Mobbing.Una lenta discesa all'inferno |
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AL MIO EX COLLEGA EX AMICO
- "Indubbiamente cattivo è colui che, abusando del proprio ruolo di potere e prestigio, commette ingiustizie e violenza a danno dei suoi simili; infinitamente più cattivo è colui che, pur sapendo dell’ingiustizia subita da un suo simile, tacendo, acconsente a che l’ingiustizia venga commessa." (Einstein, in A. Einstein/S. Freud – Perché la guerra – Ed. Boringhieri, 1981).
LA DEPRESSIONE DA MOBBING
"...una nausea continua mi bloccò ogni stimolo a mangiare, se non per rimettere dopo qualche minuto. Da quel momento subentrarono una serie di difficoltà fisiche e psicologiche, che improvvisamente sfociarono in un collasso..."
MOBBING E SUPERIORI
"..Non mi permisero di utilizzare né la mia scrivania né il mio computer. Unica priorità in prima mattina era definire il mio nuovo contratto "non contratto". Quel giorno ci fu formazione aziendale per i commerciali, ma a me non fu permesso assistervi se non dopo aver parlato col capo.."
INVITO ALLE DIMISSIONI
"Il 3 aprile del 2008, dopo avermi cambiato mansione più volte e sempre improvvisamente, mi vennero chieste volontarie dimissioni".
ESEMPIO DI LAVORO UMILIANTE
"...La mia postazione era una scarna scrivania con un computer, il cui schermo era un televisore vero e proprio: l'unico cimelio nell'ufficio. Stavo dietro una libreria, chiuso in un angolo davanti all'ingresso; l'unico vicino alla porta e quindi obbligato ad aprirla tutte le volte che suonavano il campanello..."
MOBBING:FONTE WWW.PSICOLOGIADELLAVORO.ORG
MOBBING
Il mobbing: un tipo di stress psicosociale in ambito lavorativo
Definizione
Dal punto di vista etimologico, il termine “mobbing”lo si può far risalire a:
- termine latino "mobile vulgus", plebaglia tumultuante;
- all'inglese "to mob": aggredire, accerchiare, assalire in massa. Tale termine è stato usato, agli inizi degli anni 70 dall'etologo Konrad Lorenz per descrivere il comportamento di alcuni animali che si coalizzano contro un membro del gruppo, lo attaccano, lo isolano, lo escludono dal gruppo, lo malmenano fino a portarlo anche alla morte.
Heinz Leymann, nel 1984, con la prima pubblicazione scientifica sull'argomento, introduce l'uso del termine MOBBING per indicare la particolare forma di vessazione esercitata nel contesto lavorativo, il cui fine consiste nell'estromissione reale o virtuale della vittima dal mondo del lavoro.
Leymann inizia ad utilizzare la parola MOBBING, per indicare quella forma di "comunicazione ostile ed immorale diretta in maniera sistematica da uno o più individui (mobber o gruppo mobber) verso un altro individuo (mobbizzato) che si viene a trovare in una posizione di mancata difesa".
In Italia si inizia a parlare di mobbing solo negli anni ‘90 grazie allo psicologo del lavoro Harald Ege, che raffigura il fenomeno come "una forma di terrore psicologico sul posto di lavoro, esercitata attraverso comportamenti aggressivi e vessatori ripetuti, da parte dei colleghi o superiori" attuati in modo ripetitivo e protratti nel tempo per un periodo di almeno 6 mesi. Ripetitività e durata sono dunque le 2 condizioni che devono essere presenti perché si possa affermare di trovarsi in presenza di mobbing.
In seguito a questi attacchi la vittima progressivamente precipita verso una condizione di estremo disagio che, progressivamente, si ripercuote negativamente sul suo equilibrio psico-fisico.
MOBBING:FONTE WWW.PSICOLOGIADELLAVORO.ORG
MOBBING: cosa non è.
- Non è una malattia, nè una patologia, nè un problema dell'individuo, ma una situazione, un problema dell'ambiente di lavoro, non è depressione, né ansia, né gastrite, né insonnia, né stress, ecc. ma è la spiegazione di questi disturbi;
- Non è un problema familiare, scolastico, ecc.; è un fenomeno proprio e tipico dell'ambiente di lavoro;
- Non è una molestia sessuale anche si in alcuni casi i due comportamenti si possono sovrapporre: il mobber può decidere di infastidire la sua vittima tentando di aggredirla a fatti o a parole (l'azione viene posta in essere non allo scopo di ottenere una prestazione sessuale bensì per umiliare, allontanare o creare danni) oppure in caso di approccio sessuale, se rifiutato, il molestatore si può trasformare in mobber allo scopo di punire la sua vittima del rifiuto.
- .Non è una singola azione contro un lavoratore di tipo occasionale, non è un conflitto diffuso (organizzazione di lavoro sostenuto, sovraccarico lavoro per tutti i lavoratori dell'azienda, tensione diffusa per cambiamenti radicali, privatizzazione dell'ente, fusione, ecc.);
MOBBING:FONTE WWW.PSICOLOGIADELLAVORO.ORG
Mobbing: che cosa è.
Il mobbing è una strategia, un attacco ripetuto e continuato, secondo alcuni, almeno una volta alla settimana per almeno sei mesi, diretto contro una persona o un gruppo di persone da parte del datore di lavoro, superiori o pari grado che agiscono con finalità persecutorie.
Sono state date varie definizioni:
- “Violenza psicofisica e molestia morale sul luogo di lavoro … allo scopo di ledere la salute, la professionalità, la dignità della persona del lavoratore … si esegue con svariate modalità, aggressive e vessatorie, verbali e non verbali, tese all’emarginazione ed all’isolamento, alla squalifica professionale ed umana, al demansionamento, allo svuotamento delle mansioni e/o perdita del ruolo, con l’intento finale di bloccare la carriera e/o di eliminare la persona con conseguenze dannose sulla salute, sull’attività professionale, sulla vita privata e sociale, nonché un danno economico alla società ….”.
- “… per mobbing si intendono atti e comportamenti discriminatori o vessatori protratti nel tempo, posti in essere nei confronti di lavoratori dipendenti,pubblici o privati, da parte del datore di lavoro o da superiori ovvero da altri colleghi, e che si caratterizzano come una vera e propria forma di persecuzione psicologica e di violenza morale.”
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Gli atti e i comportamenti possono consistere in:
- pressioni o molestie psicologiche;
- calunnie sistematiche;
- maltrattamenti verbali ed offese personali;
- minacce od atteggiamenti tendenti ad intimorire od avvilire, anche in forma indiretta;
- critiche immotivate ed atteggiamenti ostili;
- delegittimazione dell’immagine, anche di fronte a colleghi ed a soggetti estranei all’organizzazione;
- svuotamento delle mansioni;
- attribuzione di compiti esorbitanti od eccessivi, e comunque atti a provocare seri disagi in relazione alle condizioni fisiche e psicologiche dellavoratore;
- attribuzione di compiti dequalificanti in relazione al profilo professionale posseduto;
- impedimento sistematico ed immotivato a notizie ed informazioni utili all’attività lavorativa;
- marginalizzazione rispetto ad iniziative formative di riqualificazione e di aggiornamento professionale;
- esercizio esasperato ed eccessivo di forme di controllo nei confronti del lavoratore, idonee a produrre danni o seri disagi;
- atti vessatori indirizzati alla sfera privata del lavoratore, consistenti in discriminazioni sessuali, di razza, di lingua e di religione.
MOBBIN:FONTE WWW.PSICOLOGIADELLAVORO.ORG
I parametri fondamentali individuati da Harald Ege per definire il MOBBING
- Ambiente di lavoro;
- Frequenza delle azioni mobbizzanti: almeno una volta alla settimana
- Durata: almeno sei mesi
- Tipo di azione: le azioni subite devono appartenere ad almeno due delle cinque categorie del "LIPT Ege", questionario di Mobbing elaborato da Leymann e modificato da Ege dove vengono individuate 45 azioni ostili suddivise in 5 categorie:
a) attacchi ai contatti umani e alla possibilità di comunicare;
b) isolamento sistematico;
c) cambiamenti delle mansioni lavorative;
d) attacchi alla reputazione;
e) violenza e minacce di violenza.
- Dislivello psicologico fra gli antagonisti, il dislivello non viene inteso in senso gerarchico, ma nel senso che il mobbizzato non ha le stesse capacità didifendersi dell'aggressore.
- Andamento in fasi successive e in progresso: Leymann elaborò un modello a 4 fasi, successivamente modificato da Ege alle esigenze italiane, in un modello a sei fasi:;
1° - conflitto mirato;
2° - inizio del mobbing;
3° - si individuano i primi sintomi psico-somatici;
4° - compaiono errori ed abusi;
5° - serio aggravamento della salute psico fisica della vittima;
6°- si verifica l'esclusione dal mondo del lavoro. E' l'esito ultimo che può prendere la forma di un licenziamento, autolicenziamento, pre-pensionamento, ma che può anche arrivare a condotte auto e eterolesive
7.- Intento persecutorio
MOBBING:FONTE WWW.PSICOLOGIADELLAVORO.ORG
Distinguere tra paranoia ed ipervigilanza:
Innanzitutto è bene descrivere le differenze tra la persona paranoica e la persona mobbizzata. Tim Field è stato il primo a fare questa distinzione e a distinguere tra danno psichico e instabilità mentale nell’ambito del mobbing. Per Field la paranoia è duratura, l’ipervigilanza tende a diminuire gradualmente o addirittura a scomparire in mancanza delle cause che l’hanno prodotta. Il paranoico non ammette di essere paranoico, mentre invece la persona mobbizzata molto spesso esprime il timore di essere paranoica. La persona paranoica ha deliri di grandezza e le frustrazioni possono indurre ad un aggravamento della situazione, mentre la persona mobbizzata ha uno scarso livello di autostima. Il mobbizzato soffre di continui sensi di colpa e di vulnerabilità, prova sensazioni di vergogna e di inadeguatezza, invece il paranoico non ha questi sintomi. Infine la persona paranoica spesso sostiene che il persecutore è sconosciuto, il mobbizzato invece spesso non è consapevole di essere stato perseguitato. Comunque per non incorrere in errori (falsi positivi e falsi negativi) è necessario oltre alla somministrazione di un questionario standardizzato sul mobbing anche un colloquio clinico e/o la
somministrazione di test proiettivi di personalità come il test di Rorschach e/o il TAT(Thematic Apperception Test di Murray), oppure di inventari standardizzati come il MMPI di Hataway e McKinley, il Big Five Factors di Mc Crae e Costa, il 16 PF(Personality Factors) di Cattell, l’Eysenk Personality Inventory appunto di Eysenk.
Post n°4 pubblicato il 08 Maggio 2009 da aguaplano_ss
Quando la salute ti fa perdere il lavoro, e il lavoro ti distrugge la salute UN INIZIO PROMETTENTE TANTI SACRIFICI PER UN OBIETTIVO: L'ASSUNZIONE |
Post n°5 pubblicato il 08 Maggio 2009 da aguaplano_ss
....... PER I MIEI CLIENTI, SONO "ALL'ESTERO"... |
Post n°8 pubblicato il 18 Maggio 2009 da aguaplano_ss
Considerazioni. “Nel contesto di un piano di ristrutturazione” Pensavo, avevo letto o sentito che nelle piccole realtà lavorative un motivo del genere potesse giustificare un licenziamento per quelle aziende in condizioni di difficoltà oggettive o in pieno rischio di sopravvivenza economica. Pensavo o forse speravo che un contratto a tempo indeterminato, al di là delle dimensioni di un'azienda, fosse una garanzia nei confronti dell'azienda stessa ma sopratutto nei confronti del singolo lavoratore. Pensavo che il diritto al lavoro presente nella costituzione, avesse una valenza maggiore all'interno di una formula contrattuale come la mia. La mia, ormai, ex azienda, dal momento che mi fu ridato l'incarico di Coordinatore ha più che tripplicato le vendite. Le strattegie commerciali mirate, attuate dal call center da me diretto hanno fatto si che gli appuntamenti per i venditori raddoppiassero.Con lo stesso numero di operatori siamo riusciti ad assicurare i 2/3 appuntamenti/giorno ad una forza vendita che nel fratempo si è raddoppiata.Il fatturato aziendale, dopo 8 mesi, grazie al contributo del call center da me diretto è più che radoppiato. “La Direzione aziendale ha deciso di sopprimere in via definitiva il ruolo di supporto alla clientela pre e post vendita da lei attualmente ricoperto”. Fin dal gennaio 2007 ho ricoperto la mansione di coordinatore del call center, sino all'ottobre 2007. Una parentesi di quasi un anno il periodo in cui si cercava in tutti i modi di portarmi al licenziamento “volontario”, con minacce, vessazioni di ogni tipo, rimproveri quotidiani anche per piccolezze, carico di lavoro insoportabile, cambi improvisi di orari e con varie mansioni che cambiavano mese per mese, trainer (formazione sul campo), operatore telefonico, assistenza ai clienti, risponditore telefonico e back office. Dal settembre 2008 forse rassegnati dalla mia tenacia e volontà nel resistere, mi riassegnarono il coordinamento del call center, ruolo svolto per altri 7 mesi fino al 20 aprile 2009 giorno del licenziamento. Direi che non mi limitavo certo al semplice supporto alla clientela vi sto che tale mansione in tutto questo tempo non ricopriva che un decimo del tempo totale delle mie giornate lavorative.Era una mansione che svolgevo saltuariamente e nel tempo perso. Le mail, raccolte e stampate ed in mio possesso, degli ultimi 4 mesi spiegano chiaramente quale fosse il mio ruolo. Basta leggere tutte quelle mail ricevute con le varie richieste di miglioramento delle perfomance del call center, i report giornalieri della produzione e le vare direttive sulle strategie commerciali da adottare, oltre ai report di presenze e permessi degli operatori stessi.Se si dovesse dimostrare che quella citata nella lettera di licenziamento non fosse la mia mansione? Avrebbe senso licenziarmi per una mansione che non svolgevo se non in piccola parte? “La direzione ha naturalmente valutato la possibilità di utilizzare la professionalità da lei acquisita adibendola ad altre mansioni equivalenti ma, purtroppo, all'interno dell'organigramma aziendale non sono state individuate altre posizioni di lavoro nelle quali lei possa essere utilmente impiegato”. All'interno dell'azienda ho praticamente svolto ogni mansione, non sarebbe stato difficile assegnarmi ad un'altra qualsiasi mansione che già avevo svolto e conoscevo. E se dovesse assumere una nuova figura che ricoprisse il mio stesso mio incarico?
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Post n°9 pubblicato il 18 Maggio 2009 da aguaplano_ss
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Post n°10 pubblicato il 18 Maggio 2009 da aguaplano_ss
Ho incontratto il legale del sindacato non mi ha convinto poi tanto. Potrei ottenere a suo dire un riconoscimento della mia mansione reale ma null'altro, sempre che non abbia dei test che confermino ciò che è accaduto, le vessazioni e tutte le altre ingiustizie subite. Ho anche incontrato la psicologa che già conoscevo, era stata lei a consigliarmi in quel momento un lungo periodo di riposo e persino una serie di sedute. Forse avrei dovuto darle retta. Abbiamo fissato un'altro incontro sia con il legale che con lei. Ora vorrei consultare il mio avvocato di fiducia e sentire che mi consiglia. Mi aspettavo molto di più da un sindacato che si spaccia e auto proclama difensore dei diritti dei lavoratori, sarà anche vero ma senza testimoni non servirà a niente. Non so proprio chi potrà testimoniare in mio favore e mettere a rischio il prioprio posto di lavoro, credo nessuno. |
Post n°11 pubblicato il 20 Maggio 2009 da aguaplano_ss
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Post n°12 pubblicato il 21 Maggio 2009 da aguaplano_ss
Formale diffida ed impugnazione licenziamento. IL sig. ...... ha conferito l'incarico al sottoscritto difensore di assisterlo nei confronti della società menzionata. Lesame più approfondito della posizione del lavoratore, confrontato con le norme di legge ed il contratto, ha evidenziato il diritto a lamentare, opporre e conseguire quanto segue:
Si precisa che la presente missiva vale anche e specificamente all'impugnazione del licenziamento illegittimamente, ingiustificatamente ed immotivatamente intimato in data 20 aprile 2009 al lavoratore, che con me anche a tal fine sottoscrive la presente. Si propone quindi denuncia di controversia nei confronti della citata società e per essa al proprio legale rappresentante e conseguentemente si chiede a codesta Spettabile Direzione Provinciale del Lavoro di convocare le parti avanti alla Commisione di Conciliazione di cui all'art 410 cpc in riderimento al D.L. gvo 31/03/98 n 80.......
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Post n°13 pubblicato il 23 Maggio 2009 da aguaplano_ss
Questa mattina ho sentito la mia amica ed ex collega. E' stata la persona che in questi anni mi è stata più vicina all'interno dell'azienda. E' stata lei specie nel periodo più cupo a sostenermi e dimostrarmi più affetto tra i colleghi. Anche lei ad un certo punto per contrasti interni all'azienda è stata quasi obbligata a licenziarsi, e dal quel momento mi sono sentito più solo ed indifeso. Oggi mi ha dato una triste notizia che mi farà sicuramente stare male. Ebbene ho avuto la triste constatazione che la perfidia e l'intento persecutorio del mio capo non si è placcato con il mio licenziamento. Mentre scrivo ho le lacrime agli occhi e stento quasi a crederci. Quel bastardo, vistosi in difficoltà, dovuta alla mia mancanza e al mio ruolo rimasto ormai scoperto, ha proposto a lei di rientrare in azienda e ricoprire la mia mansione. Dovevo immaginarmelo. Conosceva benissimo quale rapporto di amicizia ci fosse tra noi, e quasi come un talebano che cerca scudo tra i civili dagli attacchi dell'occidente, si è servito della mia grande amica e del nostro rapporto e sentimento, per proteggersi da una mia ipotetica causa di impugnazione. Forse, a causa della rabbia che provo in questo momento, il mio post potrebbe sembrare poco chiaro e confuso ma cercherò di spiegarmi meglio. Uno dei motivi che mi spinge ad impugnare il mio licenziamento e appunto dimostrare non solo il mio ruolo reale all'interno dell'azienda ma la necessita da parte del mio capo di non poter fare a meno del ruolo strategico che io stesso ricoprivo,non il ruolo del semplice assistente ai clienti ma quello più rilevante di coordinatore commerciale dell'area più importante dell'azienda, Infatti qualunque vendita e dunque guadagno dell'azienda proviene e scaturisce dall'appuntamento iniziale fissato dai miei ex collaboratori del call center, traino e propulsore di tutta la macchina commerciale. Venendo meno alle motivazioni citate nella lettera di licenziamento in questi 2 punti:
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Oggi sono felice, tra un'ora vado a firmare il mandato diretto per una nuova azienda, avevo fatto il colloquio 2 giorni dopo il mio licenziamento. Mi è andata bene, diciamo che sono caduto in piedi, infatti ero coscente che prima o poi si verificasse tutto questo, e già da un mesetto circa avevo inviato il mio curriculum ad alcune aziende concorrenti . Perciò è ora che mi dedichi al mio nuovo lavoro, sarà molto impegnativo e perciò dovrò passare la mano al mio avvocato e seguire l'evolversi dell'azione legale un po più distacato. Bhe iniziavo ad annoiarmi sinceramente senza lavorare, anche se devo ammettere che ho scoperto un mondo interessante qui nel blog oltre che tante buone persone. Un bel mondo ma virtuale e poco produttivo. Per chi fosse interessato comunque continuerò ad aggiornare il blog, ormai fa parte della mia vita e forse non riuscirei a starci lontano. Vorrei arrivare alla fine di tutto questo e se dovesse andare come spero, sputtanerò questo bastardo e la sua azienda in tutti i blog del mondo, nomi e cognomi e magari la sentenza. Si questo sarà il mio piccolo sogno, la mia piccola rivincita. Un abbraccio a tutti. |
INFO
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MILANOSS MUSIC
Discover Paolo Fresu, Furio Di Castri!
MERAVIGLIOSO-NEGRAMARO
È vero
credetemi è accaduto
di notte su di un ponte
guardando l'acqua scura
con la dannata voglia
di fare un tuffo giù uh
D'un tratto
qualcuno alle mie spalle
forse un angelo
vestito da passante
mi portò via dicendomi
Così ih:
Meraviglioso
ma come non ti accorgi
di quanto il mondo sia
meraviglioso
Meraviglioso
perfino il tuo dolore
potrà guarire poi
meraviglioso
Ma guarda intorno a te
che doni ti hanno fatto:
ti hanno inventato
il mare eh!
Tu dici non ho niente
Ti sembra niente il sole!
La vita
l'amore
Meraviglioso
il bene di una donna
che ama solo te
meraviglioso
La luce di un mattino
l'abbraccio di un amico
il viso di un bambino
meraviglioso
meraviglioso...
ah!...
(vocalizzato)
Ma guarda intorno a te
che doni ti hanno fatto:
ti hanno inventato
il mare eh!
Tu dici non ho niente
Ti sembra niente il sole!
La vita
l'amore
meraviglioso
(vocalizzato)
La notte era finita
e ti sentivo ancora
Sapore della vita
Meraviglioso
Meraviglioso
Meraviglioso
Meraviglioso
Meraviglioso
Meraviglioso
Meraviglioso
ONLINE OSPITI
IL GIORNO DI DOLORE CHE UNO HA. (LIGABUE)
Quando tutte le parole sai che non ti servon più
quando sudi il tuo coraggio per non startene laggiù
quando tiri in mezzo Dio o il destino o chissà che
che nessuno se lo spiega perché sia successo a te
quando tira un pò di vento che ci si rialza un pò
e la vita è un pò più forte del tuo dirle "grazie no"
quando sembra tutto fermo la tua ruota girerà.
Sopra il giorno di dolore che uno ha.
Tu tu tu tu tu tu...
Quando indietro non si torna quando l'hai capito che
che la vita non è giusta come la vorresti te
quando farsi una ragione vora dire vivere
te l'han detto tutti quanti che per loro è facile
quando batte un pò di sole dove ci contavi un pò
e la vita è un pò più forte del tuo dirle "ancora no"
quando la ferita brucia la tua pelle si farà.
Sopra il giorno di dolore che uno ha.
Tu tu tu tu tu tu tu tu tu...
Quando il cuore senza un pezzo il suo ritmo prenderà
quando l'aria che fa il giro i tuoi polmoni beccherà
quando questa merda intorno sempre merda resterà
riconoscerai l'odore perché questa è la realtà
quando la tua sveglia suona e tu ti chiederai che or'è
che la vita è sempre forte molto più che facile
quando sposti appena il piede lì il tuo tempo crescerà
Soprail giorno di dolore che uno ha
Tu tu tu tu tu tu tu tu tu...
Inviato da: minarossi82
il 20/12/2016 alle 09:52
Inviato da: generazioneottanta
il 15/07/2016 alle 14:09
Inviato da: Mingway
il 01/07/2013 alle 16:43
Inviato da: aguaplano_ss
il 04/06/2009 alle 20:52
Inviato da: esperienzedichat
il 04/06/2009 alle 17:03