ONE MAN TELENOVELA
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Post n°239 pubblicato il 29 Gennaio 2008 da molinaro
Leggo sul sito di Repubblica che stamattina alle sei c’era già della gente in coda per assistere al processo per la strage di Erba. Forse è banale dirlo ma la cosa mi fa un certo ribrezzo. Che cosa spinge quella gente ad andare a «guardare» un processo dove, oltre tutto, non c’è neppure la suspence, dato che si è in presenza di due rei confessi e la situazione sembra molto lineare? (Sì, quei due poi hanno ritrattato, ma in Italia tutti ritrattano, non c’è mai nessuno che dopo aver detto una cosa la confermi, dai politici più importanti fino all’ultimo dei balordi: è regola nazionale.) In vita mia ho assistito in aula solo a due processi e avevo un’ottima ragione per farlo: vi erano imputate due mie amiche (beh, sì, frequento ragazze vivaci e un po’ sfigate, a volte, no?). Entrambe condannate senza particolari cerimonie, non essendo parenti né amanti di politici o manager. Ieri sera a cena con amici si parlava della caduta del governo e delle squallide prospettive della politica italiana. Ma forse, come ho già detto altre volte, abbiamo quello che ci meritiamo. Forse l’italiano medio è un furbetto egoista, pronto a ogni stratagemma per evitare un obbligo civile o un onere fiscale o una multa, e per di più, talvolta, è un voyeur di processi a mostri vari. Forse non c’entra, ma su Il Sole 24 Ore, che non è il bollettino di un centro anarchico sovversivo, pubblicano intere paginone con la distribuzione e l’orario di funzionamento degli Autovelox sulle autostrade. A me segnalare la posizione degli Autovelox sembra favoreggiamento di potenziale comportamento criminoso. A loro evidentemente no. E a voi forse nemmeno. E allora! Non la capisco mica tanto, la mia patria. |
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RONDÒ DI BORGO MERCATO
Nella notte di luglio la bambina
cerca strappi di mercenari maschi
per pagarsi la dose d’eroina.
Passano i cavalieri e non si fermano:
gonfiano l’afa con fanali accesi.
È sempre più nervosa la bambina.
Ecco infine s’accosta una vettura,
apre la porta, ce la fa salire;
dice il prezzo, cinquantamila lire
per fare svelti, col preservativo.
Ma il cavaliere è forte, non s’appaga:
possedere la vuole con suo agio
e con suo modo: lo stupro gli piace
meglio che la vergogna di pagare.
Allora si ribella la bambina,
volano pugni e schiaffi, c’è una lama
che brilla e lei che sanguina gli strappa
un bracciale o qualcosa con la rabbia
del suo corpo di vittima negata:
che sa che non sarà mai risarcita.
Passa un gendarme, arresta la bambina.
(da La parola rinvenuta, pag. 247)