Creato da give_it_to_me il 03/11/2011

TO BE OR NOT TO BE

THE IMPORTANCE OF BEING..

 

 

« Trema-rellaTutto si aggiusta, basta... »

Altro che occhi che vedono nell'oscurità.."non si vede bene che con il cuore, l'essenziale è invisibile agli occhi"

Foto di give_it_to_me

L'Amore..croce e delizia..

L’amore è la cosa che tutti desiderano di più al mondo, tutti lo inseguono, sperano di trovare la loro anima gemella e fantasticano su come potrebbe essere una vita vissuta in uno stato di innamoramento perenne; i più hanno dell’amore una visione da fiaba che termina con le parole “e vissero insieme felici e contenti”. Purtroppo però, le favole finiscono proprio nel momento in cui inizia il rapporto, dopo di che più nulla si sa dei due protagonisti.

L'amore a volte non funziona. O meglio..l'amore funziona sempre e smuove le montagne solo che non lo fa come vorremmo noi, nella direzione attesa..semmai lo fa nella direzione che ci permetterebbe di crescere e di evolvere, se sappiamo cogliere l'occasione.

Perchè ci sembra che non abbia funzionato?

Perchè come esseri umani noi non sappiamo precisamente cosa aspettarci quando incominciamo una relazione. E se la relazione è autentica e l'amore è profondo, questo muove dentro di noi energie potenti, rende possibili cambiamenti epocali, scuote dalle fondamenta la nostra personalità e le certezze che abbiamo su di noi, che siano l'autostima, il modo in cui pensiamo a noi stessi, i nostri pregiudizi o modi di fare e di ragionare consolidati nel tempo..

Quando amiamo e ci sentiamo amati non sappiamo quali montagne incontreremo e non possiamo sapere a priori se ci franeranno addosso o se invece ci faranno la cortesia di smuoversi e levarsi dai piedi liberando il cammino..

Naturalmente dipende anche da noi se sia più probabile la prima o la seconda ipotesi: è comprensibile a tutti, credo, che una persona fragile, o insicura, con scarsa autostima o qualche problemino di accettazione di qualcosa di sè nel passato o di rigidità eccessiva nel presente abbia molte più probabilità di sentirsi franare la terra sotto i piedi, di vedersi rovinare la montagna addosso (e di rimanerci sotto, o di mettersi in salvo solo fuggendo dalla relazione e lontano dall'amore) e di sgretolarsi, rispetto a una persona che, per quanto scossa dal terremoto dell'amore, abbia una struttura potremmo dire "antisismica" o si sia comunque costruita modi di essere, modi di fare e modi di pensare meno rigidi, più liberi e flessibili sia rispetto a se stesso sia rispetto a quello che incontra nella vita. Questa minore rigidità la mette in condizioni di poter oscillare senza che si creino delle crepe o delle tensioni che minacciano la struttura e la serenità della persona o delle scissioni nel comportamento o nel pensiero (del tipo tutto o niente, prima bianco e ora nero), le permettono di accettare il cambiamento che la relazione d'amore inevitabilmente propone o favorisce o di accettare lo spostamento del proprio baricentro verso l'altra persona senza crollare o collassare su se stessa, insomma permettono alla persona meno rigida di affrontare la "scossa" dell'amore senza dover abbandonare l'edificio.

L'amore a volte non funziona come ci aspettavamo semplicemente perché rispetto alla relazione d'amore abbiamo aspettative che non tengono conto di un sacco di cose che non sappiamo di noi..per esempio non riusciamo a vedere i nostri blocchi per quel che sono veramente e a comprendere le difficoltà che incontriamo, o se le intravediamo ci sentiamo in difficoltà perchè non abbiamo risorse per affrontarle, visto che ci si presentano come ostacoli..e lo sono, degli ostacoli. SOLO CHE GLI OSTACOLI NON SONO TUTTI UGUALI. Da cosa siamo bloccati? da cosa ci stiamo facendo ostacolare sulla strada della relazione e della felicità con l'altra persona?

Troppo spesso si banalizzano queste difficoltà con pseudo-spiegazioni che non spiegano nulla (lei è così, lui non è colà, se mi sento così in difficoltà ci deve essere qualcosa che non va nel rapporto, se non si va avanti fluidamente sarà perchè insieme non funzioniamo, dovrei volerti più bene) e li si considera ostacoli insormontabili solo perchè non abbiamo in testa o non riusciamo a basare le nostre scelte su una visione generale sensata e psicologicamente verosimile che ci aiuti a chiamarli con il loro nome. Dico questo perchè spesso accade che riusciamo a vedere il problema ma presto ce ne scordiamo e preferiamo darne una lettura completamente diversa: ciò accade perchè per la paura abbiamo i sensi già offuscati (la sensibilità e la vista, quella del cuore però) dalla scissione di cui si parlava prima (che ci porta a rivoltare completamente il nostro pensiero sulla relazione e a reinterpretare il nostro comportamento piuttosto che sopportare la tensione di mantenerlo e rimanere lì, dentro la coppia ma di fronte all'ostacolo che abbiamo paura di affrontare) e quindi non riusciamo più a riconoscere gli elementi del problema per quello che sono. Ora chiunque può capire che se non riconosciamo l'ostacolo per quello che è e quindi a confrontarci con il problema in quanto tale, non potremo affrontarlo nel modo più efficace nè trovare la soluzione ottimale e che non ci facciamo certo un favore che aiuterà la comprensione di quanto è accaduto se, in preda al panico, reinterpretiamo tutto quello che è accaduto e che abbiamo vissuto per convincerci che fuggire sia l'unica soluzione possibile invece che tenere insieme la casa (rimanere noi stessi) nonostante la sollecitazione della scossa e rimanere nell'edificio della relazione nonostante qualche piccola crepa, insieme alla persona che ci vuole bene e alla quale abbiamo voluto bene fino a un momento prima di sentire il terremoto.

Rimanere lì, infatti, guardare in faccia il drago o la paura che ci fa venire mal di pancia e ci toglie il sonno, spesso è sufficiente a ridimensionare il problema perchè fuggire aumenta la paura e l'idea che si tratti di un nemico superiore alle nostre forze. E dare valore alla relazione, a quello che fino a quel momento si è vissuto e si è scelto di coltivare, alla persona che abbiamo accanto, aumenta il senso di capacità e di fiducia in se stessi; invece sminuire tutto, convincersi quasi con un lavaggio del cervello che non era vero amore, rinnegare con la fuga quello che con i gesti, le scelte, le parole si è costruito fino a un minuto prima, non può che avere effetti deprimenti anche su come ci sentiamo.

Se fronteggiare il drago e le nostre paure non è sufficiente o se non è stato possibile scegliere di farlo, perchè in preda al panico siamo fuggiti, non tutto è perduto ma serve una grande dose di onestà e di amore per se stessi per riflettere sull'accaduto; non ci resta che provare a ragionare con animo libero da vincoli su cosa sia l'amore e come possano le relazioni funzionare o non funzionare.

L'amore infatti a volte non funziona perchè non sappiamo definirlo e se lo cerchiamo dentro di noi immaginando di trovare altro da quello che in realtà è può essere che non lo troveremo o che non vediamo chiaro, perchè guardiamo con gli occhi velati di paura o di teorie bislacche sulla coppia e sulla vita: come diceva Saint-Exupèry "l'essenziale è invisibile agli occhi" e solo quando guardiamo con il cuore possiamo arrivare alla verità, su di noi e sulla realtà. Anche sull'Amore.

La fase dell'innamoramento, quel periodo in cui la sola visione del partner ci procura quasi sempre forti battiti del cuore e pensieri mirati solo ed esclusivamente a lei/lui, quella prima fase del rapporto durante la quale si avverte una perfetta simbiosi che vorremmo non finisse mai (il partner viene visto come perfetto e si sente il bisogno di vivere in contatto con lui/lei quasi tutto il giorno) e' importante perche' si crea un legame di base che ci permette di far entrare nella nostra vita uno sconosciuto e poi affrontare con una buona base quelle successive, ben più impegnative.

L'innamoramento è una fase importante, ma può sembrare che duri poco (la durata dipende naturalmente dall'intensità del modo di sentire delle due persone, più o meno passionali o tiepide, e dalla disponibilità delle due persone coinvolte a mettersi in relazione). Durata breve soprattutto per coloro che vorrebbero non finisse mai e che molti non accettano preferendo cambiare partner in modo da rivivere solo ed esclusivamente l'innamoramento.

Quando viene a mancare questo stimolazione così intensa, si preferisce prendere la strada che spesso si reputa piu' semplice, lasciare il partner non appena l'intesa comincia a vacillare. Si tende a reagire in questa maniera quando non si e' coscienti del fatto che le fasi dell'amore sono naturali e che il passaggio da una fase alla successiva favorisce la crescita e la stabilizzazione del rapporto e non è sintomo della fine del rapporto. Si pensa di aver sbagliato persona o di aver sbagliato qualcosa nell'impostazione di quella storia d'amore. O di non essere innamorati davvero, o di non nutrire sentimenti abbastanza profondi per amarla..ma è noi stessi che non siamo in grado di amare fino in fondo, quando lasciamo qualcuno, sono le nostre mancanze che non vogliamo vedere, sono i nostri vuoti che vediamo quando ci sembra di non trovare più i sentimenti per quella persona, sono le nostre ferite che sentiamo bruciare e non il male che facciamo alla persona che abbandoniamo. Alcuni ostacoli ce li portiamo dietro nella lenta costruzione della nostra “affettività”, altri li incontriamo nel corso della nostra vita perchè anche se e quando superiamo qualcosa di brutto, magari guardando al bicchiere mezzo pieno, non possiamo trascurare di accettare il bicchiere mezzo vuoto e come ci fa sentire aver perso qualcosa o essere mancanti di qualcosa. In effetti, ogni individuo porta dentro di sè, nel suo “centro” di coscienza interiore, anche ferite profonde che hanno a che fare con il suo passato recente o remoto, ferite che l'inconscio cercherà di sanare e che la vita ci permette di curare attraverso l’altro. Come? L’inconscio riconoscerà l'altro (o l'altra) come "la persona giusta" in quel momento proprio per la sua capacità di evocare immagini interiori (per somiglianza o per differenza) che rimandano all'ostacolo e alla ferita da sanare, al bicchiere mezzo vuoto; l'altro (o l'altra) riporta al presente qualcosa del nostro passato che deve essere “rimesso in scena” o che ci aiuta ad incontrare l'ostacolo per fare in modo che possiamo accettarlo o elaborarlo meglio per poterci poi accompagnare, traghettare più liberi e più leggeri, meno irrigiditi dal dolore, verso il futuro.

Se facciamo un’indagine un po’ più approfondita su ciò che pensano le persone dell’Amore, scopriamo alcune cose interessanti che possono aiutarci a comprendere.

Buona parte di esse è convinta che l’amore sia un qualcosa che si acquisisce automaticamente con l’innamoramento; altri sono convinti che “amore sia essere amati”; un’altra grossa fetta di umanità pensa che l’amore sia dipendente dall’incontro con la persona giusta (ma ne danno una definizione troppo concreta e basata sulla presenza/assenza di alcune caratteristiche che nulla hanno di predittivo e di fondato sulla reale possibilità di sperimentare Amore) e che, se non la troviamo, saremo destinati a situazioni di ripiego; altri ancora hanno la sensazione che l’amore sia una condizione passiva, un qualcosa che “capita nella vita”, che in un certo senso dipenda dalla “fortuna”, senza minimamente pensare che INVECE L'AMORE E' UN'AZIONE, quindi qualcosa che SOLO NOI SCEGLIAMO DI SPERIMENTARE, SOLO NOI possiamo o non possiamo far accadere. Naturalmente ciò che fa la differenza tra possibilità o impossibilità di amare non sta nell'altro ma in ciascuno di noi: dipende se siamo pronti, se siamo ad uno stadio di crescita interiore e di evoluzione che ci consente di provare questo sentimento accettandone tutte le conseguenze e cioè se siamo capaci di entrare in questa esperienza e di rimanerci, passo dopo passo, giorno dopo giorno, fase dopo fase, sapendo che è impossibile starci dentro senza poi sentirci improvvisamente tremare i polsi. Spieghiamo un po' meglio questo concetto.

L'innamoramento può apparire nella nostra vita come un colpo di fulmine o come un'evoluzione di un rapporto di amicizia, la nostra relazione potrà poi bruciare velocemente o durare una vita intera, affievolirsi nella monotonia o mantenere la vitalità iniziale. DIPENDE DA NOI.

Un numero veramente esiguo di persone sa che una relazione vera, matura e davvero gratificante, basata sull’amore reciproco, può esistere solo allorché siano state riconosciute, esaminate e affrontate le problematiche che ciascuno ha dentro di sè e che derivano dalla prima relazione della vita (quella con la madre) e quando siano stati superati tutti i “bisogni” che erano sacrosanti in quella parte della vita, o allorquando siamo in una situazione di equilibrio e di discreto benessere e serenità anche rispetto alle ferite successive (quelle che ci rimangono dentro anche da adulti per qualsiasi tipo di trauma o di perdita anche simbolica della nostra vita) e che producono nuovi "bisogni" (di risarcimento o di compensazione, di rivalsa o di difesa dalla realtà) legittimi e comprensibili ma che, se non vengono gratificati e risolti, continueranno ad esistere e a far sentire la loro voce nelle relazioni che si metteranno in piedi, indipendentemente dal fatto che la vita ci abbia fatto incontrare o meno la persona potenzialmente "giusta" e dal fatto che le si voglia bene abbastanza o moltissimo.

E un numero ancora minore di persone sa che spesso gli ostacoli che si incontrano nelle relazioni sono proprio opportunità di superamento di quegli ostacoli e di quelle ferite e che solo le relazioni profonde danno occasioni simili. Le relazioni profonde, croce e delizia dell'essere umano, sono appaganti e terribili, desiderabili e spaventose al tempo stesso...non c'è nulla come l'intimità, la profondità del legame, il sentire l'altro vicino o sentirsi davvero vicini all'altro per provare un brivido di piacere e di paura al tempo stesso..sentire il proprio destino, la propria vita, le proprie emozioni collegate a quelle di un'altra e in un certo senso nelle mani di un'altra persona, sentire l'attaccamento, l'appartenenza, la dipendenza da questa persona, sentirsi nudi di fronte a lei, non c'è nulla che possa far andare in tilt un uomo (o una donna), farli fuggire precipitosamente travolgendo loro stessi (stravolgendo loro stessi nel senso di far emergere l'opposto delle loro qualità, sepolto dentro di loro) e l'altra persona e il capitale accumulato in due fino a quel momento, spingerli a spergiurare che non era vero amore o non erano abbastanza innamorati pur di mettere chilometri di distanza tra sè e il "problema" attraverso il quale la paura è affiorata alla superficie della coscienza (solo l'amore riesce a farci "vedere", contemplare la realtà di quello che abbiamo dentro) e della possibile comprensione.

Ognuno di noi può innamorarsi con modalità e tempi diversi e in modi sempre diversi a seconda della persona che incontra e di come si sente in quel momento della sua vita ed il destino delle nostre relazioni dipende dalla conoscenza di noi stessi, dal nostro passato, dalla nostra capacità comunicativa e qualche volta persino dalle contingenze esterne alla coppia (società, culture, vincoli), ma innamorarsi è senza dubbio un fatto universale che prescinde da ogni possibile differenza socio-culturale, sociale, epocale. L'innamoramento irrompe nel nostro presente con uno slancio vitale che separa un'esperienza passata compiuta (che può però non essere stata compiutamente elaborata e avere lasciato dentro di noi strascichi, debiti, condizionamenti anche pesanti) da un futuro pieno di incognite, ma estremamente interessante e dalle mille potenzialità. Il momento in cui incontriamo l'altro e ce ne innamoriamo rappresenta l'inizio di uno stato di benessere che vorremmo non finisse mai. Ci sentiamo appagati, sicuri, in armonia con tutto ciò che ci circonda; l'incontro con l'altro toglie il velo grigio che non riusciva a farci vedere le vere tonalità del mondo che ci circonda e ci permette di respirare ed assaporare gli odori ed i sapori, ci sentiamo liberati e ricontattiamo il nostro sé autentico, ci sentiamo in grado di compiere qualsiasi impresa, di rompere gli "schemi" (in questo momento può essere addirittura che gli amici ci vedano fare cose strane, che non sono "da noi", perchè riusciamo a uscire dal guscio, dalla vecchia pelle e dal tradizionale spesso abitudinario modo di fare e di essere, persino da modi precedenti di vivere le relazioni). In questo momento "magico" riusciamo a vedere l'essenza delle cose e potenzialità inimmaginabili di noi stessi ed anche ciò che ci appare come negativo lo avvertiamo come passeggero. Questo stato di rinascita è caratterizzato da spontaneità, voglia di autenticità e di purezza. Per tale motivo sentiamo il bisogno di narrare le nostre storie passate per liberarci grazie all'altro, prendersi cura delle vecchie ferite, mettersi a nudo. Tuttavia, e paradossalmente, è anche il momento in cui tentiamo di dare un'immagine di noi "perfetta", utilizzando le nostre parti migliori e le nostre maschere più adeguate e seducenti; ovviamente anche l'altro segue un identico comportamento, mettendo in atto una serie di strategie seduttive. A chi di noi non è capitato al primo appuntamento (ma anche molto oltre) di cercare di mostrare la nostra parte migliore ?
Siamo spinti al miglioramento, ma siamo pronti anche a fingere, ad esagerare le nostre capacità pur di essere attraenti; tendiamo a questa perfezione per esaudire tutti i desideri dell'amato, così come desideriamo che l'altro esaudisca i nostri: seduciamo e divinizziamo l'altro. Anche il corpo dell'altro ci appare divino e proviamo una forte e costante attrazione erotica e sessuale. Inconsciamente ci confrontiamo con l'altra persona, come è normale che sia durante una conoscenza: si cercano punti di affinità e si scoprono differenze, ma non sempre siamo in grado di "vedere" e di gestire l'effetto conflittuale e di tensione che ci fa quello che scopriamo o di renderci conto se siamo mossi anche da una competizione che ha poco a che vedere con l'Amore e con la relazione e molto con i nostri "bisogni" (per esempio bisogno di sentirci all'altezza o di sentirci sempre meglio degli altri, cosa difficile da realizzare in natura, soprattutto se abbiamo accanto una persona che ci piace e verso la quale proviamo stima, affetto e desiderio invece che disapprovazione o perplessità).

Innamorandoci siamo partiti per un viaggio dell'anima…ma quando iniziamo una relazione dobbiamo davvero pensare di aver raggiunto la nostra meta? In realtà non siamo che al primo gradino di una scala che può portarci a raggiungere luoghi luminosi ma anche luoghi sotterranei.

La prima fase è quella dell'innamoramento viviamo un esperienza estatica e sentiamo di aver raggiunto la nostra completezza; la nostra personalità si sente fiduciosa di realizzare i suoi sogni ed appagare i suoi bisogni.
Nella fase successiva riconosciamo e vogliamo ufficializzare anche il mondo che ci circonda: la nostra relazione è nella fase dell'Impegno. Possiamo sposarci, convivere o semplicemente condividere momenti o spazi, in ogni caso è il momento in cui prendiamo un impegno reciproco a continuare la relazione che stiamo vivendo anche nel futuro. Abbiamo una visione del futuro insieme molto romantica, un'immagine perfetta ed immutabile della nostra vita di coppia, io sono perfetta, tu sei perfetto, la nostra casa è o sarà come l'abbiamo sempre sognata, perfetta! Avremo bambini perfetti, noi non litigheremo mai, ci piaceranno gli stessi film e le stesse letture, avremo gli stessi amici simpatici e suoceri adorabili, un gatto, un cane, un giardino sempre verde e fiorito e saremo sempre sorridenti, la relazione sarà tutta perfetta!……Ma tutto ciò non è possibile! Prima o poi verranno alla luce anche le nostre rispettive parti peggiori, quelle cose di noi che non vogliamo vedere, che non vogliamo mostrare, che non sappiamo magari nemmeno di avere per quanto le abbiamo sempre seppellite profondamente dentro di noi.
Il castello di sabbia dorato che la nostra mente ha costruito (per noi e per l'altra persona) verrà inondato dal mare e allora ci troveremo a dover scegliere di ricostruirlo con del materiale più resistente o iniziarne un altro su di un'altra spiaggia..ma non è detto che su un'altra spiaggia non si riproponga esattamente lo stesso problema! anzi..se il problema dipende da noi, se l'ostacolo è dentro di noi, è più che certo che si ripresenterà finchè invece di scappare non troveremo il coraggio di affrontarlo e di guardarlo in faccia.

Prima o poi tutte le relazioni attraversano questa terza fase, quella della Crisi. Molte coppie non riescono ad andare oltre questa fase se uno o entrambi i partner sceglie a questo punto una via di fuga (che sia, come si diceva all'inizio, quella di pensare di aver sbagliato persona o di aver sbagliato qualcosa nell'impostazione di quella storia d'amore, di non essere innamorato davvero, o di non nutrire sentimenti abbastanza profondi) che semplicemente maschera e allontana il vero problema..paura di amare, di essere amato, dell'intimità o del legame, paura di proseguire lungo un sentiero che non può essere tenuto sotto controllo perchè l'Amore è libertà vera, paura di contattare anche le proprie parti peggiori (che considera tali ma che potrebbero invece rivelarsi ricche e meravigliose come lo sono i mondi inesplorati e ancora da scoprire), attraversare zone d'ombra poco conosciute della propria personalità, superare ostacoli o ferite profonde e liberarsi della "schiavitù" di questi timori una volta per tutte. Paure e timori che inesorabilmente torneranno alla prima occasione, al successivo incontro con un'altra persona, per tutta la nostra vita. La crisi ci schiaffeggia e veniamo così brutalmente e dolorosamente catapultati nella realtà e là dove atterriamo inizia lo Scontro, la "prova del fuoco" (quarta fase) che ci disorienta e ci porta nel Caos (quinta fase) in cui abbiamo la sensazione che non ci sia via di uscita. A volte scegliamo di vivere queste fasi senza nemmeno coinvolgere il partner, perdendo così la ricchezza e le potenzialità della relazione e le risorse e il contributo che una persona che ci vuole bene saprebbe dare alla lotta senza quartiere che si sta svolgendo dentro di noi. In questo momento critico riemergono gli "schemi" di comportamento del passato, non già come scelta ponderata e consapevole di una strategia opportuna per fronteggiare la crisi, bensì come bisogno regressivo e ansiolitico di recuperare certezze, di "coerenza" interna (ritrovare se stessi, per quanto un se stesso datato e non vitale, perchè non inserito in un processo di crescita e di cambiamento, è pur sempre un sollievo) e di riguadagnare terreno già calpestato e rassicurante mentre tutto quello che abbiamo desiderato e in cui abbiamo investito tanto di noi trema e frana, ci rovina addosso: è questo il momento in cui chi si è separato tende a scegliere nuovamente la strada della separazione (e a raccogliere elementi di conferma rispetto al fatto che "anche questa volta" non vi sono alternative e che era la scelta migliore da fare, come "quella volta"), chi ha tradito potrebbe rifarlo (ricordando magari l'effetto di sollievo e di scarica provato in precedenza), ecc. Si torna sui propri passi e ci si ritira su posizioni più arretrate rispetto all'incontro e all'innamoramento perchè la "scossa" dell'Amore ha evocato paure dell'ignoto, del futuro senza altri punti di riferimento che la persona amata (e se poi smettesse di amarci lei? se scoprisse che siamo imperfetti quando siamo troppo legati a lei?) o chissà che altro, come ho provato a esemplificare.
Ma se riusciamo ad abbandonare le nostre paure, le più fosche aspettative condizionate dal caos e dal conflitto dentro di noi, ad affidarci al Bene e ad accettare anche il blocco e l'ostacolo come parte del processo di costruzione della solidità che abbiamo sempre desiderato, allora la nostra relazione può prendere la direzione del Risveglio (sesta fase): è il momento in cui è possibile avere una visione lucida, ovvero diveniamo consapevoli dello stato delle cose e, grazie ad essa, rinasciamo come coppia. Infatti, se ci pensate, dovendo affrontare un ostacolo o fronteggiare un drago, chi vorrebbe essere da solo? non vorremmo tutti poter avere accanto una persona che ci vuole bene, su cui possiamo contare, che abbia le caratteristiche che abbiamo sempre cercato in una compagna o in un compagno? anche se la battaglia è personale, chi non vorrebbe accanto almeno una persona di fiducia cui chiedere qualche consiglio, un buon secondo per il duello, due braccia che ci accolgano quando stanchi interrompiamo per una pausa piacevole di ristoro?
Solo a questo punto possiamo entrare nell'ultima fase, quella della Trasformazione.

Stare insieme non è un percorso facile, ma fortunatamente come individui del terzo millennio possiamo attingere a vari tipi di aiuto quali libri specifici sull'argomento, counselor relazionali e psicoterapeuti, corsi e seminari sull'argomento che possono accompagnarci nel nostro percorso di trasformazione e crescita nella coppia. E non dimentichiamoci dell'aiuto reciproco che ogni coppia si può dare..imparare a contare l'uno sull'altro, a fidarsi, a confrontarsi, a camminare mano nella mano anche nella selva oscura della crisi, non può che farci bene!!

Auguriamoci tutti di riuscire a guardare e vedere, dentro e fuori di noi, con il cuore. Di ricevere e sentire abbastanza amore quando stiamo insieme a qualcuno per sentirci scuotere come durante un terremoto, di incontrare ostacoli e blocchi sul nostro sentiero per poter migliorare come esseri umani vedendoli per quello che sono. Abbastanza coraggio per non fuggire e abbastanza amore per noi stessi per affrontarli. E di incontrare una persona che sappia fare altrettanto. Che provi per noi abbastanza amore da tenerci per mano mentre cresciamo insieme a lei.

Te si mejo de 'na calamita..

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

give_it_to_mesabbia8tonya1963cuba691studio_giachinoserafinoantoniettagilidgl2ritelsaje_est_un_autreMorbidaDolceTestardaing.bonanomiedicoletta2011monical.mvici_pirasblackdream2
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

AREA PERSONALE

 
Citazioni nei Blog Amici: 2
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963