Un blog creato da molinaro il 04/06/2007

Carlo Molinaro

Pensieri sparsi, poesie e qualsiasi cosa

 
 
 
 
 
 

ONE MAN TELENOVELA

Attenzione! Chi volesse vedere le puntate della mia ONE MAN TELENOVELA, tutte in bell'ordine, una per una, in fila, può cliccare qui sulla giocalista di YouTube. Se poi qualcuno ritenesse che tanto lavoro merita un compenso, come gli artisti di strada quando fanno passare il cappello, può mettere le banconote in una busta e mandarmele: via Pinelli 34, 10144 Torino. Grazie!

 
 
 
 
 
 
 

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Messaggi di Ottobre 2012

 

In pallone su Torino

Post n°1139 pubblicato il 24 Ottobre 2012 da molinaro
Foto di molinaro

Turin Eye è la mongolfiera panoramica istallata a Torino in piazza Borgo Dora (giardino cardinale Michele Pellegrino) che permette di ammirare la città da un'altezza di centocinquanta metri, quindi molto più in alto degli ottantanove metri dell'ascensore panoramico della Mole Antonelliana. Questa mongolfiera del tipo HiFlyer è il più grande aerostato frenato del mondo, un aeromobile alto più di 36 metri: il pallone è gonfiato con seimila metri cubi di elio.

 
 
 

One Man Telenovela settantacinquesima puntata

Post n°1138 pubblicato il 24 Ottobre 2012 da molinaro
Foto di molinaro

La settantacinquesima!

 
 
 

One Man Telenovela settantaquattresima puntata

Post n°1137 pubblicato il 16 Ottobre 2012 da molinaro
Foto di molinaro

La settantaquattresima!

 
 
 

Rosa d'ottobre

Post n°1136 pubblicato il 15 Ottobre 2012 da molinaro
Foto di molinaro

 

ROSA D'OTTOBRE

la rosa di maggio
tutta la potenza
tutta la speranza
tutta l'intrepida intatta speranza

e la rosa d'ottobre
la rosa che a ottobre resiste
trattenendo allo stelo
gli ultimi petali storti contorti
rossi rossi rossi ancora
rossi sempre

e la rosa che a ottobre
esce ora dal boccio
la rosa con il boccio fuori tempo
che non farà in tempo
a essere rosa

mentre nella terra
è già terra nera
la rosa di maggio

e le stagioni e gli anni
e tutto questo
tutto questo
tutto questo

 
 
 

Hotel Eva

Post n°1135 pubblicato il 14 Ottobre 2012 da molinaro
Foto di molinaro

HOTEL EVA

Tornavo alla Stazione Centrale dopo un incontro strano.
Ero sul tram numero cinque,
un vecchio tram che ha ancora le panchette di legno
lunghe e messe per lungo
che ci si può sedere, le persone, in numero imprecisato:
dipende da quanto ci si stringe
e da come largo si ha il culo:
e una fila guarda in faccia l'altra fila
e si hanno i finestrini alle spalle
e si vede il mondo nei finestrini alle spalle
di quelli che stanno nella fila di fronte
se non c'è di mezzo troppa gente in piedi
(sì, mi sto ingarbugliando nel descrivere
l'interno di un tram: sto peggiorando).
In un finestrino ho visto l'insegna
Hotel Eva
e sono sceso perché per il treno c'era tempo,
perché era un bello scorcio,
suggestivo anche il nome della via
- via del Lazzaretto -
ed era un pomeriggio tipico milanese autunnale,
e le architetture di quella zona sono grigie e solenni e dolcemente tristi e vuote
e alberi sullo sfondo
e potrei raccontarmene ancora un po'
ma so benissimo che se fosse stato
Hotel Miranda
non sarei sceso dal tram.
Sono sceso per l'hotel con il suo nome
che me l'ha fatta venire nella mente
nel pomeriggio dopo l'incontro strano.
E ora sono qui che racconto
e non so se raccontare, né come:
sono qui come un bambino che non sa
se è prepotente o subisce prepotenza,
se è giusto o no che sia vietato toccare la torta in cucina;
o come un ragazzo che odia sua madre
ma ha capito che dicendolo perderebbe l'amore
anche di suo padre e sua sorella
e forse di sé stesso
e dunque tace ma non sa se è giusto tacere;
o come un contadino che ha visto l'orso nero
ma la tradizione nega che vi siano orsi in quelle campagne
e gli amici all'osteria, se rivelasse la visione,
non lo vorrebbero più compagno di briscola;
o come un pianoforte che per non disturbare
ha messo del cotone sotto le corde più acute;
o come il critico che al termine del disastroso spettacolo
all'attore amico che gli chiede un parere
dice: tutto sommato, sì, tutto sommato c'è qualcosa...
(dopo l'interno del tram mi sto ingarbugliando
anche nelle similitudini: sto proprio peggiorando).
Tutto questo non va bene.
Tutto questo non fa bene.
E se vi mandassi semplicemente affanculo tutti quanti?
Sono sceso in via del Lazzaretto
perché ne avevo voglia, cazzo.
L'Hotel Eva è un albergo a una stella
al quarto piano del palazzo:
è più una pensioncina, forse è un albergo a ore
o è per qualche commesso viaggiatore:
se ancora ne esiste qualcuno
di commesso viaggiatore silenzioso e modesto
fuori dall'achievement nell'establishment
(con tocco ammiccante d'understatement)
dell'hotel NH Jolly Ambassador Palace.
L'Hotel Eva è bello con la sua semplicissima insegna
di vetro a scatola con dentro il tubo al neon
e sul muro il cartello col citofono sotto.
Devo giustificarmi?
Sono andato a Lisbona per Tabucchi e Pessoa e Madredeus,
non per altro. Poi ho scoperto quartieri e oceano
e anche i pastéis de nata de Belém,
e l'aria e i rumori e i colori e dell'altro.
A Barcellona sono andato perché ci arriva un treno comodo da Torino
e odio gli aeroplani. Poi ho scoperto il Barri Gòtic
e il suono della lingua catalana.
A Praga ci sono andato per Dickens
che lo so che non c'entra niente,
ma a me Dickens mi evoca l'idea di Praga prima di andarci.
Ognuno ha i suoi percorsi. Ognuno
gli viene in mente quel che gli viene in mente.
E scriverlo non è da prepotente.
Sono sceso dal tram perché l'Hotel Eva
si chiama Hotel Eva e non Hotel Miranda.
Ogni volta che sento la transparencia del Che
m'intenerisco pensando
all'altro aggettivo, prima di entrañable,
e la figlia di Tyrone Power
mi porta ancora in un prato a Vicenza
e amara terra qui sotto a due isolati.
Ognuno ha i suoi percorsi. Ognuno
gli viene in mente quel che gli viene in mente.
Forse se smetto di preoccuparmi
di cosa mi viene in mente
e di cosa può produrre nella tua mente
quello che mi viene in mente
mi verrà in mente anche
più spesso
domandarti come stai.
Comunque Milano aveva un buon odore
e questo forse è l'elemento più strano.
I milanesi hanno fatto molto bene
a non buttare via i vecchi tram con le panche di legno.

 

[non mi considero affatto un buon fotografo - tuttavia confrontare le foto del video (scattate in cinque minuti tutte di fila, peraltro) con quella ufficiale dell'albergo, trovata sul suo sito, che qui ho messo in alto a sinistra, dà l'idea di che cos'è secondo me la differenza fra una fotografia e un'anonima insignificante immagine da pieghevole pubblicitario turistico]

 
 
 

La cazzo di emozione del mancare

Post n°1134 pubblicato il 05 Ottobre 2012 da molinaro
Foto di molinaro

LA CAZZO DI EMOZIONE DEL MANCARE

Gli parlo di un mio vecchio amore
- vecchio nel senso che accumula anni
senza mai cominciare: ma è giovane e vivo -
e lui mi dice: «Ti confesso la mia curiosità
nel voler sapere
nell'era del fast food
chi ancora riesce a regalarti l'emozione
di un amore non corrisposto
dopo i vent'anni d'età».

Io non so se stiamo davvero vivendo
in un'era di amore fast food:
personalmente non ne ho esperienza
e vedo che un po' tutti si continua a soffrire
nel prendersi e tenersi e cercarsi e lasciarsi:
perciò ho qualche dubbio
su questa diceria del fast food.

Ma soprattutto trovo strana l'idea
che sia un regalo negare un regalo.

Gli accondiscendo: «In un certo senso sì,
mi regala un'emozione - e del suo esistere
le sono grato - ma tutte le poesie
scritte per lei e le cazzate e i sogni, tutto,
tutto darei in cambio di un abbraccio».

Poi gioco con la sua curiosità
come il gatto col topo: non gli svelo
chi è la donna capace di tanto:
m'indispettisce chi loda una mancanza,
chi addirittura dice che mi giova
di lei l'assenza più che la presenza:
e più d'uno me l'ha detto. Forse è gente
che miete facilmente troppi
e per svagarsi, divertirsi un po'
ha bisogno di un no.
Non lo so.
È un'altra cosa di cui non ho esperienza:
io nell'amore cerco solo il .

Comunque va bene, ognuno ha la sua
diversa sensazione
e la conversazione
mi fa piacere. Ci congediamo in simpatia
e me ne vado tranquillo pensando
alle bizzarre stranezze del mondo.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Buona cosa...
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