Creato da mjago il 09/12/2007

Cioccolata con panna

Racconti di mjago

 

 

Rosso pomodoro

Post n°50 pubblicato il 18 Maggio 2008 da mjago

“Non posso continuare. Continuerò”
(Samuel Beckett)

Prima anni Ottanta, la storia continua…

Nei mesi successivi, al crescere della pancia di Mamma, proporzionalmente andavano avanti i preparativi per l’arrivo del “nuovo inquilino”, il cui sesso rimaneva ancora un mistero, visto che dalle ecografie non si era riusciti a capire granché. Infatti il “pupo” era girato in un modo tale che risultava impossibile accertarsi dell’esistenza o meno degli “attributi”!

- Non posso tinteggiare la stanza (Babbo)
- Perché? (Mamma)
- La facciamo rosa se è una femminuccia, azzurra se è un maschietto (Babbo)
- Che originalità, ma facciamola gialla che va bene comunque (Mamma)
- A me il giallo non piace, facciamola bianca! (Mjago)
- Certo che tu Mjago con il bianco sei fissato! (Babbo)

Infatti proprio in quel periodo avevo costretto Babbo a comprare la macchina nuova di colore bianco. Lui la voleva comprare grigia metallizzata ma io mi ero impuntato: “Se la compri grigia metallizzata non ci salgo!” Alla fine me l’aveva data vinta ma qualche tempo dopo avrebbe avuto la sua rivincita. Oggi infatti lui, io e mio fratello abbiamo tutti macchine di colore grigio metallizato
I mesi passavano e il dubbio se fosse un maschietto o una femminuccia rimaneva. Ma Mamma era sempre più sicura che fosse un maschietto! Infatti la pancia era “a punta”!

- Vieni qui Mjago, appoggia la mano sulla mia pancia (Mamma)
- Si muove! (Mjago)
- Hai sentito, tira i calcetti! (Mamma)
- Forse vuole uscire (Mjago)
- Ancora è presto, ci vuole qualche mese (Mamma)
- Ma chi decide quando è pronto? (Mjago)
- Lui! Quando è pronto uscirà (Mamma)
- Ma da dove esce? (Mjago)
- Tu non ti preoccupare, ci pensano i dottori a farlo uscire! (Mamma)

Fu un mio cugino un pò più grande che ruppe il muro di omertà e mi aprì nuovi orizzonti sul capire come potesso nascere ii fratellini. Anche se, lui stesso, non doveva avere le idee molto chiare e sinceramente quella nuova spiegazione, mi sembrava ancora più strana del fatto che i bambini potessero “cadere” dal cielo:

- Per fare un bambino bisogna fare “Sesso”! (Cugino)
- E che cosa è questo “Sesso”? (Mjago)
- Di preciso non lo so. Sicuramente a che fare con i baci! (Cugino)
- E a te questa cosa chi te l’ha detta ? (Mjago)
- Un mio amico (Cugino)
- E questo tuo amico ha fatto “Sesso”? (Mjago)
- No, ma ha baciato una sua amica! (Cugino)
- E poi a lei è venuto un bambino nella pancia? (Mjago)
- No! (Cugino)
- E allora vedi che non è così che si fanno i bambini! (Mjago)

La cosa mi turbò comunque un poco, più che altro perché temevo di aver capito perché quella bella bambina dai capelli biondi che incontravo ai giardini pubblici, Alessia si chiamava, mi voleva dare sempre dei bacini: era evidente che voleva fare un bambino con me pensai! Non parlai con Mamma di questa strana cosa del “sesso” che mi sembrava veramente un bufala e rimasi con i miei dubbi, e con una certezza. Prima o poi mio fratello ( anche io ero ormai convinto che fosse un maschio) sarebbe dovuto uscire dalla pancia di Mamma, e chissà magari mi avrebbero fatto assistere all’evento!
Ma evidentemente non fu così. Infatti, dopo tanta attesa, un lunedì mattina di fine primavera, fui svegliato di soprassalto da mia Nonna, che in vista del parto imminente si era trasferita da noi per assistere Mamma…

- Mjago, sveglia è nato tuo fratello! (Nonna)

Il cuore in gola, mi sedetti sul letto, guardai Nonna:

- Non ci credo! (Mjago)
- Mjago, perché non ci credi? Te lo dice Nonna (Nonna)
- Mi vuoi fare uno scherzo, dov’è Mamma? (Mjago)
- E’ in Ospedale, tuo fratello è nato stanotte (Nonna)

Non ci volevo credere, non era possibile! Due giorni prima Mamma mi aveva detto che ci volevano ancora due settimane! Appurato che in casa non c’era nessuno, costrinsi Nonna a chiamare in studio da Babbo. Ovviamente lui non c’era, rispose la segretaria, che si congratulò con me, ma io smentii la notizia! Non era possibile che fosse nato mio fratello e io non ne sapessi nulla!
Una zia ci venne a prendere e ci portò in ospedale, le mie certezze vacillavano, “ma vuoi vedere che è nato mio fratello e io sono l’ultimo ad essere stato avvisato?
All’Ospedale trovai Babbo, che mi prese per mano e portandomi verso il Nido provò a consolarmi:

- Perché sei così arrabbiato? (Babbo)
- Non mi avete avvisato! (Mjago)
- Era notte fonda Mjago come facevamo? (Babbo)
- Ma io volevo vedere da dove usciva! (Mjago)

Ci fermammo davanti all’ascensore. Aveva le porte scorrevoli! Era la prima volta che ne vedevo uno così!

- Io sull’ascensore non ci salgo (Mjago)
- Perché? (Babbo)
- Ho paura! (Mjago)
- Ma a casa ci sali sempre! (Babbo)
- Si ma questo ha le porte scorrevoli, mi fanno paura! (Mjago)

Per una settimana, costrinsi chi mi accompagnava a salire per le scale. Una volta ci mancò poco che a Nonna venisse un infarto durante la salita!

- E’ quello in fondo sulla destra lo vedi? (Babbo)
- Quello tutto rosso? (Mjago)
- Si lui (Babbo)
- Mi sembra un pomodoro! (Mjago)
- Quando lo posso prendere in braccio? (Mjago)
- Lo sai che quando sei nato tu io avevo paura a prenderti in braccio? (Babbo)
- Perché? (Mjago)
- Perché dormivi sempre e avevo paura che ti mettessi a piangere quando ti avrei preso in braccio io (Babbo)
- E quando mi hai preso in braccio per la prima volta cosa è successo? (Mjago)
- Dormivi, e ti sei svegliato, mi hai guardato e mi hai fatto un sorriso enorme, come per dire “stai tranquillo lo so che sei il mio Babbo non ti preoccupare” e poi ti sei riaddormentato. Quel sorriso non me lo dimenticherò mai! (Babbo)
- Vedrai che te lo farà anche il mio fratellino! (Mjago)

 
 
 

Ma come farà ad uscire?

Post n°49 pubblicato il 11 Maggio 2008 da mjago

“Mamma, Dada brutto”
( Le prime parole del fratello di Mjago)

A seguito delle “grande successo” dovuto alla comparsa su questo Blog del personaggio di mio fratello, ho deciso di interrompere temporaneamente i racconti sulle mie vicissitudini sentimentali e di dedicare un’altra storiella che ha per protagonisti Mjago e il suo affascinante fratello.

Primi anni Ottanta

- Ma tu hai un fratello? (Mjago)
- Si (Michele)
- E come hai fatto ad averlo? (Mjago)
- C’è sempre stato, perché tu non hai un fratello? (Michele)
- No! (Mjago)
- Chiedilo ai tuoi genitori (Michele)
- Si fa così? (Mjago)
- La mia Mamma mi ha detto di si! (Michele)

Michele, il mio fedele amichetto e compagno di banco dell’asilo, mi illustrava le migliori dritte per avere un fratello. Ricordo che allora per me comprendere i legami familiari era una cosa abbastanza complessa da capire. Scoprire che Babbo e Mamma un tempo erano stati giovani era stato scioccante! Addirittura ritenevo incomprensibile che i miei Nonni non fossero altro che i genitori di Babbo e Mamma. Insomma avevo le idee un po’ confuse. Decisi di schiarirmele un po’ andando a chiedere consiglio alla mia maestra d’asilo:

- Suor Laura come si fa ad avere un fratellino? (Mjago)
- Caro Mjago, lo devi chiedere al Babbo e alla Mamma! (Suor Laura)
- Ma poi cosa fanno il Babbo e la Mamma? (Mjago)
- Pregano insieme e dal cielo arriva un fratellino (Suor Laura)
- Non posso pregare io senza che lo facciano loro? (Mjago)
- Puoi pregare anche tu ma è fondamentale che lo facciano anche i tuoi genitori! (Suor Laura)

Va bene. I fratelli stavano in cielo, ma perché bisognava chiedere ai genitori di farli venire giù? Comunque, non mi restava altra cosa da fare che chiedere aiuto ai miei genitori. Così un giorno, dopo pranzo, mentre mamma lavava i piatti le chiesi a bruciapelo:

- Mamma voglio un fratellino! (Mjago)
- E come mai vuoi un fratellino? (Mamma)
- Tutti hanno un fratello, Michele ne ha già uno, come mai io non ce l’ho? (Mjago)
- Perché Mamma e Babbo hanno pensato prima a te! (Mamma)
- Si ma ora non potete pensare ad un fratellino per me? (Mjago)
- Facciamo così prova a chiederlo a Babbo! ( Mamma)

La faccenda si faceva seria! Quando le faccende si fanno serie Mamma chiede sempre aiuto a Babbo! Alcuni anni dopo, in due occasioni diverse, chiesi ad entrambi se si ricordavano di quel giorno in cui mi presentai davanti a loro con questa inusuale richiesta. Perbacco se lo ricordavano! Anno, mese, giorno della settimana e anche quello che stavano facendo in quel momento: Babbo riparava un rubinetto

- Cosa fai? (Mjago)
- Perde il rubinetto, lo riparo, mi vuoi aiutare? (Babbo)
- Prima ti devo chiedere una cosa (Mjago)
- Dimmi (Babbo)
- Voglio un fratellino! (Mjago)
- Lo hai detto alla mamma? (Babbo)

La faccenda era molto molto seria. Quando venino spedito dalla Mamma da Babbo e lui mi diceva, “Lo hai detto alla Mamma ?” si trattava sempre di una faccenda molto importante!

- Si (Mjago)
- E cosa ti ha detto (Babbo)
- Di chiederlo a te (Mjago)
- Va bene facciamo una cosa, ora ne parlo con Mamma e vediamo cosa possiamo fare. Ma come mai vuoi un fratellino? (Babbo)
- Perchè tutti hanno un fratellino! (Mjago)
- Si ma non è un giocattolo, gli dovrai insegnare tante cose, e pensa potrebbe essere anche una sorellina! (Babbo)
- E no! Io una sorellina non la voglio! (Mjago)

Non ci avevo pensato al fatto che potesse arrivare una sorellina! Mi sembrava una fregatura bella e buona! Insomma io volevo un fratellino non una sorellina, mica ci posso giocare poi con una sorellina pensavo!
Passò un po’ di tempo e nessuno mi aveva fatto sapere più nulla. Così decisi di tornare alla carica con Mamma:

- Allora quando arriva il mio fratellino? (Mjago)
- Mamma e Babbo ci stanno pensando, però ci vuole un po’ di tempo! (Mamma)
- Si ma cosa dovete fare, suor Laura mi ha detto che dovere pregare! (Mjago)
- Ti ha detto così? (Mamma)
- Si, mi ha detto che i fratellini stanno in cielo e quando Mamma e Babbo ne vogliono uno arriva (Mjago)
- Si dai, più è meno e così (Mamma)
- Be, muovetevi allora! (Mjago)

Autoritario fin da quando ero un pupo!
Finalmente, qualche tempo dopo,una sera, mentre aiutavo Mamma ad apparecchiare arrivò finalmente la bella notizia:

- Mjago lo vuoi ancora un fratellino? (Mamma)
- Certo! (Mjago)
- E se fosse una sorellina? (Mamma)
- No una sorellina no! (Mjago)
- E no, può essere anche una sorellina, però ancora non si sa(Mamma)
- E quando si sa? (Mjago)
- Tra un po’ di tempo! Ora si trova nella mia pancia! (Mamma)
- Nella pancia? Ma non stava in cielo? (Mjago)
- Si, prima si, però ora deve crescere un po’ e così sta nella mia pancia! (Mamma)
- Ma come ha fatto ad entrare nella tua pancia? (Mjago)
- Ci abbiamo pensato io e Babbo (Mamma)
- Ma puoi mangiare? (Mjago)
- Cosa vuol dire puoi mangiare? (Mamma)
- Con un bambino nella pancia! (Mjago)
- Ma certo! Devo mangiare anche di più perché il tuo fratellino o la tua sorellina deve crescere prima di nascere! (Mamma)

Sapere che mio fratello era nella pancia della Mamma fu una cosa sconvolgente! Non riuscivo a capire come ci fosse entrato, mi dicevo “come ho fatto a non accorgermene”? E poi mi chiedevo in continuazione, “ma come farà Mamma a mangiare con un bambino nella pancia?” E soprattutto, “ma come farà ad uscire?”

 
 
 

Caino e Abele

Post n°48 pubblicato il 04 Maggio 2008 da mjago

“Siamo tutti fratelli, ma è difficile stabilire chi è Caino e chi Abele.”
( E. Biagi)

Qualche settimana fa…

Telefonata di lavoro in studio:

- Mi dispiace signora M. ma la vasca idromassaggio che ha scelto sua figlia nel bagno non ci sta! (Mjago)
- Ma se spostiamo il lavabo vicino alla finestra forse si… (Signora M.)
- Signora mi dispiace non c’è soluzione! (Mjago)
- L’uomo è andato sulla Luna e noi non riusciamo a mettere questa vasca nel bagno di mia figlia? (Signora M.)
- Signora credo che sia più semplice che l’uomo vada su Marte piuttosto che far entrare questa vasca nel bagno di sua figlia! (Mjago)

La signora M. mi tormenta. La ristrutturazione dell’appartamento di sua figlia si è trasformata in una via Crucis fuori stagione e sono convinto che una crocefissione sul Golgota sarebbe meno dolorosa di dover battagliare quotidianamente con questa logorroica signora e le sue assurde pretese!
Finita la telefonata, arriva mio fratello con un rotolo di disegni in mano:

- Era la signora M. ? (fratello di Mjago)
- Si (Mjago)
- Insiste con la vasca della figlia? (fratello di Mjago)
- A quanto pare! (Mjago)
- Certo che è carina! (fratello di Mjago)
- La vasca? (Mjago)
- No la figlia, proprio un bel “bocconcino” (fratello di Mjago)
- Si ma con la madre che si ritrova, rischi di fartelo andare di traverso! (Mjago)

Ogni volta che osservo mio fratello ho l’impressione di essere nient’altro che il frutto di un esperimento mal riuscito ( fisicamente parlando); una sorta di “ buffo prototipo”, superato da una versione successiva sicuramente migliore della prima. Alto una decina di centimetri più di me, capello lungo e fluente, fisico scolpito da ore di faticosa palestra, vestito con una certo stile ( anche se mi rendo conto che il mio parere a riguardo non faccia testo), è più giovane di me di qualche anno. Rappresenta l’anima “artistica” della mia famiglia. Architetto, con la passione della pittura in acquerello e della chitarra acustica, che però suona in maniera atroce, ma questa è un’altra storia:

- Ho finito i prospetti delle villette di via Milano li vuoi vedere? (fratello di Mjago)
- Vediamo… (Mjago)
- Mmm…Mmm (Mjago)
- Non fare la “mucca”, dimmi cosa c’è che non va! (fratello di Mjago)
- Ma non si dovrebbero vedere i pilastri che reggono la scala? (Mjago)
- Se ci fossero, si! (fratello di Mjago)
- Cosa vuol dire se ci fossero? (Mjago)
- Che li ho tolti, mi rovinavano la composizione (fratello di Mjago)
- E secondo te la scala come si regge adesso ? (Mjago)
- Questo un problema tuo, io ho le idee, a te l’onore di farle stare in piedi! (fratello di Mjago)
- E no mio caro, sono stufo di farmi venire il mal di testa per rendere realizzabili le tue fantasiose creazioni Mjago)
- Sarebbe a dire? (fratello di Mjago)
- Sarebbe a dire che i pilastri li rimetti dove erano e ti rifai il prospetto! (Mjago)
- Ma perché devi scegliere sempre tu per tutti? (fratello di Mjago)
- Perché sono più vecchio, e l’anzianità fa grado, inoltre devi rifare anche le sezioni perché c’è un errore! (Mjago)
- E dov’è? (fratello di Mjago)
- Cercatelo! (Mjago)
- Ma ti sei alzato con il “culo storto” stamattina? (fratello di Mjago)
- No perché ? (Mjago)
- Ah meno male! Comunque capisco perché Alice non ti parla più (fratello di Mjago)
- Cosa c’entra Alice? (Mjago)
- Sei insopportabile! Peccato perché lei mi era simpatica! (fratello di Mjago)
- Ma se non l’hai mai incontrata! (Mjago)
- Dalle foto traspare un’aria simpatica! (fratello di Mjago)
- Dici? (Mjago)
- Sicuramente molto più simpatica di quella acida di “susine rinsecchite”! (fratello di Mjago)
- Per favore, non chiamare ancora Gaia in quel modo! (Mjago)
- Non mi è mai piaciuta! (fratello di Mjago)
- Si, lo so, me lo hai detto, non c’è bisogno che me lo ripeti! (Mjago)
- Non ho capito come hai fatto a sopportarla per così tanto tempo! (fratello di Mjago)
- Infatti non la sopportavo! (Mjago)
- Ma se ti ha lasciato lei! (fratello di Mjago)
- Si però poi sono stato io a tagliare i ponti (Mjago)
- Secondo me vi sentite ancora (fratello di Mjago)
- Si, ogni tanto… (Mjago)
- Ecco perché hai litigato con Alice (fratello di Mjago)
- Perché sentivo ogni tanto Gaia? (Mjago)
- Si! (fratello di Mjago)
- No, non stavamo mica insieme io e Alice! (Mjago)
- E allora perché avete litigato tu ed Alice. (fratello di Mjago)
- Ma cos’è questo interrogatorio? Vai a fare quelle correzioni! (Mjago)

Mi rendo conto che il dialogo, soprattutto in certi frangenti, mi riferisco in particolar modo alla espressione “susine rinsecchite” ( che non credo che abbia bisogno di molte spiegazioni) non è propriamente da “accademici della Crusca”. Ma che ci volete fare? I “maschi” lasciati da soli si lasciano spesso andare a trivialità da “caserma”.
Ma chi era questa Alice dall’aria simpatica che non aveva più tanta voglia di sentirmi?
La protagonista della prossima storia che vi racconterò!

 
 
 

Arrivederci mia Concubina

Post n°47 pubblicato il 27 Aprile 2008 da mjago


"Buona notte, buona notte! Lasciarti è dolore così dolce che direi buona notte fino a giorno."
(William Shakespeare-Romeo e Giulietta-Atto II, scena II)


Fine Estate 2007

- Carta o bancomat? (Cameriera)
- Carta! (Mjago)
- Carina è tutta trasparente (Cameriera)
- Si, come il mio conto in banca! (Mjago)

Mentre mi porgeva lo scontrino da firmare,la cameriera ribatté con una certa audacia

- Qualche spicciolo c’era ancora, questa cena almeno l’ha pagata!(Cameriera)
- Già, l’ultima cena!

L’American Express Blu piaceva molto a cameriere e commesse. Non l’accettano in tutti gli esercizi commerciali, così l’anno scorso, finita la promozione annuale gratuita, l’ho restituita con tanti saluti.
Mentre tornavo al tavolo pensavo che quella sarebbe stata veramente la Nostra ultima cena. Era l’ultimo giorno di vacanza, e l’indomani sarei tornato a casa. Vacanze terribili! Avete presente la scena del bambino che corre con il triciclo nel corridoio dell’albergo in Shining? Siamo su quel livello!

“Si è vero ci siamo lasciati, ma comunque possiamo rimanere amici e passare le vacanze insieme”

Era stata lei a lasciarmi.
Non era stata una cosa inaspettata. Le avvisaglie c’erano state tutte. Come certi temporali dalle nostre parti: senti alzarsi il vento, vedi diventare le nuvole sempre più nere, gli uccelli che volano bassi, senti i tuoni in lontananza e poi la prima goccia.
Mi ha lasciato e non aveva tutti i torti, le cose non funzionavano ormai da molto tempo. Perché non l’avevo fatto io? Forse perché l’avevo già fatto qualche tempo prima e non era servito a nulla. Forse perché questa volta non avevo avuto abbastanza coraggio. Forse perché pensavo che avesse tanto bisogno di me e non sarebbe stato bene lasciarla in un così importante momento della sua vita. Forse perché, io inconsciamente, pensavo ancora di salvare quel rapporto “malato”. Ed è forse per questo che, alla fine, avevo accettato il suo invito:

“Si è vero ci siamo lasciati, ma comunque possiamo rimanere amici e passare le vacanze insieme”

Non fu buona idea. Per fortuna era arrivato l’ultimo giorno.

“Ho fatto Gaia, usciamo così ti puoi fumare questa benedetta sigaretta!”

Si avete capito bene : Gaia! La solita Gaia, quella che ringhia ed abbaia, che si fuma venti Marlboro Ligh al giorno, che anche a Ferragosto dorme con il plaid, quella che aveva “fatto fuori Francesca” e poi si “sbarazzò” anche di Giulia, quella che non dorme con la porta della camera chiusa perché ha paura che le manchi l’aria. Che volete che vi dica? A volte ritornano… e “qualcuno” se le riprende!

Quella sera era veramente deliziosa: abbronzatissima, truccata con un' inaspettata ricercatezza, il vestito di quella “coppia di stilisti famosi”, la borsetta altrettanto “famosa” in tinta con le scarpe dal tacco vertiginoso.
Non so se avesse intuito qualcosa, non so se avesse capito che quella era, per Noi, l’ultima cena.

- Mi fanno male i piedi (Gaia)
- A si? Strano quelle scarpe hanno un’aria così comoda…(Mjago)
- Non mia abituerò mai al tuo sarcasmo (Gaia)
- Dai infondo devi resistere ancora ventiquattro ore (Mjago)
- Mi devo comprare qualcosa per il matrimonio di Claudio (Gaia)
- Con chi ci vai? (Mjago)
- Come con chi ci vado… con te ci vado! E’ amico tuo! (Gaia)
- Mai non so se ci vado (Mjago)
- Perchè? (Gaia)
- Lo sai che non amo i matrimoni (Mjago)
- Per questo non mi hai mai chiesto di sposarmi? (Gaia)
- Non amo il Matrimonio inteso come “festa” non come “istituzione” (Mjago)
- Tu trovi sempre il modo di salvarti in calcio d’angolo (Gaia)
- Per questo a calcio giocavo in porta! (Mjago)

Forse le avrei dovuto dire qualcosa e invece scelsi la via del silenzio. In fondo era stata lei a lasciarmi, sarà contenta nel non vedermi più.( Codardo!)
Ritornammo a casa e facemmo le stesse cose di sempre. Come tante altre volte. Ci spogliammo, mettemmo il pigiama, andammo in bagno. Quella immagine vista mille volte allo specchio, lei che si struccava con il latte detergente io che mi lavavo i denti, come sempre, senza dire una parola.
“Cleopatra”,la gatta di casa, venne a reclamare la cena. Il suo solito balletto, il miagolio come una preghiera, la coda dritta, le gatte sanno come fare le “ruffiane”. La presi in braccio, e andai in cucina a recuperare la sua pappa dal frigorifero e la portai in terrazza.
Poi andai in camera, Gaia era già a letto. Entrai e socchiusi la porta. Tutto come sempre. Anzi no, non come sempre, perché era l’ultima volta, e io lo sapevo…

 
 
 

Sfizi capitali

Post n°46 pubblicato il 20 Aprile 2008 da mjago
Foto di mjago

“Gli afrodisiaci sono il ponte tra gola e lussuria. In un mondo perfetto qualsiasi alimento naturale, sano, fresco, di bell'aspetto, leggero e saporito - caratteristiche che si cercano in un partner - sarebbe afrodisiaco, ma la realtà è ben più complessa.”
(Isabel Allende – Afrodita)


Fine Gennaio del 2005

Quella domenica mattina mi svegliai molto presto. Giulia dormiva ancora. Ne sentivo il respiro profondo. Mi alzai cercando di fare il meno rumore possibile e andai in cucina.
La sua casa al mare era una elegante villetta su due livelli, immersa in un delizioso giardino, arredata con stile, con una particolare attenzione per i dettagli.
Niente latte e niente caffè! In compenso c’erano ventisette tipi di tè. Scelsi quello al limone, mi ricordava gli ultimi mesi prima della laurea. Allora, per risparmiare tempo,a colazione, abbandonai il tradizionale caffèlatte. Infatti riscaldando l’acqua in un pentolino e mettendo la bustina in un bicchiere di plastica ( si avete capito bene, bevevo il tè in un bicchiere di plastica!) alla fine dovevo solo sciacquare il cucchiaino. Agghiacciante…!
Dopo aver messo l’acqua a scaldare, iniziai a frugare nella dispensa alla ricerca di biscotti, merendine o qualcosa di simile. Otto tipi di cereali (ma senza latte come faranno?), quattro tipi fette biscottate (rigorosamente integrali), innumerevoli barrette di cioccolato (grande passione di Giulia), dodici vasetti di marmellata. Era evidente che non mi restava altra scelta: iniziare a spalmare!

- Mi hai fatto prendere un colpo! (Giulia)

Gli occhi pieni di sonno, spettinata, scalza e con addosso il suo elegante pigiama verde acqua, Giulia venne ad abbracciarmi con grande dolcezza e appoggiò le sue labbra carnose sulle mie.

- Perché? (Mjago)
- Mi sono svegliata, non ti ho trovato nel letto, pensavo che te ne fossi andato! (Giulia)
- Come nei migliori film! (Mjago)
- Si, però poi ti avrei rotto le ossa! Cosa prepari di buono? (Giulia)
- Tè al limone e fette biscottate con marmellata ai frutti di bosco (Mjago)
- Preferirei una spremuta di arance (Giulia)

Mentre cercavo di far funzionare lo spremiagrumi elettrico, Giulia, davanti allo stereo frugava nella sua collezione di CD. Era una grande appassionata di musica. Scelse Sinnead 0’ Connor – Nothing compare to you

- Ascolta, è una delle mie preferite (Giulia)

“It's been seven hours and fifteen days
since you took your love away
I go out every night and sleep all day
since you took your love away
Since you been gone I can do whatever I want
I can see whomever I choose
I can eat my dinner in a fancy restaurant
But nothing, I said nothing
can take away these blues
'cos nothing compares
nothing compares 2 U.”

- Ti vedo un po’ pensierosa, hai dormito male? (Mjago)
- Mai dormito meglio… (Giulia)

E lanciandomi un’occhiata maliziosa continuò…

- Nessun commento su ieri sera…? (Giulia)
- E’ stata veramente una piacevole sorpresa! (Mjago)
- Non te lo aspettavi? (Giulia)
- No sinceramente no (Mjago)
- Ma ti è piaciuto? (Giulia)
- Ma che domande fai? Non ero forse lì con te? (Mjago)
- Si hai ragione, scusa, non ti sei certo tirato indietro! (Giulia)
- Non immaginavo che fossi così “esperta” nel fare “certe cose”… (Mjago)
- Dici? Magari erano cose un po’ particolari, un po’ insolite… (Giulia)
- Decisamente molto sfiziose! (Mjago)
- Meno male, sai ero un po’ preoccupata! (Giulia)
- A si, perché? (Mjago)
- Be sai, era la prima volta… (Giulia)
- Ansia da prestazione? (Mjago)
- Dai, non mettermi in imbarazzo, Gaia e Francesca come se la cavavano? (Giulia)
- “Fantasiose” entrambe, anche a loro piaceva “sperimentare” ma con te siamo veramente su un altro livello! (Mjago)
- Forse io ho un po’ più di esperienza, sai io ho iniziato presto quando ancora ero una ragazzina! (Giulia)
- Quanti anni avevi? (Mjago)
- Quattordici! (Giulia)
- Alla faccia! Una ragazzina precoce! (Mjago)
- E si, tutto merito dei consigli di nonna! (Giulia)
- C’è solo una cosa che adesso mi preoccupa! (Mjago)
- Cosa? (Giulia)
- Non vedo la lavastoviglie! (Mjago)
- Tesoro, i piatti sono tutti per te! (Giulia)

Spaghetti alla scoglio, insalata di polpi e gamberi, triglie alla marinara e crostata di mele.
Una cena deliziosa.
Giulia era decisamente una cuoca straordinaria…

 
 
 

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