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Costa Smeralda e Buda-Pest: vacanza e catarsi

Post n°53 pubblicato il 09 Luglio 2013 da give_it_to_me
 

In un certo senso le vacanze di quest'anno sono state catartiche.

Mi hanno spinta a rivivere quelle dello scorso anno e hanno ulteriormente alimentato e approfondito la difficile accettazione ed elaborazione di una delusione procurata dall'immaturità e dallo scarso rispetto (per l'Altro in una relazione, che ero purtroppo io) di quello che credevo un Uomo maturo, oltre che il mio compagno di allora.

Eppure rifletterci su, rivivere le tante emozioni (intense e spesso non positive) di quei mesi, mi è servito anche a capire quanto sia difficile per me accettare i limiti altrui e i miei, perchè la mia natura è spontaneamente orientata al superamento e al miglioramento e alla ricerca di soluzioni, anche a volte quando di soluzioni e di possibilità di superare certi limiti, come quelli oggettivi, fisici se vogliamo, non ce n'è..

 

"Ho fatto un brutto sogno. Ho sognato che di punto in bianco smettevi di sorridermi e di tenermi per mano, di dirmi che ero la donna che avevi sempre desiderato incontrare e che per me ci saresti stato sempre. Nel sogno piangevi, dicevi che non ti sentivi bene e che facevi brutti pensieri ma che ti bastava vedermi perchè ti passasse tutto. E se provavo a chiederti se non eri certo dei tuoi sentimenti per me, protestavi che mi volevi bene sul serio e che non eri mai stato così' profondamente legato a nessuno in vita tua..

Poi il brutto sogno è diventato un incubo: hai deciso improvvisamente di lasciarmi e non hai più voluto vedermi, nè parlarmi e ogni volta che provavo io a chiederti almeno di provare ad ascoltarmi,tu mi rovesciavi addosso insulti e giudizi pesantissimi e cose cattive e non vere, che mi ferivano a morte..io volevo solo parlarti, guardarti negli occhi per capire se per tutti quei mesi, fino a quel momento, mi avevi presa in giro oppure mi ero illusa io, capendo male e dando ai tuoi gesti un senso che non avevano..capire perchè hai sceltome per fingere di essere così sicuro di te stesso e dei tuoi sentimenti e delle tue intenzioni e per mentire a me oltre che a te stesso, se proprio avevi l'esigenza di farlo (e se è questo che hai fatto).

Che ti ho fatto di male per meritare questo? perchè hai scelto di spezzarmi il cuore e togliermi ogni fiducia in me stessa, nella mia capacità di capire le persone e la loro sincerità e volontà, oltre che la fiducia negli altri? ricordi quante volte piangevo all'inizio della nostra conoscenza perchè mi sentivo in colpa di non fidarmi di te, di non ricambiare il tuo entusiasmo e il tuo trasporto, perchè avevo paura? paura di sbagliarmi, di essere di nuovo ingannata e ferita dopo quel bastardo che frequentavo prima dell'incidente, che mi ha usata e sparì quando ero in ospedale: ricordi quanto ti ci voleva per calmarmi? mi ripetevi sempre che c'era tutto il tempo e che tu saresti stato lì al mio fianco ogni giorno a venire, che i sentimenti sarebbero venuti e poi cresciuti col tempo, che dovevo solo lasciarmi andare..

E io l'ho fatto: ho preso me stessa per mano e ho fatto un cammino interiore per costruire la mia fiducia in te, osservando i tuoi gesti di affetto e di premura per me, dando un significato positivo e di valore alla tua presenza costante nelle mie giornate e alla tua disponibilità ad essere di sostegno alla mia disabilità minimizzandone l'impatto sulla nostra quotidianità, ho considerato il tuo modo di porti nei confronti dei miei amici e familiari e apprezzato che anche tu mi presentassi i tuoi, partendo da quelli che ritenevi più importanti e più affini a noi due, ho sentito crescere il nostro affiatamento e la nostra intesa anche sessuale ogni giorno e lasciandomi trasportare da tutti questi elementi sono arrivata a sentirmi vicina a te e pronta per costruire insieme. Tengo a dirti che ciò non è avvenuto escludendo le nostre differenze o non considerando i tuoi difetti, ma accettandoli via via come parti di te e della nostra reciproca stimolazione (certa come sono di averne anche io, di limiti e difetti, e che sia importante e anche stimolante avere qualche differenza).

E vorrei sottolineare che se invece di questo percorso interiore, VERSO di te, io ne avessi fatto un altro, in senso opposto, avendo intenzioni o convincimenti o motivazioni anche poco consapevoli per farlo, l'esito sarebbe stato molto diverso. Ti scrivo questo perchè credo sia molto importante alla luce di quello che è accaduto poi, mesi dopo, a te. Che nella nostra vacanza londinese hai trovato una condizione ideale (passami il termine) per dare forma a un tuo incubo, un fantasma che covava dentro di te da tempo e si è manifestato in un contesto senz'altro già molto impegnativo e pesante per entrambi, in un modo che non avevamo certo previsto e considerato abbastanza (ma non sono poi tutte così le difficoltà, gli imprevisti che la vita ti fa incontrare?).

A me dispiace di averti messo di fronte a qualcosa che non sei in grado di fare, come leggere in penombra le cartine degli incroci per scovare le fermate dei bus, ma non l'ho fatto apposta come hai riconosciuto anche tu. Se avessi avuto l'intenzione di ferirti, di umiliarti, di farti sentire "dipendente" da me oppure "non all'altezza" o comunque in difficoltà, non credi che avrei evitato di risolvere la cosa con naturalezza e di farla al posto tuo senza pensarci un secondo?ti avrei fatto pesare la cosa e mi sarei resa preziosa o disponibile su richiesta.

Il malessere che hai provato in quella vacanza è stato una reazione TUA, assolutamente imprevedibile per entrambi. Di questo sono sicura che siamo già d'accordo. Solo che tu le hai dato un effetto, prendere le distanze e chiudere nei miei confronti, quando era presumibilmente da quel disagio e da quella scoperta (di non essere "indipendente" come credevi, da tutti e da chiunque) che volevi invece allontanarti. E così hai scelto di eliminare me dalla tua vita, sperando di tenere fuori dalla tua coscienza per sempre anche quella "scoperta" e le sue conseguenze, la difficoltà/paura di ammettere che vederci un po' meno cambiasse te e/o la vita ceh fai. Ma Massimo, il prezzo da pagare, per giunta per una mancata verità e il mantenimento di un'illusione su di te, è troppo alto.

Hai chiuso e molto male una relazione che aveva tante prospettive. Comportandoti in un modo che non farebbe onore a nessuno, men che meno a te, senza concedermi nemmeno un confronto guardandoci negli occhi, perchè sapevi che di persona non avrebbe retto la fantasiosa scusa del "non potevo continuare a mentire a me stesso". Anzi, il guardarci negli occhi te lo avrebbe impedito, di mentire, ripiombandoti nel conflitto straziante tra salvare te stesso e la tua idea di uomo che non ha bisogno di niente/nessuno e la possibilità di salvare noi due. E sappiamo bene i mal di pancia e i pianti che ti aveva procurato fin lì quel conflitto. Talmente straziante da aver fornito una motivazione fin troppo non cosciente e mascherata ad un percorso interiore di allontanamento da me, da noi due come prospettiva di coppia e di vita insieme, da tutti i significati e i valori positivi, dai moltissimi fatti (perchè nel frattempo erano passati i mesi ed erano successe tante cose e stavamo facendo tanti progetti e passi avanti) che ormai erano la realtà di una coppia.

E come nel mio caso, mesi prima, quel percorso interiore si era svolto dentro ma sorvegliato e guidato da un'intenzione e una motivazione coscienti a dare a noi due una chance, così non è stato per te: il tuo percorso interiore era guidato da un bisogno inconsapevole (e "cieco") di non avere a che fare con la realtà del tuo non vederci bene, di non fare i conti con la tua disabilità (seppure molto diversa dalla mia), di liberarti al più presto del mal di pancia e dei pianti (per te stesso ma anche per quello che stavi facendo a me e a noi due per salvare un'idea di te stesso che non è nemmeno reale, dopo quello che è successo ai tuoi occhi, ma che per giunta avresti potuto salvare ridefinendo il tuo concetto di indipendenza e di autonomia, riportandolo a qualcosa di più umano e meno assoluto, come avevi già fatto e consigliato di fare a me: guardare il bicchiere mezzo pieno, contare su di me, considerarti parte di una coppia in cui era l'unione a fare la forza, la vera libertà, la vera indipendenza).

Ora non li hai più, immmagino, i mal di pancia e i pianti che nelle 3 settimane dopo Londra sfogavi tra le mie braccia..ma il prezzo pagato è troppo alto. Non è solo il prezzo che hai fatto pagare a me, di cui soffro senza rimedio da un anno ormai (perchè la cura esiste, sei tu e la possibilità di convergere su una comprensione e spiegazione unica, insieme a te, di quanto accaduto) e devo leccarmi da sola le ferite senza avere fatto nulla per meritarle. E' anche il prezzo pagato dalla verità dei fatti e dei passaggi, stravolti nella loro successione e nel loro significato, da un'interpretazione (la tua) di ripiego, arraffazzonata, posticcia, tanto per salvare le apparenze (ma con chi poi?nemmeno i tuoi amici se la sono bevut e anzi hanno provato a dirti che era assurdo che in assenza di qualsiasi costrizione o pistola puntata alla tempia tu avessi avuto bisogno di mentire a te stesso per mesi, per giunta felice com'eri a detta di tutti e per i segni tangibili di questo benessere come i chili in più per esempio..Salvare la faccia con me forse? si può dire che tu l'abbia polverizzata perchè niente di quello che hai detto o fatto era in linea con la stima e l'idea di te come uomo ed essere umano che avevo io, anzi...). Ed è quindi soprattutto con te stesso che paghi il prezzo più alto, anche se è per salvarti la faccia con la tua coscienza che hai fatto tutto questo casino..ma hai perso un'occasione d'oro di essere felice, di essere amato, di avere una relazione e di poter crescere nella reciprocità dell'amore..

Io sarei più che pronta e disponibile a perdonarti, a dimostrarti che ho capito cosa hai passato e che MAI ho fatto o detto qualcosa nel mio unico e solo interesse, che fosse tempestarti di messaggi o provare a parlarti per telefono o persino arrabbiarmi e tentare di scuoterti spingendo sul tuo amor proprio e orgoglio personale, oppure supplicarti di darmi almeno modo di parlarti di tutto questo di persona o tramite i tuoi amici. Se tu fossi pronto e disponibile a parlarne, a trovare una forma di conciliazione che sia un superamento di questa "teoria del mentire a te stesso" e un approdo a qualcosa di più reale, credo che ne verrebbe tanto di buono anche per te Massimo.

Non siamo più due ragazzini superficiali e con tutta la vita davanti, dal punto di vista sentimentale certe ferite non rimarginate e "sviste" di queste proporzioni pesano e rischiano di condizionare gli ultimi anni che abbiamo per costruire qualcosa di importante e solido con qualcuno e godercelo.

Non ti sto chiedendo di tornare insieme o garanzie di questo sviluppo, ti proporrei solo di trovare un senso insieme a quello che ci è successo e che non siamo stati in grado di affrontare insieme quando avremmo dovuto, cioè allora. Ammettendo che abbiamo sbagliato in momenti e modi diversi (ma almeno diciamoci quali e chiediamoci scusa e perdoniamoci guardandoci in faccia senza rancore! perchè sono sicura che il rancore c'è solo alla distanza e sparirebbe di persona), gestito male la tensione, l'imprevisto, tutta questa cosa..chiediamoci scusa reciprocamente e magari abbracciamoci piangendo insieme su quello che è successo, sul meglio che siamo riusciti a fare allora (un gran pasticcio) e sulle ceneri del nostro rapporto dalle quali probabilmente non potrebb rinascere una relazione di coppia ma che forse potrebbero restituirci qualcosa di noi che ora abbiamo perduto e che ci fa stare male, più o meno profondamente e più o meno consapevolmente.

Riprendiamoci qualcosa di quello che è bruciato: c'era tutto di me e sono sicura che anche tu ti eri messo in gioco al 100% altrimenti non sarebbe stato così dirompente e straziante il tutto.."

 

Invece i presupposti per questo incontro a metà strada, in una prospettiva che non rovesci i fatti e non stravolga il significato del prima per spiegare il dopo, non ci sono. Il passo dovresti farlo tu, per dimostrarmi che sia di nuovo possibile comunicare nella stessa lingua, quella della realtà. Ma non lo farai.

Così questa lettera la scrivo qui per me stessa, invece che a te, che non hai dato segni di un analogo percorso di elaborazione e ritorno su ciò che è accaduto. E del minimo di maturità e di rispetto che si deve a una persona con la quale si è avuto un rapporto che si è scelto liberamente e che è tanto squallido terminare via sms dicendo "non potevo continuare a mentire a me stesso". Se mai la leggerai, vorrà dire che sei venuto a cercarmi, almeno qui. Ma non farai nemmeno questo.

Dopo aver puntato troppo in alto ed esserti fatto passare con me e con i miei amici per il tipo d'uomo che non eri, non sei mai stato e non sei, sei ricaduto pesantemente nella tua realtà, fatta di pensierini banali e spiegazioni superficiali, di abitudini immutabili, di cibi fissi e rigidità varie, di donnine alla tua portata.. io ti ho creduto, naturalmente pensandoti in buona fede quanto lo ero io, ti ho ascoltato e sopravvalutato, ti ho voluto bene. E ho sprecato molto tempo. Tutto qui.

 
 
 
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