trampolinotonante il 04/02/10 alle 13:37 via WEB
Penso che debba essere na cosa quasi chirurgica, dovresti sentirti come un dottore in sala operatoria che effettua un’operazione di restauro ad un organismo. Non voglio parlare delle donne o degli uomini,( generalmente sono le donne) che si fanno restaurare il viso, il seno, le gambe, insomma la voglia di essere belle e di sconfiggere il tempo, è umana. Ma meglio lasciar perdere quest’argomento se no mi arrivano le ciabatte in testa. Meglio parlare di un mobile e dell’analisi approfondita dell’intervento che certamente deve essere fatta prima di operare, altrimenti si rischia di fare il lavoro in modo parziale e ottenendo risultati insoddisfacenti. Io avevo un mio zio, bravissimo !! Era falegname e restauratore appassionato. Lui viveva con il legno e io lo andavo a trovare , poiché dilettandomi di disegno e di pittura cercavo di capire qualche cosa in più in quest’arte affine! Il concetto stesso di restauro è nobile poiché si tratta di riportar alla luce, all’antico splendore qualcosa su cui il tempo e gli uomini hanno inciso!. Lo paragonerei senz’altro all’archeologo che cerca nelle sabbie del deserto le tombe dei Faraoni e trovatele le porta alla luce e poi all’antico splendore. E i bronzi di Riace?? Chissà come ci hanno lavorato!! E il Crocefisso del Cimabue? Altro miracolo, purtroppo perso,!Nel legno il discorso è diverso. Ma non tanto, poiché bisogna intervenir sempre con le mani , con la fatica fisica, con la voglia di riportare alla luce, è quasi un’ipnosi lo scartavetrare, come tu lo chiami. È un gesto di amore , appunto , come quello del riportare alla luce vera i libri antichi dell’alluvione di Firenze!! Con pazienza, tanta pazienza, l’animo si educa ad avere pazienza, a tollerare l’insuccesso e a superare qualche ostacolo, ci vuole concentrazione, , amore soprattutto. Comunque per un mobile si inizia sempre con gli interventi di falegnameria , penso, poi si svernicia , si pulisce e poi si lucida. Questo mi ricordo di mio zio. Sverniciare , mi raccontava, è la fare più delicata per via dei danni che si possono causare e che possono essere irrimediabili. Come si fa a garantire la conservazione della patina che il tempo lascia inevitabilmente sul legno?? E qui mi torna alla mente il restauro della Cappella Sistina a Roma. Io ho visto questo luogo sacro all’Umanità, parecchie volte prima del restauro e ne avevo ricavato una certa impressione, profondissima, come fossi al di fuori del tempo. Poi son ritornato a vederla finito il restauro…. Ed ecco …da una parte il miracolo dell’aver riportato alla luce vera i colori… dall’altra si era eliminato il TEMPO , l’azione che il Tempo e gli eventi avevano fatto sull’opera, sicchè essa era divenuta DATABILE!!!! Non era più al di fuori del tempo!! Il pazientissimo lavoro di restauro dei Giapponesi, ripreso con telecamere minuto per minuto, aveva fatto intendere come solo l’amore per tale arte è il parametro che consente di effettuare miracoli! Ma io preferivo la cappella Sistina di prima. Però il restauro era obbligatorio, ma, accidenti, avevano tolto la patina del Tempo, sui colori! Troppo brillanti ora. E così deve essere per il legno!!! Basta!! Non mi dilungo, se no dovrei parlare all’infinito del restauro, Mi piace da matti. Dipingo per passione , non è restaurare , ma forse restaurare è più difficile! Ciao! tt
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Inviato da: Valerie Lancaster
il 05/11/2020 alle 11:47
Inviato da: divinacreatura59
il 14/10/2019 alle 18:37
Inviato da: Aisha Sadat
il 14/10/2019 alle 16:33
Inviato da: en güzel oyunlar
il 27/11/2016 alle 12:27
Inviato da: çok güzel oyunlar
il 27/11/2016 alle 12:26