Un blog creato da molinaro il 04/06/2007

Carlo Molinaro

Pensieri sparsi, poesie e qualsiasi cosa

 
 
 
 
 
 

ONE MAN TELENOVELA

Attenzione! Chi volesse vedere le puntate della mia ONE MAN TELENOVELA, tutte in bell'ordine, una per una, in fila, può cliccare qui sulla giocalista di YouTube. Se poi qualcuno ritenesse che tanto lavoro merita un compenso, come gli artisti di strada quando fanno passare il cappello, può mettere le banconote in una busta e mandarmele: via Pinelli 34, 10144 Torino. Grazie!

 
 
 
 
 
 
 

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Messaggi di Gennaio 2013

 

One Man Telenovela settantottesima puntata

Post n°1162 pubblicato il 31 Gennaio 2013 da molinaro
Foto di molinaro

Ecco qua la settantottesima!

 

LA SERIE COMPLETA DELLE PUNTATE È QUI.

 
 
 

La lettera al maestro

Post n°1161 pubblicato il 29 Gennaio 2013 da molinaro
Foto di molinaro

LA LETTERA AL MAESTRO

M'è venuto in mente che in seconda elementare
- correva l'anno mille novecento sessanta -
scrissi una lettera al mio maestro elementare:
gliela scrissi a casa, con francobollo e tutto.
La mia grafomania ha radici lontanissime.
Non è che in quell'epoca remota
i maestri dessero in classe l'indirizzo di casa:
ma io, piccolo stalker, lo trovai.
Una lettera non lunga, di cui ricordo solo
le prime parole: «Caro Guido,
parliamoci chiaro: non si può andare avanti così».
Queste parole le ricordo. Poi credo seguissero
lamentele abbastanza generiche
su malfunzionamenti della scuola.
Non era facile avermi per allievo da bambino,
non è mai stato facile avermi in qualsiasi ruolo.
Il maestro in classe davanti a tutti mi chiamò
e disse: «Mi è arrivata una lettera
dal nostro Molinaro: di' un po' ai tuoi compagni,
Molinaro, che cosa mi hai scritto».
(All'epoca ci si chiamava solo per cognome,
ci chiamavamo per cognome anche fra noi bambini,
di qualche mio compagno non ho mai saputo il nome,
per esempio il Vailati, lo Zirilli e il Niemen,
mai saputo come facessero di nome.)
Io mi sentii sprofondare, mai avrei immaginato
che il maestro mi chiamasse per quella lettera
(non penso mai alle conseguenze delle mie azioni)
e balbettai: «Ho scritto... ho scritto "caro signor maestro"...»
Ma lui mi corresse: «No, hai scritto "caro Guido"».
Non mi punì, ma tutti risero e fu molto umiliante.
E finì lì. Non era come oggi: oggi se un bambino
di sette anni scrivesse una lettera del genere
chiamerebbero i genitori e poi anche gli psicologi,
e gli psicologi direbbero che la lettera è un segnale
da valutare, e nel loro abbastanza detestabile gergo
direbbero forse addirittura che è «una richiesta d'aiuto»
(sanno essere più umilianti che un maestro anni Sessanta,
gli psicologi di oggi, ma non se ne rendono conto).
Il concetto che esprimevo nell'incipit della lettera
era abbastanza esplicito: che ci si deve parlare
e che non si può andare avanti così;
e dire «tu Guido» anziché «lei signor maestro»
era una trasgressione (all'epoca) molto grave
che voleva forse abbattere una distanza, un muro,
ma lo faceva in un modo completamente sbagliato,
saltando tutti i passi necessari:
e per iscritto, perché sono timido.
Insomma, la cosa finì lì. Chissà perché
m'è venuto in mente stanotte 'sto fatto.
Forse perché mi sono svegliato con la sensazione
- più di mezzo secolo dopo -
che non si è mai parlato con nessuno
e che si è andati avanti così,
nel modo (mondo) per me inaccettabile,
da allora a oggi e a domani e per sempre
- e le distanze e i muri ancora adesso
non l'ho mica imparato il modo giusto
per provare ad abbatterli.

(Certo che ero una testa dura:
in quarta il maestro
- che profondamente amavo, si sarà capito -
fu sostituito da un altro, per motivi burocratici:
ma io per tutta la quarta e la quinta, fino alla fine,
non scrissi mai sui quaderni il nome del nuovo maestro,
scrissi sempre: «Maestro Guido Reis [sostituito]».
Al nuovo maestro non faceva piacere
ma non ci fu verso: io non m'arresi mai
a scrivere pacificamente sui quaderni
una realtà diversa da quella che volevo.)

 
 
 

Sofferenza d'insofferenza

Post n°1160 pubblicato il 28 Gennaio 2013 da molinaro
Foto di molinaro

SOFFERENZA D'INSOFFERENZA

stamattina facendo il caffè
ho avuto un momento di nervoso
niente di appariscente ma sai
quando le cose le appoggi con meno delicatezza
e mettendo la tazza sul tavolo
le dici qualcosa come
stai lì bastarda
e pensi com'è stronzo il latte
a lasciare sempre sul pentolino quella riga
a una certa altezza
che poi lavandolo faccio fatica

è che stavo facendo il caffè
ma non volevo stare facendolo
in questo periodo sono - lo ammetto - insofferente
soffro d'insofferenza
qualunque cosa faccio
vorrei stare facendone un'altra
non so quale ma comunque non quella

quando sono in casa da solo poi
non esiste praticamente nemmeno una cosa
che mi vada davvero di fare

neanche leggere libri
ormai dentro tutti i libri
trovo come del caffè da fare
roba che m'infastidisce
non so se potete capire

la mia relazione con la realtà
è una relazione che ho da quasi sessant'anni
non per mia scelta
è stato un matrimonio combinato dall'alto
è una relazione burrascosa
- come tutte le relazioni del resto -
a volte ci amiamo a volte ci odiamo
adesso è un periodo che prevale la seconda cosa

oggi pomeriggio per fortuna
ho da andare a fare un lavoro
non che quello mi piaccia
ma almeno se tutto va bene
porto a casa una trentina di euro
così avrò la possibilità di fare la spesa
e fra l'altro comprare
il caffè che non vorrò, facendolo, fare

 
 
 

En plein air

Post n°1159 pubblicato il 21 Gennaio 2013 da molinaro
Foto di molinaro

Mancano i soldi, c'è la crisi ed è inverno. Concediamoci allora un poco d'estate e di bellezza!

 

 
 
 

La panchina

Post n°1158 pubblicato il 21 Gennaio 2013 da molinaro
Foto di molinaro

LA PANCHINA


faccio una passeggiata fino alla panchina
su cui nel 2007 abbiamo scritto i nostri nomi con un cuore
e poi ogni anno abbiamo aggiunto una nuova data
(compro apposta l'Uniposca bianco)
c'è anche il 2012
ora tocca già al 2013
«certo che alla vostra età...» - direbbe qualcuno
«certo che alla nostra età è molto bello» - risponderei

però i simboli vanno gestiti con cautela
cioè non è che se il Comune di Torino
fa riverniciare la panchina
o i vandali la divelgono
tu mi lasci, vero?

il nostro amore è bellissimo
ha il solo torto di esistere
ma è un torto bellissimo bellissimo

l'esistere
lo priva del classico ululato disperato del poeta innamorato
che in letteratura fa il suo effetto
ma nella vita
amore mio
preferisco averti che ululare
spero tu lo capisca

tutto va gestito con cautela
i simboli vanno presi solo se ci dicono bene
se no va dichiarato
che sono coincidenze prive di significato
è un molto saggio amoroso opportunismo

e tu non farmi ululare mai
non ti sarebbe utile
gli ululati dei poeti disperati
quand'anche generassero divine commedie
per le corrispettive beatrici valgono meno
che il sangue secco delle sue vene
per quella là del De Andrè
hai presente

poi io comunque scrivo
decenti poesie
anche d'amore appagato
e tu lo sai

dunque direi che andiamo ad aggiungere
2013 sulla panchina
(ho ritrovato in casa due pennarelli bianchi
che mi pare funzionino entrambi)
e se poi la riverniciano o rimuovono ce ne fottiamo
il nostro amore
lo decidiamo noi

 
 
 

One Man Telenovela settantasettesima puntata

Post n°1156 pubblicato il 09 Gennaio 2013 da molinaro
Foto di molinaro

Ecco qua la settantasettesima, bella densa, umida, filosofica e demente.

 
 
 

La condizione

Post n°1155 pubblicato il 01 Gennaio 2013 da molinaro
Foto di molinaro

LA CONDIZIONE

La condizione
perché tu e io esistiamo
è questo non esistere, questa distanza
minacciosa, che stringe e allarga, questa
differenza di codici
dove una sillaba illumina e l'altra confonde,
questo cavo d'alimentazione
incerto e traballante, questa connessione
instabile, sintonia variabile
che si perde e si trova, questa
sorgente d'onda non localizzabile
e intermittente, questo rincorrerci
sempre più difficile: se
così non fosse
tu e io saremmo dio
cioè saremmo eternamente nulla.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

ULTIMI COMMENTI

Buona cosa...
Inviato da: anita_19
il 02/07/2020 alle 09:15
 
Bello!
Inviato da: lumachina85
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Era quasi nove anni fa. Qualcosa è cambiato e qualcosa no.
Inviato da: molinaro
il 06/06/2017 alle 11:31
 
Queste tortuose specie di poesie, questo appigliarmi a...
Inviato da: molinaro
il 06/06/2017 alle 11:26
 
Grazie!
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