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Croci e delizie :-) del Natale contemporaneo

Post n°72 pubblicato il 25 Dicembre 2014 da give_it_to_me
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A TUTTE LE RENNE,

I BABBI

E CHI PIU' NE HA

PIU' NE METTA

 

Scommetto che il titolo che ho scelto per questo post basterebbe a delineare le direttrici (sì, lo so..è un termine che uso spesso.. ) lungo cui vorrei sviluppare il mio pensiero e la mia riflessione su questa festa e sul modo in cui si tende a viverla. E sui pro e contro che immancabilmente rileviamo ogni volta, ogni anno..

Mi riferisco alle ansie con cui si avvicina la ricorrenza, alle inquietudini che ci smuove dentro, a quella tipica ambivalenza con cui ci predisponiamo a dare la nostra adesione alle interminabili libagioni e riunioni di famiglia..e al concetto cardine, quello di famiglia appunto, attorno al quale ruota questa festività.

Famiglia appunto.

(brivido)

Croce e delizia del genere umano.

Ogni anno mi chiedo se ho voglia di passare le feste nella città dove sono nata, nella casa della mia famiglia, il che comporta accettare di esserne ospite e dover sottostare ad orari e parametri identici a quelli di quando ero una ragazzina pur essendo numerose le primavere trascorse da allora, entrare nel vortice delle prevedibilissime dinamiche che, prima o poi, puntualmente ci frulleranno tutti quanti.

Ogni anno mi rispondo di sì, perchè mi sembra di poterne reggere le implicazioni e perchè mi sento pervadere anche da una nostalgia di certe atmosfere, forse è il ricordo di quello che di bello c'era nelle vigilie di quando ero bambina, o forse nemmeno di quelle attese avventizie, ma proprio della condizione stessa di essere una bambina e vedere tante cose per la prima volta e con occhi innocenti e ingenui, pur con tutti gli svantaggi e l'impotenza e dunque la sofferenza di cui a volte è fatta la condizione infantile, piccoli esserini vitali e bisognosi di affetto fra "i grandi", troppo spesso solo anagraficamente tali, cronicamente distratti e loro malgrado presi da qualcosa di più importante (che poi così importante, forse, non è).

E ogni anno, immancabilmente, vado a sbattere contro un muro che si materializza come per la prima volta. E invece la prima volta non è.

Un muro fatto di ansietà e conseguenti inevitabili tensioni (più spesso materne) per futili motivi: preparare la tavola "come si deve" (ma come "si deve"?non è un piacere?allora fallo come ti piace e goditelo anche..), ricevere gli ospiti prevedendo come si svolgerà la giornata in modo da anticipare le loro più banali richieste (ma non sarebbe carino che potessero anche chiedere qualcosa e sentirsi rispondere al momento?), cucinare cose buonissime che sempre piacciono e vengono richieste a gran voce per l'anno a venire ma pensando che non saranno gradite o che non si è capaci di cucinarle..

Un muro fatto di forzature che ci si impone reciprocamente (fare questo, non fare quello) tra persone disabituate (perchè parenti acquisiti) o non più abituate (perchè fortunatamente ognuno è cresciuto e ormai vive per conto proprio) alla convivenza o compresenza per ore e ore nello stesso luogo, alla non facile performance di dover esprimere accoglienza o tolleranza nei confronti di idiosincrasie reciprocamente incomprensibili (fumare, usare o meno il telefonino, ascoltare musica oppure seguire i tg) che diventano, ahime', massicce dosi di stress inoculate a chi ci sta intorno sulla base della più brutale legge della jungla: quella del più forte, del più violento, o della maggioranza.

Maledetta maggioranza. Da quando Nanni Moretti in Caro Diario declinò la sua avversione per questo sottogruppo maggioritario, non ho potuto che sposare la sua definizione (che riporto qui sotto ma se volete vederla merita di sicuro):

 

"Sa cosa stavo pensando? Io stavo pensando una cosa molto triste, cioè che anche in una società più decente di questa, io mi troverò sempre con una minoranza di persone. Ma non nel senso di quei film dove c'è un uomo e una donna che si odiano, si sbranano su un'isola deserta perché il regista non crede nelle persone. Io credo nelle persone, però non credo nella maggioranza delle persone. Mi sa che mi troverò sempre a mio agio e d'accordo con una minoranza...e quindi..."

 

E quindi eccomi schiacciata dalla maggioranza delle persone (di famiglia) anche quest'anno. Tiè. Perchè purtroppo fare la voce grossa è più facile che accettare un "no" come risposta, imporre il proprio punto di vista è più semplice che accettare le differenze ecc ecc.

E invece ci sarebbe tanto margine di miglioramento in questi Natali passati in famiglia. Prendere le cose come vengono, godersi le cose buone che magari si mangiano una volta all'anno, prendersi del tempo e avere ritmi più lenti, ascoltare un po' di più gli altri invece di parlarsi addosso o interrompersi per fare lo show di se stessi e delle proprie gesta, raccontarsi in modo più personale e tranquillo..

A me piace ascoltare. Mi piace anche parlare, certo, ma è ascoltando che esprimo di più me stessa. Riesco a sentire cose che la maggior parte delle persone non percepirà mai, come il rumore dei passi nella neve, o Babbo Natale che scende lungo il camino che non abbiamo in casa, oppure la presenza delle persone care che non possiamo più vedere eppure sono ancora qui con noi, vicine e vigili.

Mi sembra persino di sentire i tuoi turbamenti e movimenti, di avvicinamento e allontanamento, nel silenzio che è sceso tra noi (contro ogni mia previsione e tua promessa) e che tu per primo, che ne sei in un certo senso l'artefice, forse vorresti rompere ma non trovi il modo, il momento..

La vita è adesso. Il momento è ora. E non si sparisce cosi' senza una parola. Non c'e' proprio motivo di farlo. Soprattutto alla nostra età, se non è solo anagrafica.

 

Vorrei augurarti tanta felicità, ma credo che te l’abbiano augurata in tanti, vorrei farti l’augurio di un Natale felice, ma anche a questo ci avranno già pensato; allora potrei augurarti tanta fortuna, ma credo di arrivare tardi anche per questo…Potrei augurare tanta serenità a te e alla tua famiglia, ma è la prima cosa che si regala e qualcuno sarà sicuramente arrivato prima di me. Allora provo ad augurarti qualcosa di diverso, qualcosa a cui nessuno possa aver pensato….
Ti auguro di essere padrone della tua vita e di saper individuare la rotta che vorrai seguire nel tuo percorso nel mondo;
ti auguro di avere tanto Amore nel cuore e saperlo donare senza risparmiarti mai;
ti auguro di saper riconoscere l’Amore nello sguardo di chi ami e saper individuare anche la tristezza dietro al suo sorriso.
Vorrei augurarti anche di trovare la felicità che è nascosta nel tuo cuore, perché è quella che ti farà gioire di ogni piccola cosa. E ricorda sempre che qualunque cosa tu debba affrontare nella vita, devi affrontarla con coraggio e determinazione, non fuggire,  perché dovunque tu ti nasconda non potrai mai fuggire da te stesso…
Per ultimo ti auguro di essere amato come meriti.

(© Alessia S. Lorenzi da “Passeggiata tra le nuvole sorvolando il mare”- E’ vietata la riproduzione, anche parziale, del testo senza la citazione dell’ autrice)

 

Auguri a tutti.

 
 
 
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