IL NUOVO FUTURISMO E I VANDALI

Post n°440 pubblicato il 23 Ottobre 2007 da hotcigar
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Non posso non essere d'accordo con Vittorio Sgarbi, che ha giudicato la tinteggiatura della Fontana di Trevi come un gesto di grande valore artistico. Maggiormente, perché la fontana non ha subito alcun danno. Le reazioni isteriche che ho udito e letto in questi giorni di fronte all'iniziativa di Graziano Cecchini (se è stato veramente lui!) sarebbero degne di miglior causa. Ad esempio, le prefiche che hanno stigmatizzato "l'oltraggio a Roma", stracciandosi le vesti, potrebbero rivolgere i medesimi strali a quei vandali "reali" che sono soliti insozzare palazzi storici e monumenti con scritte idiote (dalle "tag" a "Forza Roma" piuttosto che "Forza Lazio"), usando nongià l'innoqua e biodegradabile anilina utilizzata a Trevi, bensì le chimiche e deleterie vernici spray alla nitro.

Gli stolidi grafitari, che quotidianamente contribuiscono in maniera sostanziale al degrado e alla lordura della Città Eterna sono infatti ben più deleteri, prepotenti e "fascisti" del futurista tinteggiatore di fontane. Lo sono, perché impongono in maniera dannosa e indelebile la loro scarsissima vena artistica a tutti, fregandose altamente se la loro firma o il loro motto (spessissimo puramente demenziale e/o di dubbio gusto) sono destinati a restare per anni sulla facciata di un palazzo rinascimentale o di un monumento. Quando, beninteso, il suddetto monumento non viene addirittura danneggiato, magari per sottolineare - a seconda dell'estrazione demenziale dell'autore - la vittoria della squadra del cuore o la protesta contro qualche provvedimento governativo.

Eppure, nei loro confronti i provvedimenti sono pochi o punti. Anni fa, forse Rutelli, all'epoca Sindaco di Roma (o era già Veltroni?), ebbe la felice pensata di mettere a disposizione di questi "artisti di strada" un autobus da "decorare". Il risultato fu piuttosto deludente: l'autobus, oltre che "decorato", fu talmente danneggiato da dover essere inviato alla demolizione. Ed era nuovo!

Fallito l'esperimento, sono rimasti i muri, i monumenti e gli autobus e metropolitana in servizio effettivo. Sono su queste "tele" che, a spese della comunità, codesti vandali si esprimono. Raramente in forma artistica (forse l'uno per cento) e più abitualmente - come si diceva - solo per dare libero sfogo al loro stomaco e al loro intestino. Con il risultato di ridurre la città (ma il problema è di tutta l'Italia) ad un cesso!

Purtroppo per i comuni cittadini, costretti a sopportare lo schifo quotidiano, questi gruppuscoli sono protetti e coccolati, in quanto espressione (tranne qualche cane sciolto) delle due più grandi mafie fasciste oggi presenti in Italia: quella delle tifoserie e quella dei cosiddetti centri sociali. Contro di loro, contro i loro continui eccessi, solo belle parole e mai un fatto sostanziale.

Per converso, contro il futurista innoquo che ha fatto suo il pensiero di tanti cittadini riguardo gli sprechi romani e nazionali, e che li ha tradotti in un gesto artistico e di nessun danno, riflettori e fucili puntati.

Non ha fatto nessun danno, si diceva, al contrario dei grafitari. E, al contrario dei grafitari, ha messo il dito su una piaga e coperto di ridicolo i "potenti".

Imperdonabile!

 
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CUS: "CULI, ULTIMA SPIAGGIA"

Post n°438 pubblicato il 13 Luglio 2007 da hotcigar
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Le persone con un minimo di senso della misura che ancora albergano (raramente) nelle nostre Istituzioni hanno apppena cacciato i Dico a zampate nel (è proprio il caso di dirlo!) fondoschiena, fuori dalla porta, che ecco bussare alla finestra - mercé il senatore Cesare Salvi - i Cus, ovvero l'ultima spiaggia del rievisionismo legislativo in salsa gay.

Perché, sia chiaro, che anche se il provvedimento riguarda tutte le coppie di fatto, anche quelle eterosessuali (che senz'altro avrebbero ben più diritto di essere riconosciute), l'impianto tradisce comunque la volontà di assecondare i desiderata dell'allegra brigata Luxuria-Grillini.

Alfiera di quest'ultimo settore è la ministra-pollastra Pollastrini, quella che quando apre bocca sembra sempre scesa giù dal pero un minuto prima, oltre a dare l'idea di quelle sciurette milanesi tutte tè e pasticcini con le amiche. Una di quelle a cui potrebbe sfuggire - novella Maria Antonietta - un'infelice concetto sul tipo "se non hanno pane, che mangino brioches". E non per burla, ma proprio perché dà l'impressione di vivere in un mondo tutto e solo suo.

Ma c'è anche un altro sospetto, quello di un lavoro sottotraccia - molto cattolico, e infatti la seconda firmataria della passata proposta sui Dico era la Bindi - per far fallire le unioni di fatto, almeno quelle eterosessuali.

Un colpo al cerchio e uno alla botte, insomma. Da una parte si permette alla finocchiera nazionale di accedere ad una sorta di matrimonio di serie Z, dall'altra si scoraggia chi vorrebbe convivere da eterosessuale e lo si indirizza verso il matrimonio vero e proprio. Almeno civile.

Sollevo questo dubbio, perché la ministra dei pari pollai insiste, parlando dei Cus, su argomenti quali i diritti ereditari e gli alimenti in caso di separazione. Ovvero una mostruosità giuridica la prima e un deterrente pazzesco la seconda.

Ho avuto modo di precisare come la penso circa la follia, da parte di questo governo e di questa maggioranza (che purtroppo ho contibuito a far eleggere!) di voler inserire de jure e "a gamba tesa" degli estranei negli assi ereditari legittimi delle famiglie. Una mostruosità, un'oscenità e - probabilmente- anche una cosa lievemente anticostituzionale.

Riguardo agli alimenti, se prima alcuni non si sposavano proprio per evitare di questi guai in caso di separazione, adesso - se queste normaitve sciagurate dovrebbero passare - sarebbe il trionfo dell'"ognuno a casa sua". Che, per inciso, trovo che sia la cosa più civile.

Prepariamoci quindi ad una nuova battaglia contro due assurdità che, ovviamente, faranno naufragare anche quel poco di buono e di condivisibile che c'è negli altri articoli della Proposta di Legge

 
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500 DI QUESTI GIORNI

Post n°437 pubblicato il 05 Luglio 2007 da hotcigar
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Non ho mai posseduto una Fiat 500, ma mi è capitato sovente di guidarla, specie negli anni della gioventù, quando - al pari della mia Dyane 6 - era la "prima macchina" di un'intera generazione (la mia) e, segnatamente, di molti miei amici.

Ma il mio incontro con la 500 era avvenuto già anni prima, poiché mia nonna ne aveva una color avorio antico (in pratica, beige) di cui andava orgogliosissima e mia zia, anni dopo, ne ricomprò una, modello L, color carta da zucchero.

I miei amici cinquecentisti, usualmente, gareggiavano a chi cappottava più volte, poiché tutto si poteva dire di quel guscetto (e della successiva e orrida 126) tranne che tenesse la strada. Ne ricordo parecchie coricate su un fianco o sul tettino come tartarughe a zampe all'aria. Ma, a differenza delle auto che io stesso possiedo (2 Cavalli e Dyane), non ricordo un periodo in cui siano scomparse dalle nostre strade.

Auto d'epoca, anche di quell'epoca, ogni tanto si vedono in giro. Noto tutte le 2 Cavalli che stanno rispuntando fuori in questi anni, faccio caso se vedo una Dyane o un Maggiolino parcheggiati per strada, ma la 500 che mi sorpassa spetazzando quasi non la noto, poiché, a 50 anni di distanza, rappresenta ancora - oltre ad un mito - la "normalità".

Ne vedo a decine parcheggiate per strada, o districarsi nel traffico. Ben pochi tra coloro che la possiedono hanno osato rottamarla come invece è successo anche ad auto più illustri. E mi fa specie che la Fiat abbia dovuto pensarci sopra per anni prima di mettere in circolazione la "replica", e solo dopo che le nostre strade si erano nel frattempo intasate di New Beatles e nuove Mini di rimarchevole successo. Il progetto che è andato in produzione questa settimana, con due anni di anticipo sul previsto, era stato concepito cinque o sei anni fa. Ben prima del restyling della Mini e quasi a ridosso del risorto Maggiolone.

Forse hanno pensato che non era il caso di fare la solita "Figuraccia Fiat" commercializzando una vettura piena di difetti, da correggere successivamente, in corso d'opera, come era successo per la prima Panda e per altri modelli anche alti di gamma.

Ora resta da vedere quanto questa nuova vettura riuscirà ad eguagliare, in una società sempre più consumistica e usa-e-getta, il successo e la durata della precedente.

Nel frattempo, per non saper né leggere né scrivere, 500 vecchia o 500 nuova, assistiamo alla solita corsa al rialzo dei prezzi dei carburanti, in vista delle vacanze estive.

 
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ENRICA LIBERA

Post n°436 pubblicato il 25 Giugno 2007 da hotcigar
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Mercoledì scorso hanno dimesso finalmente Enrica. Abbiamo fatto una lunga passeggiata per Roma e, accanto a lei, appena liberata dopo un mese "in cattività", mi sentivo più libero anch'io. Mi godevo più profondamente l'aria, il cielo e i colori di Roma. Adesso comincia il "vero" lavoro: fare in modo di restituirle la sua vita. Ed è uno sforzo che, se non è lei la prima a darsi una mano, è del tutto vano.

 
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IL GIORNO DELLA VITTORIA!!!!

Post n°435 pubblicato il 14 Giugno 2007 da hotcigar
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Enrica esce dal lager!

Ci ho messo quasi un mese e ho rischiato tutta una serie di denunce, muovendomi molto borderline rispetto al concetto di "deontologia professionale", ma alla fine ce l'abbiamo fatta!

In breve: giorni fa avevo avuto un colloquio con l'assistente sociale (la psichiatra si era rifiutata) e mi aveva fatto un quadro della situazione piuttosto scoraggiante. Tuttavia, avevo ravvisato nella descrizione delle procedure di ricovero coatto, alcune irregolarità rispetto alla normativa vigente.

Contemporaneamente, ero tornato a trovare Enrica, e l'avevo trovata peggio. Abbattuta, depressa, nervosa.... La permanenza in clinica sembrava essere controproducente. Mi ha riferito che la psichiatra della Asl, alla sua domanda "quando torno a casa", le aveva risposto "non so nemmeno se ci torni!"

Di nuovo mi ha chiesto di tirarla fuori di lì e farle fare una perizia di parte. Le ho detto che avevo bisogno della sua autorizzazione ad accedere al suo dossier, legale e sanitario. Non essendo stata dichiarata incapace di intendere e di volere, mi ha vergato di suo pugno il documento.

Tornato a Roma, ho segnalato all'unica parente di Enrica la situazione, le mie perplessità riguardo allo stato in cui l'avevo trovata, alla correttezza di assistente sociale e psichiatra (ventilando l'ipotesi di denunciarli) e la necessità, perlomeno, di trasposrtarla in una struttura a Roma.

E' successo un putiferio. La cugina non ha granché gradito l'email. A quel punto ho replicato con un'altra email più conciliante, in cui però la informavo di essere in possesso dell'autorizzazione autografa di Enrica. Contemporaneamente, su carta intestata del giornale, ho inviato copia di questa autorizzazione alla Asl, richiedendo i documenti nel più breve tempo possibile.

E' successo un altro casino! Una vera e propria bomba! Sono stato minacciato di essere sepolto di querele....

Fatto sta che, questa mattina, il direttore del Cim ha telefonato ad Enrica e le ha detto che uscirà al massimo entro 15/20 giorni (prima non le avevano mai dato una data certa, con la scusa che doveva aspettare che fosse pronta la casa). Ha probabilmente cazziato la psichiatra e le ha assicurato che le consegnerà, una volta uscita, tutta la documentazione che la riguarda. Dopodiché sarà libera di farci ciò che vorrà. Prima volta che accade un fatto del genere (in altri casi, normale) nella storia clinica di Enrica.

E' la stampa, bellezza!!!!!!

 
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IL FONDO DEL BARILE

Post n°434 pubblicato il 13 Giugno 2007 da hotcigar
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IL "BARILE" ARABO

Ogni volta che ho detto o scritto che gli arabi, nei confronti della democrazia, sono come un neonato a cui si metta in mano un sesso femminile (metafora di sapore napoletano e non pedofilo!), c'è stata qualche "anima bella", qualche "illuso di sinistra" (categoria meno fitta del "cretino di sinistra", ma comunque abbastanza frequentata) che ha levato lo scudo, dandomi del reazionario e del razzista.

Ogni volta che ho detto e scritto che gli arabi, se vanno alle elezioni, eleggono regolarmente un ayatollah o un terrorista e poi fanno scoppiare una guerra civile, i soliti personaggi di cui sopra mi hanno sempre guardato con commiserazione, come un povero fesso che non sa quel che dice.

Peccato che, ogni volta, abbia avuto ragione io! Peccato davvero, perché vi giuro che mi piacerebbe tantissimo sbagliarmi. Eppure, dopo le "libere elezioni" in Iraq, anche le altrettanto libere consultazioni in Palestina hanno sortito l'effetto previsto. Prima le "masse arabe" hanno eletto un terrorista islamico e poi le due fazioni - Hamas e Fatah - hanno iniziato a spararsi tra di loro. Fra le risate degli israeliani, che tra poco dovranno intervenire come forza di pace per dividere i due litiganti.

I palestinesi, del resto, già ai tempi di Arafat, si sono resi famosi per fare sempre la scelta sbagliata al momento sbagliato. Come nella prima guerra del golfo, dove divennero i kapò degli iracheni, macchiandosi di atrocità pazzesche nei confronti dei kuwaitiani che li avevano accolti, foraggiati e li portavano in palmo di mano. Ovviamente, ristabilito l'ordine e la legalità, i palestinesi furono cacciati a zampate nel posteriore dal Kuwait.

Adesso, invece di cercare la pace con Israele e trovare una soluzione all'annoso problema - per altro, da loro stessi creato - questi ameni gentiluomini non trovano di meglio che spararsi tra di loro. Siamo ben oltre il fondo del barile. E non parlo di barili di petrolio!

IL "BARILE" NAZIONALE

Durante la manifestazione contro Bush, la polizia non ha accettato la provocazione dei fascisti rossi dei centri sociali e dell'altra consimile marmaglia, non ha caricato (se non quando proprio costretta) non ha cercato di fermare i vandali che sfasciavano vetrine, bancomat e quant'altro si trovava sul loro percorso (presi a schiaffi solo dai manifestanti pacifici) sia durante il corteo sia alla stazione Tiburtina. Comportamento che è valso il plauso del Governo, che ha faticato non poco per tenere a freno chi - come i celerini in servizio - stava ricevendo sassi, bottiglie, e qualsiasi altro oggetto si potesse scagliare.

Forse per ricompensarli e permettere di dare sfogo alla frustrazione, pochi giorni dopo, gli han fatto caricare una manifestazione di pericolosissimi pensionati, che cercavano di raggiungere Palazzo Chigi per chiedere l'aumento di un assegno con cui, molto spesso, non riescono ad arrivare alla fine del mese. Vale la pena ricordare che molti di essi ricevono meno di 500 euro al mese. A volte meno di 300.

Le manganellate e gli spintoni risparmiati ai "disobbedienti" se li sono presi loro. Così imparano, queste "teste calde", a far casino!

 
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MORTI STUPIDE E PIETISMI PELOSI

Post n°433 pubblicato il 05 Giugno 2007 da hotcigar
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Leggo la grande sensazione con cui viene presentato "l'incidente sul lavoro" occorso a Napoli ad un ladruncolo di mezza tacca, minorenne, che con altri quattro o cinque cumparielli, aveva deciso di "farsi la giornata" rapinando ignari passanti in centro.

Sorpreso e inseguito da un carabiniere, il giovane imbecille (nominandolo come vivo) non ha avuto trovata migliore che estrarre una pistola - successivamente rivelatasi un giocattolo - e puntarla contro il militare che lo stava per acciuffare. Il brillante risultato di questa magnifica pensata è stato che il ladruncolo, attualmente, anziché essere associato alle carceri, si trova su un tavolo d'obitorio con un buco in fronte.

Qualcuno oserebbe forse argomentare che non se l'è cercata con il cosiddetto "lanternino"?

A rigor di logica, nessuno potrebbe. Tuttavia, sui giornali, alcuni "pietisti pelosi" e "buonisti in servizio permanente effettivo" (quelli che - tanto per intenderci - quando viene catturato un qualsivoglia delinquente, specie se extracomunitario o zingaro, commentano "ma poverino...") stanno montando una discreta cagnara sul fatto che la pistola era finta.

Chi ha un minimo di conoscenza delle pistole, sa quanto le "repliche" possano sembrare vere, specie da lontano. Nella fattispecie, quella brandita dal giovane idiota buonanima doveva essere di discreta fattura, poiché era stata scambiata per vera anche dal negoziante che aveva appena rapinato, e a cui l'aveva puntata alla testa. Figuriamoci di corsa, nella concitazione, a distanza.

Il "pietismo peloso" di certuni miei colleghi con le idee poco chiare viene poi ovviamante cavalcato dalla famiglia del de cuius. Una di quelle famiglie così tipicamente "napoletane", con madre casalinga, padre "invalido" e quattro fratelli - probabilmente tutti "che si arrangiano" - che vive in uno di quei quartieri in cui, se entra la polizia per arrestare qualche ladro o spacciatore, tutti corrono in strada armati di bastoni e pentole per impedire l'arresto. Quartieri e famiglie sempre e a prescindere (come direbbe Totò) al di fuori e contro la legge. Quasi elementi da centro sociale.

Una famiglia che già elargisce dichiarazioni peregrine, che vengono però riprese a caratteri di scatola, sul fatto che il deficiente defunto ladro è stato "giustiziato". Naturale. La lunga mano della polizia violenta ha colpito di nuovo e sangue innocente è stato versato. E tutta la solita retorica da tre-palle-un-soldo, secondo la quale il delinquente è sempre un "poverino" da giustificare e il tutore dell'ordine sempre l'orrido "sbirro".

Probabilmente, il padre "invalido" e la madre casalinga, così "sanamente napoletani", verranno ospitati a breve in tutte le trasmissioni televisive a raccontare il loro dramma. E a lucrare qualche gettone di presenza sul sangue del figlio ladro e idiota (perché uno che punta una pistola, soprattutto se finta, contro un poliziotto o un carabiniere è decisamente un idiota), che almeno si renderà utile da morto, passando da martire innocente. Del resto, in questo Paese di Pulcinella, basta che la notizia sia sensazionale. Poco importa se la verità è un'altra.

Tutto il resto passerà in cavalleria: che il defunto era un criminale, che passava i pomeriggi dedicandosi alle rapine e agli scippi, che sta scappando dopo l'ennesimo reato, che girava armato (ok, la pistola era finta, ma sembra vera), e che è stato così decerebrato da puntarla contro chi ne aveva una autentica e, presumendo che la sua vita fosse in pericolo, non ha esitato ad usarla.

Un gesto imbecille che gli ha causato una - a questo punto, meritatissima - morte da imbecille alla fine di una vita breve ma già segnata. Se non si fosse beccato un proiettile in quel vicolo, tra qualche anno, ne avrebbe acciuffato al volo un altro in qualche altra strada. E magari avrebbe fatto in tempo a procurarsi una pistola vera e ad usarla, assassinando qualche innocente.

In mezzo alla disgrazia, con tutto il rispetto per il dolore dei familiari e la pietà per una vita spezzata, e con buona pace del "pietismo peloso" di certi colleghi e di certi esponenti politici, forse alla fine è stato meglio così.

 
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LA PREVALENZA DEL CRETINO

Post n°432 pubblicato il 04 Giugno 2007 da hotcigar
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Cretini! Sostanzialmente non penso possano difinirsi in altro modo quei giovanotti che l'altro giorno hanno sfilato in una manifestazione di sostegno a favore di Nadia Desdemona Lioce, la brigatista assassina corresponsabile - insieme ad altri criminali decerebrati par suo - dei delitti Biagi e D'Antona, e giustamente associata alle patrie galere in quel de l'Aquila.

Dei cretini, ovviamente vomitati da quella vera e propria fucina a getto continuo di idiozia e delinquenza che sono i cosiddetti "centri sociali". Cretini che non hanno mancato di deliziare l'inclito pubblico con slogan inneggianti la strage di Nassiriya. Slogan becero, stupido, assolutamente inutile nel contesto della già di per sé inutilissima manifestazione. Slogan persino demodé. Infatti, nel mare magnum di ignoranza che sommerge le giovani generazioni, chi se lo ricorda, ormai, dov'è Nassiriya e cosa vi è capitato?

Se viene adottato da questi illetterati deficienti, come icona pacifista, Che Guevara, rivoluzionario in servizio permanete effettivo che pacifista non lo è mai stato, tanto che è stato ucciso mentre organizzava la guerriglia in Bolivia, possiamo tranquillamente aspettarci che molti ormai ritengano che Nassiriya sia dalle parti di El Alamein. O forse che sia lo stadio dove l'Italia ha vinto 4-3 contro la Germania.

Cretini esattamente come i tifosi (magari tra questi escrementi di centro sociale ci sono anche noti escrementi da stadio) che trasformano le partite in episodi di guerriglia urbana. Che srotolano striscioni che - a livello di scelleratezza - fanno a gara costantemente con quelli dei sunnominati imbecilli da centro sociale, in una perenne rincorsa alla conquista del trofeo del peggio.

Cretini e fascisti (rossi o neri) nei metodi. Che pensano che la dialettica politica sia organizzarsi in squadracce e rompere la testa agli avversari, o ai poliziotti, o bruciare auto, o sfasciare vetrine di negozi, o distruggere bancomat in quanto "simbolo del potere capitalista".

Di fronte, in particolare, alla manifestazione a favore della Lioce, mi tornano in mente le parole scritte da Antonello Caporale su " La Repubblica" all'alba del 26 aprile scorso, commentando le gesta di questi soliti (e solidi) escrementi da centro sociale, che a Milano avevano approfittato dei festeggiamenti della Liberazione per fischiare il sindaco, insultare i reduci della brigata partigiana ebraica (l'antisemitismo a sinistra è più acceso che a destra!) e bruciare bandiere con la stella di Davide.

"Ah se ci fossero i partigiani che hanno combattuto allora, dietro questi giovani!" Diceva, giustamente, Caporale. "Per fargli fare tutta la manifestazione a calci nel culo!"

Evidentemente non ci sono più i partigiani di una volta. Ma dio solo sa quanto ce ne sarebbe bisogno!

 
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COME A RICREAZIONE

Post n°431 pubblicato il 01 Giugno 2007 da hotcigar
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Infine la riunione del mio liceo c'è stata. Ed è stata una cosa bellissima. Quando si organizzano questa cose c'è sempre il rischio di finire in una "serata tra reduci", in cui nesuno ha più nulla da dire o condividere con nessun altro. In cui rispuntano fuori vecchi rancori o nascono nuove invidie. Quanti film abbiamo visto su questo argomento?

Per fortuna, i ragazzi di trent'anni fa, che io ricordavo diversi dagli altri, hanno continuato ad esserlo e hanno trasformato la serata in una lunga, gioiosa e incasinatissima "ricreazione". C'era lo stesso vociare che si ascolta nei corridoi quando suona la fatidica campanella. C'era la stessa voglia di stare insieme di allora, la stessa allegria.

Non siamo per niente cambiati. Qualche ruga in più, qualche capello in meno, ma negli occhi la stessa espressione di quando eravamo ragazzi, nel cuore e nell'anima gli stessi quattordici anni di quel 1977.

Non ci siamo nemmeno accorti che non c'erano abbastanza sedie per 60 persone (il cibo in compenso era sovrabbondante) e tutti si baciavano, si abbracciavano, ricordavano episodi divertenti vissuti insieme, aneddoti su compagni, si raccontavano in poche frasi tutta una vita.

E' finita alle due di notte, con i vicini che stavano per mandare i carabinieri. E l'unica delusione è stata non poter avere più tempo a disposizione per stare insieme. Ci siamo ripromessi di non perderci più e già qualcuno sta organizzando un altro raduno per il mese prossimo.

Molti si sono messi a disposizione, con le loro competenze professionali o le loro amicizie, per aiutarmi a fare uscire Enrica dal lager in cui è rinchiusa. La nostra amica non sarà mai più sola.

Anche questo è lo spirito di quella incredibile scuola di tanto tempo fa.

 
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ENRICA NEL "LAGER"

Post n°430 pubblicato il 28 Maggio 2007 da hotcigar
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Il "Sorriso sul Mare" è quasi un ghigno ironico. Il sorriso sdentato di una vecchia strega che ti fa vedere il mare di Formia attraverso alte sbarre. Mi sono perso tre volte nel tentativo di entrare. E per tre volte sono andato a sbattere in corridoi chiusi da pesanti cancelli di ferro, come quelli di una prigione.
In parte lo è, una prigione, questo sorriso osceno. E' la prigione di un'umanità reietta, abbandonata, che ti guarda con occhi bovini, tutti uguali, dagli sguardi persi chissà dove. Un'umanità dalle bocche semi-aperte, colanti di bava, che ti insegue per domandarti se hai una sigaretta, se sei un dottore.
Ma è anche un'umanità di disumani, assassini - alcuni - che scontano una pena alternativa al carcere e che, come tutti gli altri "clienti" di questo "grand hotel", sono liberi di girare di piano in piano, di stanza in stanza, dal settore femminile a quello maschile e viceversa.

Cerco Enrica con l'aiuto della sua compagna di stanza, una vecchietta vispa, dall'aria sveglia, che è stata internata perché allevava 40 gatti nel suo appartamento.
Enrica mi appare davanti all'improvviso, ed è quasi uno choc la sua bellezza ancora intatta (come tutte, all'Assunzione, dimostra almeno dieci anni di meno), la pelle abbronzata e quella naturale eleganza, nonostante la tuta e gli zoccoli da.... internata.
"Non sei cambiato per niente". Mi saluta con un sorriso.
Cerchiamo un posto per chiacchierare in pace, ma è un'impresa epica. In mezzo a tanto squallore, una persona come Enrica brilla come un faro e tanta, troppa gente, continua a ronzarci intorno chiedendo da accendere, o se abbiamo una sigaretta, o se sono "nuovo".

"Sono qui da dieci giorni". Mi racconta. "I vicini di casa hanno fatto un esposto perché sostenevano che avevo ridotto la casa un immondezzaio. I vigili mi hanno portato via le chiavi e mi hanno costretta a firmare un foglio per farmi ricoverare qui".
Guardo questa "pretesa matta" dallo sguardo lucido, sereno nonostante tutto. Dalla conversazione piacevole. Che stringe tra le mani una copia della "Critica della Ragion Pura" di Emmanuel Kant. Mentre la cercavo, ho chiesto alla compagna di stanza come andava la "convivenza". Mi ha detto che Enrica consuma tutta l'acqua perché si fa due o tre docce al giorno. Questa sarebbe la persona accusata di ridurre la casa ad un immondezzaio.

"Erano solo giornali. E' vero, sono disordinata, ma deportarmi per questo a 200 chilometri da Roma e internarmi in un manicomio mi sembra esagerato".
"Davvero è solo questo il problema?"
"Davvero. Te lo giuro!" Mente Enrica, che ha problemi da tutta la vita, prima con la madre viva, che la teneva nascosta perché nata fuori dal matrimonio, poi con la madre morta. Un dramma che non è mai riuscita a superare.

"Enrica vuole solo lasciarsi morire". Mi racconta Giulia, che da vent'anni le sta vicina e la mantiene. "Non è mai riuscita a relazionarsi con e persone. Non è mai riuscita a trovare un lavoro".
Ma come può relazionarsi bene una persona che, fin dall'infanzia, è stata considerata da sua madre come "qualcosa da nascondere"?
Eppure Enrica non ha lo sguardo da "matta". E' solo depressa. Ma è una depressione lucida, recuperabile.

"Mi dicono che non sono normale, ma ho solo avuto un po' di problemi, come tutti".
"Che cos'è la normalità?" Le domando io, parafrasando Pilato.
"E' sapere gestire le proprie stranezze e i propri problemi".

Viva la faccia della pazzia!

"Mi sto perdendo un sacco di cose, oltre alla tua festa". Mi dice. "Vorrei fare un altro corso professionale, per quanto possano servire. Trovare un lavoro. Ecco, lavorare e studiare, è quello che mi piacerebbe".
Ma intanto è rinchiusa nella gabbia del "sorriso sul mare", a "curare" la sua depressione immersa fino al collo in quella degli altri.
"Non avrei dovuto firmare quel foglio, ma dove potevo andare?"
"Potevi telefonare a noi".
"Già".
"E adesso, come esci di qui?"
"Teoricamente, se qualcuno mi ospitasse finché non mi risistemano la casa, potrei uscire".

La brezza del mare le scompiglia delicatamente i capelli biondi, leggermente striati di bianco. L'ennesimo alienato viene a chiederci l'ennesima sigaretta che non abbiamo e domanda se può stare lì con noi, al riparo, perché fuori piove.
Piove.... C'è un sole che spacca le pietre! Lo invito cordialmente a ricoverarsi nella nicchia accanto, perché stiamo facendo un discorso personale. Sembra convinto.

"Mi guardano come un pezzo di carne, mi seguono dappertutto". Riprende Enrica. "Io cerco di non pensare, di fare finta di essere qui per una ricerca antropologica. Ma le ricerche devono avere vita breve, e io non so quanto ci metteranno a sistemarmi la casa. E non so come sarò quando uscirò da qui."

La abbraccio, alla fine dell'orario delle visite, mentre lei si appoggia alla mia spalla e mi sussurra: "Levatemi da qui dentro, ragazzi, sennò divento matta sul serio!"

Ripenso alle sue parole e al suo sguardo sereno e disperato al tempo stesso, mentre il pesante cancello automatico del "Sorriso sul mare" si chiude alle mie spalle.
E comincia davvero a piovere.

 
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TUTTI BRAVI A PAROLE.......

Post n°429 pubblicato il 23 Maggio 2007 da hotcigar
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Leggo in questi giorni una nuova levata di scudi dei nostri politici.... contro loro stessi! Ovvero, contro i costi della politica. Si dibatte, da destra e da sinistra, sui tagli possibili, sulle Camere da abolire, sui privilegi da cancellare......

Tutte boiate! Avete mai visto qualcuno dei nostri politici andare contro se stesso? Vogliono ridurre il numero dei parlamentari... a parole! Ma chi voterebbe il provvedimento, con il pensiero che il suo nome potrebbe rientrare nei tagli?

Vogliono abbattere i costi e i privilegi? Ma se i consiglieri regionali del Veneto hanno persino il funerale a carico delle Istituzioni, con un'indennità minima di 7.500 euro!

Senza parlare del fatto che i "Dico" (che chi scrive ha ampiamente contestato) non sono e probabilmente non saranno mai (per fortuna!) Legge dello Stato, ma rientrano tra i privilegi di onorevoli e senatori insieme ad altri benefit che vanno dai viaggi gratis a diarie e contribuzioni generosissime.

Per avere la pensione di deputato basta aver fatto una legislatura. Ed è una pensione assolutamente interessante. I comuni cittadini devono invece spaccarsi la schiena tutta la vita e spesso non basta. Però sono le nostre pensioni, quelle che vogliono continuamente riformare. Non certo le loro.

O meglio, le loro le riformano verso l'alto. Così come pure gli stipendi, che si aggirano intorno ai 15.000 (quindicimila!) euro al mese. Ed ' assai istruttivo constatare che, quando si tratta di "adeguare gli appannaggi al costo della vita", ovvero aumentarseli, il voto sia unanime e compatto.

Neppure Rifondazione e Comunisti Italiani, che a parole difendono gli interessi dei più deboli e, a parole, vorrebbero tassare i "ricchi", hanno il buon gusto - magari - di astenersi. Non ci pensano nemmeno. Hai visto mai non passasse un decreto così fondamentale per il proletariato per colpa di Diliberto che è andato al bar?

 
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MADAMA PICCIONA

Post n°428 pubblicato il 18 Maggio 2007 da hotcigar
Foto di hotcigar

Qualche giorno fa, rientrando dopo un piacevolissimo week end capalbiese e riaprendo le imposte del balcone, ho sentito un frullìo terrorizzato d'ali. Sono uscito e, nel vaso dove ho piantato una magnifica rosa bianca e una pianta di passiflora, ho trovato due uova di piccione.

Madama Picciona, che avevo disturbato nella cova, svolazzata intorno con aria di rimprovero. Ho annaffiato i fiori - che erano abbastanza esausti - e ho iniziato a preoccuparmi per quell'improvvida nursery organizzata sul mio angusto terrazzo. Innanzitutto, le uova nel vaso avrebbero causato, tra qualche tempo, dei seri problemi alla rosa. O la annaffiavo, affogando contestualmente i pulcini, o mi rassegnavo a vederla seccare.

In seconda istanza, il mio gatto, Cirillo, aveva fiutato la presenza della "pappa" e smaniava aggrappato ad una tenda come un'attrice tragica della fine dell'800.

La mattina dopo, con la coda dell'occhio, ho visto Madama Picciona di nuovo intenta alla cova.

Che fare? Spostare le uova in un cestino sulla caldaia - lontano dalle rose e dal gatto - sperando che alla "signora" fosse gradita la nuova sistemazione? Alzare una parete per impedire comunque a Cirillo di tuffarsi nel vaso e sulle "prede"? Prendere le uova e farmele al tegamino? La questione mi ha tenuto impegnato per un'altra giornata.

L'ha risolta la stessa Madama Picciona, qualche giorno dopo. Fiutata a sua volta l'aria (e probabilmente anche il gatto), la signora ha preferito traslocare velocemente in un luogo più sicuro, liberando il vaso sia dalle sue uova che dal suo ingombrante deretano.

Cosa che mi ha portato ovviamente a domandarmi come diavolo abbia fatto a portarsi via delle uova non certo piccole con le zampette. Misteri e magie di Madre Natura.

 
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LE COSE CHE MI SFUGGONO

Post n°427 pubblicato il 16 Maggio 2007 da hotcigar
Foto di hotcigar

C'è grande apprensione e qualche polemica, nel Centrosinistra, per il recente shopping di Mediaset, che ha acquistato Endemol. Di fatto, adesso il Biscione produce anche molti programmi Rai, come "Affari Tuoi" o "In mezz'ora", eccetera.

Secondo molti autorevoli critici, questo mette Mediaset in condizione di gestire il palinsesto della Rai, ovvero di controllare la sua diretta concorrente, la tv di Stato.

Ne consegue che Silvio Berlusconi, proprietario di Mediaset, in barba a tutte le leggi presenti, passate e future, è ancora di più in posizione dominante nei media.

Vero, verissimo. Tuttavia non riesco a spiegarmi come mai nessuno finora ha avuto nulla da ridire sul fatto che Maurizio Costanzo, uomo Mediaset per antonomasia (nonché, come Berlusconi, aderente alla loggia P2) sia consulente del Ministero per le Telecomunicazioni.

Mi sfugge come mai nessuno abbia alzato mezzo sopracciglio per il fatto che lo stesso Costanzo, almeno fino a qualche anno fa, fosse anche - di fatto - consulente della Rai. Voci di corridoio di viale Mazzini infatti, parlavano di sue quotidiane telefonate ai vari direttori di rete per discutere i palinsesti.

Mi sfugge, infine, come mai il centrosinistra si preoccupi tanto di impedire a Silvio Berlusconi di assumere una posizione dominante nei media e nelle telecomunicazioni e, contemporaneamente, farebbe carte false per fagli acquistare il controllo di Telecom!

Post Scriptum

Mi sovviene che il CdA della Rai è ancora quello nominato dal Governo Berlusconi e formato in parte da uomini di Mediaset. Come di provenienza Mediaset sono anche molti attuali dirigenti di viale Mazzini.

 
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ASSUNZIONE

Post n°426 pubblicato il 10 Maggio 2007 da hotcigar
Foto di hotcigar

Tutto quel tempo fa
risate e gambe di corsa
sulle scale
Vecchi veli viola 
volano nel vento

Tutto quel tempo fa
odore di libri e di inchiostro
polvere di gesso nell'aria
stelle negli occhi
e mille cuori che battono

E il sole che bacia il tuo sorriso

 
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LA MOZIONE DEL CAVALIERE

Post n°425 pubblicato il 08 Maggio 2007 da hotcigar
Foto di hotcigar

E' vero che la vita riserva strane soprese. Mai, infatti, avrei pensato di essere pronto a sottoscrivere una mozione promossa e firmata da Silvio Berlusconi.

Ma si tratta di un tema a cui sono molto sensibile (e in buona e trasversale compagnia) che andrebbe affrontato e risolto una volta per tutte.

La mozione, promossa dal Cavaliere al Comune di Milano, chiede la costituzione di una sorta di task force anti grafitari. I cosiddetti "writers". Quei galantuomini, insomma, che insozzano quotidianamente edifici e monumenti con tags e altri consimili sgorbi. Riducendo le nostre città ad un immondezzaio. O ad un "centro sociale", che poi, in linea di massima, è la stessa cosa.

Mi sento addirittura di auspicare che la medesima mozione venga approvata da tutti i consigli comunali d'Italia e che questi vandali vadano presto ad "affescare" luoghi a loro più consoni. Come le pareti di una cella.

 
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