ONE MAN TELENOVELA
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Post n°216 pubblicato il 05 Gennaio 2008 da molinaro
La mia affermazione, contenuta nella risposta a un commento al messaggio precedente, che «un po’ di anni fa pensavo che la poesia non appartenesse alla donna», ha provocato la reazione di un’amica, che si è stupita che io pensassi «una cosa così stupida». Le ho risposto dicendole che il mio non era un preconcetto astratto, ma un rilevamento empirico, «sul campo». A trent’anni, non avevo mai letto una poesia, scritta da una donna, che mi fosse piaciuta. E quando una cosa non l’hai mai trovata, puoi anche essere indotto a pensare che non esista. Naturalmente, ci sono tutte le ragioni storiche. Fino a un passato abbastanza recente, alle donne era espressamente vietato, o sostanzialmente impedito, l’accesso all’arte. Nella fioritura poetica del Due-Trecento, e più avanti nel Rinascimento, e poi ancora nell’Ottocento, non ci sono poetesse, ma non ci sono neppure prosatrici, pittrici, scultrici, architette e tantomeno musiciste (le musiciste e cantanti, dall’antichità grecoromana senza soluzione di continuità fino all’Ottocento – Giuditta Pasta, María Malibrán o giù di lì – erano considerate essenzialmente soltanto puttane). Mi stupivo tuttavia di non trovare almeno qualche eccezione. L’arte a volte nasce nelle condizioni più disagiate, nelle situazioni più impossibili. Ma poetesse non ne trovavo. Sì, c’è Saffo, nell’antichità, ma è una figura quasi mitologica, e perdipiù... saffica, forse non a caso. Potevo trovare qualche figura simpatica, come nel Cinquecento le veneziane Gaspara Stampa e Veronica Franco, ma nulla che mi emozionasse veramente. D’altronde davvero fino a pochi anni fa l’unica strada che aveva una donna per avvicinarsi all’arte era «dichiararsi puttana» (Veronica Franco lo dice con ironia: «E ’l mio cantare e ’l mio scriver in carte / s’oblia da chi mi prova in quella guisa / ch’a suoi seguaci Venere comparte»: ossia, possono piacere i miei versi, ma trombarmi piace di più – e trombarla costava 50 scudi, mentre le poesie le offriva gratis – come sempre!). Lo schema probabilmente era: ti dedichi all’arte ergo non ti dedichi alla famiglia ergo non sei una timorata moglie e madre ergo sei una troia. Oppure: puoi fare dell’arte se questo serve a perfezionarti come strumento di piacere per il maschio (alla prostituta greca di Corinto veniva insegnata la musica, alla geisha era concesso studiare diverse arti purché utili a deliziare l’uomo a cui si accompagnava). La condizione femminile rispetto alla poesia e all’arte in genere era quindi difficilissima, totalmente subordinata, e questo spiega, presumo, la quasi totale mancanza di artiste per secoli, anzi forse per un paio di millenni. E ancora quand’ero ragazzino io mi sa che chi diceva artiste pensava soltanto a quelle dell’Alcyone (cfr. messaggio n. 190). Però, ripeto, mi stupivo di non trovare almeno qualche eccezione, neppure in tempi più recenti, e allora ero indotto a pensare appunto «che la poesia non appartenesse alla donna». In realtà, gli strascichi di una condizione storica millenaria non si ribaltano dall’oggi al domani, e quindi è naturale che anche il Novecento scarseggi di poetesse. In più, alcune che venivano (e vengono) citate come grandi poetesse dell’Otto-Novecento a me non piacevano (e non piacciono) proprio (per esempio, detesto Emily Dickinson). Forse la prima generazione in cui le donne fanno poesia come gli uomini è all’incirca la mia, o poco prima. Ci sono la Achmatova e la Szymborska. E certamente altre. In Italia non so: c’è forse la Merini, forse la Spaziani... Vorrei anzi lanciare un appello-dibattito, quello che c’è nel titolo di questo messaggio: trovate la poetessa. Secondo voi, nel Novecento e oggi, in Italia e altrove, chi sono le grandi poetesse? Quelle i cui versi vi hanno cambiato la vita (che è il minimo che richiedo a un artista per definirlo grande)? Proviamo a segnalare qualche nome. Magari ce ne sono che non ho mai conosciuto (la poesia è ancora oggi difficile da esplorare, molti autori li ho trovati per fortunati casi) e così... mi fate anche un favore! Buona giornata! |
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bah
chi invece bazzica ama citare sylvia plath.
io, che non la conosco, citerò jana cerna.
devo dire che come sempre mi sento a disagio nella settorializzazione per sesso, si parli di prosa o di poesia; non si potrebbe parlare semplicemente di bella prosa e di bella poesia?
petarda
p.s. tutto ma non gozzano! bleah
Però stiamo divagando, stavamo cercando poetesse femmine.
petarda
di lei mi piacciono l'introspezione, la capacità evocativa, la sintesi. e la scrittura elegante, specie leggendo i versi con l'originale a fronte. :P
anna mallamo http://manginobrioches.splinder.com/
anna setari http://novamente.splinder.com/
e buona domenica! (viva i raggi di sole:))
petarda
Ed ora che le linee e i tre punti del mio cuore
non sono più congiunti...
guardo la nebbia scendere
e avvolgere tutto.
Ed io attendo di respirare...
Vado a pappa.
Buttiamo via tutto il miele
mettiamo un sasso dentro la voce
e andiamo di là.
Anche questo va detto, anche
lo sfacelo dei timpani, anche la casa
rotta, anche la faccia stanca
anche la mano vecchia, anche
tutto il buio del parco quando
i giocatori ritornano a casa.