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Carlo Molinaro

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Le scene dei miracoli e il poeta

Post n°877 pubblicato il 07 Maggio 2010 da molinaro

LE SCENE DEI MIRACOLI E IL POETA

                         a C.

                               ...en El Raval, fue muy curioso porque hubo de todo,
                                abuelas que te gritan «guarra»,
                                los paletas flipando, los niños
... (E. S.)

Etimologicamente un miracolo
dal latino mirari
è il luogo, è sostanzialmente il luogo, la scena
del mirare, ammirare, meravigliare:
così come un cenacolo
è il luogo, è la scena del cenare.

Il miracolo, a differenza della cena,
esiste in relazione a chi lo guarda:
non è una fantasia, accade veramente,
ma è miracolo soltanto se chi guarda
lo sente come tale: mira, ammira,
si meraviglia. E dunque un miracolo
può esserci o non esserci dovunque.

Dove voglio arrivare? Forse al solito
discorso sull'amore? Non lo so
dove voglio arrivare.

Se è una ragazza la scena del miracolo
può accadere di tutto: che le vecchie
gridino «troia», i muratori restino
flippati, i bambini non si sa
(i bambini sono ingenui e insieme stronzi):
e il poeta di solito è in disparte,
il poeta forse è l'unico a sapere
che proprio di miracolo si tratta
ma resta fuori scena.

Dove voglio arrivare? Forse al solito
discorso sull'amore? Non lo so
dove voglio arrivare, ma il discorso
non è solo d'amore e di ragazze.

Anche se la scena del miracolo
è, per esempio, il vento che rimescola
e fa cantare gli alberi e garrire
i colori dei panni, può accadere
di tutto: una donna alla finestra
tira i fili e ritira, un uomo corre
prima che piova, un altro si abbottona
la giacca: tutti vivono la scena
e forse non lo sanno, che è un miracolo,
ma sono dentro: il poeta lo sa
ma resta fuori, con la testa già piena
di parole che come grumi intasano
la vena della gioia.

Se è fortunato, però, se è fortunato,
se è fortunato, ha una poeta accanto
che lo ama così, nel fuori scena:
può dire a lei ciò che sa del miracolo
e lei capisce, lo tiene per mano,
forse lo bacia anche, gli sorride:
e vanno insieme a prendere il battello
che navigando traversa i colori,
le foglie, le ragazze, i fili, il vento,
con vita a bordo e vita fuori bordo
che non puoi viverla tutta, si perde
nel bianco della scia - ma è un miracolo
il navigare tenendosi per mano
e lui, incredulo, si accorge che stavolta
non è rimasto lontano a osservare:
è parte del miracolo anche lui.

Così arrivo
a un diverso discorso sull'amore
e sui miracoli - o a nessun discorso,
a solamente tenersi per mano
e guardarsi e guardare.

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