Creato da mtbstefo il 17/01/2010

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Ancora Prato Piazza... (e chi si stufa...?)

Post n°141 pubblicato il 31 Ottobre 2011 da mtbstefo

Ebbene sì... anche se ci sono già stato ieri, ho deciso di tornare anche oggi... in bici però!
Troppo freddo sulle ciclabili, in gran parte immerse nell'ombra del fondo valle... e poi avevo voglia di tornare al Vallandro per quella che, al 99%, sarà l'ultima ascensione del 2011.

Con piacevolissima sorpresa... il cielo oggi era più limpido di ieri: uno spettacolo!

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Qui la traccia gps...

 
 
 

Colori di un autunno speciale...

Post n°140 pubblicato il 30 Ottobre 2011 da mtbstefo

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Toccata e fuga... in Val Fiscalina!

Post n°138 pubblicato il 23 Ottobre 2011 da mtbstefo

E' passato più di un anno dalla mitica ascensione in maglianera allo Strudelkopf: l'appuntamento di fine stagione con le Dolomiti non può più essere rimandato…
Occhi puntati quotidianamente sull'evoluzione del meteo e mente fissa sul ricordo di panorami, canederli e weiss conditi da immancabili risate… A distanza di una settimana le previsioni meteo, inizialmente sconfortanti,  mostrano una tendenza al miglioramento per il w-e del 22-23 ottobre. E' prevista un'ondata di maltempo e freddo a metà settimana, ma una corrente anticiclonica sembra voler prendere il sopravvento e ripulire completamente il cielo per sabato 22… E' la volta buona: ci sarà freddo… ma a quello si troverà rimedio!
Le adesioni tardano ad arrivare: a parte gli impegni o altre impossibilità del momento, è il rigido clima alpino a inibire i potenziali partecipanti…
Non mollo… e, giorno dopo giorno, i dubbi iniziali di alcuni si trasformano addirittura in proposte sui possibili percorsi; la carica è in aumento, al punto tale che all'ultimo momento si lascia travolgere anche il 4° elemento... e il numero minimo è raggiunto… è fatta!
E' già Giovedì… e non resta molto tempo per i preparativi; le webcam mostrano le ultime imbiancate sui possibili obbiettivi… ma le previsioni (ora attendibili) decretano la più desiderabile delle situazioni (relativamente a questo periodo) con un incoraggiante "molto soleggiato"!
Venerdì, ore 19:15, inizia il carico dell'ammiraglia. Alle 19:30 siamo tutti in vettura in direzione Reggiolo-Rolo, con 4 bici sul tetto… una vera e propria vela con la quale solcheremo la A22 del Brennero fino a Bressanone, alle porte della Val Pusteria.
A parte un breve tratto di coda in prossimità di Affi, il viaggio fila più che liscio e varchiamo il casello di Bressanone pochi minuti dopo le 22. Il primo obbiettivo è trovare un posto in cui celebrare il rito di apertura della trasferta: 4 weiss e magari qualcosa da mettere sotto ai denti,  ma non è cosa facile a quest'ora… Decidiamo di fermarci a Brunico, fiduciosi in un brindisi alla rinomata Stube della Forst: niente da fare… chiusa per ferie! Tentiamo in un altro locale… ma la cucina è chiusa da un quarto d'ora: niente da fare, qui non si fanno eccezioni. Quasi rassegnati a una spaghettata in casa, tentiamo in una pizzeria ormai vuota: chiedo senza alcuna speranza se fanno ancora da mangiare e, quasi ridendo, la gentile cameriera ci fa accomodare in sala. Pizza, oltretutto buona, e weiss… spettacolo!!!
Ripartiamo alla volta di Monguelfo. Man mano che risaliamo la valle la colonnina di mercurio si abbassa sempre più; in compenso la temperatura del gruppo è in netto rialzo…
Arrivati a Monguelfo, una volta sistemate le bici in garage, scarichiamo la diligenza e ci ritiriamo al calduccio… Tra una chiacchiera, un nocino e uno sguardo ala cartina.. non si va a letto prima delle 2:30… ma non è un problema, la sveglia è puntata per le 8:30, anche perché bisognerà aspettare che la temperatura raggiunga almeno gli zero gradi!
Niente da segnalare durante le (poche) ore di sonno… se non il roboante sottofondo regalatoci dal 4° elemento…
Sabato, ore 8:15. Il sole filtra già tra le fessure delle serrande. Sul terrazzo, mentre il termometro segna un interessante -3,9°C, il Picco di Vallandro con le sue striature bianche di neve mi dà il buongiorno…
Caffettino, vestizione e nel giro di neanche mezz'ora siamo nel garage a "sellare i cavalli". Ci dirigiamo subito alla ricerca di un bar: rapida colazione, una breve commissione del Gallo, quindi imbocchiamo finalmente la ciclabile della Val Pusteria, direzione San Candido. Già… dopo varie consultazioni e valutazioni, si è deciso di andare verso Sesto, quindi nell'incantevole Val Fiscalina.
L'aria è gelida, ma nei tratti esposti al sole, si riesce a stare abbastanza bene. Nel tratto più aperto della valle, tra Monguelfo e Villabassa, spira un gelido venticello… ma ben presto, dopo la salitella all'imbocco della Val di Braies, le gambe e tutto il corpo vanno in temperatura…
Proseguiamo sulla ciclabile fino a Dobbiaco Nuova, dove imbocchiamo la ciclabile alta per San Candido, un'incantevole stradello tra i boschi; l'ombra tanto ricercata nei mesi estivi si rivela pian piano una vera e propria insidia, provocando i primi geloni a mani e piedi… ma ormai siamo già a San Candido, sotto la pista Baranci. Seguiamo le indicazioni per Sesto e di lì a poco riprendiamo il bosco: stavolta la strada è in salita… ragion per cui il freddo (costante) dà meno fastidio.
Finalmente raggiungiamo l'abitato di Sesto: nel tratto che collega il paese alla successiva frazione di Moso la ciclabile si immerge in verdi prati coronati da boschi di conifere, sovrastati a loro volta da spettacolari massicci rocciosi e ardite guglie. Ha inizio lo spettacolo. A Moso, all'imbocco della Val Fiscalina, seguiamo le indicazioni del percorso ciclabile… una meravigliosa stradina sterrata che con rampe apparentemente dolci (in realtà con pendenze variabili tra il 10 e il 13%) ci porta alla quota dell'ultimo parcheggio. Di lì in avanti è delirio puro: sovrastati dall'imponenza dei Tre Scarperi, si procede in direzione sud-est, puntando la ruota anteriore verso il fondo valle, ai piedi di Sua Maestà Cima Una.

Val Fiscalina

Il sole e il panorama mozzafiato rendono quasi inavvertibile il freddo e in men che non si dica arriviamo alla Capanna di Fondovalle, oggi ribattezzata Rifugio Drei Zinnen (Tre Cime). Siamo a quota 1.550 m, può sembrare poco…. ma con queste temperature ci si può accontentare!

Tre Scarperi

Il sole scalda che è una meraviglia… tant'è che, una volta cambiati e rivestiti, decidiamo di pranzare all'aperto. Brindisi di rito con freschissima weiss, quindi si dà inizio ad una vera abbuffata di piatti tipici: un mega tagliere di salumi e formaggi, quindi canederli di formaggio pressati sul insalata di crauti e uova con speck su patate saltate… libidine allo stato puro!!!

a tavola!

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Ben presto il sole si nasconde dietro a Cima Una… e improvvisamente la temperatura crolla, al punto tale che siamo costretti a ritirarci all'interno del rifugio per il caffè.
Sono ormai le 14:30 ed è purtroppo ora di lasciare questo paradiso terrestre. Ci rivestiamo, indossando tutto l'abbigliamento a disposizione… quindi, imbacuccati come se dovessimo affrontare una spedizione polare, ci avviamo sulla discesa che riporta verso l'abitato di Moso, dove finalmente, uscendo dall'immensa ombra di Cima Una, ritroviamo il sollievo del sole.
Foto ricordo con alle spalle il paradiso della Val Fiscalina… poi via verso la Val Pusteria.

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Val fiscalina

Una volta arrivati a Dobbiaco, per evitare di percorrere la stessa strada dell'andata e per cercare di sfruttare il più possibile gli ultimi raggi di sole, decido di passare sul versante nord della valle, risalendo fin quasi a Santa Maria (Aufkirchen) e ridiscendendo poi a Villabassa.
Alle 16:30 siamo già in casa, con i "cavalli" già caricati sull'auto: una doccia veloce e poco dopo le 17:00 siamo già diretti verso l'autostrada: un tempismo perfetto. Ci sta pure una sosta da Lanz, all'uscita della Val Pusteria, per un caffè, una fetta di torta e l'inizio delle battute che ci accompagneranno per tutto il viaggio di ritorno da questa ennesima, ma ogni volta unica, avventura.
Grazie a tutti!

Alla fine ci siamo sparati quasi 63 km e 900 m di dislivello, tutti rigorosamente "intorno allo zero"... ma cosa sono i numeri in confronto a ciò che ancora rimane impresso nei nostri occhi?!

Qui la traccia gps...

 
 
 

Raduno MTB Val d'Enza... alla faccia!!!

Post n°137 pubblicato il 25 Settembre 2011 da mtbstefo

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Folto gruppo di maglienere (manca KTM in foto... ma c'era!) all'appuntamento di San Polo d'Enza.

Percorso degno di una GF seria... veramente tosto!
Salite spaccagambe a ripetizione e spettacolari single-track tra i boschi del nostro Appennino tutto da scoprire!

Un agguerritissimo gruppo di testa (frequentato e "sbattagliato" dai ns. mitici Rambo & Portioli), tanta simpatia, un percorso veramente bello (quanto duro...) e un piacevole clima amichevole tra tutti i partecipanti: 10 e lode!

Sicuramente da rifare...

Qui la traccia gps...

 
 
 

VAL DI FASSA BIKE: « si fa dare del Voi . . . »

Post n°136 pubblicato il 12 Settembre 2011 da mtbstefo

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Dopo l'impresa della DSB, perchè non riesco a definirla diversamente pensando al mio allenamento sulle lunghe distanze, che apparentemente poteva "chiudere" questa fantastica stagione... ho dovuto fare i conti con due "tacche" non proprio facili da scalfire sulla canna della Scalpitante...

In Valtellina, a fine Luglio, ho ritrovato per il secondo anno consecutivo un percorso decisamente duro, al punto da mettermi in crisi nonostante la preparazione "speciale" di Luglio (DSB + qualche altro giretto in Val Pusteria): 30 km con i crampi... un'esperienza difficile da dimenticare!

In Val di Fassa, al rientro da un mese "in altura" con migliaia e migliaia di metri di dislivello nelle gambe (sia pedalati che camminati), nonostante la cautela e la "riverenza" maturate leggendo recensioni, racconti e comunque cercando di memorizzarne l'ardito profilo altimetrico... mi sono trovato a spendere tutte le riserve possibili e immaginabili! Beh... forse non proprio tutte; a giudicare da come sto oggi... forse si poteva "osare" qualche dente di pignone in meno nelle ultime salite... ma è la storia del "senno di poi" e comunque, sia ben chiaro, a me va bene così!

Di tutte le cose lette e delle aspettative su questa gara... mi sento di rivedere un'unica considerazione: il famigeratissimo e temutissimo "Lusia" (o, più precisamente, Cima Le Cune).
E' vero... è un "salitone" ininterrotto di circa 7 km e 1.000 m di dislivello, piazzato per di più all'inizio della gara; ma, tutto sommato, essendo praticamente tutto pedalabile e piuttosto regolare, non l'ho trovato assolutamente più duro del Monte Elmo. E' vero... la strada si impenna a pochi metri dallo start, ma è altrettanto vero che in quella frazione della prova si hanno a disposizione, benchè ancora un po' freddi, tutte le forze possibili!
Anche la seconda salita (Pociacie), con quella terribile cementata iniziale, si è fatta temere parecchio sui vari forum (e anche dal vivo confesso che fa un certo effetto...), ma dopo quello strappo ammazza-gambe la strada si inerpica molto molto regolarmente fino al secondo GPM... per di più all'ombra di un bel bosco (che ieri era preziosa quasi come l'acqua...)!
La vera difficoltà della gara, a mio modesto parere, si cela all'ombra (in realtà molto rara) dei due "denti" finali: due dislivelli consecutivi di circa 500 m di per sè non dicono molto... ma se affrontati intorno a mezzogiorno (con il termometro inchiodato a 31°C a Moena) con in tasca solo gli spiccioli rimasti dai primi due GPM... beh, la storia cambia decisamente!

Ma veniamo ai dettagli di questa rovente pedalata nel cuore delle Dolomiti, una prova condotta per lunghi tratti "in solitaria", nel senso che, a parte le "ammucchiate" iniziali sull'Alpe di Lusia,  spesso mi sono trovato a salire o scendere per strade forestali completamente deserte...
Il preambolo, sicuramente degno di essere ricordato, è il viaggio insieme a Roberto, Massimo, Tiziano e il mitico Busco... ma come non citare la piacevole cena tipica condita con le immancabili battute di Umberto e Gino: indescrivibili e, soprattutto, irripetibili!
Domenica mattina la sveglia suona alle 6:00... anche (mi dispiace...) per quelli che, iscritti al percorso Classic, partiranno un'ora dopo di noi: colazione, vestizione.. e siamo già alle macchine per mettere a punto l'assetto dei mezzi. Logisticamente siamo piazzati alla perfezione, con albergo e "officine mobili" nelle vicinanze della griglia di partenza; nonostante ciò riesco a dimenticare in auto il kit con gli attrezzi, per cui mi tocca uscire dalla griglia e correre a rimediare a neanche 10' dal via!
Ore 9:05. Start! Musica a tutto volume, il serpentone si stende sulle strade di Moena e si allunga sull'attacco dell'Alpe di Lusia. La strada si stringe sempre più e la pendenza, sommata a un fondo lievemente smosso, obbliga a mettere giù il piede... Non c'è niente di più fastidioso in questa fase così concitata...
Ben presto si imbocca la forestale, decisamente più ampia, e le cose si sistemano.
La salita è regolare e, a parte un breve tratto con fondo molto smosso e scivoloso, percorro i 7 km che portano a Le Cune con meno fatica del previsto.
Sosta d'obbligo: è passata circa 1 ora e 15' dalla partenza, e uno spuntino ci vuole... Preparo pure una borraccia con sali e magnesio: il caldo comincia a farsi sentire... e non voglio rischiare i crampi che mi hanno devastato negli ultimi 30 km della GF Alta Valtellina!
Discesa molto ripida, infastidita da frequenti e pericolose cunette infossate e da una doppia cementata da affrontare con molta attenzione...
Poco prima della micidiale cementata di esordio delle Pociacie incontro Paola: percorreremo più o meno insieme tutta la salita, fino a quando non troviamo Andrea fermo a lato della strada forestale. Ripartiamo in tre e raggiungiamo l'agognato ristoro del 2° GPM. Decido di fermarmi per una sosta fisiologica e per un altro breve spuntino, mentre Paola e Andrea proseguono; quando rimonto in sella mi ritrovo solo... E' la compagnia ideale per questa ennesima prova, in fin dei conti quella di tante soddisfazioni che mi sono tolto quest'anno sui pedali!

Mi sento in forma e affronto con sicurezza questo secondo discesone, che nell'ultimo tratto erboso ricalca una pista da slalom gigante... con tanto di bandierine!
Attraverso le vie lastricate di Pozza e, appena fuori dal caseggiato, su una strada bianca che comincia a risalire il versante del 3° GPM vengo assalito da un attacco di crampi ad entrambi i quadricipiti. Rivedo in un attimo il "film" della Valtellina. Mi cade lo sguardo sul Garmin: mancano su per giù 30 km... è panico!!! Innesto immediatamente il rapporto più agile e non smetto di pedalare; bevo e pedalo, bevo e pedalo... Pian piano la morsa si allenta e con molta cautela, terrorizzato dall'incubo di dover convivere con questa ulteriore insidia fino alla fine, mi avvicino pian piano alla prima delle due ultime ed interminabili salite della giornata.

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La terza salita si abbatte sulle mie gambe, appena estratte dalle fauci dei crampi, pure con l'inganno: all'inizio della salita un cartello giallo indica "lunghezza 5,00 km, dislivello 400 m, pendenza media 7%". Lì per lì di gran conti a mente non ne ho fatti... ma, dopo circa 2 km pedalati con pendenze rilevate tra il 16% e il 19%, ho cominciato a chiedermi come avessero fatto a calcolare la pendenza media... mah!
Sono esausto e sto spingendo al "minimo sindacale" con un timidisimo "26-36", più per la paura di innescare nuovamente i crampi che per la stanchezza... quando finalmente la strada inizia a spianare e mi ritrovo in un grande spiazzo a 1.700 m di quota. A fianco di una poderosa catasta di tronchi è allestito il 4° ristoro. Scendo dalla bici, la appoggio alla catasta e, dopo essermi servito al banchetto, mi siedo per 5' abbondanti all'ombra dei tronchi. Mancano ancora 20 km e, soprattutto, una salita... che alla fine chiamerò "la salita", una sorta di rampa di lancio asfaltata che risale il versante della Malga Panna, dritta come un fuso, spietatamente senza tornanti!
Il copione è sempre lo stesso: guardo la salita e i biker che arrancano zig-zagando sul muro bitumato, innesto il rapporto più agile e, a testa bassa, inizio la mia arrampicata... Devastante, ma devastante è soprattutto il pensiero di dover scalare altri 300 m e un fatidico tratto con una mostruosa pendenza dichiarata del 29%!
In realtà, dopo la Malga Panna, la forestale spiana leggermente e, a parte la rampa lastricata al 25-30% di pendenza (che, senza nemmeno pensarci, percorro a piedi), raggiungo il 4° GPM senza grossi problemi.
Non mi tornano i conti sull'altimetro: 2.660 m risaliti contro i 2.760 dichiarati... dove sono i 100 m che mancano all'appello?! Non mi fido della strada che spiana e pian piano inizia a scendere... tant'è che al primo uomo del servizio che incontro chiedo: "siamo sicuri che è finita la salita?!" e lui risponde "sì! Vai... è tutta discesa!". Godo... e dopo una paio di stretti tornanti mi ritrovo su una ripida discesa infestata da grosse pietre, radici e bruschi cambi di direzione. Le gambe si rilassano (beh... per modo di dire, perchè è assolutamente sconsigliabile cercare di stare in sella), ma inizia un faticoso lavoro di braccia... e soprattutto di testa!
la discesa sembra non finire più... tanto che i freni grugniscono come porci al macello e l'odore acre delle pasticche roventi mi si attacca in gola. Sfinito dai continui sobbalzi, imbocco una ripida stradina asfaltata con visuale piuttosto ampia: mollo i freni per dare un po' di sollievo ai dischi... mi cade l'occhio sul Garmin: 62 km/h! Vi metterete a ridere... ma per me è troppo, soprattutto in quelle condizioni!
Finalmente sono a Moena e inizio l'avvicinamento al traguardo sulla bella ciclabile che costeggia il torrente. Non stacco gli occhi dall'altimetro, nel timore di ritrovarmi prima o poi, in questi ultimissimi km, quei 100 m di salita che non fanno tornare i conti... Fortunatamente questa salita non esiste e, imboccato il pavè transennato nella zona pedonale di Moena, mi lancio a tutta verso l'agognato striscione d'arrivo: è fatta!

Il resto della squadra è piazzato sulla spianata di un bar, proprio a fianco dell'arrivo. Li raggiungo e non faccio in tempo ad appoggiare la bici che mi ritrovo seduto con una bella weiss in mano!
Il clima è euforico: mentre mi raccontano dell'exploit di Tiziano (li ha letteralmente "messi dietro" tutti, inclusi i ns. "élite" con le ruotone...) il Busco taglia il traguardo ed è subito gran festa...

Che dire... ancora una volta gran compagnia... gran posto... gran giornata di sole (forse un po' troppo calda) e, modestia a parte, un bel "tresette" nel circuito Nobili MTB 2011 (scelte e completate 7 prove su 7  e... un inaspettato 7° di cat. in ordine di km totali, classifica peraltro inesistente... ma il numero faceva comodo per completare la battuta... ), iniziato il 13 marzo con la pioggia battente di Monteriggioni e coronato con le dorate Dolomiti della Val di Fassa...
Chiedere di più... sarebbe stato chiedere troppo.


Qui la traccia gps...

 
 
 

Ancora qui...

Post n°135 pubblicato il 03 Settembre 2011 da mtbstefo

Ebbene sì...
... non abbiamo resistito un giorno di più nel forno della bassa padana... e siamo tornati in Val Pusteria!

Non è proprio così... ma ci siamo riusciti bene! E allora perchè non usare il portabici montato sulla cappotta della fida "ammiraglia"? E' l'occasione giusta per fare prendere una boccata d'aria buona anche alla Fedelissima altrimenti detta numerodue!

Giornata splendida e ancora scaldata da temperature decisamente estive; siamo in fase di "immagazzinamento banane" per la Val di fassa Bike... quindi ci vuole un giretto tranquillo e rodato... Prato Piazza è la meta perfetta, magari pedalata in tranquillità.

Parto non presto, alle 11:00 suonate e mi avvio sulla ciclabile verso la Val di Braies; il copione ormai è noto... ma ogni volta riesce a regalarmi un gusto e una fatica sempre nuovi... e poi avevo voglia di cavalcare la mia Fedelissima!

Arrivato a Prato Piazza la tentazione di risalire fino al Monte Specie è forte... ma resisto e mi convinco a risparmiare un po' di gamba per la prossima settimana ficcandomi dentro al mitico Rifugio Vallandro: Radler e fettazza di strudel... il solito!

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Al Rifugio Vallandro (2.050 m): il Gruppo del Cristallo con le prime nuvole (dopo quasi un mese ininterrotto di giornate splendide...)

Discesa per Carbonin, quindi Val di Landro, Dobbiaco, Villabassa... e di nuovo Monguelfo: questa sera festa del cioccolato in paese... olè!

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Il lago di Landro... o almeno ciò che ne rimane! E pensare che poco più di un mese fa avevano persino deviato la ciclabile perchè completamente allagata!

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Landro, all'imbocco della Valle della Rienza: sosta contemplativa...

... e come si fa a pensare che questo non sia un paradiso??? ;-)

 
 
 

Cornetto di Confine: sempre tosto, sempre spettacolare!

Post n°134 pubblicato il 26 Agosto 2011 da mtbstefo

Venerdì 26 agosto, ferie agli sgoccioli, tempo ancora stupendo, gambe piene di km  in lunghezza e in altezza (!)… ma sulla canna della Scalpitante manca ancora una tacca: il famigerato Marchinkele o… Cornetto di Confine!
Il caldo degli ultimi giorni (anomalo, ma qui ampiamente e piacevolmente sopportabile) e la particolare esposizione della salita finale consigliano di anticipare il ritrovo alle 8.30… ma alle 8.00 arriva via sms il primo ed unico ritiro possibile: il compagno di pedalate del piano di sopra è stato male durante la notte e rinuncia al giro. Per un attimo ripenso al programma… ma mentre guardo le nuvole mattutine alzarsi scoprendo le prime cime decido: si va. Da solo, proprio come la prima volta al Cornetto.
Parto alle 8:45, come da programma; temperatura 15°C scarsi, quasi una sorpresa dopo giorni con temperature africane. Decido di avvicinarmi con calma, per cui raggiungo Dobbiaco attraverso la ciclabile: se poi dovesse rimanere qualche "spicciolo" dopo il salitone… vedrò di giocarlo nel ritorno.
Imbocco la Valle di San Silvestro e, dopo un tratto asfaltato piuttosto mite e scorrevole, inizio ad arrampicarmi sulla forestale che porta alla Malga San Silvestro (1.800 m). Breve sosta per il rabbocco della borraccia, quindi… si parte!
Al primo bivio seguo i cartelli escursionistici… e dopo 3-4 rampe al 19% (che decisamente non ricordavo), giunto al punto in cui la strada si interrompe ai piedi di una chiesetta, capisco di aver sbagliato strada! Proprio come la prima volta… quando seguendo le indicazioni escursionistiche al bivio che precede la Malga, mi ritrovai sull'impervio sentiero "1" (utilizzato dagli amanti della discesa "hard" per il rientro dal Cornetto).
Risalendo una ripida traccia di sentiero scorta a fianco della chiesetta mi riporto sulla strada militare, quindi riparto alla volta della sella di confine tra Italia e Austria. La salita non molla per un attimo: pendenza costante intorno al 10-11%, con brevi tratti che si spingono oltre il 16%. Ma non è tanto la pendenza a rendere dura questa ascensione… quanto la lunghezza!
Oltre i 2.000 m di quota gli spettacolari tornanti diventano una sorta di terrazza panoramica sulle Dolomiti: uno spettacolo incredibile, reso ancora più suggestivo dal silenzio e dall'austerità di questa spoglia ed abbandonata strada militare. Peccato per la foschia…

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Continuo a salire senza fermarmi e, mentre l'altimetro accumula decine su decine di metri, il respiro comincia a farsi più affannoso. Mi sono tenuto il "36" di scorta… ma, ormai a quota 2.500 m, nell'ultima rampa devo scalare e proseguire con il rapporto più agile a disposizione… quindi scorgo in lontananza la stele di ferro dello "Stoneman" ed è fatta!

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Foto di rito davanti alla stele, un piacevole scambio di chiacchiere con un biker italiano (l'unico incontrato quassù oltre a due tedeschi), una capatina alla cima che sovrasta la sella (2.550 m circa) per immortalare il panorama e sostare nel silenzio… quindi è già ora di scendere.

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Mi avvio per la discesa "hard", che non ho mai fatto…. ma dopo averne perlustrato e provato il primo tratto decido di rinunciare: è un single-track cosparso di pietre taglienti e per di più non c'è anima viva nel raggio di km… Non ho voglia di rovinare l'ultimo giro con probabili noie (pneumatici non adatti e sicuramente esposti a forature se non squarci) o, peggio ancora, guai… Risalgo quindi il sentiero e imbocco nuovamente la strada militare.
La salita tanto sudata e pedalata negli ultimi metri in affanno è ora una ripida e rapida discesa…. e nel giro di una mezzoretta scarsa mi ritrovo nuovamente alla Malga San Silvestro dove mi rifocillo con una fettazza di Strudel (ottimo) e una fresca "Radler".
Riparto e comincio a pensare dove spendere le ultime energie lungo la strada del ritorno. Arrivato all'imbocco della forestale decido di virare verso ovest, seguendo l'indicazione Franadega e tentando di portarmi verso l'adiacente Val di Casies. Risalgo una strada ben asfaltata e deserta (sono ormai le 14) per circa 250 m di dislivello, quindi, scorgendo l'indicazione per Unterplanken (Planca di Sotto - Val Casies), trovo conferma del mio obiettivo e proseguo. Imbocco una bella forestale e dopo un paio di dolci salitelle scollino e mi ritrovo sul versante nord-ovest del Monte Rota: sono praticamente in Val Casies! Un'infinita discesa sterrata, ma ben battuta e tutta all'ombra, mi conduce a Planca di Sopra, dove imbocco la ciclabile della Val Casies che mi riporta direttamente a casa. Ma che bella scoperta!

Qui la traccia gps...

 
 
 

Caldo record!

Post n°133 pubblicato il 20 Agosto 2011 da mtbstefo

Giornata estiva, con temperature da pianura padana (oltre 30°C)... ma non  farei cambio neanche per sbaglio!!!

Partiti alle 9.30 da Monguelfo ci dirigiamo verso Villabassa; in programma ci sarebbe la salita al Cornetto di Confine... ma il compagno di viaggio tira un po' indietro e il caldo già dalle prime ore del mattino preannuncia un probabile calvario su quei 700 m di salita sotto la randa del sole. Decidiamo di portarci comunque fino alla Malga San Silvestro... poi decideremo.
Percorriamo la ciclabile fino a Villabassa per scaldare (fa quasi effetto dirlo oggi...) un po' le gambe, quindi imbocchiamo la salita che si inerpica sul versante sud del Monte Costa e ci avviciniamo all'attacco della forestale che sale sul Monte Rota. L'aria è già molto calda e il passaggio dell'acqua dalle borracce alle maglie intrise di sudore è talmente breve da non farci gustare nemmeno un sorso...
Saliamo fino ai 1.800 e passa m del Monte Rota attraverso una fiabesca strada, a tratti un po' smossa, che serpeggia nel verde bosco che ammanta questo piuttosto anonimo rilievo: a vederlo dal fondo valle non gli si dà molta importanza... ma pedalarlo è esperienza tutt'altro che agevole!
In cima a Monte Rota imbocchiamo la discesa che ci riporta a Franadega, al mitico bivio tra il "corto" e il "lungo" della DSB: praticamente abbiamo fatto la prima salita del "corto" in senso contrario. Quindi viriamo verso est, verso la verdissima e ripida Valle di san Silvestro.
Dopo qualche km e circa 400 m di dislivello positivo raggiungiamo la Malga San Silvestro, appena ristrutturata. Il tempo di cambiarci (siamo inzuppati di sudore), di riempire le borracce e ripartiamo alla volta di Versciaco, abbandonando definitivamente l'idea di salire al Cornetto: sarà per la prossima volta...
La strada forestale che scende verso Versciaco è quasi tutta in ombra: una specie di tunnel verde, una sorgente di frescura preziosa in questa torrida giornata di agosto. Dopo aver pure sbagliato strada (con conseguente risalita per un centinaio di m...), imbocchiamo la strada asfaltata che scende a Versciaco e approfittiamo per una sosta "tecnica" da Kathy, mitico Gasthoff sulla strada: Strudel e Birra (con pompelmo) di rito.
Si riparte: i quasi 1.400 m di dislivello e, soprattutto, il caldo ci hanno devastati. Ancora 25 km buoni prima della doccia (e divano), praticamente tutti controvento (caldissimo) e sulla interminabile ciclabile asfaltata.
A parte questa calura infernale... gran bel giro, sicuramente da rifare!

Qui la traccia gps...

 
 
 

Sgambata con sorpresa finale...

Post n°132 pubblicato il 17 Agosto 2011 da mtbstefo

Altra piacevole sgambata in compagnia del vicino di casa: tra le chiacchiere dell'aperitivo di Ferragosto sono usciti nomi di località a me note... ma mai abbastanza da annoiarmi! Scappata quasi come una battuta tra tra un bicchiere e l'altro... non abbiamo esitato oggi a materializzare l'accoppiata Baranci - Prato Piazza, con partenza da Monguelfo ovviamente. Sole, belle salite, chiacchiere, panorami stupendi... e l'immancabile pranzo-merenda "Weiss & Strudel" al Rifugio Vallandro!

Una 70ina buona di km condita con 1.500 m di dislivello. Qui la traccia GPS...

Ma non è finita qui!

Grazie ad Andrea siamo riusciti a fissare un appuntamento con i meccanici più ambiti della Val Pusteria. A pochi km da casa infatti, nel microscopico paese di Anterselva di Sotto, Roel Paulissen e Hannes Pallhuber hanno da poco aperto un negozietto (RH Racing, concessionario Merida, Gt e... C'dale ovviamente!), sotto al quale si cela un'immenso e atrrezzatissimo garage-officina nel quale questi due simpatici e singolari "meccanici" mettono a disposizione esperienza, efficienza e soprattutto molta simpatia!
Unico difetto, se può essere definito tale... aperto solo al pomeriggio... al mattino vanno a girare in bici!

RH_01

Hannes alle prese con la Flash di Andrea...

RH_02

Hannes e Roel... sotto la divisa, due disponibili e qualificati meccanici!

 
 
 

Salita al "Nido d'aquila"...

Post n°131 pubblicato il 16 Agosto 2011 da mtbstefo

Dopo un Ferragosto nuvoloso e bagnaticcio, il sole torna a dominare la scena di questo insolito, ma alquanto piacevole, mese di agosto...
La parola d'ordine è "salire"... e non perdere un minuto di questa promettente giornata!

Il mirino è puntato da tempo... aspettavamo solo la giornata giusta: Rifugio Fonda Savio (2.367 m), un vero e proprio "nido d'aquila" incastonato tra le spettacolari guglie dei Cadini di Misurina. 600 m di dislivello, neanche tanti per guadagnarsi un panorama decisamente mozzafiato, qualche passaggio un po' esposto, una rudimentale scaletta in legno per salire gli ultimi metri... ma l'obbiettivo è stato raggiunto. Se ne è valsa la pena? Giudicate voi... io non aggiungo altro!

01

Salendo da "Plan degli Spiriti" (1.900 m) verso il Rifugio Fonda Savio: sullo sfondo la 'Croda Rossa' di Braies (al centro) e il 'Monte Piana' (a destra).

02

Girandosi verso destra... ecco svettare tra i Monti Pallidi la 'Torre dei Scarperi'.

03

Ecco spuntare il rifugio, dopo circa 300 m di dislivello...

04

Il Rifugio Fonda Savio... posizione niente male! Tra l'altro offre un menù da 10 e lode...

05

I Cadini di Misurina, visti dal rifugio Fonda Savio. Notevoli...

06

Salendo sulla cresta che sovrasta il rifugio, uno sguardo sulle Tre Cime di Lavaredo: una vista che mi mancava...

07

...adesso direi che mi manca solo quella dall'alto! ;-)

 
 
 

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LA PREMIATA SCUDERIA...

• Il "ferro" •
LYNSKEY PRO29 VF 2011
(in corso di allestimento)

Lynskey PRO29 VF 2011

 

• numeroventinove •
CANNONDALE SCALPEL 29er Carbon 2013
(customized mtbstefo)

numerouno

• Telaio: Scalpel 29er BallisTec Hi-Mod
• Amm. post.: RockShox Monarch RT3
• Forcella: Lefty Hybrid 29er XLR 100 mm
• Guarnitura: C'dale Hollowgram SI 36-22
• Cassetta pignoni: Shimano XTR 11-36
• Cambio ant.: Shimano XTR 2011
• Cambio post.: Shimano XTR 2011
• Comandi cambio: XTR 2011
• Freni: Shimano XTR 2011
• Ruote: Mavic Crossmax SLR Disc 29er
• Manubrio: Truvativ
• Sella: San Marco Mantra

numerozero •
SPECIALIZED SIRRUS (1990)
"eterna"

Sirrus

 

VECCHIE GLORIE...

• numerouno •
CANNONDALE SCALPEL 1 2011
"Scalpitante"

numerouno

numerodue •
CANNONDALE TAURINE SL 2009
"Fedelissima"

tau1

SCOTT GENIUS TWENTY 2009
"numerounopersempre"

genius twenty

SCOTT GENIUS MC50 2007
"lamiaprimagenius"
genius mc50

SCOTT ELITE RACING 2004
"laprimavolta"

Scott Elite Racing

 

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