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TO BE OR NOT TO BE

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Per chi non se ne fosse mai reso conto..

Post n°56 pubblicato il 24 Luglio 2013 da give_it_to_me
 

Il sesso occasionale provoca depressione e non è affatto un toccasana come si crede o si è voluto farci credere finora, da parte di tante fonti di dis-informazione e manipolazione delle idee e dei nostri comportamenti.

Questo articoletto molto stringato e divulgativo, ma finalmente chiaro, svela qualcosa che chiunque abbia un minimo di consapevolezza e cognizione di sè, sa dopo una sola esperienza e ritrova ogni volta che la rivive..

La semplice scarica fisica determinata dal fare sesso con uno/a sconosciuto/a non ha altri effetti che quello di togliere una tensione che si potrebbe eventualmente allentare in altri modi, meno "costosi" dal punto di vista psicologico e più salutari (correre o praticare una piacevole attività sportiva, spaccare la legna, ecc.).

"Usarsi" reciprocamente, entrare in intimità troppo velocemente con persone che non si conoscono e non abbiamo verificato se siano in grado di rispettarci anche sul piano delle emozioni, delle idee e dei valori, che poi per giunta spariscono appena fa giorno portandosi via quella fasulla effimera vicinanza e che non rivedremo mai più, non fa altro che aggravare la sensazione di solitudine o di noia o di inquietudine e tensione da cui si desiderava uscire concedendosi una serata "bollente"..che finisce per scottarci e lasciare pure cicatrici: calo dell'autostima, depressione, ecc ecc.

Abbiamo un corpo, è vero..ma non siamo solo il nostro corpo. E come essseri umani, come persone, dobbiamo prenderci cura anche del resto. Dei nostri sentimenti, del diritto ad essere avvicinati gradualmente e con rispetto senza fanfaronate e proclami che lasciano il tempo che trovano (e di fatto durano meno del tempo che ci vuole a pronunciarle), della nostra storia (passato e presente, ma anche futuro perchè no?) e della sua unicità..

E non c'è solo il riduzionismo dei corpi..c'è anche quello delle emozioni. L'emozione occasionale, potremmo chiamarla. Quella che tanti cercano in chat, ma senza sapere cosa farci quando l'hanno trovata dentro loro stessi o suscitata in un'altra persona. Anzi, la temono. La fuggono. Per poi però ripetere lo schema che li ha portati all'inghippo. Paradossale, vero? Una specie di droga, di coazione a ripetere, di craving per qualcosa di cui a qualche livello si percepisce la mancanza (naturale, visto che la maggior parte di questi personaggi sopravvive in vite ammuffite e poco autentiche) ma che poi nella realtà non si è in grado di sostenere. Avvicinarsi ad una persona significa accettare il viaggio, l'imprevisto, l'evoluzione, il cambiamento, la vita piena. Con il rispetto per sè, per gli altri e per la realtà come unici punti di riferimento per navigare a vista. E la più alta forma di espressione del rispetto è la gradualità, la sincerità, la coerenza tra il dire e il fare. Dire ciò che si sente e che si farà. Anche se è per un'amicizia, una chiacchierata, figuriamoci per un amore.. Invece questi che fanno? il "viaggio" se lo fanno nella testa, in un'ora, un giorno, una telefonata..parlano a vanvera, per sentirsi vivi, progettano, anticipano, immaginano (ah..la fantasia! che pessimo ruolo che le diamo in questi impicci..) e promettono, si sbilanciano..rendendosi ridicoli poi quando devono planare sulla realtà e diventano goffi e paurosi e impacciati come albatros azzoppati e senza ali..ma più ancora dimostrandosi pericolosi perchè indifferenti alla presenza di un'altra persona, cui hanno parlato a vanvera, progettato, anticipato e promesso e che li ha ascoltati, se è la prima volta che le capita uno svalvolato simile..chissenefrega se si è messa in gioco sinceramente e per davvero almeno lei? Questi indeformabili fantocci, pronti a riprendere come niente fosse la forma intatta e comatosa che avevano prima di lasciarsi andare alle loro fantasie (e negare persino di avere detto o scritto delle cose), se ne fregano delle conseguenze delle loro parole e se ne fregano di te, una volta che hanno succhiato come vampiri quel poco di vita che riescono a tollerare gli giri nelle vene..

La fantasia è una sostanza pericolosa, psicotropa, stupefacente, instabile e imprevedibile come la nitroglicerina o una droga potentissima, da maneggiare solo se si hanno poderose risorse personali e capacità di gestirla rimanendo ancorati alla realtà.

Diffidiamo e allontaniamo chi non rispetta il nostro corpo o le nostre emozioni e quindi dimostra di non valere la nostra amicizia o il nostro amore o la nostra compagnia e presenza nelle loro vite.

Dobbiamo prenderci cura di tutto ciò che siamo e pretendere dagli altri che almeno rispettino quello che siamo, che non lo usino e non lo buttino via.

Chi non sa fare questo non è un uomo, non è una donna, non è una persona.

E' solo un narcisista, un superficiale, un parassita disperato che si nutre di attimi, di corpi, di brandelli di vita carpiti agli altri, di emozioni suscitate e poi soffocate sul nascere, del piacere di vedersi riflesso negli occhi altrui per come si descrive (anche se poi è tutt'altro genere di individuo) e di sentirsi parlare e di essere ascoltato e creduto.

Un po' come andare dallo psicologo a raccontargli cazzate su di se', credendo di essere "furbi"..solo che in chat lo si fa senza pagare, approfittando del tempo e della fiducia altrui senza dare nulla di altrettanto valore in cambio. E senza accorgersi che, così facendo, oltre a profanare la vita degli altri il "personaggio" di turno sta riducendo anche la propria vita ad una farsa dove non c'è nulla di autentico.

Ma se il "personaggio" vuole continuare a farlo, anche perchè magari non sa fare altro, che si accomodi altrove, lontano mille miglia da me..troverà facilmente la sua amante di cristallo e illusioni a buon mercato in questo mondo di vetrini.

 
 
 
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