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Carlo Molinaro

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« I dati di fattoImmaginarla in treno »

L'effetto scia

Post n°651 pubblicato il 18 Giugno 2009 da molinaro

Ieri sono andato a cena a Vercelli da mia madre. Prima di uscire di casa ho avuto un positivo scambio di messaggi con una persona. Poi in treno un altro, con una seconda persona. Poi a Vercelli nel tragitto a piedi dalla stazione fino alla casa di mia madre una conversazione telefonica buona, con una terza persona. Il mio umore è andato crescendo, e con l'umore la voglia/ispirazione/capacità comunicativa. Così a cena con mia madre sono stato facondo, ciarliero, allegro, e lei ne è stata contenta.

E mi sono reso conto che il buon andamento della cena e della conversazione è dipeso, dipeso molto, dai precedenti scambi interpersonali. Se fossero stati scambi negativi, a cena da mia madre sarei stato silenzioso, magari cupo. Mi sono accorto che dentro di me c'è un forte «effetto scia», chiamiamolo così. Non riesco a voltare pagina in un attimo, a staccare, a compartimentare. Mi porto tutto dentro nella testa, a lungo.

E capisco che è ingiusto: insomma, se incontro nel pomeriggio tre persone, la terza si becca, sicuramente, le «conseguenze» delle prime due. In positivo o in negativo. Me ne sono proprio accorto, con chiarezza: non riesco a separare, trascino. Ripercuoto. Con le persone e con le cose: se ho un pensiero in mente, un problema irrisolto, dovrei risolverlo prima di passare all'azione successiva della giornata. Ma ciò nella vita non sempre è possibile, anzi è possibile molto raramente.

Questo dà anche immagini falsate di me, forse, alla gente che mi vede di rado. Uno mi incontra dopo una sequenza di buoni eventi e pensa «ma com'è cordiale, si vede che gli sono simpatico». Un altro mi incontra dopo una serie di cattivi eventi e pensa «ma com'è scorbutico, si vede che gli sono antipatico». E si sbagliano entrambi.

Certo, se si sta poi insieme sufficientemente a lungo, l'effetto scia va man mano calando, e si instaura il clima proprio dello specifico incontro, quello giusto, quello che spetta «a quella persona lì per lei» e non in conseguenza del pregresso. Ma ci vuole un po'. Magari alcune ore. Dipende. A volte mi sforzo di troncarla, la scia, ma con scarsi risultati. Lo stato d'animo, che permane, mi si vede ben chiaro in volto, se ne accorgono persino gli estranei, ho notato. Figuriamoci gli intimi!

Uhm. Capisco che quest'insalatina di cazzi miei forse non interessa a nessuno, ma dicevo così, per un possibile confronto. Forse l'effetto scia c'è un po' in tutti, ma sono sicuro che non in tutti nella stessa misura. C'è gente che riesce a staccare molto di più, gente che al variare della circostanza varia l'umore in un nanosecondo. Così mi pare, almeno. O no?

Ovviamente, se la circostanza subentrante è eccezionale, sconvolgente, inattesa, improvvisa, travolgente, allora anch'io cambio stato d'animo più rapidamente. Questo è naturale. Ma nelle giornate «normali», tipo ieri pomeriggio, l'effetto scia è fortissimo. Ieri mia madre si sarebbe beccata un figlio scontroso e orso, se le tre persone con cui ho comunicato prima di andare da lei mi avessero trattato male. Non è giusto, ma è così.

Nell'immagine in alto a destra, il sole mi entra in cucina stamattina. Sotto, mansardine riflesse nel vetro della mia finestra, e mansardina in blu.

 

 

Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
fatacarabina il 19/06/09 alle 06:54 via WEB
Leggo e condivido perché capita anche a me l'effetto scia. Io ieri ho avuto purtroppo a che fare con persone che anche solo a sentirlo l'odore di umanità, attorno a loro, stan male perché sai, gli umani son pieni di difetti. Per fortuna l'effetto scia talvolta lo controllo, e basta dopo, anche solo una parola di un cuore limpido, per evitar di trasformarmi nella peggiore delle persone solitarie. Ieri è andata così...per fortuna
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
nikink il 20/06/09 alle 18:17 via WEB
Grazie per aver espresso con proprietà e lucidità questo tema; fa bene scriverne, fa bene leggerne a chi trova già scritte parole che lo significano come fossero sue. Siccome non son di primo pelo neppur io (46 quest'anno) non solo conosco e vivo questo reverbero, ma anche ci convivo da sempre, è una natura che non cambia, tocca - ed è tutto quanto si può farci, a mio avviso - imporsi una gran disciplina perché l'animo traspaia il meno possibile, a favore di coloro cui tocca patirci. S'intende, qui, quanto è bene fare con la scia negativa, ché la positiva son solito lasciarla scorrere ed invadere, perché no? con tutto il peso quotidiano, i momenti di luce van condivisi a piene mani!
 
larossa58
larossa58 il 21/06/09 alle 16:33 via WEB
L'effetto scia ha varie sfumature: può essere a livello personale come scrivi, può essere più esteso vedi le folle trascinate nel bene o nel male. Faccio un esempio: mai osservato quest'effetto su una coda al supermercato o alle poste, come nel mio caso? A volte è difficile non farsi travolgere e quando riesco faccio finta di avere uno scudo o di non essere lì e mi ci vuole tutta la mia attenzione e, mi viene da chiamarla impropriamente, meditazione per non essere coinvolta. Discorso difficile da spiegare in poche parole. Buona domenica Gisella
 
molinaro
molinaro il 22/06/09 alle 09:24 via WEB
Grazie a tutti e tre, Fatacarabina, Nikink e Gisella. Probabilmente ci sono vari effetti scia, di vario peso e valore. In fondo la vita è un tutt'uno, e nessuno, credo, può segmentarla troppo. Buona settimana!
 
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