Creato da myriamy74 il 02/11/2007

sbagliando

non ho imparato

 

 

Post N° 27

Post n°27 pubblicato il 03 Gennaio 2008 da myriamy74
 

Dimenticanza

Mi distacco con fiato che diventa azzimo

Lievita il disappunto, si dilata il disinganno

Sono la freccia al centro, l’essenziale è.

Il mio cuore carta pesta, un infuso di sensi

La gente non è presenza, è un’ assenza ossuta

Piccola e fragile, vaga come un cane randagio

Viali alberati di inedia e viole del pensiero

Fiori e altare, una preghiera che cola come cera

Pensieri e perdite di memoria a caso

Il vento, scala di un viandante: una piena

Scendere e salire, correre e cadere

Respirare memorie e canti

Metri di tempo come un campo di grano

Giallo, colore e atmosfera tersa

Ho gettato la spugna, mentre cancellavo un ricordo.

Eri in piedi come un viaggiatore ansante.

Desideravi cogliermi come un fiore, in un abbraccio prendermi

il tempo  ti ha aspettato, ma una danza chiama

La dimenticanza è l’oppio che si dà alla fame, mio caro amore.

 

 
 
 

Post N° 26

Post n°26 pubblicato il 31 Dicembre 2007 da myriamy74
 

Una goccia sulla pelle

Una goccia sulla pelle, la prima lacrima spesa male

Una chiave per dimenticare un ricordo, spegnere un passo

Ha piovuto sul mio balcone, la mia chitarra si è impolverata

Ho mangiato un pasto da sola, ho visto la linea del mare disegnarsi

Una lacrima sulla pelle, una goccia che si è persa

Un passo acceso per chiudere a chiave una porta

Ho imparato una canzone assonnata per ubriacarti

Il rimpianto è un pasto solitario, il mare ne è il sigillo

Come posso accattivarmi il tuo umore, darti tregua

Come posso dedicarti la metrica di un canto

Ti osserverei di nascosto mentre dormi

La stagione è dell’inverno, ma il cuore ha il sale dell’estate.

 
 
 

Noi due in silenzio

Post n°25 pubblicato il 28 Dicembre 2007 da myriamy74
 

Noi due in silenzio

Sono in piedi come un fenicottero eterno, mentre il mio pensiero improvvisa una danza

La musica si insinua tra le pieghe della mia rabbia sorda, come lo spirito di un santo

Il mio sentire muta come se chiudessi  una finestra, il mattina si denuda della notte

Il sole diventa invadente e la mia sete d’amore diventa naufragio in un deserto

Le persiane gioco di luce, il mio umore gioco di parole, l’ombra diventa compagnia

Il sogno lo immagino appena, il suono di un’ auto accesa è la mia invidia

Anche l’odio ha una sua dimensione, sembra il vapore di una caffettiera

Il sapore di una bibita, l’alcool con cui brucerei i miei fraintendimenti

Mi muovo nella stanza come se non ci fossi più abituata: libertà

Mi arrampico e vorrei improvvisarmi ladro di emozioni per una notte appena

Ma la realtà è cruda ed il tempo non è un buon padrone

Mi stai accanto in silenzio, una canzone, un pensiero ed un telefono spento

Lontani nello spazio,come anni luce di assenza, nella mente uguali,come due pietre

La campana è un graffio dolce, un tocco di fata, un trucco ben studiato

Guardo fuori ed il mio cuore è punto da un pensiero: incomprensione

Apro le braccia come se mi gettassi di peso, come a voler dire addio

Sono forte come una roccia, un granito pesante che non si può scalfire

Dentro un mondo che si muove come un fuso, un tramonto in un’alba

Tasto bianco, tasto nero, corda e pizzico, canto e porta che sbatte di colpo.

 
 
 

Post N° 24

Post n°24 pubblicato il 25 Dicembre 2007 da myriamy74
 

MIRAGGIO

Miraggio

Eravamo giovani, quando eravamo ancora sconosciuti e ci giocavamo il destino nelle piccole cose, ci bastava vivere e sapere di essere così vicini da non perdersi. Ricordo i fragili momenti che condividevamo in un’incoscienza oscena, una mancanza assoluta di cattiveria, nessuna emozione falsa, tutto era vero come un pugno nello stomaco. Eravamo miseri e grandi di cuore. Un miraggio le due rive: noi due.  Mi sento sciocca e come un coccio di bottiglia mi adagio sulla strada. Ricordo come mi leggevi dentro ed io avevo una paura folle che tu capissi che mi tenevi chiusa nella tua mano, che riuscivi a dominare in un secondo la tempesta del mio cuore. Non sono mai stata docile, non ho mai saputo frenare il mio impulso vitale, non ho mai saputo stare ferma, ho sempre preferito andare avanti. Mi porgevi il bicchiere, il tuo, ogni volta che sapevi che ero lì per crollare come una torre di Babele. Strano, eri l’unico a togliermelo poco dopo per paura che mi ubriacassi. Mi guardavi negli occhi e ci leggevi tutto, ancora prima che io conoscessi qualsiasi sentimento che potesse nascere in me.  Era impossibile strare nello stesso spazio vitale senza sfiorarci anche solo per un istante. Ballavamo, ballavamo tutta la notte come due pazzi, non smettevamo mai di girare e non ci importava degli altri, eravamo un cerchio perfetto. Ricordi quando siamo caduti come due coriandoli leggeri sul pavimento freddo e mi hai detto mentre mi stringevi: “ Rimaniamo così per sempre noi due, ti prego” Mi sono rialzata di scatto e ti ho snobbato, perché mi sentivo incatenata a te, troppo per me che sono come un soffio di scirocco. Mi hai trattenuta mille volte per un braccio ed io mi scioglievo come se il pegno fosse troppo carico di dubbi ed io incerta fino alla nausea.  Giocavamo molto, eravamo due giocatori d’azzardo pericolosi, due funamboli smarriti da uno strambo sentimento. Non volevo allontanarti, volevo solo riprendere fiato dai miei errori e volevo che tu capissi, che sono come un lembo di seta che scivola tra le mani di un’ombra. Quando ci siamo svegliati dal sonno la vita ci aveva già imbruttiti, gli anni erano diventati rughe, qualcosa mi aveva avvelenato il cuore, un'aspide velenosa era diventata le mie labbra, le mie mani un cappio. Ero l'illusione perfetta, non hai avuto paura  mai di me. Avevo paura io per te ed  ho morso le mie labbra affinchè il veleno rimanesse mio, ti ho gridato, urlato di andare via, non avevi capito che ti amavo troppo per vederti morire tra le mie spire di miraggio.

 
 
 

Ricordo

Post n°22 pubblicato il 19 Dicembre 2007 da myriamy74
 
Tag: ricordo

    

Nudi i miei piedi sul tesoro della terra: sabbia.

A due passi un bacio: un'orma

La barca, il relitto, la sagoma del ricordo

Il mare sparpagliato come un vestito

La pioggia spigolosa, ecco spilli dal cielo

il mio viso che si contrae al contatto

il cuore, un faro, la mente , un oblio

Il treno sbuffa ciarliero, assomiglia al tuo umore

il vento stropiccia il mio vestito, il mare

i nostri sono ricordi di bambini, sottili come un passo

agili come il tempo e ombra sulla terra

potremmo essere due foglie d'autunno

non due nervosi idealisti e oso dire" lo so"

Mi manchi e sono come una pagina bianca per te

Mi manchi da cinque stagioni appena

La marea mi cerca, mentre va a ritroso

Sento la musica a sonagli

sullo sfondo della mia missione di donna.

 
 
 

Post N° 20

Post n°20 pubblicato il 17 Dicembre 2007 da myriamy74
 

Sono fuori tempo sul mondo

Non riesco a uscire dal bozzolo, spaccare le pareti dell’ovvietà.

O il  mio cuore diventa pietra o la pietra del mio cuore distrugge il resto.

Un tamburo con cui annunciare una guerra di voci e ragioni contrarie.

Nessun messaggio di fumo, solo un urlo secco.

Eravamo nello specchio: il saggio e l’impudente.

Io ero l’impudente, vestita di tutto punto, con una follia per misura.

Lui il saggio, era in vantaggio di anni di studio, mica fesso.

Gli spettatori erano tanti, la protagonista in differita io.

Abbiamo gettato i dadi, lui mi ha accusata di essere inadatta al ruolo.

Ci vorrebbero le valchirie per punirlo, non per mia difesa.

L’umiliazione fa bene, almeno per rassettare l’amor proprio.

Cosa me ne faccio  dell’autostima, se non posso impiegarla bene.

Mi ha propinato dodici parole contate e le ho contate.

Le prime tre erano come frecce, le altre tre caramelle.

Le penultime tre, un discorso trito, le ultime tre:colpita affondata.

Avevo ragionato notti e notti, perso tempo per capire: non avevo capito.

Sono andata via dal palcoscenico improvvisato e spoglio di repliche.

Il saggio sul suo trono senza una parola, si è dimenticato della mia esistenza.

Navigo contro corrente, come uno sciocco pesce.

Pesante e goffo il risultato matematico.

 
 
 

Post N° 19

Post n°19 pubblicato il 10 Dicembre 2007 da myriamy74
 
Tag: arte, città

 

Città, quasi un affresco

Scendo nel ventre della mia città, una danza di mani e gambe.

Monumenti e auto come sfondo, il mare è un intruso acuto.

Scivola tutto come un verme abituato a non essere visto.                                                

Incrocio uno sconosciuto e mi sembra interessante ed infreddolito.

Capto discorsi come panini morsi a tratti, sento il profumo di un eco.

Saluto chi conosco, un abbraccio e ci separiamo per andare oltre.

Ad intermittenza arrivano l’odore del caffè, l’asfalto umido è un attore consumato.

Cammino che sembro un guerriero e scarto un auto per miracolo:

non si offende, non mi offendo, faccio un inchino e passo oltre.

Ascolto Verdi e Puccini e vorrei andare a teatro, toccare il velluto rosso.

Vorrei che si aprisse il sipario, qui in città, che tutto diventasse un coro.

Qualcuno mi chiede un soldino, ma non c’è nessun pozzo di desideri.

C’è solo la strada, che si è appena ripresa da un temporale: le foglie rapite dal fango.

Vado in un luogo conosciuto e cominciamo la recita, la gestualità quotidiana.

Scendo le scale di corsa, cerco un libro che nessuno trova.

Povero autore, sacrificio inutile il tuo.

Salgo le scale di corsa:ho dimenticato che non serve più.

Mi passano volti, colori, ad intermittenza rosso, poi il verde…

Non posso stare senza musica, mi si prosciuga l’anima e la gola.

Saluto tutti con un po’di distrazione e cambio scena, senza cambiare abito.

Corro, corro, perché sono in ritardo sul tempo che mi è concesso.

Mi fermo di colpo, perché vengo rubata dal colore invadente del cielo.

Le linee vorrei averle disegnate io, avrei pagato un buon prezzo,

qualsiasi somma per essere così incredibilmente micidiale.

La sirena di un’ambulanza mi butta a terra come un sasso.

Allora smetto di pensare a quella sinfonia, quell’impasto di visioni.

E’ tardi, debbo tornare ad essere più distratta…

 
 
 

Post N° 18

Post n°18 pubblicato il 05 Dicembre 2007 da myriamy74
 

Raggiungerti

 

Vorrei armarmi di vento per raggiungerti,

ma tu sparisci dietro l’angolo della ragione,

mi insegui, eppure sono giorni lontana dal tuo ricordo.

 

Ricordo una notte in cui mi hai inseguito e non ho dimenticato,

eravamo così vicini, un passo dalla sensazione più credibile,

mi sono sciolta dal tua abbraccio per paura di cadere.

 

Un soffio erano le tue parole, il tuo cuore un fiume,

avevo paura che tutto diventasse passato,

che il tempo ci rendesse estranei.

 

Mi  hai rapito in un angolo di grazia,

la notte sembrava stoffa ferma,

non c’era nulla di più immobile di noi.

Amarti era come dire eternamente  “Noi”,

non ci divideva nulla, non ci univa nulla.

 

Ti ho rivisto ed il tempo non era mai passato…

 

 
 
 

Post N° 17

Post n°17 pubblicato il 03 Dicembre 2007 da myriamy74

» DISSOLVENZA NEL NERO « Sembra che la vita svanirà
Lasciandomi andare di più ogni giorno
Perdendomi in me stesso
Niente importa a nessun altro
Ho perso la voglia di vivere
Semplicemente niente più da dare
Non c'è nient'altro per me
Ho bisogno della fine per liberarmi Le cose non sono come erano una volta
Sentendo la mancanza di uno dentro di me
Perdita mortale, non può essere vero
Non riesco a sopportare l'inferno che sento
Il vuoto mi sta riempiendo
Sino all'agonia
Buio che cresce e si prende l'alba
Ero io, ma adesso se n'è andato
Nessuno se non io può salvarmi, ma è troppo tardi
Non riesco a pensare, pensare perché dovrei persino provarci
Ieri sembra che non sia mai esistito
La morte mi saluta amichevole, adesso dirò addio.

 Testo metallica " fade to balck"

 
 
 

Post N° 14

Post n°14 pubblicato il 27 Novembre 2007 da myriamy74
 

 

una stanza rossa

 il fumo di una sigaretta accesa

 sale lento

 e disegna spirali

 il corpo di una donna

 che danza

 danza incredula e sfiora il muro

 il muro è rosso come il sangue

lei ha i capelli sciolti

lei ha il viso dolce

e la musica mano che tocca il cuore e le vene

lei è come il rosso

 velluto rosso

 ogni movimento è lento

 il sudore cola sul suo ventre

 fuori il mondo si insinua nelle pieghe del tempo

 un negro suona un'armonica a bocca

 e segna il tempo

 al ritmo della donna

:non ha paura lei

Lei, del suo viso dolce

 del suo essere come la neve

 che si scioglie su di un pugnale

:su di un pugnale che ha tagliato della carne a cena

 perché la vita è violenta

:ma lei è una donna saggia

 aspetta il suo uomo

che a volte è rude

 ma lei ha modi di farfalla

 lo avvolge

e non lo ammalia

come una droga dolce e amara

 continua la sua danza tra il suo guardo duro e languido

:tra la matassa di capelli morbidi, occhi stanchi

lei è come una farfalla che sta appena nascendo

alla vita: sta uscendo dal bozzolo.

 

 
 
 

Donna

Post n°11 pubblicato il 25 Novembre 2007 da myriamy74
 

 

La pioggia scivola sulla pelle, come un brivido

Scivola la mano sul pensiero che corre su di un filo

Tutto si sgretola, tutto si scioglie

Tutto diviene come cera calda.

 

Il vento soffia sulla pelle

La pelle è un vetro morbido da sentire

Rumore d’auto e sentire...

 

La voce diventa un vento che passa...

La danza uno strano mormorio...

Tutto sospeso, il respiro, il battito.

 

La vita è come una foglia

Venature scivolano tra le mani.

 

Sei cinico come un vecchio canuto...

Sei stanco di non sentirti carico abbastanza...

 

Il sonno, la veglia...

mangiare, pensare e ridere...

Non abbiamo forza, non abbiamo coraggio

solo certezze di essere coccodrilli...

 

 
 
 

Post N° 6

Post n°6 pubblicato il 10 Novembre 2007 da myriamy74

 

 I cento fili

Sono qui a raccogliere intorno al dito i miei cento fili, intrecciarli per farne un ponte fra me ed il cielo. Credo che il mio primo filo sia nato dal mio primo sorriso. Io mi chiamo come la marea, il mio nome ha il sapore del mare e vorrei che qualcuno lo sentisse quel primitivo sorriso dato alla terra, il mio dare amore alla creatura chiamata madre. Mi sono corazzata per viaggiare meglio, sono come una mano tesa in attesa del calore della terra, al sapore della spiga fatta pane sul tavolo di ogni giorno, cotto al fuoco di un amore impensabile, mentre i  miei capelli si perdono in un velo ed il ventre di una sposa. Sono seduta ed ho in mano un diamante e ci gioco con il pensiero e con le dita. Ho visto la strada avanzare, lì dove corrono gli altri novantanove fili, come un verso lunghissimo di scelte da fare primo o poi. Non posso stare troppo ferma, perché il cuore poi perde colpi ed io divento troppo assennata, si fermerebbero troppo tempo i sogni in un solo punto. Un pensiero viaggia e si ferma accanto al ventesimo filo, che è la mia età ormai trascorsa. Il ventesimo filo è la ragione più profonda, quella in cui io sono donna, madre futura anche io di creatura di carne, profumo di rosa negli anni che si inarcano e passano come un rosario liso, nel sentire spirito e carnalità come coscienza nuova. Ho un infuso per pregare e chiedo venia per tutti i pezzi di cuore che ho avuto tra le mani, io mistero , io perdono. Il decimo filo, mi parlava come la corda di un violino del rifiuto di mio padre di portarmi al mare, sulla spiaggia. Non c’è tempo oggi, per andare così lontano, io non so costruire castelli di sabbia, so solo far scivolare qualche granello in una clessidra. Le uniche parole conosciute erano “ portami al mare”. Perché non capisci sconosciuto alla mia pelle che lì mi sento davvero donna, tra il sale e lo specchio dolce e amaro. Sono troppo ribelle, sono come un vino che tarda ad essere rosso dentro un calice. Troppo stanca di aspettare un qualsiasi sciocco da poter salutare con un bacio. Vorrei essere una sirena, vestirmi e rivestirmi di mare e pioggia, il colore delle stagioni, gli unici colori, la nudità oscena di una foglia di autunno tra i capelli. Sono seduta e penso con le mani ferme e sincere. Ho il coraggio di sentirmi ridicola e tutto diventa come una massa informe di polvere su di un mobile…Ho deciso prendo la mia valigia e penso al filo che  chiude il cerchio davvero, qualcuno che almeno una volta nella sua vita, ha riso di cuore di sé stesso…

 
 
 
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