Creato da blimund.a il 31/05/2007

niente da dire

proprio niente

 

 

bellezza e oblio

Post n°372 pubblicato il 22 Gennaio 2012 da blimund.a

Ho cominciato a leggere un libro di Romain Gary. L’ho comprato tempo fa ma non era mai il momento, poi ho visto un’intervista a Fabio Volo e m’è tornato in mente. Fabio Volo lo sento cinque minuti circa ogni mattina prima di andare in ufficio, mi mette allegria. Allegria anche in un giorno grigio e freddo, uno di quelli in cui non avresti voglia nemmeno di alzarti dal letto.

Mi piace come scrive (scriveva?) Romain Gary e mi piace anche come scrive Marcela Serrano, quella del post procedente. Nel libro che ho letto, l’unico che ho letto di lei (finora), parlava di una serie di donne che avevano in comune una psicoterapeuta e tante storie strampalate. Mi ci sono riconosciuta a tratti. Succede qualcosa, ogni tanto, qualcosa che cambia la tua vita in modo totale, qualcosa che non si può programmare o prevenire, capita e basta. E il tempo continua a passare e quando arrivano i week end ti prende quella smania, quell’assenza di voce insopportabile, quel rumore di pensieri così insostenibile che non si può far altro che fuggire. Prendo un treno e vado.

C’è sempre qualcosa da vedere, da conoscere. Una città in cui non ero mai stata, una mostra che non avevo visto, un concerto, uno spettacolo teatrale. La bellezza e l’oblio hanno un effetto terapeutico su di me. La prima la cerco, il secondo non è esattamente tra le cose che mi riesce meglio. Esiste un oblio selettivo? Un po’ come quando sposti le cose che non usi in soffitta, metti nello scatolone che piazzerai lontano quello da cui non vedevi l’ora di separarti, in quello leggermente più vicino le cose che per ora non ti servono ma che ogni tanto, lo sai, ti farà piacere rivedere, in quello a portata di mano quello che vuoi tenere sempre con te, che ti fa compagnia. Ecco io vorrei sapere come si fa ad allontanare in modo definitivo il primo contenitore. Ogni volta che cerco di riempirlo gli oggetti mi scoppiano in mano e il rumore che producono continua a ronzarmi in testa per giorni e giorni.

Se ne esce – mi dice lei – ma il dolore è un passaggio obbligato. Fingo di crederle.

C’era questa mostra alla Galleria di Arte Moderna di Torino dedicata, tra l’altro, alla malinconia.

Ci sono andata poco dopo Natale e ho pensato che fosse lì per me. Perché io potessi entrarci dentro.

Sono stati quattro giorni intensi a Torino, una fuga in piena regola da troppi giorni senza lavoro.

La chiamo fuga, ma mica lo è. Mi porto dietro tutto quello che vorrei lasciare, è solo che cerco qualcosa che sposti il pensiero, è solo che viaggiando sola sono obbligata ad occuparmi di me. E questo mi distrae come poco altro.

 
 
 

Manè

Post n°371 pubblicato il 10 Gennaio 2012 da blimund.a

E poi è stato in quell’epoca – la chiamo epoca della serenità – che ho capito che la vita mi aveva fatto un regalo enorme: ero stata amata. E a mia volta avevo amato.

Amare ed essere amata, come mi hanno confermato il tempo e gli occhi, è un bene raro. Molte persone lo danno per scontato, credono che sia ordinaria amministrazione, e che tutti, in un modo o nell’altro lo abbiano sperimentato. Oserei dire che non è così: lo vedo come un dono immenso. Una ricchezza. Sono tante le persone che non lo conoscono, l’amore non si trova in ogni angolo. E’ come vincere alla lotteria. Diventi milionaria. E anche se poi i soldi finiscono, chi potrà mai portarti via ciò che hai vissuto?, chi potrebbe accusarti di avere avuto una vita sciatta? Non c’è niente di sciatto se sei stata milionaria. Con l’amore succede così. Anche se Rucio mi ha lasciata, anche se rimanessi sola fino alla fine dei miei giorni, non importa, quello che ho provato per lui mi ha trasformata, è indiscutibile. Quando sono riuscita a comprenderlo, l’ansia si è dissolta. E con lei, anche le sue compagne, tutte poco raccomandabili, come si suol dire.

Marcela Serrano - Dieci donne

 
 
 

inverno

Post n°370 pubblicato il 03 Gennaio 2012 da blimund.a

Lucia non ci voleva nemmeno andare, invece poi.

Bisogna saper vincere la pigrizia e liberarsi di tutte le pippe mentali, sennò si rischia davvero di perdere il meglio.

Lucia non si pentì mai di quella scelta e, se potesse, la rifarebbe infinite volte.

 

Ti sento, sentimi.

 

 
 
 

22.12.2011

Post n°369 pubblicato il 22 Dicembre 2011 da blimund.a

Quando te ne sei andata ho pensato che non fosse possibile per me continuare a vivere. Che tutto avesse improvvisamente perso senso, ragione di essere.

Poi ho sentito che il tuo non era un vero abbandono, era anzi un modo di inglobarti a me indissolubilmente. Era diventarmi parte fondamentale, qualcosa che sarà con me sempre, che ha aggiunto anziché togliere.

Questo l’ho capito di più quando mi è arrivato un altro conto salatissimo da pagare, quando veramente ho creduto di non farcela e invece ho sentito quella forza, una qualità che non mi appartiene di certo. Eri tu, sei sempre stata tu.

Dire che mi manchi non rende l’idea del vuoto, dire che a volte ti sento dentro non rende l’idea del tuo essere presente.

Vorrei solo che dove sei non ci fosse per te alcun dolore.

Vorrei solo poterti ricordare nei tuoi tanti momenti felici, le nostre vacanze, le camminate, i pettegolezzi, i discorsi.

 

Ti voglio bene mamma

 
 
 

domani

Post n°368 pubblicato il 14 Dicembre 2011 da blimund.a

Lo dirò così, davanti a tutti, senza alcun timore.

Lo dirò con un piglio di sicurezza sconosciuto, con la ragionata determinazione di chi ha già deciso.

Ci ho pensato e ripensato, valutando i pro e i contro, vagliando un’infinita lista di accadimenti: conquiste e soddisfazioni, scherzi e risate, arrabbiature e ferite. Ho dentro una strana stanchezza, qualcosa che mi turba e mi affascina, e una voglia di vedere cosa c’è dopo, cosa farò, che mi lascia senza fiato.

Forse sono davvero impazzita, ostaggio di una innaturale incoscienza che mi porta indietro di almeno vent’anni, quando forse tutto era ancora possibile.

Non fa niente, non sono ambiziosa, non miro a chissà che. Cerco solo un drastico cambiamento, che mi spinga a muovermi, che mi aiuti pensare, che mi consenta di imparare di nuovo a desiderare.

Un salto nel buio, forse. Ma non me ne frega nulla di comportarmi da persona adulta e consapevole.

Lo dirò davanti a tutti, anche se non ci volevo nemmeno andare.

Davanti a tutti e, sforzandomi di abbandonare la mia esagerata discrezione, farò il primo passo verso me stessa.

 
 
 

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