Ho scritto ancora tre piccole poesie sul treno fra Torino e Vercelli, un po’ all’andata e un po’ al ritorno, nel consueto viaggio per la cena domenicale da mia madre. Eccole qui sotto. E domani è lunedì e via con una nuova settimana. Buona notte a tutti quanti.
PROMESSA
Non ci possiamo perdere. La luna
cambia e ritorna: la rivedi sempre
da qualche parte in cielo. Torna il verde
nelle strette fessure tra le pietre.
Torna l’acqua nel letto del torrente.
Torna l’amore mio dalle colline
con le sue mani belle e gli occhi azzurri:
mi sorride e mi porge i frutti freschi
che non conosco, che lei sa trovare.
LUCI DAL TRENO
Sono vicine sì ma indecifrabili
le luci dei paesi che attraversa
la ferrovia da Milano a Torino.
Lampioni o case o raccordi di strade
o capannoni deserti con cani
feroci o cascinali dove un vecchio
si mette a letto e tossisce da solo.
Non so nulla di tutte queste vite
e anch’io tossisco da solo sul treno
che mi riporta al mio appartamento.
RISAIE
Volano grandi uccelli sopra il pelo
dell’acqua ferma come un altro cielo
disteso giù, finché spunti uno stelo
di riso. Quanto sangue in questa terra,
dimenticato da generazioni.
Però il prodotto è ancora buono: rende
e si vende, benché sia avvelenato
dai diserbanti. Il sangue fa buon riso.
===================
[nell'immagine, le rose nel giardino a Vercelli stanno ancora una volta per fiorire: è da quando sono nato che assisto ogni anno a questo fenomeno, di maggio, e sempre mi meraviglio]