Creato da moosh il 07/09/2006

on the road

il viaggio continua (e ospito on line la mia sociona zizzola, questo blog è come fosse suo)

 

 

La meta è una sola

Post n°16 pubblicato il 29 Settembre 2006 da moosh

Dedicata a mia moglie. Per mia scelta questo viaggio lo faccio da solo, questo blog non lo leggerà mai. Ho occasionali compagni di viaggio, che ringrazio per la fedeltà con cui mi seguono, ma la mia sella è come il mio cuore, una monoposto.

Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio

o freccia di garofani che propagano il fuoco:

t'amo come si amano certe cose oscure,

segretamente, tra l'ombra e l'anima.

T'amo come la pianta che non fiorisce e reca

dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;

grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo

il concentrato aroma che ascese dalla terra.

T'amo senza sapere come, né quando né da dove,

t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:

così ti amo, perché non so amare altrimenti

che così, in questo modo in cui non sono e non sei,

così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,

così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno

 
 
 

Stairway to Heaven

Post n°13 pubblicato il 25 Settembre 2006 da moosh

Il viaggio è una situazione strana. E' una condizione dello spirito più che del corpo. Puoi essere in viaggio anche restando a casa, oppure essere a casa anche se sei a mille chilometri di distanza. Stronzata filosofica, ma non sapevo come inizare. Che poi... stronzata fino a un certo punto... c'è gente che viaggia e confonde le Barbados con Bordighera. Gente che non viaggia, ma che sa tutto delle Barbados. Di Bordighera magari no, ma chi se ne frega ce lo si può anche mettere. Nel messaggio precedente ho parlato di curiosità e di conoscenza. Se adesso trovo un benzinaio, smetto di spingere la moto e cerco di fare anche qualcosa di culturale, oltre che andare in cerca di fantasmi sulla spiaggia e fare sterrati. Che poi ogni tanto cado... e quando cado sono dolori. Ogni volta. A volte mi chiedo se cadere e rialzarmi abbia senso. Lasciare gli sterrati, seguire la strada potrebbe essere più facile, mi faccio meno male. Ma forse così facendo mi perdo qualcosa. Diluvia. Entro a vedere una chiesa. Il romanico è uno stile che mi piace: pulito, senza tanti fronzoli. Sembra che il dialogo con Dio sia più diretto. Tasto difficile, sapevo che prima o poi in questo viaggio sarebbe venuto fuori. La fede. Mai avuta. Ho fatto la cresima con la cravatta rossa al collo. Mio nonno, vecchio socialista, l'aveva messa come condizione per farmi da padrino. Poi con il passare degli anni le cose cambiano. Cominci a farti delle domande e a cercare delle risposte. Quando ho conosciuto mia moglie queste domande si sono fatte urgenti, e per dare un senso a quella cosa che si fa in chiesa e che si chiama matrimonio ho cominciato a parlare con quel tizio vestito di nero che si chiama prete. All'inizio ero scettico. Lo vivevo come un dovere nei confronti di quella che sarebbe diventata mia moglie. Compreso l'andare a messa la domenica. Poi, con mia sopresa, ho scoperto che il nero è il colore della divisa, ma che possono anche essere simpatici. Non tutti menano, come quello che conoscevo da bambino. E ho scoperto che possono darti alcune delle risposte che cerchi. E che comunque le cose che ti dicono sono buone. Ho scoperto che... ho scoperto la fede.  Ci sono preti buoni e preti cattivi, sono uomini e come tali sbagliano, però quello che importa è il messaggio. Un messaggio di amore incondizionato. Un messaggio che mi ha aiutato a spiegare il dolore del mondo. Questa chiesa mi aiuta a riflettere anche se è umida. Il senso del dolore è uno degli ultimi argomenti con cui ho parlato con il mio amico prete prima che se ne andasse. Per dolore non intendo i reumatismi che questa chiesa in cui mi trovo mi sta facendo venire. Ma il dolore vero. Quello che ti fa dire: ma come può Dio permettere questo? E tu capisci che sei tu che chiedi troppo. Che dai alla felicità un significato allargato. Ho provato a chiedermi. Cosa mi serve per essere felice? Rispondendomi ho cominciato a dire: e se non lo avessi o non lo potrò avere? Sarò infelice? Ho pensato a mia suocera, su una sedia a rotelle da dieci anni per un ictus. Però non ha perso la fede.  Così ho capito che c'è solo di una cosa che ho bisogno: mia moglie. E tra poco mia figlia. Sono la felicità base, quella senza la quale non potrei essere felice.  In questo viaggio a volte mi sembra di avere perso di vista questa verità, ho preso sterrati che mi  hanno fatto allontanare.  Ho incontrato fantasmi che ancora fatico a seppellire, e non so se ci riuscirò mai a farlo del tutto. Forse qualcuno pensa che questa fede sia ipocrita, una stampella per la debolezza umana. Io credo invece nella forza che ne traggo. Ora esco. Anche se fuori piove il viaggio continua

 
 
 

La donna della sabbia

Post n°12 pubblicato il 22 Settembre 2006 da moosh
Foto di moosh

Oggi giornata di riposo. Sono qui, su questa spiaggia, a pensare a quel che ho scritto nei giorni scorsi. Sono solo, in questa stagione e con questo mare durante la settimana non c'è molta gente. Però mi piace così. Ho la tranquillità di pensare a quel che voglio. Però... c'è chi dice che il mare in autunno è triste, senza gente, senza bambini, senza racchettoni, senza poter fare il bagno. In realtà non è triste. Il fatto forse è che dalla spiaggia escono i fantasmi. I miei fantasmi, i mei ricordi. La spiaggia, il mare, sono anarchici per definizione. Non hanno mai una loro forma. Tu pensi di poter pulire la sabbia con il rastrello, ma il giorno dopo è bastato un soffio di vento per rovinare tutto il lavoro. Se poi c'è quello, come me, che ci cammina sopra... meno male che il bagnino non c'è. Penso a tante di quelle cose in questo momento... il mare, la spiaggia... mi fanno tornare a quando ero bambino, quando usavo la sabbia, per fare i castelli, per fare le partite a biglie (su questo argomento ce ne sarebbe da scrivere, dei tempi in cui, se guardavo i fondoschiena delle mie coetanee, era solo per vedere come ci sarebbe venuta una pista), il vulcano... il tempo passa... la spiaggia è sempre lì, però la uso in modo diverso. Le feste serali, le passeggiate mano nella mano, i bagni di mezzanotte. Le fratte, come si usa dire in chat. Perché no? Il mare sa essere il complice perfetto: discreto e affascinante allo stesso tempo. Le giornate pigre, passate a dire: "madonna che caldo", oppure "mi faccio un tuffo, prima di sciogliermi". Adesso sono qui da solo, con la giacca da moto, e vedo tutti questi fantasmi emergere dalla sabbia. Vedo un'ombra di donna, ma è poco più di un miraggio, una sorta di fata morgana. Strano però, con questo tempo i miraggi non ci dovrebbero essere. Eppure è lì, in piedi, mi guarda. E' il fantasma di una donna che su quella spiaggia cerca le stesse cose che cerco io, probabilmente. Risposte. Anzi, no. Domande. La risposta a quel che cerco la ho già. E' a casa che mi aspetta. Sono le domande che vorrei mi venissero fatte. Domande. La curiosità, la voglia di imparare cose nuove, il conoscere sempre qualcosa di pù, è quello che mi fa sentire vivo. Non importa il livello di quel che imparo, la conoscenza mi fa scorrere il sangue nelle vene. La donna mi avvicina, mi sorride. A questo punto mi verrebbe da scrivere una battuta, del tipo che mi si avvicina sempre più e con sguardo magnetico mi dice: "Ciao bello, 30 la bocca 50 l'amore, andiamo?".  Però non la scrivo, non voglio rovinare il momento poetico che ho creato. Lascio la spiaggia e lascio il mio miraggio. Ci sono delle belle strade bianche qui in giro, vado a farmi qualche sterrato.

 
 
 

E' lo tsunami che mi fa esistere

Post n°10 pubblicato il 17 Settembre 2006 da moosh

Oggi non so quante volte mi sono fermato in cerca di qualcosa da scrivere: ho iniziato, ho cancellato e sono ripartito. E' domenica, si viaggia bene, senza il traffico settimanale. Ho tempo per guardarmi in giro. Non so perché, ma sento che questo viaggio si avvicina alla fine. Non è così, però non so se deve continuare perché ho ancora strada da fare o perché non voglio concluderlo. Ho ancora delle curve da affrontare, di questo sono sicuro, e ho una scelta da fare, decisioni importanti da prendere, però rimando. Certo ho bisogno di una pausa. Mi fermo qualche giorno in un posto, devo riordinare le idee e viaggiare più fisicamente che dentro di me. Magari mi faccio qualche giorno di mare e non penso a nulla. Fritto misto, vino bianco ghiacciato, sole, spiaggia... Oppure penso a chi mi aspetta alla fine del viaggio, che è meglio. La "vita di moosh se..." comincio a pensare che non abbia molto senso. I "se" non esistono, esiste la realtà, quel che sono ora. Rincorrendo i "se" rischi di impazzire e di rovinare anche la realtà. Che è bellissima. Fatta di una moglie che mi ama e di Beatrice in arrivo (il mio piccolo tsunami) che scalcia come un canguro. E' per lei che ho intrapreso questo viaggio, a questo punto potrei girare la moto e tornare indietro. Chissenefrega delle curve, della strada, della mia identità come moosh. Cogito ergo sum. Che stronzata. Cogito è vero, ma "sono" in funzione di qualcun altro. Di mia moglie, di mia figlia, di chi mi vuole bene, altrimenti che "sum" a fare? Se vivi nel mondo non ti appartieni più. Solo uscendo dal mondo, andando su un'isola deserta o su un eremo, puoi pensare di essere te stesso, al di fuori di condizionamenti. Ma la sella di questa moto non può essere il mio personale eremo su ruote. E questo blog non è la coperta di Linus. Sono appunti di un viaggio.  Io sono, perché il Mistero ha voluto che fossi e perché c'è qualcuno per il quale io sono. Altrimenti non esisterei. Ho detto "cogito ergo sum è una stronzata". Ma quella peggiore è quella delle monadi. Ciascuna isolata dalle altre, senza alcuna necessità di comunicazione. E allora?  A che servirei? Non sapevo cosa scrivere quando ho iniziato questo capitolo, ora non so più come smettere. Mi sto accorgendo dell'assurdità di tante cose scritte prima. Libertà di che? Di essere solo? C'è un tempo per ogni cosa sotto il cielo, si legge nella Bibbia. La mia vita da individuo l'ho vissuta, le mie esperienze (poche o tante) le ho fatte,  adesso è forse tempo che moosh metta la moto in box. E si ricongiunga a quello che è. Che riconosca chi è. Per fare questo però ho bisogno di una piccola vacanza, una specie di addio al celibato. Senza figona che esce dalla torta o sbronze con gli amici. Meglio far continuare ancora un po' questo viaggio. Voglio fare ancora un paio di curve, un paio di salti fuoristrada, tanto il tragitto oramai è segnato, il box è sempre lì. Moosh torna a casa.

 
 
 

Post N° 9

Post n°9 pubblicato il 17 Settembre 2006 da moosh

vi lancio una sfida..nel mondo dei blog siamo numerosi però ce la si può fare a far girare un messaggio a tutti...è per una causa buonissima
ANTIPEDOFILIA!
Perchè episodi come il piccolo TOMMY, DENISE E I 2 FRATELLINI SCOMPARSI siano solo un brutto ricordo per tutti.Daremo un segnale...crediamoci insieme!

Ricopiate sul vostro blog questo stralcio e vediamo quanti di noi riescono realmente a dar vita a questa campagna e, dopo averlo copiato aggiungete la vostra firma..come dire IO CI STO!!!!

 

combattiamo insieme.

IO CI STO

 Questo me l'ha segnalato un amico... vale la pena sospendere per pochi minuti il viaggio per leggerlo.

 
 
 

STOP PEDOFILIA

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vi lancio una sfida..nel mondo dei blog siamo numerosi però ce la si può fare a far girare un messaggio a tutti...è per una causa buonissima
ANTIPEDOFILIA!
Perchè episodi come il piccolo TOMMY, DENISE E I 2 FRATELLINI SCOMPARSI siano solo un brutto ricordo per tutti.Daremo un segnale...crediamoci insieme!

Ricopiate sul vostro blog questo stralcio e vediamo quanti di noi riescono realmente a dar vita a questa campagna e, dopo averlo copiato aggiungete la vostra firma..come dire IO CI STO!!!!

 

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