Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

Messaggi di Marzo 2010

Keep in mind

Post n°638 pubblicato il 18 Marzo 2010 da middlemarch_g

out of order

 
 
 

Servizi sociali dove meno te li aspetti

Post n°637 pubblicato il 11 Marzo 2010 da middlemarch_g

E’ capitata una cosa davvero buffa.

Ho deciso di chiudere il blog e una certa persona mi ha scritto una cosa che non mi aspettavo. Il lato divertente della faccenda sta in questo: che avevo scelto di andarmene anche sulla base di cabalistiche analogie tra alterne vicende biografiche e oscuri accidenti da blogger. La questione dei rami che non danno frutto, insomma, e passatemi la metafora veterotestamentaria che io con la letteratura semitica c’ho sempre avuto un certo feeling identitario malgrado i miei noti precordi da eresiarca.

Ora il punto è che avevo deciso di chiudere senza finalità, così, come pura risposta istintiva a uno stato di cose interiore. E invece ne è uscita fuori la possibilità di ricavarne qualcosa di buono. Allora mi sono chiesta: ma vuoi vedere che la risposta è proprio qui? Vuoi vedere che per ottenere quello che voglio - in questo e in altri distretti emotivi extra-blogging - è sufficiente cominciare a comportarsi come quelle femmine agitate da furia uterina, che ogni tre per due minacciano di tirarti una coltellata e cucinare le tue trippe nella mentuccia per rifocillare la colonia felina della zona se non ottemperi al loro volere? Vuoi vedere che potrebbe essere sufficiente cominciare a starnazzare con voce stridula sparando irragionevoli cazzate prive di logica e poi allontanarsi stizzita per essere presa sul serio? Vuoi vedere che tutto quello che mi serviva era ricorrere massivamente al doppio cromosoma X invece di fare appello come al solito a tutto l’amore del mondo, che, diciamocelo, è procedura chirurgicamente invasiva, e implica sempre un grave e oneroso periodo di riabilitazione? Insomma, vuoi vedere che bastava comportarsi come una perfetta stronza?

Eh, be’. La verità ultima ancora non la so. Dipende dalla personcina succitata, che con l’occasione ha l’opportunità di offrirmi una bella lezione di vita. Se ottempera alla promessa che mi ha fatto in sede privata – quella sugli splendidi occhi dal vivo, hai presente? – e la smette di ripetere che mi odia, vuol dire che anche lui è d’accordo e che in effetti è così che ci si dovrebbe comportare, se non proprio sempre, almeno una volta ogni tanto. E allora magari ci ripenso e torno. Se invece non cede al ricatto – ok, d’accordo, potrei usare un sinonimo meno aggressivo. Ma non sarebbe intellettualmente onesto da parte mia – allora significa che effettivamente per me non ci sono speranze, e che il blog va chiuso per sempre.

Non ti commuove avere il destino di questa stupida femmina fra le mani?

lacrime

 
 
 

Prima o poi

Post n°636 pubblicato il 09 Marzo 2010 da middlemarch_g

Poi a un certo punto ho capito che anche questa è finita.

Per un po' ho pensato che fosse colpa degli esami, poi del lavoro. Ma erano tutte scuse e alla fine mi sono stancata di continuare a chiamare le cose con un altro nome.

Magari sbaglio, tanto più che nella vita lo faccio continuamente. Ma per il momento non ho più voglia di procedere per la mia strada con questa appendice virtuale scompensata che non va da nessuna parte e di cui non desidero più occuparmi. Poi può anche succedere che cambi idea - banderuola come sono nei miei intimi recessi muliebri - però non credo.

Può essere che sia una lezione da interiorizzare: tagliare via finalmente tutto quello che non produce niente di buono. Perché magari sembro molto sicura di me, ma nella vita losaddio se mi sono mai distinta per i miei talenti da giardiniera antropologica.

Un abbraccio a tutti. Statemi bene. E pensate solo a divertirvi. Come dice Vonnegut: siamo qui per cazzeggiare. Non credete a chi cerca di convincervi del contrario.

fine delle trasmissioni

 
 
 

Quando si dice vexata quaestio, appunto

Post n°635 pubblicato il 02 Marzo 2010 da middlemarch_g

Io però ve lo devo dire. Quando un ricercatore universitario mi scrive una mail dicendomi una cosa del tipo: grazie mille, sono in debito (e vabbè, è vero gli ho fatto un favorone che lèvati), e poi per sovramercato ci aggiunge una faccina così: :-), tendo a indispormi, e parecchio anche. Chenesò. Non mi pare il contesto appropriato. Poi sia chiaro che ha le sue giustificazioni, non ultima il fatto di essere venuto al mondo nel 1977. Che insomma. Insomma. Eh si. Non fatemi dire altro. Ci siamo capiti.

Ora quello che voglio sapere da voi è: ciò mi qualifica ineluttabilmente come una vecchia ciabattona riconglionita, o mi rimane ancora qualche residua speranza di spacciare la mia incipiente vena da cariatide per una forma di souplesse culturale non allineata?

la middle in uno dei suoi momenti migliori

 
 
 

Il figlio di Bondone o della scoperta del dolore

Post n°634 pubblicato il 01 Marzo 2010 da middlemarch_g

Quello che mi ha sempre colpita dell’arte bizantina è l'impercettibilità di ogni moto interiore, il silenzio della passione, o detto in altre parole: l’assenza di Vita. Che in fondo è una definizione inappropriata e anche un po’ settaria. Si trattava di gente con un altro concetto dell’emotività rispetto al nostro, e che quindi se la raccontava in modalità conforme alla propria visione delle cose, come l’arte fa sempre, da sempre, e proprio per questo viene prodotta in qualsiasi ambito culturale a tutte le latitudini e in ogni età del mondo. Però certo ti stupisce. Ti spinge a chiederti: che occhi posava sulla realtà una madre capace di trovare equivalente al vero un bambino così?

 

icona

 

Perché è di questo che stiamo parlando, tanto più che mi riferisco a un’epoca in cui l’arte aveva essenzialmente funzione spirituale e semmai didattica, mentre le preoccupazioni estetiche erano abbastanza periferiche nelle intenzioni di chi ne usufruiva, se non addirittura in quelle di chi la produceva. O magari c’erano, ma sempre assoggettate allo stesso criterio. Che cos’è bello? E’ bello quello che assolve alla sua funzione primaria. Il bello è un criterio finalizzato e non costituisce un valore assoluto. Il bello è bello rispetto a qualcosa che non lo è, come qualsiasi polarità, per cui alla fine si torna sempre al punto di partenza.

Insomma parti da questo assunto. Ma poi ti capita di fermarti a osservare una cosa come questa:

deposizione


oppure come questa:

strage degli innocenti


che incidentalmente si trovano nello stesso luogo, e sono state dipinte dallo stesso pittore che oltre a fare cerchi perfetti sulle rocce e a dare il nome ai pastelli colorati che avevamo nella cartella alle elementari, aveva anche qualche altro talento. E capisci a cosa deve la sua fama. Molte, molte cose. Tra queste, il fatto che si inventò il dolore. Magari uno pensa: be’, no, è troppo. Non se lo inventò. Semmai trovò un modo efficace per rappresentarlo. Ma io non sono d’accordo. Perché mi riesce difficile pensare che prima di Giotto le madri non piangessero, o che i bambini avessero sul serio l’aspetto da merluzzo incatramato con la carnagione da tizzo di carbone e il ditino alzato a benedire le folle come lo vedi in qualsiasi icona greca fino ad epoche quasi recenti. I bambini saranno stati gli stessi di oggi, e le madri avranno pianto straziate di fronte al cadavere di un figlio anche a Costantinopoli prima della conquista degli arabi. Ma nessuno le vedeva così. Nessuno riteneva quel pianto degno di una qualsiasi salienza espressiva. Ci è voluto Giotto per dare un’icona allo strazio.

Il balzo quantico non è mica necessariamente una faccenda che si svolge solo nel perimetro di un'orbita subatomica. Secondo me è balzo quantico anche questo. Che prima di te non c’era, perché nessuno lo vedeva. E adesso c‘è. Per te, e per il resto del mondo.

 
 
 

Great expectations

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

Samuel Beckett

 

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