Creato da give_it_to_me il 03/11/2011

TO BE OR NOT TO BE

THE IMPORTANCE OF BEING..

 

 

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Tutto si aggiusta, basta desiderarlo,poi volerlo e prendersi il tempo per riuscirci

Post n°43 pubblicato il 26 Ottobre 2012 da give_it_to_me
 
Tag: Massimo
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"Ogni malattia è una carenza d'amore"

(Thomas Mann La montagna incantata)

 

 

Il braccialetto che mi hai regalato è di nuovo intero e le perline stanno di nuovo insieme, vicine vicine..dopo due mesi disperse e lontane, da quando (alla fiera dell'informatica dove ti avevo accompagnato) si è accidentalmente rotto l'elastico che le teneva insieme..capita che la vita ci metta di fronte a ostacoli o imprevisti, ci mette alla prova e ci forma, ci costringe a dare il meglio, a migliorarci continuamente, ad andare oltre per evitare che ci crogioliamo o che ripieghiamo su posizioni arretrate e troppo comode, trite e ritrite, mortifere..non è stato facile trovare una soluzione (nuove perline simili o qualcuno che mi consigliasse come rimetterlo insieme senza perline in più ma in un modo diverso per renderlo più resistente), ma ce l'ho fatta..

Questo perchè il mio approccio alla vita è di avere cura delle cose cui tengo, come delle persone, di dare loro valore e riconoscerlo nel tempo in modo stabile e, se posso, tentare di intervenire e di trovare soluzioni agli incidenti di percorso, anche chiedendo aiuto a chi mi sta vicino, a chi ha magari abilità che io non ho o non penso di avere (come la mia collega che si diletta infilando perline e collane) e comunque sempre cerco di non catastrofizzare, di non arrendermi al primo intoppo, alle difficoltà e agli imprevisti. E soprattutto di conservare il bene, il meglio di quel che c'è e che ho vissuto, per quel che si può, di non buttare via tutto come se mi fossi sbagliata o tagliare i ponti come se non me ne fosse mai importato nulla, di apprezzare le tante sfumature che le situazioni della vita e le persone rappresentano.

Non si può dire lo stesso di te e del tuo rigido pensiero bianco o nero, tutto o niente (che senza far nascere in te perplessità per i motivi o preoccupazione per te stesso porta dalle stelle alle stalle, al saldo zero, la tua considerazione di una persona o lo standard di coinvolgimento nella tua vita, di protezione, di amore e di ascolto che le concedi), non si può dire lo stesso nemmeno del tuo atteggiamento (catastrofico e distruttivo prima e subito dopo rinunciatario) di fronte a un ostacolo che avevi inizialmente anche correttamente decifrato come profondamente tuo (e non come indice di sofferenza del nostro rapporto su cui poi invece lo hai scaricato, per poterne uscire ed evitare il problema che indirettamente ti poneva).

E da allora preferisci addirittura mentire a te stesso dicendoti che hai fatto bene, che ci hai "guadagnato" pur avendo perso e buttato via tutto, che non c'era altro da fare e lo fai riscrivendo tutto quello che hai vissuto, ribaltando come un calzino le tue impressioni e il tuo giudizio su una persona di cui eri innamorato e che senza porti il problema del motivo dici di non amare più, invece che tenere come punto fermo un valore, un sentimento per me e una fiducia vissuti e attribuiti in tempi non sospetti e non critici e farci conto..tutto questo per cosa?

per un occasionale black out che ancora non sai spiegare nemmeno a te stesso, ma che era un momento di confusione e di comprensibile disagio data la profondità e complessità dell'ostacolo che avevi incontrato dentro di te, che andavano compresi e semmai affrontati e gestiti insieme?

per paura di cambiare abitudini e schemi mentali? paura di percorrere una strada nuova, un sentiero mai calpestato come una relazione vera dove c'è rispetto e reciprocità e profondità di legame? questa è paura di vivere perchè la vita è un continuo cambiamento..oppure paura di non essere all'altezza e di non farcela..

E tu vorresti farmi credere che per paura di non farcela è meglio riscrivere il passato e mentire a te stesso per giustificare, senza intaccare la tua autostima (così fragile e traballante da non sopportare la verità di quel che è accaduto dopo Londra?), una rottura che si poteva evitare e una crisi che andava invece affrontata con intento riparativo e conservativo (se non altro per verificare se davvero insieme potevamo farcela)?

non ti rendi conto che invece è proprio la tua fuga (e la paura che senz'altro la determina) a far pendere l'ago della bilancia verso l'ipotesi di una tua incapacità di confrontarti con le difficoltà in modo ogni volta diverso (che senso ha giocarsi ogni volta la carta della separazione? quel che una volta può essere stata per la tua vita una scelta opportuna e inevitabile, addirittura vitale, potrebbe in altre circorstanze essere inappropriata e autolesionista, addirittura assumere il significato di una fuga invece che quello di una decisione responsabile), di chiedermi aiuto e di collaborare con la tua compagna come fa una qualsiasi coppia di persone adulte e mature per trovare una soluzione?

E quel che è peggio è che l'ostacolo che hai intravisto dentro di te non è sparito e tornerà a guastarti la serenità e ti troverà solo, senza di me e il bene che c'era tra noi, senza l'energia vitale che il nostro rapporto dava alla tua vita e la radiosità e vitalità che rimanere in contatto con i tuoi sentimenti per me dava al tuo viso e al tuo corpo, pancino compreso.

Anzi, ancora peggio è come hai trattato e lasciato me da sola. Non avermi nemmeno messa al corrente di cosa stavi valutando, avermi accantonata nel momento in cui avrei dovuto contare di più per te, avermi liquidata con un sms e non avermi voluta incontrare per parlarne guardandoci negli occhi, non aver ascoltato nulla e preso in considerazione nessuno dei miei tentativi di risvegliarti dall'incantesimo della paura o almeno prenderti al volo mentre scivolavi nel burrone quasi tuffandoti di testa e avermi considerata una squilibrata solo per averci provato proporzionalmente all'importanza che credevo entrambi dessimo alla felicità che avevamo a portata di mano e alla fortuna di esserci incontrati. E' stato come impormi un aborto senza darmi voce in capitolo, una violenza gratuita sul mio mondo emozionale e per giunta sproporzionata, in considerazione delle alternative e attenuanti possibili. Che il tuo egoismo e tutto il bene che per mesi hai sbandierato non hanno ovviamente nemmeno considerato. Nemmeno per darmi il beneficio del dubbio.

Non hai fatto una buona cosa per te e nemmeno una buona figura. E mi hai usato una violenza gratuita, sproporzionata rispetto alla situazione e alla gentilezza e disponibilità che ho sempre usato nei tuoi confronti, che certo getta un'ombra su di te  e su quello che dicevi di essere.

E se ha ragione Gandhi quando dice "non posso farti del male senza ferirmi".... facendo tanto male a me, te ne sei fatto altrettanto.

 
 
 
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