Un blog creato da molinaro il 04/06/2007

Carlo Molinaro

Pensieri sparsi, poesie e qualsiasi cosa

 
 
 
 
 
 

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Sproloquio del quasi autista

Post n°563 pubblicato il 04 Marzo 2009 da molinaro

SPROLOQUIO DEL QUASI AUTISTA
POCO FISIONOMISTA

Lo metto in forma di poesia perché
mi è venuta una rima nel titolo
e perché mi piace di più
andare a capo quando mi pare
e non alla fine della riga;
però non credo che sia una poesia.

L'orario dei treni è il libro perfetto:
quello grosso, di carta, l'orario ufficiale,
che pesa più di un chilo. L'ho amato
fin da bambino: è perfetto, preciso,
dopo che ne hai imparato i simboli
ti dice tutto di un treno. Da ragazzo
passavo interi pomeriggi a viaggiare
con l'orario ferroviario, combinavo
le coincidenze, le soste, giravo
tutta l'Italia, mi preoccupavo
e correvo con la mente quando il tempo
della coincidenza era scarso.
Ero davvero affascinato
da quel libro con quelle colonnine
di numerini che dicevano la verità
- sicura, non equivocabile -
su tutti i treni, e viaggiavo viaggiavo.
Adesso mi piace ancora, però di più
mi piace prendere i treni davvero,
quando posso, e andare.

Le lettere sono una cosa meno perfetta,
contengono correzioni, sbavature
e non sei mai sicuro di come le prenderà
il destinatario, però appunto hanno il vantaggio
di avere un destinatario che risponde,
e poi una loro perfezione ce l'hanno,
un inizio e una fine e poi chiudere la busta
scegliere un bel francobollo e imbucare,
e viceversa trovare una busta
nella propria cassetta delle lettere
e leggerla da cima a fondo
è bellissimo così fin da bambino
ho amato le lettere e le amo ancora,
ho calcolato di averne scritte circa trentamila
fra i sette e i cinquantacinque anni
(dico lettere lettere, non contano le e-mail)
mediamente di un paio di pagine
cioè sessantamila pagine
non è un'esagerazione, l'ho calcolato anzi
per difetto, con cautela:
se avessi dedicato quell'energia
a scrivere un romanzo o qualcosa così
magari non era neanche un bel romanzo
ma passava alla storia lo stesso
per la lunghezza, che con sessantamila
pagine anche Proust e quello là dei Miserabili
che in questo momento non mi viene il nome
mi fanno un baffo, restano staccati
come il gruppone da Merckx nei suoi tempi migliori.

Merckx mi piaceva perché anche quando era
primo in classifica al Tour o al Giro
con venti minuti di vantaggio sul secondo
era capace che partiva lo stesso in fuga
solitaria in una tappa qualsiasi
e vinceva con altri dieci minuti di distacco,
dopo di lui non ce ne sono stati più
di ciclisti così, adesso difendono con avarizia
trenta secondi di vantaggio e si drogano.

Se non coincide tutto
io non sono mai sicuro. Sarà per questo
che sono anche poco fisionomista.
Ci metto un sacco a riconoscere le persone
devo verificare
e se cambiano i capelli è un casino
per me i capelli, la cornice del viso e della testa,
sono fondamentali, sono il punto di partenza
del percorso di riconoscimento.

Sembrerà una barzelletta ma è vero lo giuro
che a quindici anni incontrai mio padre
a pochi metri da casa
e lui che si pettinava sempre allo stesso modo
quella volta il vecchio barbiere
gli sarà venuto un estro e l'aveva pettinato
un po' diverso, io lo vidi e lo guardai,
sì lo guardai anche ma pensai che no,
non era lui e lo incrociai come un estraneo,
e solo dopo che lui si voltò e disse
ehi Carlo non mi saluti neanche?
capii che doveva essere proprio lui.
Giuro che è vero, la gente non ci crede
ma è vero.
Questa poca fisionomisticità
non viene sconfitta neppure dall'amore
neppure dall'attrazione sessuale
che pure è forte in me più dei treni e delle lettere:
al liceo amavo Chiara ma lei cambiava
capelli e un filo di trucco e ogni volta
dovevo studiare bene prima di essere certo
che fosse lei. E adesso un po' di sere
sono andato a delle cose di poesia
che mi piacevano anche però ammetto
che ci sono andato soprattutto perché
speravo di incontrare una che mi piace
che le frequenta abbastanza
e in effetti l'ho incontrata tre volte
su una decina di sere, è una discreta
percentuale, ma la terza volta
ero già lì che mi dicevo «pazienza,
non c'è» e poi dopo una buona mezz'ora
l'ho scoperta seduta per terra
praticamente fra le mie ginocchia
però aveva cambiato un po' i capelli
era vestita in un modo inconsueto
e poi le altre volte era sempre in piedi
o seduta su una sedia o divanetto
la posizione è importante
lei mi piace tantissimo è una ragazza
che farei delle pazzie, però se si siede
per terra e io prima l'ho vista
solo in piedi o seduta su una sedia
ci metto molto tempo a riconoscerla.

Questa faccenda che deve coincidere tutto
se no non sono sicuro
mi crea problemi a volte anche nelle cose
a cui tengo tanto, anche nelle poesie,
ne ho buttate via parecchie perché si appesantivano
si ingarbugliavano nello spiegare tutto
che io se una cosa non è chiara
ci sto malissimo, ci sto troppo male,
e invece bisognerebbe lasciare scorrere le cose
lasciarle scorrere un po' così
un po' così, non so come, ma gli altri lo sanno.

Forse sul lavoro invece è stato utile:
quando faccio l'editing di un testo
se una frase non mi convince
ci perdo ore a cercare informazioni
ho scovato errori in scienze a me ignote
solo perché la frase non mi convinceva
non aveva la logica dell'orario ferroviario
e sui testi scientifici nove volte su dieci
avevo ragione a correggere, può essere
fisica nucleare ma se non quadra non quadra
e io lo vedo, ne ho trovati di errori,
ma non so se è un vantaggio poi questo
mi pagano un cazzo e cercando tutte quelle cose
ci metto il triplo di tempo a fare il lavoro
così mi pagano un terzo di cazzo
e poi si lamentano perché a loro interessa
in genere più la velocità che la precisione,
che il libro esca, perché il mercato chiama.

Donne e ragazze che mi piacciono tantissimo
le riconosco soprattutto dall'odore
e dai gesti che fanno, come camminano,
i gesti cambiano meno dei capelli
o comunque io riconosco meglio i gesti,
sono poco fisionomista
e mi sa che sono un po' autista
curiosamente proprio stamattina,
dopo, lo giuro, che avevo cominciato a scrivere
questo sproloquio, dopo che ne avevo
già scritto il titolo, mi è arrivata una mail
di un'amica che mi dice che due suoi amici
che mi hanno conosciuto
le hanno detto che secondo loro
sono un po' autistico
e in effetti magari è vero, è autistico
questo mio patire il fatto che le persone
sono una roba che ti sfugge sempre qualcosa
e sbagli sempre qualcosa
e resta sempre un infinito non capito
altro che orario ferroviario.
Curiosamente tutte le persone
praticamente tutte le persone che conosco
trovano illeggibile l'orario ferroviario
dicono che non ci si capisce un cazzo
a me sembra invece così semplice e bello
però loro probabilmente
riconoscono le persone e le ragazze
a cento metri anche se hanno cambiato
pettinatura, non so come fanno.

Ora basta mi rimetto al lavoro
sulle bozze che devo guadagnare
il mio terzo di cazzo, ho appena beccato
un errore in una formula matematica,
era sfuggito anche all'autore rileggendo
le bozze, che le ha già rilette lui,
non capisco niente di quella matematica
però se una cosa non quadra di solito
me ne accorgo
ma mi accorgo anche
che nella vita questo non è un vantaggio
è un gene non adatto all'ambiente
l'evoluzione darwiniana mi scarta.

Vabbè, prendo un caffè, e lavoriamo.
E non la rileggo questa cosa che ho scritto,
la mando così, fanculo il perfezionismo.
Fanculo.

[Nell'immagine, del 1977, forse un altro sintomo autistico: quando dovetti cambiare la targa della moto a causa del cambio di provincia di residenza (allora si doveva fare, oggi non più), fotografai la vecchia targa prima di riconsegnarla, e me la fotografai sulla schiena. Dei veicoli ricordo molto meglio il numero di targa che la forma, colore e marca del veicolo. E insomma. Buondì.]

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
>> Questo modello di sviluppo è sbagliato su ResistenzaCivile
Ricevuto in data 04/03/09 @ 12:04
Oggi varie notizie dai giornali che riguardano l'ambiente, che finalmente danno ragione agli ambi...

 
Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
alicesu il 04/03/09 alle 11:19 via WEB
"è autistico questo mio patire il fatto che le persone sono una roba che ti sfugge sempre qualcosa e sbagli sempre qualcosa e resta sempre un infinito non capito altro che orario ferroviario." Meraviglioso. Avevo bisogno di leggere queste parole. Io passo spesso di qui, ma non so mai cosa scrivere, perché alla fine scrivi tutto tu, e in modo così delicato che non posso che annuire e segnarmi le frasi a cui penso anche di notte.
 
 
molinaro
molinaro il 04/03/09 alle 16:49 via WEB
Tu sei un’autisticona, Alice, o un’autist’icona, icona dell’autismo, fra te e me non so quando riusciamo a vederci, tira e molla e molla e tira... Venissi a Bologna sabato 7 marzo così dall’alba al tramonto? Poi magari non sappiamo cosa dire, ci guardiamo autisticamente nelle palle degli occhi, ma bisogna pur provare! Lo si deve accettare questo fatto che sfugge sempre qualcosa, lo dico prima di tutto a me stesso, poi a te. E il comunicare, uno dice una cosa, l’altro ne intende un’altra, ma poi un po’ ci si capisce, no? A proposito, adesso, non è che vado alle sere di poesia solo nella speranza di incontrare una tipa, la presenza eventuale della tipa è un incentivo maggiore, ma si fanno in questo periodo a Torino sere di poesia davvero eccellenti, e ci vado spesso anche se so che la tipa non c’è, è via, in paesi lontani. Ma forse è autistica anche questa smania di precisare, di non essere fraintesi, mah! Amen! Sabato 7 marzo? A casa tua, cucini tu? Potrei arrivare con il treno alle 10.28 (Regionale 2135, con trasporto di biciclette, ma la bici non la porto), e ripartire alle 17.30 (Regionale 2068). Una proposta autistica. Forse.
 
molinaro
molinaro il 04/03/09 alle 18:15 via SMS
Regionale 2023, consueto. Ragionevolmente affollato. Gocce di pioggia scivolano sui vetri. Eppure il cielo, benché grigio, è denso di primavera.
 
molinaro
molinaro il 04/03/09 alle 22:50 via SMS
Regionale 2030, deserto. C'erano due ragazze ma sono scese a Santhià. La notte è fredda e nera, il treno la attraversa spedito.
 
anita_19
anita_19 il 05/03/09 alle 10:43 via WEB
un pò autisti lo simmo tutti,il dentro viene sempre prima del fuori.........ciao!!!
 
 
molinaro
molinaro il 05/03/09 alle 11:35 via WEB
Il dentro, il fuori, le idee... La potenzialità, l’attuazione... Non so se c’entra, forse no, ma per qualche associazione di idee misteriosa mi è venuto in mente un dialoghetto avuto tempo fa con una tipa, e lo riporto:

TIPA: A sentire te, le ragazze sessualmente libere sono solo quelle che trombano con cento uomini all’anno. Invece la libertà è anche NON farlo.
IO: Certo, sono d’accordo con te, la libertà è fare quello che ci si sente, quello che si vuole: POTERLO fare. E anche poterlo NON fare, ovvio. D’accordissimo con te.
TIPA: Ma quando si parla di libertà sessuale si vede benissimo che hai più in mente quelle che trombano con cento. Non negarlo!
IO: Non lo nego. E mi sembra logico. Anche la libertà di espressione e di stampa non significa che tutti devono scrivere sui giornali. La libertà di stampa è valida, è fondamentale anche per chi non scrive mai neppure una riga. Però quando si parla di libertà di stampa a me vengono in mente soprattutto quelli che scrivono cento articoli, e non quelli che non scrivono mai. E quando si parla di ragazze sessualmente libere a me vengono in mente quelle che trombano con cento piuttosto che quelle che non trombano mai! Logico, no?
TIPA: Non mi sembra un’analogia valida.
IO: A me sì.
TIPA: Ciao.
IO: Ciao
.

Sì, non so perché mi è venuto in mente questo vecchio dialogo. Forse perché lo stare ripiegati su sé stessi, in modo autistico, è una libertà come un’altra, eppure, eppure... Non sembra affatto una buona cosa. Ma sì, non so se c’entra. Mi è venuto, e l’ho scritto. Buona giornata!
 
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Queste tortuose specie di poesie, questo appigliarmi a...
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