RITORNA IL PACIFISMO ALLE VONGOLE

Post n°409 pubblicato il 02 Aprile 2007 da hotcigar
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Luca Casarini ha riunito a Marghera gli Stati Generali del pacifismo alle vongole italiota. Non mancavano naturalmente numerosi esponenti dei centri sociali, "disobbedienti" ed altri gruppuscoli di violenti e fascisti rossi usi a predicar la pace... in punta di spranga.

E tutt'altro che pacifici e pacifisti sono stati gli slogan e le conclusioni a cui sono giunti i delegati, che hanno "abbandonato" il governo Prodi, reo di aver votato il rifinanziamento della missione in Afghanistan, cosa che darà un po' più filo da torcere (ma nemmeno troppo) ai pacifisti talebani, a cui notoriamente vanno le simpatie del "Movimento".

A Marghera è stato dunque siglato un "patto contro la guerra globale permanente" e "contro tutte le guerre". I No Global da operetta di questo sventurato Paese, dove ridicoli non sono mai solo i governanti ma anche tutte le opposizioni, annunciano quindi - contro la guerra e per la pace - un "nuovo ciclo di lotte e di conflitti sociali".

Giustamente... Per la pace e contro la guerra si fanno lotte e conflitti. Così come, per la pace e contro la guerra, si spaccano teste a poliziotti, si bruciano negozi e automobili, si svaligiano bancomat. E in nome della democrazia si formano squadracce che compiono spedizioni punitive ai danni di chi la pensa diversamente.

In questo appoggiati, a livello filosofico, a quanto pare, anche da Gino Strada, il chirurgo catodico, ormai molto più presente nei vituperati salotti televisivi che negli ospedali di Emergency.

Strada, in un intervento telefonico, ha rimarcato il "servilismo dell'Italia nei confronti degli Usa" (e potremmo parlarne...) e definito i suddetti Stati Uniti "un Paese che, negli ultimi cinquant'anni, non ha fatto la guerra solo nei week end". Cosa su cui potrebbe anche non avere torto, se non dimenticasse - come la maggior parte dei pacifisti "pelosi", che quella in Afhanistan - a differenza di quella in Irak - è una guerra dell'Onu.

Non ha inoltre mancato di comunicare, il buon Strada, che l'ultima vittima di questa guerra, morta ieri, aveva solo 18 mesi. Tuttavia ha distrattamente omesso di specificare se la suddetta vittima fosse morta a causa di qualche "bombardamento intelligente" da parte delle suddette truppe dell'Onu, o dilaniata dall'autobomba di qualche "eroico kamikaze della resistenza talebana". Noti pacifisti, questi ultimi, che desiderano soltanto scacciare gli invasori stranieri dalla loro terra.

E per farlo, sono soliti (parimenti ai "resistenti" irakeni), anziché attaccare in campo aperto o compiere attentati contro i convogli militari, far esplodere autobombe nei mercati, vicino alle scuole e in tutti i posti dove possano massacrare persone civili, innocenti e inermi. Bambini compresi.

Ne risulta agli atti se qualcuno dei pacifisti al ragù e no global da pizza & fichi presenti al convegno si sia posto la domanda

 
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BLOWIN' IN THE WIND.....

Post n°408 pubblicato il 26 Marzo 2007 da hotcigar
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Ieri serami stavo, come di consueto, abrutendo davanti al totem domestico quando sono stato raggiunto da uno dei tanti sms con i quali i miei gestori telefonici sono adusi disturbare la mia quiete.

Arrivava dalla Wind ed era piuttosto sibillino: "Gentile cliente, le rammentiamo che a partire dal 1 maggio 2007 il suo abbonamento Wind 10 diventerà Wind 12. Per qualsiasi informazione si rivolga al 158".

Mi sono rivolto al 158, dove ho trovato solo un disco che mi avvisava che per informazioni su teriffe e abbonamenti, avrei dovuto rivolgermi al 155. Punto e basta.

La domanda è sorta biscardianamente spontanea: non facevano prima a dirmi di rivolgermi direttamente al 155? Oltretutto, la chiamata era gratis!

Ho quindi chiamato il 155 e, dopo una dignitosa attesa, una cortese signorina mi ha informato che dal primo maggio avrei pagato, invece di 10 centesimi al minuto, 12 centesimi al minuto. Ho chiesto se lo potevano fare, poiché mi consta che una volta stabilita la tariffa, non possa essere variata se non quando il cliente ne sceglie un'altra. Mi ha risposto di andare a leggermi il contratto di servizio. Lo farò leggere anche al Codacons.

Ho chiesto che altre tariffe fossero disponibili. Sono stato informato che esiste una tariffa senza scatto alla risposta, ma che costa 24 centesimi al minuto. E una da 5 centesimi al minuto verso tutti (scatto alla risposta: 14 cent), ma che ha un canone mensile di 5 euro.

Non mi resta che aspettare il primo maggio per valutare serenamente verso quale altro gestore trasmigrare il numero Wind.

A quanto ne so, la Tim la £ e la Vodafone fanno, in questo momento, proposte molto più convenienti. La Tim e la 3 tuttavia ce le ho già su altre schede. Resterebbe la Vodafone... Darò un'occhiata al sito con le offerte e poi lascerò senz'altro il gestore Wind veloce come... il vento!

 
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L'ISLAM NON SI SMENTISCE

Post n°407 pubblicato il 23 Marzo 2007 da hotcigar
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La barbarie islamica sembra voler scendere ancora di più la scala dell'abiezione, anche se, onestamente, pensavamo che avesse toccato il fondo da un pezzo. Purtroppo continua a rivelarsi esatto l'antico adagio "al peggio non c'è mai fine" e le bestie (perché "umani" proprio non possiamo più considerarli) dell'Islam giocano a superare se stesse continuamente in stupida e cieca ferocia.

Le ultime notizie arrivano dalla Palestina (indicazione meramente geografica) e dall'Irak. In contemporanea. Quasi ci fosse un coordinamento sovranazionale dell'idiozia musulmana.

In Palestina, uno schifoso individuo che si gabella "giornalista" ma di cui mi vergogno ad essere anche lontanamente accomunato, ha intervistato negli studi di Al Aqsa, emittente legata al terrorismo palestinese di Hamas (che, anche se han vinto le elezioni, sempre terrosti restano, e si vede!), i due figli - di cinque e tre anni - della "protomartire" donna Rim, che si è fatta esplodere tre anni fa, lasciando orfani - se la matematica non è un'opinione - un neonato e un bambino di due anni. Questo tanto per inquadrare bene la tipologia del "sentimento materno" a quelle latitudini.

Il subdolo, schifoso individuo di cui sopra, ha praticamente "estorto" ai due bambini (che avrebbero preferito parlare dell'asilo) una poesia dal titolo Mamma Rim sei una bomba di fuoco ed altre consimili amenità, quali il computo di quanti ebrei avesse ucciso la mamma-martire (cinque, indicati con le dita della mano dal più grande), o domande tipo "ti manca la mamma?" o "vorresti raggiungerla?" Quesiti la cui risposta non poteva che essere affermativa. La tortura di questi due bambini, evidentemente a disagio, è durata un bel po'. E sfortunatamente non c'è nessun "Moige" in Palestina disposto a protestare per questa vergogna. Anzi, sicuramente ci sarà qualche imam pronto a soffiare sul fuoco, per trasformare Muhammad e Doha (questi i nomi delle due piccole vittime) in altrettanti kamikaze, per la maggior gloria di Allah. O forse, più semplicemente, degli interessi di bottega di Hamas.

I precedenti più abominevoli erano stati - lo ricordiamo per la cronaca - l'utilizzo da parte di Hamas delle donne (appunto) e degli handicappati mentali. In quest'ultimo frangente, tanto simili ai nazisti - dei quali il Gran Muftì di Gerusalemme era fedele alleato - con buona pace degli intellettuali da salotto, dei pacifisti italioti alle vongole e della stolta marmaglia dei centri sociali.

La seconda notizia arriva dall'Iraq, dove i terroristi locali, non ancora rappresentati al governo, non paghi di far esplodere autobombe davanti a scuole e ospedali, piuttosto che in mezzo ai mercati (tutti luoghi notoriamente frequentati dalle truppe "di occupazione" e categoricamente preclusi ai civili innocenti!), hanno inventato un nuovo sistema per non dare nell'occhio.

Invece di mandare il solito kamikaze-kap'e-kazze diciottenne, piuttosto che ventenne, o comunque maggiorenne, da solo - cosa che potrebbe attirare l'attenzione di qualche poliziotto o militare - lo mandano accompagnato da un bambino.

Un bambino, di solito, da molto meno nell'occhio e - fino a pochi giorni e qualche autobomba fa - nessuno avrebbe potuto immaginare che degli animali come i terroristi islamici, per quanto disumani, avrebbero potuto mandare scentemente un infante innocente al massacro.

Invece, le bestie dell'Islam contavano proprio su questo "fattore-sorpresa" e hanno inaugurato una nuova stagione nella - come la chiamerebbe Francesco Caruso - "lotta di resistenza popolare all'invasore straniero".

Chissà se nei nostri salotti e nelle nostre terrazze-torri d'avorio, gli intellettualini miopi (nonostante gli occhiali) e i cretini di sinistra si renderanno finalmente conto di a che razza di fetenti vanno le loro simpatie? O forse, distratti dalla presentazione di qualche noioso libello destinato a restare sugli scaffali, continueranno a ragionare esclusivamente con i loro schemi mentali e con un robusto paio di paraocchi e paraorecchie?

Credo sia più probabile la seconda ipotesi: dopotutto, è quello che hanno sempre fatto dal secondo dopoguerra in poi!

 
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IL CASO SIRCANA

Post n°406 pubblicato il 20 Marzo 2007 da hotcigar
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Il "caso Sircana" è ridicolo e sospetto al tempo stesso. Ridicolo perché si è alzato un gran polverone sul fatto che il portavoce del Governo è stato sorpreso mentre abordava un travestito lungo un viale. Un polverone assolutamente demenziale, come se fossimo negli Stati Uniti, dove anche mettere le corna alla moglie può costare una carriera politica e non nella fin troppo tollerante Italia, dove si sente parlare di "integrità e salvaguardia della famiglia" da chi di famiglie ne ha più di una.

Un polverone ridicolo in un Paese che i travestiti li elegge deputati, che conta - tra Governo e rami del Parlamento - una più che dignitosa percentuale di omosessuali dichiarati, e che cerca di varare leggi fatte su misura per i gay. Un Paese, quindi, che non dovrebbe alzare il sopracciglio se Sircana viene colto in cerca di amore mercenario e magari omofilo. Non è certo l'unica cosa dell'Italia che sta andando a puttane.... O a trans, che dir si voglia.

Invece il presunto vizietto del povero Sircana ha avuto l'onore delle prime pagine dei quotidiani più autorevoli, che non hanno perso l'invidiabile occasione di comportarsi come novelleduemila qualsiasi, dando ancora una volta ai cittadini il polso di dove sia sprofondata l'informazione.

Ridicolo, poi, che in prima fila ad invocare un giro di vite sulla "privacy" ci sia Silvio Berlusconi, proprietario del quotidiano Il Giornale che per primo ha fatto nome e cognome del membro del Governo sorpreso a travestiti. Assai improbabile, dato il ruolo di Sircana, che l'editore del quotidiano - incidentalmente anche capo dell'opposizione - non fosse stato preventivamente avvisato da qualche zelante scrivano.

Ed ecco che il ridicolo comincia a diventare anche sospetto.

Sospetto, perché l'opposizione (e parte della maggioranza) chiede a questo punto, a gran voce, un giro di vite sulla libertà di informazione.

Intendiamoci bene, l'attuale e poco applicata legge sulla privacy prevede già il divieto di pubblicare notizie riguardanti i cosiddetti "dati sensibili". Ovvero le tendenze sessuali, le condizioni di salute e la fede politica.

Divieti comunemente disattesi da tutti i rotocalchi popolari e da quei quotidiani (purtroppo, numerosi) che si affannano al loro inseguimento. Quasi che l'aspirazione e il modello di certi direttori e di certi giornalisti non fosse più, come un tempo, l'autorevolezza del New York Times, ma il tipo di informazione di Cronaca Vera.

Sospetto, ormai certezza, che avevo avuto già una dozzina di anni fa, quando La Repubblica pubblicò una colonna di spalla sulla perdita della verginità di Angela Cavagna, all'epoca velina di Striscia la Notizia. Una "notiziona" essenziale, mi pare. E mi domando perché non l'abbiano sparata su sei colonne in prima pagina come titolo di apertura.

Mi chiedo, quindi, quale "giro di vite" i nostri politici dagli armadi pieni di scheletri stiano alambiccando e a che cosa pensino di estendere il concetto di  privacy per meglio coprire le loro malefatte, visto che per impedire (ormai, per sanzionare) il caso Sircana e altri consimili bastava e avanzava la normativa vigente.

Dall'altro lato, trovo ridicoli quei colleghi che si appellano alla libertà di informazione per compiere delle nefandezze. Che "il pubblico abbia diritto di sapere" con chi va a letto Silvio Sircana (o con chi ha perso la verginità la Cavagna) mi sembra sinceramente una abnorme puttanata.

Il pubblico ha il diritto di sapere se i politici che ha eletto compiono dei reati. Se rubano. Se sono collusi con le varie mafie. Se disattendono allegramente il programma che li ha portati in Parlamento o al Governo. Non certo cosa essi facciano nella loro intimità con altre persone maggiorenni e consenzienti. Anche se si tratta di individui dello stesso sesso. L'omosessualità, dopotutto, ha smesso da tempo di essere un marchio di infamia. Anche se - con buona pace di Luxuria, Grillini e compagnia - non ritengo per questo debba trasformarsi in una medaglia al merito.

Idem dicasi per i personaggi dello spettacolo.

Invece siamo costantemente testimoni di un'informazione pettegola e superficiale, che ci elargisce piccanti particolari sulle relazioni più o meno vippaiole. E ci racconta sempre meno di cosa avviene nei palazzi del potere alle nostre spalle e, soprattutto, sulla nostra pelle!

Anche in quest'ultimo caso: vallettopoli-sircanopoli, sono costretto a notare che si sta perdendo di vista il reale nocciolo della questione.

Che non è - il nocciolo - il fatto che ci sia un battaglione di zoccolette d'assalto, pronte a qualsiasi compromesso per sfondare nel mondo dello spettacolo pur senza avere alcun talento se non quello di sapersi ben inginocchiare. E non è nemmeno quello di Sircana che si accompagna con i travestiti (magari era una riunione con Vladimir Luxuria).

Il nocciolo della questione, che si tende a far passare in secondo piano, è che ci sono personaggi che scattano foto più o meno compromettenti al solo scopo di ricattare la vittima per estorcere favori o denaro. Ci sono personaggi che pongono le aspiranti attrici e show girl davanti alla scelta di "aspirare" anche qualcosa di tangibile, sotto la scrivania, o tornarsene a casa, brave o incapaci che siano. Con questo ricattandole sessualmente.

Un andazzo, anche questo, antico come il mondo. Ma non per questo non censurabile. Ed è su questi reati che sta indagando il pm John Woodcock, non sulle preferenze sessuali dei membri dell'Esecutivo.

Sircana, la Gregoraci e le altre sgallettate di turno, sono solo delle vittime. Eppure, invece di tutelarle e di focalizzare l'attenzione su i veri colpevoli, si continua a frugare nelle loro mutande.

 
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LA PICCOLA FRANCY

Post n°405 pubblicato il 12 Marzo 2007 da hotcigar
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Ogni volta che muore un bambino è come se morissi un po' anch'io. Ho scoperto, grazie ad un visitatore, il blog Piccola Francy, dedicato ad una bimba di nove anni che - citando le parole di chi me l'ha fatta scoprire - adesso è un angelo.

Ho voluto aggiungerlo ai blog amici per non dimenticare.

 
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FATICA SPRECATA!

Post n°404 pubblicato il 12 Marzo 2007 da hotcigar
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Ho lavorato per mezzora ad un post molto carino. Il risultato è che questo scaldabagno di m.... che qualcuno, con molta fantasia, chiama computer, ha cancellato tutto.

Beh, invece di riscriverlo daccapo e perderci la gioventù, sapete che vi dico? Vaff.....!

Partorirò qualche altra "perla" quando ne avrò voglia e, soprattutto, mi si saranno fermati un paio di ammennicoli che in questo momento mi girano vorticosamente!

 
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ALESSANDRA, I CURVAIOLI DEMENTI E L'APOLOGIA

Post n°403 pubblicato il 09 Marzo 2007 da hotcigar
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Sulla questione della violenza negli stadi, il Governo sta cercando - molto italianamente - di dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Ovvero, di mettere una pezza al problema senza affrontarlo veramente, poiché l'altrimenti auspicabilissima esclusione a vita dei decerebrati ultràs causerebbe non pochi problemi economici alle società sportive che, infatti, generosamente li foraggiano e li coprono.

Uno dei rimedi-tampone recentemente adottati consiste nel vietare l'ingresso a striscioni e bandiere. A tutto quello che potrebbe necessitare di un bastone o simile per essere sorretto o che potrebbe riportare scritte insultanti.

Tralasciando il fatto che per riuscire a fare seriamente dei controlli ci vorrebbe un battaglione dei marines e che allo stadio continua ad entrare tranquillamente di tutto, vale la pena rilevare che tra il materiale "proibito" figurano anche bandiere e striscioni con l'effige di Benito Mussolini, del fascio littorio e scritte inneggianti al fascismo.

Contro questa "incomprensibile" esclusione si è scagliata Alessandra Mussolini, nipote della Buonanima, che reputa l'iniziativa - cito testualmente - "Gravemente lesiva della figura di Benito Mussolini e del cognome che porto... Una sentenza ghettizzante, discriminatoria e razzista, che esprime gravissimi giudizi politici che non hanno riscontri storici".

Orbene, è comprensibile e giustificabile che una nipotina difenda il nonno, tuttavia la povera Alessandra è parecchio distratta o deve aver totalmente dimenticato la storia patria studiata al liceo. Il fascismo, che disgraziatamente per lei suo nonno inevitabilmente incarna, è stato uno dei momenti più drammatici della storia italiana. Ha fatto cose interessanti, è vero, ma è stato anche violenza e sopraffazione. Ha portato guerre e lutti.

E di queste guerre e questi lutti, i riscontri storici ci sono eccome. Chi ha vissuto i bombardamenti e l'orrore nazista (con cui il fascismo era alleato), fatto di deportazioni e di stragi, è ancora vivo. Chi è stato manganellato dalle squadracce o costretto a bere olio di ricino è ancora vivo. Chi ha subito la vergogna delle leggi razziali è ancora vivo. O sono vivi molti suoi discendenti. Così come ne è vivo il ricordo. Tanto che, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, il giudizio politico - ampiamente giustificato dai fatti - portò al rifiuto e alla messa al bando del fascismo.

Per inciso, l'apologia di fascismo (come - per l'appunto -  l'esposizione di bandiere con la faccia del Duce, i fasci littori e quant'altro), la tentata ricostituzione del partito fascista, eccetera eccetera, sono tutt'ora reati penalmente perseguibili nel nostro ordinamento giudiziario.

Che poi le Autorità competenti chiudano un occhio con i tifosi per non - come diceva Benito - "disturbare il manovratore" delle società calcistiche e non abbiano mai arrestato questa mandria di imbecilli "anche" per quello è un altro conto. Ed è un conto piuttosto grave, per il quale i responsabili andrebbero perseguiti quantomeno per omissione di atti di ufficio, se non per manifesta complicità.

Non si scaldi, quindi, la povera Alessandra. Il Governo si è finalmente deciso a fare qualcosa che ha tralasciato per troppo tempo: fare rispettare le leggi ai delinquenti delle curve.

Quanto alla sua preoccupazione di non poter entrare, in futuro, in uno stadio perché si chiama Mussolini, si tranquillizzi. Nessuno glielo impedirà mai.

A meno che non voglia entrarci (ispirandosi a certi amici di suo nonno) con il manganello.

 
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AIUTIAMO AZZURRA

Post n°402 pubblicato il 08 Marzo 2007 da hotcigar
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Azzurra è una bambina di Cecina (Li), colpita da una gravissima malattia neurologica.

Ha quattro anni e spero che possa festeggiarne anche 400.

Per chi volesse aiutarla, l'indirizzo del blog che le è stato dedicato da sua madre è: http://insieme_per_azzurra.blog.tiscali.it/

 
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BUON OTTO MARZO!!!!

Post n°401 pubblicato il 08 Marzo 2007 da hotcigar
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Buon otto marzo a tutte le mie lettrici e/o visitatrici, augurando loro di passare la giornata in maniera serena e felice, pensando magari al perché dell'istituzione di questa festa, nata per onorare la memoria di alcune operaie arse vive in una fabbrica americana ai primi del Novecento.

Pensando magari a quanto hanno faticato le donne occidentali per essere considerate (e spesso non ci riescono nemmeno oggi) alla pari degli uomini.

Pensando magari a come sono trattate le donne nei Paesi islamici o comunque non occidentali: ovvero come "curiosi animali da cortile, nemmeno troppo utili". O in Cina, dove nelle campagne, quando nasce una bambina, ancora oggi, molto spesso il padre preferisce affogarla.

E magari smettendo di pensare che "la liberazione della donna" consista nell'andare, insieme a quattro amiche sciammannate, a vedere - rigorosamente l'8 marzo! - uno spogliarello maschile!

Questa non è la "liberazione della donna", ma la sua definitiva umiliazione. Perché essere "pari" agli uomini, non vuol dire necessariamente imitarli anche nei loro lati peggiori! 

 
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POMPEI DISTRUTTA... DA CRESPI E CUCINOTTA

Post n°400 pubblicato il 07 Marzo 2007 da hotcigar
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Conosco bene Giulio Base, che stimo un buon regista di fiction, oltre che una piacevolissima conoscenza. Pertanto mi sono apprestato con piacere a vedere come aveva girato "Pompei" su Rai Uno, ieri e l'altroieri. 

Devo subito rilevare che l'ambientazione era perfetta. Le ricostruzioni scenografiche accuratissime. L'esplosione del Vesuvio poi, assolutamente spettacolare. La storia era molto "da polpettone", con il soldato romano fidanzato con la bella costretta a diventare schiava, il cattivo che vuole - nell'ordine - diventare con l'inganno il padrone della città (e ci riesce contraffacendo il catasto), farsi la bella schiava con tutti i mezzi, uccidere l'imperatore Tito. Mancava solo che volesse anche camminare su un filo con un orso al guinzaglio e poi eravamo al completo.

Ma la Hollywood degli anni Cinquanta ci ha abituati a questo ed altro e, del resto, amore, morte e un po' di sesso sono gli ingredienti comuni di quasi tutti i romanzi. Nulla di deprecabile nel fatto che li abbia utlizzati anche Base, visto che non voleva fare un documentario.

Un unico appunto, di carattere personale, per gli sceneggiatori: ci sono rimasto molto male quando sono morte Azia e Leuca, le bambine del medico cristiano, e il piccolo Flavio. Ma quello è un problema mio: quando succede qualcosa ai bambini, anche per "fiction", ci sto male.

In generale, insomma, un onesto prodotto per le famiglie, da prima serata. Con un unico grosso neo: oltre ad Andrea Orvath, che intrepretava la giovane schiava Valeria ed è straniera, penso sarebbe stato estremamente opportuno doppiare anche il protagonista Lorenzo Crespi e la comprimaria Maria Grazia Cucinotta.

Ad entrambi, infatti, nessuno ha mai insegnato a recitare. E purtroppo si sente!

Crespi era semplicemente pietoso. Nelle scene concitate, oltre a dimostrare di essere totalmente agli antipodi rispetto al concetto di attore, gli scappava fuori anche l'accento siciliano. Ci si aspettava da un momento all'altro che sottolineasse il fatto che si voleva attentare alla vita dell'imperatore con un "miiinchia!"

Quanto alla signora Cucinotta, nonostante calchi le scene da più di dieci anni, non ha ancora imparato a dire due battute. Nella scena alle terme, quando il suo personaggio, Lavinia, era ubriaca, la vasca in cui era immersa recitava decisamente meglio di lei ed era anche di gran lunga più espressiva.  Forse sarebbe meglio che si decidesse una buona volta ad accudire marito e figli, invece di continuare a fare qualcosa per cui è totalmente inadatta.

Insomma, tra tutti e due, hanno decisamente fatto più danni a Pompei dell'eruzione del Vesuvio!

Gli unici artisti degni di questo nome, come Fiorenzo Fiorentini e Francesco Pannofino, erano relegati a ruoli di secondo piano.

Viene sponataneo domandarsi quando la Rai si deciderà a scritturare per le sue fiction degli attori "veri", invece di dilettanti di lusso. Si direbbe quasi che non riesca a trovarne, o che siano stati tutti messi sotto contratto da Mediaset!

Eppure di attori giovani, belli e bravi ce ne sono in giro parecchi, in realtà. Qualcuno è persino straraccomandato come i dilettanti-allo-sbaraglio che sono stati imposti dalla produzione a Giulio Base in questa occasione.

Forse la "rivoluzione" dovrebbe partire dal basso... dalla "Base", per così dire. Forse dovrebbero essere i registi a rifiutare di lasciarsi imporre personaggi che rovinerebbero il prodotto e pretendere di girare solo fiction di qualità con artisti di qualità.

Sarebbe senza dubbio meno umiliante per il loro lavoro e farebbero anche un favore al pubblico!

 
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PUNTI DI DOMANDA SENZA FRASE

Post n°399 pubblicato il 05 Marzo 2007 da hotcigar
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Penso che l'ultimo Festival di Sanremo si possa collocare a buon titolo - se Mamma Rai non manda tutto in vacca l'anno prossimo - come spartiacque. Potremmo parlare, infatti, di un "prima e dopo Simone Cristicchi" (per tacere di Moro).

Io stesso avrei giurato che alla fine avrebbe vinto Albano, con un pezzo molto sanremese, e che Cristicchi si sarebbe dovuto accontentare del piazzamento d'onore o del premio della critica. Invece, contrariamente a quanto il carrozzone festivaliero ci ha abituati finora, la canzonetta ha lasciato il posto alla poesia quarant'anni esatti dopo il suicidio del poeta incompreso Luigi Tenco, avvenuto durante il Festival di Sanremo il 27 gennaio del 1967. Chissà che Cristicchi, mentre sollevava il Primo Premio, non abbia pensato anche a lui?

La canzonetta ha lasciato il posto alla poesia, ma anche alla riflessione sul dramma dei manicomi, molto spesso veri e propri lager, e sulla cattiva applicazione della Legge 180 che - come fin troppo spesso accade in questo sciagurato Paese - invece di risolvere la situazione l'ha solo ulteriormente peggiorata.

Sull'altro versante, quello dei "giovani", ha invece trionfato un altro brano-riflessione, un rap sulla mafia. Cosa a dir poco inconcepibile sul palcoscenico abituale del massimo disimpegno.

Per tacere del brano di Concato sulla disoccupazione dei cinquantenni e sui guasti dell'economia di mercato. O di altre canzoni assolutamente inusuali a Sanremo e comunque bellissime. Insomma - direbbe Berlusconi - più che al teatro Ariston, sembrava di essere sul palco del Primo Maggio.

Di questa sterzata del Festival su temi sociali e su problemi che riguardano un po' tutti, al di là del classico "abbandono da parte della/del fidanzata/o", dobbiamo ringraziare quel grande professionista che risponde al nome di Pippo Baudo. Ho avuto l'onore e il piacere di lavorare con lui anni fa e la conoscenza diretta del personaggio non ha fatto altro che aumentare la stima che già nutrivo nei suoi confronti.

Baudo è sempre stato una persona coraggiosa. Diplomatica come tutti i democristiani, ma che all'occorrenza non la manda certo a dire, litigando anche in diretta con direttori di rete o direttori generali, come è successo in almeno un paio di occasioni. Pronto a pagarne anche le spese.

Questa volta però, Fabrizio Del Noce sembra deciso a fargliela pagare "in anticipo". Evidentemente a quacuno dei piani alti non deve essere andato giù questo Festival "anomalo" e nonostante gli ascolti record e il trionfo - una tantum! - di critica, si è immediatamente parlato di rimpiazzare Superpippo con il più rassicurante Paolo Bonolis. Rassicurante per qualcuno, forse perché è personaggio Mediaset. E rassicurante per altri, perché probabilmente riporterebbe Sanremo su binari più "canonici", con rime amore-cuore e, come unico frisson alternativo, magari il solito Povia che dopo averci detto che I bambini fanno oh e che vorrebbe volare come fa un piccione, magari ci racconterà che la gallina fa coccodè (ma plagerebbe sia Cochi e Renato che Lucio Battisti) o altre consimili baggianate.

Naturalmente, a viale Mazzini negano tutto. Guido Paglia, capo delle Relazioni Esterne, definisce queste voci "una mascalzonata", anche se lamenta che in questa edizione il Festival ha perso il pubblico "Under 35".

Cosa che, a mio modesto avviso, appare piuttosto peregrina. Certo, Mamma Rai avrà i suoi sondaggi, ma non mi sembra che i "minori di 35 anni" non conoscano e non apprezzino Cristicchi e non siano disposti ad apprezzare Moro. A meno che a viale Mazzini non si pensi - come al solito! - che la categoria "under 35" sia composta da una massa di sottosviluppati mentali, che non possono assolutamente gradire canzoni come "Ti regalerò una rosa" o "Pensa". Soprattutto la seconda, poiché a pensare non devono essere abituati. Una massa amorfa, cresciuta a pane e reality, a cui si può rifilare benissimo, ad esempio, la canzone del duo Bella o di Francesco e Roby Facchinetti.

Oddio, se gli opinion-maker della Rai si basano esclusivamente sui frequentatori medi delle curva dello stadio, allora possono anche avere pienamente ragione. Tuttavia gli under 35 sono un pubblico piuttosto vasto e tutt'altro che decerebrato (anche se di imbecilli ne esistono di tutte le età). Troverei quindi ingenerosa un'eventuale analisi che si basasse su concetti tanto riduttivi.

Sono, per converso, convinto che sarà proprio il pubblico under 35, nei prossimi mesi, a confermare nelle vendite il successo dei vincitori sanremesi di quest'anno. 

 
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ZAPATERO ELIMINA I.... TAGLI!

Post n°398 pubblicato il 02 Marzo 2007 da hotcigar
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La Spagna sembra voler diventare a tutti i costi il "faro" mondiale delle leggi ad frocionam e ha varato un'ennesima norma destinata a far discutere.

Da ieri si può cambiare sesso, infatti, senza.... cambiare sesso!

Secondo Zapatero, si trattava di una questione di "giustizia e dignità", e si è affrettato a trasformarla in legge dello Stato. Tutti i transessuali ispanici, provvisti di "ammennicolo" maschile, non dovranno più sottoporsi al "taglio della finanziaria" per poter essere rubicati all'anagrafe come "donne". Basterà il certificato di uno psicologo.

Lo stesso psicologo, magari di quelli bravi, di cui avrebbe bisogno urgentemente Zapatero e tutti coloro che hanno approvato una legge simile.

Da che mondo è mondo, infatti, il genere maschile si differenzia da quello femminile anche per alcuni attributi specifici. E chi desidera passare da un genere all'altro in via definitiva, ha sempre dovuto traformare i suddetti attributi in qualcosa di diverso da ciò che madre natura gli aveva originariamente fornito. Solo a quel punto, la trasformazione veniva giustamente annotata anche dall'anagrafe.

La legge "salva-tagli" di Zapatero (che in spagnolo significa "calzolaio", ma probabilmente diventerà sinonimo anche di uno che fa le cose con i piedi) crea invece una confusione pazzesca. Con "donne" riconosciute all'anagrafe come tali, ma con sotto ancora tutto l'armamentario maschile. O, per converso, "uomini" con barba e baffi guadagnati a colpi di ormoni, ma senza - nel vero senso del termine - "le palle".

Particolare, quest'ultimo, che potrebbe suscitare delusioni comprensibilissime in quelle signorine "normali" che, credendo di avere a che fare con un giovanotto "doc", certificato dall'anagrafe, allungando la mano non trovassero ciò che speravano di incontrare.

Per non parlare del caso contrario, quando la mano la allungheranno i maschietti sotto le gonne delle "anagraficamente donne" spagnole made in Zapatero! Lì si che ci saranno delle "grosse sorprese"!!!

Soddisfazione da parte del governo, che ha definito la legge: "la più avanzata del mondo in questo campo", surclassando l'Inghilterra, dove è parimenti possibile cambiare sesso senza rinunciare al... volatile... ma la questione deve essere certificata da un pool di medici e non da uno solo.

Felicissimo, ovviamente, Pedro Zerolo, il Grillini spagnolo, che dichiara: "la Spagna arriva di nuovo puntuale all'appuntamento dell'eguaglianza!"

Ma quale eguaglianza? A me sembra soltanto che la Spagna sia arrivata all'appuntamento con un grandissimo casino!

 
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PRIMO MARZO

Post n°397 pubblicato il 01 Marzo 2007 da hotcigar
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Passata è l'uggiosa invernata. Passata, passata..... Anche se, a dirla tutta, fuori continua ad esserci un tempo di m...!

Comunque, il primo marzo mi ha sempre messo allegria, perché ormai, come accennava anche l'arcinota poesia di Milly Dandolo, ci siamo lasciati alle spalle l'inverno, la temperatura si è alzata e tra venti giorni esatti entriamo ufficialmente nella primavera del 2007. Per festeggiare l'evento, oggi ho tolto la mascherina antigelo a Streghetta.

Vi ricordate di G., una delle peggiori pagatrici sulla faccia della terra? Aspettavo 5000 euro da lei e 5000 li aspettava la sua segretaria. Dovevano essere dirottati direttamente sui nostri conti da un bonifico della Regione.

Poi con G. ho litigato e abbiamo chiuso i rapporti, anche se, comunque, c'era una cessione di credito da lei firmata e depositata in banca.

Da giugno, che la Regione avrebbe dovuto pagare, ancora nessuna notizia. Tempi tecnici e burocratici lunghissimi. Nel frattempo, la sua segretaria si è ammalata piuttosto seriamente e, nonostante tutto, ha continuato a lavorare per lei (a credito!) per tre giorni a settimana, la mattina. Lodevole, per una che aspetta 4 anni di stipendi arretrati.

Tramite alcuni amici alla Regione, ieri ho scoperto che G. è stata liquindata a novembre. Ben 26.000 euro! Copia dell'intera documentazione mi è stata mandata per fax. Naturalmente non mi ha dato una lira. Ma quel che è peggio, ha continuato a mentire ("i soldi non sono ancora arrivati") anche con la sua segretaria. E non ha pagato neppure lei!

Bene, credo sia venuto il momento di occuparsi della faccenda. Del resto, con la primavera iniziano sempre le grandi offensive!

 
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CASARINI RIVOLUZIONARIO.... DA OPERETTA!

Post n°396 pubblicato il 27 Febbraio 2007 da hotcigar
Foto di hotcigar

Ricevo e molto volentieri pubblico.

  Inviato da Silverdart il 26/02/07 @ 15:25 via WEB 

Casarini un rivoluzionario, questa è una battuta da carnevale non una cosa seria, e neanche lo si potrebbe definire anarchico, anche se c’é una bella differenza tra rivoluzione e anarchia. La prima richiede idee, progetti , autodisciplina, organizzazione, determinazione e passione fino all’estremo sacrificio. La seconda, a mio parere, è l’esatto contrario, essendo fondamentalmente il rifiuto di qualsiasi regola, ma con il significato di coraggiosa sfida al prepotere dell’ordine costituito. Casarini e i disobbedienti, non avendo altri progetti che fare quel che vogliono, utilizzando su ogni pretesto per ricorrere ad una violenza totalmente gratuita, approfittando sempre della comprensione di qualcuno e rimanendo regolarmente impuniti, non rientrano nella definizione di anarchici per le azioni spesso vili, che in assenza di rischio tolgono il valore aggiunto di “coraggiosa sfida” e di estremo sacrificio che invece “valorizzerebbe” il concetto di anarchia. Riguardo al Chiapas, certamente sarei un rivoluzionario, e chi non lo sarebbe quando un sistema autoritario si scaglia contro un popolo indifeso opprimendone in ogni modo l’esistenza? Forse non lo sarebbero Casarini e i suoi, rivoluzionari a chiacchiere, ma probabilmente poco disposti a morire per idee di libertà. Un saluto, Sd

 
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IL NO GLOBAL DEL.... CHIAPAS

Post n°395 pubblicato il 26 Febbraio 2007 da hotcigar
Foto di hotcigar

Contrariamente a quanto può lasciar presupporre il titolo, non parlerò stavolta di Vladimiro Guadagno in arte Luxuria, ne di altri travestiti e omosessuali. La derubricazione dei "Dico" in Dicevo mi sembra, al momento, sufficiente.

Parlerò di uno dei campioni del pacifismo (con la spranga) in Italia. Quel Luca Casarini che - obiettivamente più coerente con se stesso e con la sua storia personale rispetto al collega Francesco Caruso - ha rifiutato a suo tempo la poltrona e le prebende di Montecitorio, per continuare ad essere felicemente "extraparlamentare".

Casarini interviene sulla crisi di governo quasi "alla Paolo Cento". Ovvero, dicendo cose che non c'entrano nulla. Non che il sunnominato Cento abbia tralasciato di regalarci la sua consueta perla, tutt'altro.

Parlando dell'appoggio esterno di Follini all'Esecutivo - cosa che, probabilmente, consentirà a Prodi di restare in sella ancora un pochino, almeno fino al 29 ottobre 2008, quando si arriverà a metà legislatura e i deputati eletti per la prima volta (tra cui Caruso e Luxuria) avranno maturato il diritto ai 3000 e passa euro mensili di pensione - Paolo Cento ha infatti dichiarato di preferire il dialogo con Casini, perché rappresenta  una forza strutturata, mente Follini rappresenta solo se stesso.

Grazie! Peccato che Casini abbia da tempo dichiarato di non essere granché interessato ad appoggiare Prodi, se non sporadicamente, su temi di grande interesse per il Paese.

Cento ha quindi perso la solita ottima occasione per tacere. Invidioso, stavolta ha parlato anche Casarini che - forse per non lasciargli l'ennesimo primato -  ha sparato una boiata ancora più grossa e ancora più fuori contesto. Insomma, se mi perdonate il francese, una vera cazzata.

Ha dichiarato, infatti, il buon Luca, parlando di Fausto Bertinotti, che "la rivoluzione non si fa seduti sulla poltrona di Presidente della Camera, mentre Marcos fa la sua lotta nella forseta del Chiapas".

Ma perchè? Bertinotti ha mai dichiarato di voler fare la rivoluzione? Di voler addentrarsi nell foresta con il fucile a tracolla? Oddio... forse in gioventù. Ma di sicuro, non negli ultimi anni. Senza contare la leggere differenza di situazione politica, sociale e culturale che esiste tra l'Italia e il Chiapas.

Forse in Chiapas (e ribadisco forse!) saremmo tutti rivoluzionari. Anche il sottoscritto e l'amico Silverdart. Ma in Italia mi sembra manchino le condizioni-base. Del resto siamo un Paese dove queste condizioni sono sempre state assenti e che l'unica rivoluzione che ha visto è stata quella - tuttosommato indolore - fascista della Marcia su Roma.

Indolore, beninteso, in corso di svolgimento. Non certo per le drammatiche conseguenze che ha portato negli anni successivi.

Gli unici fessi che pensano di poter fare i rivoluzionari "a prescindere", sono quelle tragiche figure - che, se non fossero anche assassini, farebbero solo ridere - delle Brigate Rosse. Un cascame degli anni Settanta. Ma erano già vecchi allora.

Gli unici decerebrati, eterni bambini da classi differenziate, pronti a prendere in mano il fucile e salire, idealmente, "in montagna". Non si sa bene a fare che cosa, a parte dei danni. Loro e i loro fiancheggiatori di sempre: i dementi del cosiddetto "movimento". Il ciarpame umano e culturale dei soliti Centri Sociali. I "pacifisti" alle vongole, con spranga e passamontagna. I "democratici violenti", i "fascisti rossi".

Insomma, tutti gli amichetti e i compagnucci di merende del giro Casarini & Co.

E infatti, more solito, dalle farneticazioni casariniane si evince in maniera lampante che il cuore di questo... movimento... (che sembra sempre di più il movimento intestinale che precede dei forti attacchi di dissenteria) è con loro. Con i "compagni che sbagliano". Il sostegno morale (e a volte non solo morale) di questa feccia va sempre e comunque ai terroristi, agli assassini, ai fuorilegge, ai violenti e ai picchiatori. Non certo a chi ha interesse ad instaurare un dialogo e un confronto civile.

 
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