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Amsterdam in June

Post n°68 pubblicato il 30 Giugno 2014 da give_it_to_me
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Si, ci sono stata finalmente..

E come prevedevi, Amsterdam mi è piaciuta molto. E mi sono piaciute molto anche le persone che ci vivono, tutte in forma, di bell'aspetto, tranquille e composte.

Se poi questo dipenda dall'essere circondate da altrettante persone gradevoli e serene, oppure dall'atmosfera da civiltà evoluta (trasporti efficienti, poche auto, integrazione e modernità), molto meno ipocrita e perbenista della nostra, oppure dalla diffusione di droghe leggere nell'aria, o dalle frequenti pedalate in bicicletta con ovvia dispersione di tossine e scarico di stress accumulati in una giornata lavorativa..questo non saprei dirlo.

Peccato però non potertelo raccontare, non poter commentare e condividere le nostre impressioni. Anche non visitandola insieme, perchè ovviamente ci sono andata con qualcuno che reggesse la mia presenza nella sua vita e non dovesse fuggirne con scuse pietose e contraddittorie, in gran fretta, ogni tanto penso che si sarebbe potuto preservare un minimo rapporto e un'amicizia tra noi, un minimo sindacale che almeno non rinnegasse tutto come questo nulla e che consentisse uno scambio di osservazioni e di punti di vista.

Già, la vista..maledetto handicap difficile da accettare, da metabolizzare, da integrare.

Proprio in questi giorni, consideravo quanto sia relativo quello che un amico mi ha scritto rispetto a quello che ti lasciano dentro le esperienze forti, come gli incidenti di percorso e le prove che la vita ti fa incontrare, quando le superi:

Vedi la vita in modo diverso. E comincia a sembrarti strana la visione che hanno le persone "che non ci sono passate". Ti sembra quasi di poter vedere qualcosa in più, qualcosa che agli altri generalmente sfugge. All'inizio è un'esperienza strana, poi col tempo diventa parte integrante di te, la metabolizzi e non ci fai neanche più caso. Sai che le cose non sono più come prima, ma dopo un po' smette di essere strano e diventa semplicemente normale.

In particolare per me è cambiato il sistema con cui do priorità alle cose: certe cose che prima erano importanti ora lo sono meno, e viceversa. Credo sia naturale. Non dai più lo stesso valore alle cose. E poi è cambiato il mio concetto di "tragedia" (o "disgrazia", o "sfortuna", o "dramma", o scegli il termine che preferisci). Ora per me sono ben altre le cose che meritano questo appellativo :) e ho anche molta meno paura, in generale, del futuro e di quello che può accadere. Penso che se sono riuscito a rialzarmi dopo quell'evento, non c'è praticamente niente che possa fermarmi. A tutto c'è una soluzione, anche dove non se ne intravede neanche una, anche dove sembra impossibile: c'è davvero una soluzione a tutto.

Ora sono decisamente più maturo, più forte e più coraggioso. Preferirei non aver dovuto passare quello che ho passato (ovviamente!) ma ora se non altro mi piaccio un poco di più. Dopo quell'episodio le persone in generale mi sembrano un po' più deboli e impreparate di quanto mi sembrassero prima. Evidentemente sono un po' cresciuto: del resto, è l'effetto che il tempo ha sulle persone, no? Almeno quelle intelligenti :)

Ecco direi che per te non è stato così..tu non sei riuscito a trovare soluzioni ad un problema come quello di poter avere bisogno di me o di sentirti dipendente da me rispetto alla vista in penombra, perchè probabilmente non hai vissuto l'esperienza di superare veramente dentro di te qualcosa di drammatico e sentirti comunque più forte e indipendente che mai nonostante un limite oggettivo, che io avrei con il tutto mio cuore desiderato e voluto poterti aiutare a mettere in secondo piano, pur sapendo che non dipendeva da me..e dunque nemmeno per "NOI" è stato possibile trovare una soluzione che non fosse sciogliere il nostro rapporto, farlo evaporare, non lasciarne traccia alcuna.

Il che, intendiamoci, è stato un momento terribile per me ed ancora a volte chiede di essere masticato come un boccone amaro, un episodio difficile della mia vita e duro da accettare per il modo in cui si è svolto, ma va benissimo così. Non vorrei mai al mio fianco un uomo che è capace di rovesciare completamente e in un attimo il suo giudizio su di me come persona solo per giustificare e non ammettere le sue paure o non vedere i suoi limiti umani (che siano una disabilità o altro poco importa), un uomo che si fa di nebbia per non dover sostenere nemmeno una conversazione sui motivi per cui mi lascia, dirmelo guardandomi in faccia e leggendo nei miei occhi il male che mi fa e al tempo stesso incassando la delusione che mi suscita scoprirlo così infantile e fragile, così diverso dall'uomo maturo che credeva di essere e che diceva di essere diventato.

 
 
 
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