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Sono vento.
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Sono vento
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GLI ERRORI DELLE DONNE

Post n°88 pubblicato il 11 Maggio 2010 da nnsmettodsognare

parità

 

Si è chiusa domenica scorsa la manifestazione Comportamenti Umani.

Un' intensa maratona durata quattro giorni, che ha visto alternarsi incontri, spettacoli e laboratori e altrettanti illustri e meno illustri protagonisti.

Impossibile partecipare a tutti gli eventi proposti.
Avevamo così stabilito, mio marito ed io, due a te e due a me.
Io avrei ascoltato volentieri  "More with less: architettura, sostenibilità e ambiente" dell'architetto Cucinella o "Gli sguardi della fotografia" con Letizia Battaglia, tra le altre cose fondatrice del centro di documentazione "Giuseppe Impastato".
Ma, come dicevo, tutto era impossibile.
Ho scelto la proposta della mia scuola di yoga, un poutpurrì di riflessione ed esercizi pratici a partire dalla visione di un meraviglioso e a me sconosciuto cortometraggio di Jean Giono, "L'uomo che piantava gli alberi."
Ve ne racconterò un'altra volta, perché a mio parere merita!

La seconda possibilità me la sono giocata lasciandomi attrarre dal tema "Gli errori delle donne. Una recita a soggetto."
Mi sono detta che gli uomini ce ne rimproverano molti e piuttosto frequentemente.
Perché non ascoltare anche il punto di vista di un esimio esperto, lo psicoterapeuta di fama internazionale Giorgio Nardone?

Si presenta con i canonici italiani dieci abbondanti minuti di ritardo.
Comincia a ingraziarci tutte, platea affollata a decisa prevalenza femminile, con la sua vocina efebica e nasale, elencando le nostre presunte virtù: intelligenza superiore a quella maschile, creatività, sensibilità eccetera, eccetera.
Quasi si scusa e cerca di comprendere la meraviglia che sicuramente avremo sperimentato a ritrovarci con un uomo che parla di donne. Che ne sa un uomo di donne? (già che ne sa?)
Ma lui pubblicizza la sua vasta esperienza, basata su anni di confidenze di pazienti, colleghe, amiche e amanti e soprattutto di aspiranti militari del gentil sesso, di cui cura le fasi di inserimento nell'esercito.
Il concetto principale che sfodera all'improvviso è: sebbene voi siate belle, brave, buone e soprattutto evolute, di fatto siete delle capre quando si tratta di sentimenti e amore.
Le vostre relazioni, fallimentari quasi tutte, hanno conseguenze gravi che possono peggiorare esponenzialmente quando ne parlate con le amiche.
Fin qui, così in generale, ci poteva pure stare la teoria. A patto di far finta che una relazione disastrosa dipenda esclusivamente dal comportamento delle donne ...
Io stessa sono stata, per un lungo periodo della mia vita, un tipico esempio di donna che si caccia in situazioni amorose senza apparente via d'uscita. Ma devo dire a mia parziale discolpa, che la luce in fondo al tunnel non ho mai smesso di cercarla, a costo pure di fabbricarmi una personale candela.
E conosco storie ben peggiori di tante donne, di diverse età, che continuano a farsi volutamente del male, tenendo in piedi relazioni del tutto prive di senso e logica.
Però la generalizzazione non mi convince mai.

Lo psicoterapeuta riprende.
Esisterebbero 17 categorie o modelli di riferimento in cui ognuna di noi può ritrovarsi.
Non esisterebbero invece, a suo dire, altrettanti modelli maschili, riducibili al più a 3, perché l'uomo è un povero essere semplice e primitivo, almeno nel campo delle emozioni.
I modelli che ci riguardano vanno dalla donna fata bella, buona e gentile che non sa mai dire di no, alla nave scuola, la cinquantenne che ama circondarsi di giovinetti che le facciano rivivere i palpiti dell'amore adolescenziale.
Dalla traghettatrice che conduce un uomo di scarse qualità ad attraversare il fiume delle sue difficoltà fino a superarlo, alla leccatrice di ferite, quella che si becca tutti i disperati che non aspettano altro che di essere consolati.
Uno schema in cui avrei potuto ritrovarmi è quello della dilagante: di molte parole e altrettanti interessi, riesce bene un po' in tutto quello che fa, attira con facilità l'attenzione degli altri ma con altrettanta facilità la perde perché tende a voler fare troppo, ad organizzare la vita del partner, a coinvolgerlo in tutte le sue attività fin quando il poveretto alla fine non regge il passo e la molla.

A dirla tutta, la descrizione cominciava con "è una donna che ha una sensualità forte e naturale" ma quando l'ho raccontato a mio marito, si è fatto una risata e ha detto: "E per questo dovrebbe assomigliarti? Vanitosa!"
Il dotto psicologo ha concluso la sua colta dissertazione affermando che l'amore saggio, cioè equilibrato e duraturo, non può esistere.
Nonostante questo, prendendo spunto da quelle rare specie animali che dimostrano invece come la monogamia eterna non sia poi del tutto utopica, ci ha lasciato una minima speranza.
Ha elencato tre chiavi di successo per la coppia, che io reputo di una banalità sconsolante per un siffatto luminare:

-         corteggiamento annuale, come gli uccelli monogami: detto in altri termini, ritagliatevi i vostri spazi di passione privatissimi ogni tanto
-         complicità, cercatevi con gli sguardi anche quando siete separati tra la folla, sostenetevi sempre in pubblico anche quando in privato rischiate di arrivare alla soglia del reciproco omicidio
-         esclusività, e non credo di dover aggiungere altro su questo punto

Al primo intervento del pubblico, l'omino dalla voce delicata è stato letteralmente sbattuto, frullato e cotto a puntino … da una donna, of course! 
Ella ha candidamente sostenuto che provare meraviglia di fronte ad un uomo che parla delle donne è impossibile: la letteratura (e non solo) è piena di esempi simili!
In considerazione del fatto che anche lei aveva potuto godere negli anni di un osservatorio privilegiato, quello delle coppie in via di separazione, confermava come ad ogni modello di riferimento femminile, corrisponde in realtà un analogo maschile.
Alla fata il principe azzurro, alla leccatrice di ferite il salvatore, alla nave scuola il pigmalione.
Ha concluso riconoscendo che si ritrovava un po' in ognuno di questi copioni e che siamo esseri troppo diversi e unici, da poter essere così categorizzati.

Lo scienziato si è offeso. E' venuto allo scoperto con un tono talmente acido da presupporre una latente misoginia, oltre ad una qualità che io sperimento come prettamente maschile: l'eccessiva permalosità.
A quel punto, dato uno sguardo all'orologio, ho deciso che preferivo tornare ai miei doveri e impegni di donna, moglie e madre e, senza un applauso, sono andata via.
Credo che, dopo una seria riflessione personale sul parere dell'amica F., la quale sostiene che gli errori delle donne sono ben altri di quelli riguardanti la sfera sentimentale, mi resti soltanto di passare in libreria a cercare il titolo suggerito dall'amica C.

"Tutto quello che gli uomini hanno capito delle donne" di Tostini Wally: 230 fogli rigorosamente bianchi dove la complessità dei rapporti umani possiamo descriverla noi come ci pare.

 
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