Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

Messaggi di Ottobre 2012

Visto che adesso c'ho il MacBook, ho pensato che allora tanto vale.

Post n°812 pubblicato il 26 Ottobre 2012 da middlemarch_g

Ho deciso di migrare su Wordpress, più che altro perché perfino per me e i miei tempi di reazione mesopotamici, Libero ha finito per tirare la corda.

Dovrei copiare e incollare tutto da qualche parte, vero? Ma tra le tante caratteristiche che rendono Libero una piattaforma dalle performance mesozoiche c'è anche questo, mi pare. Che se vuoi salvare il parto dei tuoi metaforici lombi devi andare a scaricarti i post uno per uno. Io sto qui, salvo breve interruzioni, dal 2008. Questo è il post numero 812. L'ipotesi del download certosino in versione amanuense non è ovviamente praticabile. E poi in linea di principio non vedo una differenza d'uso sostanziale tra un blog e un quotidiano, a parte la differenza che il giorno dopo col blog non ti ci puoi pulire il culo.

Wordpress mi sembra carino e poco impegnativo. Ma con i miei ritmi di vita vuol dire ben poco. 

Insomma non so quando parto. Non so quando arrivo. E non so che tipo di individuo bazzica dall'altra parte. Non inserirò link, ma se ne avete voglia, basta chiedere.

In ogni caso, statemi tutti bene.

 

 
 
 

A lo Santo Sepolcro!

Post n°811 pubblicato il 01 Ottobre 2012 da middlemarch_g

Ieri sera ho sentito Piergigio Bersani deprecare l'ipotesi di un Monti-bis con una frase del tipo: la politica deve tornare ad essere credibile!

Siccome sai a cosa allude, un po' ci resti male. Perché vuol dire che lui, almeno in piccolissima misura, si sente implicato. E in questi casi il contesto è tutto. Nel senso che se lo dicesse vestito di un sacco di iuta, con la cenere del peccatore in fronte e il flagello del penitenziagite a martoriare le povere carni, alla guida di un corteo che raccogliesse nello stesso atteggiamento tutta la dirigenza del piddi, trascinandoli poi fin sull'Appennino abruzzese a mangiare locuste e vivere di stenti per un paio di lustri, vivaddio, non dico che lo troveresti simpatico. Non dico nemmeno che t'accontenteresti di questo per restituirgli la credibilità invocata. Ma insomma si potrebbe cominciare a ragionare. Ci sarebbe spazio almeno per ammettere l'esercizio della buona volontà.

Ma no. Tu lo ascolti, e capisci che parlando di politica credibile si riferisce al fatto di tornare a votare. E di tornare a votare lui.

Son proprio quelle volte che capisci dolorosamente il drammatico  scollamento della politica dal paese civile.

 

 
 
 

The perfect failure

Post n°810 pubblicato il 01 Ottobre 2012 da middlemarch_g
 

 

Lo so che prometto sempre di non fare critica letteraria e poi mantengo gli impegni con difficoltà. Ma in certe situazioni l'entusiasmo mi scivola fuori dalla penna come un fiume incontenibile.

Bisogna farsi prendere, perché il ritmo è lento. Fino a metà ti coglie più di una volta il sospetto che sia una bella rottura di palle. Brutto no, non lo dici mai. Ma insomma statico. Avvitato su se stesse. Claustrofobico.

Poi superi lo scoglio delle 150 pagine e comincia a prendere quota. A differenza di quella mezza sòla di Murakami però, rimane ben saldo in volo per tutto il resto della lettura. Il capitolo sull'unico amore è una perla bellissima e straziante.

E poi finisce esattamente come la vita, o almeno come mi piacerebbe che finisse la mia. Nella quiete perfetta dell'ultimo istante, che scivola via dolce e crudele insieme al libro che gli cade dalle mani.

Un fallimento perfetto. Ti dà i brividi. Perché sai perfettamente che al posto suo avresti potuto esserci tu.

 
 
 

Ringrazia Dio che almeno hai girato Blade Runner

Post n°809 pubblicato il 01 Ottobre 2012 da middlemarch_g
 

Certe visioni sono come l'apertura di un abisso sotto i piedi. Chè tu sei lì in mezzo alla stanza e vedi il pavimento retrocedere lentamente ma inesorabilmente verso le pareti, mentre sotto ti si spalanca un pozzo nero e profondissimo dove sai per certo che prima o poi finirai per precipitare, ammenoché non intervenga qualcosa di miracoloso che proprio all'ultimissimo momento viene a salvarti il culo quando ormai hai perso ogni speranza. E attenzione che non succede mica sempre. Quando il pavimento parte, parte, e quella è l'unica base empirica su cui puoi contare. Che poi si fermi in tempo, invece, è sempre tutto da dimostrare.

Insomma è con questo spirito che ieri ho guardato il film. Vi delineo la trama in soldoni. Un gruppo di esploratori più o meno eterogenei per età e competenze, si imbarca su una nave spaziale dove viene criogeneticamente addormentato in attesa di raggiungere la destinazione finale. Sulla nave l'unica creatura sveglia è un robot dalle sembianze umanoidi che provvede a mantenere tutto sotto controllo. L'umanoide sembra anche simpatico, ma in un secondo momento si scoprirà che agisce con secondi fini a servizio di interessi del tutto estranei alla sopravvivenza del gruppo, e che non si tira indietro neppure all'idea di sabotare la missione. Missione che è finanziata da un'oscura compagnia. Quando la nave raggiunge la destinazione, il gruppo si risveglia e sbarca per esplorare il pianeta. In una gigantesca caverna scopre il segno di forme di vita aliene che, per farla breve, manifesteranno nei loro riguardi queste simpatiche dinamiche relazionali: useranno gli umani come parassiti per impiantargli il seme dei loro fuchi nell'addome, da cui i fetomostri emergeranno in un tripudio di frattaglie degli organismi ospiti nei momenti meno opportuni. 

Ora, il fatto è che, trascorsi i primi 3 minuti, passi il resto del film preda di due sostanziali impulsi contraddittori. Da una parte ti ripeti ossessivamente la domanda: ma perché sto guardando la versione 2.0 di Alien?  E che senso ha - tanto più che il regista si chiama Ridely Scott, e a meno di inverosimili omonimie, è proprio lo stesso pisquano della vecchia versione - rifare un'identica storia 30 anni dopo, alterandola solo dei dettagli risibili che non modificano l'impianto di insieme? Perché non vorrai dirmi, Rid, che mettere Lisbeth Salander al posto di Sigurney Weaver, puoi farla passare per una modifica davvero sostanziale, no? Tanto più che manco lì hai avuto palle fino in fondo, visto che i 30 centimetri di altezza persi tra l'una e l'altra, li hai recuperati all'istante piazzandole al lato Charlize Theron. 

Ma dall'altra, una parte di te ti richiama all'ordine. Ti dici: no. Non è proprio possibile. Non è verosimile l'ipotesi che non se ne sia accorto, che qualcuno non gliel'abbia detto, che non ci sia una spiegazione. Sono sicura che un finale sorprendente rivoluzionerà il senso del film e restituirà a ritroso un significato a questa roba insulsa che ho visto finora. Oddio, il pavimento sotto i piedi si faceva ogni momento più ridotto. Solo che siccome sostanzialmente io sono una donna di fede, ho continuato a crederci fino all'ultimo momento utile. Ma proprio fino al punto di arrampicarmi sulla parete come un babbuino con le ventose sulle mani.

Alla fine però il film è finito. E che vi devo dire? La sorpresona finale non avrebbe restituito un senso e una dignità manco a uno scontrino fiscale. Figuriamoci alla sceneggiatura di Prometheus.

 

 
 
 

Great expectations

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

Samuel Beckett

 

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