che si presta soprattutto nell'ipotesi che da questa storia avvincente si decida di trarre un film. Scena di suspance molto acchiappante: l'elicottero turbina sulla neve e lancia un cellulare impacchettato che plana su un mare di bianco.

Quello che mi domando però è: ma esiste davvero gente che va a fare escursioni sul K2 e non si porta un cellulare suo? Manco uno su tre? Ecchecacchio...

 
Rispondi al commento:
JON.L
JON.L il 28/07/08 alle 12:20 via WEB
quando si decide di affrontare un avventura di questo tipo, può essere solo motivata da un innata passione, una sfida nei confronti, non della montagna, in quanto sfidare la montagna significa perderte in partenza, ma di se stessi. In questo contesto si pianifica ogni cosa, ci si allena si programma e decide ogni passo assieme, in quanto solo il lavoro di gruppo può portare a compimento l'impresa, impresa, che di per se non ha fini economici e quasi mai pubblicitari: un impresa che serve a chi la compie e rimane come qualcosa di grande che si è riusciti a fare, un viaggio, una sfida superata che aiuta e dona senso ad una vita. Un modo per dire io ci sono, stato, ho vissuto intensamente e senza paura, ho affrontato la vita con piacere, sapendo sfidare la vita stessa... Mai si pensa che quella meta possa divenire il fine ultimo della propria esistenza, pur conoscendone i potenziali rischi, diviene marginale considerare tutto ciò che non sia strettamente necessario per superare la prova, in quanto si da per scontato che quella prova andrà a buon fine.Quindi, un telefono normale e una radio trasmittente portatile, risultano strumenti adeguati e sufficenti, che vanno già oltre il necessario per affrontare tale sfida. Se avessero dovuto agire nella direzione opposta, cioè pensando che ci sarebbe stato un evento mortale e che la situazione sarebbe degenerata a quel punto, forse allora si sarebbe pensato di prendere molte altre cose che sarebbero potute servire certo per l'emergenza, ma non per superare la prova stessa. Tutto questo can can del salvataggio, in verità asserve più ai media che non a chi ha vissuto quella situazione, in verità dopo l' accidentale morte del compagno, avevano la possibilità e la capacità di rinunciare e comunque ritornare al campo base con le proprie forze, sicuramente frustrati per la perdita e per non aver potuto terminare quella missione che era, in un certo sesno divenuta motivo di sfida per ripagare la perdita dell'amico; ma la Montagna ha ampiamente dimostrato la propria forza, dichiarando fortemente che non con la sfida si può arrivare alla meta, ma perseguendo la ricerca paziente e sfidando solamente se stessi in questa ricerca...
 
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