Attenzione! Chi volesse vedere le puntate della mia ONE MAN TELENOVELA, tutte in bell'ordine, una per una, in fila, può cliccare qui sulla giocalista di YouTube. Se poi qualcuno ritenesse che tanto lavoro merita un compenso, come gli artisti di strada quando fanno passare il cappello, può mettere le banconote in una busta e mandarmele: via Pinelli 34, 10144 Torino. Grazie!
Post n°1135 pubblicato il 14 Ottobre 2012 da molinaro
HOTEL EVA
Tornavo alla Stazione Centrale dopo un incontro strano. Ero sul tram numero cinque, un vecchio tram che ha ancora le panchette di legno lunghe e messe per lungo che ci si può sedere, le persone, in numero imprecisato: dipende da quanto ci si stringe e da come largo si ha il culo: e una fila guarda in faccia l'altra fila e si hanno i finestrini alle spalle e si vede il mondo nei finestrini alle spalle di quelli che stanno nella fila di fronte se non c'è di mezzo troppa gente in piedi (sì, mi sto ingarbugliando nel descrivere l'interno di un tram: sto peggiorando). In un finestrino ho visto l'insegna Hotel Eva e sono sceso perché per il treno c'era tempo, perché era un bello scorcio, suggestivo anche il nome della via - via del Lazzaretto - ed era un pomeriggio tipico milanese autunnale, e le architetture di quella zona sono grigie e solenni e dolcemente tristi e vuote e alberi sullo sfondo e potrei raccontarmene ancora un po' ma so benissimo che se fosse stato Hotel Miranda non sarei sceso dal tram. Sono sceso per l'hotel con il suo nome che me l'ha fatta venire nella mente nel pomeriggio dopo l'incontro strano. E ora sono qui che racconto e non so se raccontare, né come: sono qui come un bambino che non sa se è prepotente o subisce prepotenza, se è giusto o no che sia vietato toccare la torta in cucina; o come un ragazzo che odia sua madre ma ha capito che dicendolo perderebbe l'amore anche di suo padre e sua sorella e forse di sé stesso e dunque tace ma non sa se è giusto tacere; o come un contadino che ha visto l'orso nero ma la tradizione nega che vi siano orsi in quelle campagne e gli amici all'osteria, se rivelasse la visione, non lo vorrebbero più compagno di briscola; o come un pianoforte che per non disturbare ha messo del cotone sotto le corde più acute; o come il critico che al termine del disastroso spettacolo all'attore amico che gli chiede un parere dice: tutto sommato, sì, tutto sommato c'è qualcosa... (dopo l'interno del tram mi sto ingarbugliando anche nelle similitudini: sto proprio peggiorando). Tutto questo non va bene. Tutto questo non fa bene. E se vi mandassi semplicemente affanculo tutti quanti? Sono sceso in via del Lazzaretto perché ne avevo voglia, cazzo. L'Hotel Eva è un albergo a una stella al quarto piano del palazzo: è più una pensioncina, forse è un albergo a ore o è per qualche commesso viaggiatore: se ancora ne esiste qualcuno di commesso viaggiatore silenzioso e modesto fuori dall'achievement nell'establishment (con tocco ammiccante d'understatement) dell'hotel NH Jolly Ambassador Palace. L'Hotel Eva è bello con la sua semplicissima insegna di vetro a scatola con dentro il tubo al neon e sul muro il cartello col citofono sotto. Devo giustificarmi? Sono andato a Lisbona per Tabucchi e Pessoa e Madredeus, non per altro. Poi ho scoperto quartieri e oceano e anche i pastéis de nata de Belém, e l'aria e i rumori e i colori e dell'altro. A Barcellona sono andato perché ci arriva un treno comodo da Torino e odio gli aeroplani. Poi ho scoperto il Barri Gòtic e il suono della lingua catalana. A Praga ci sono andato per Dickens che lo so che non c'entra niente, ma a me Dickens mi evoca l'idea di Praga prima di andarci. Ognuno ha i suoi percorsi. Ognuno gli viene in mente quel che gli viene in mente. E scriverlo non è da prepotente. Sono sceso dal tram perché l'Hotel Eva si chiama Hotel Eva e non Hotel Miranda. Ogni volta che sento la transparencia del Che m'intenerisco pensando all'altro aggettivo, prima di entrañable, e la figlia di Tyrone Power mi porta ancora in un prato a Vicenza e amara terra qui sotto a due isolati. Ognuno ha i suoi percorsi. Ognuno gli viene in mente quel che gli viene in mente. Forse se smetto di preoccuparmi di cosa mi viene in mente e di cosa può produrre nella tua mente quello che mi viene in mente mi verrà in mente anche più spesso domandarti come stai. Comunque Milano aveva un buon odore e questo forse è l'elemento più strano. I milanesi hanno fatto molto bene a non buttare via i vecchi tram con le panche di legno.
[non mi considero affatto un buon fotografo - tuttavia confrontare le foto del video (scattate in cinque minuti tutte di fila, peraltro) con quella ufficiale dell'albergo, trovata sul suo sito, che qui ho messo in alto a sinistra, dà l'idea di che cos'è secondo me la differenza fra una fotografia e un'anonima insignificante immagine da pieghevole pubblicitario turistico]
Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti. I messaggi sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
AVVERTENZA
Questo blog è una specie di diario dove scrivo quello che mi pare quando mi pare (una libertà tutelata dalla Costituzione della Repubblica Italiana). Non ha alcuna periodicità, non assomiglia minimamente a una testata giornalistica! Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7 marzo 2001.