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« L’utilità e l’inutilitài 30 dell'Annalisa »

Forse bisogna toccare il fondo per cominciare a risalire…

Post n°322 pubblicato il 10 Marzo 2007 da noteinblu
Foto di noteinblu

Il risveglio dell’ennesimo giorno da malato sulla via della guarigione, si portava dietro, ieri mattina, una notte fatta di un sonno costante, protetta dal baldacchino antizanzara, tornato prepontemente alla ribalta dopo gli ultimi dispacci della contraerea.
Gli unici inconvenienti, di una convalescenza ancora da affrontare, erano l’orario, da annotare intorno alle 6.30, e il forte mal di testa che, se mi lasciava libero da altri dolori, riusciva a cavarsela egregiamente da solo.
Una leggera febbre di riflesso, appena sopra i 37 gradi, e una maggiore possibilità di movimento di cui approfittare con discrezione.
Cerco sempre di considerare anche quello che viene di buono dalle situazioni che sembrano inevitabilmente virare al peggio e non so, se proprio per questa ragione, posso dirmi ottimista.
Il tempo obbligato, regalato al sottocoperta, non solo mi aveva fatto riscoprire il piacere di una cura delle mani ritrovata, ma anche il pieno recupero del ginocchio malandato dal malnato gioco del calcetto.
Piegare la gamba destra non era più un problema e quei brevi tragitti, tra la sponda del letto e la stanza dei sanitari potevano vantare di un passo ampio, sicuro e assolutamente non costretto dall’infiammazione al legamento.
Forse bisogna toccare il fondo per cominciare a risalire o, più prudentemente, un po’ di riposo forzato non fa male a nessuno.

La mattina comunque la dedico ancora al letto, per cercare di placare, senza risultati incoraggianti, quelle fitte alla testa veramente lancinanti e solo sul mezzogiorno mi alzo per seguire mia madre in banca.
Devo ancora incassare la busta paga e l’assegno dei diritti SIAE e per i miei genitori sono cose che necessitano di una certa priorità.
Non importa che tra una settimana ne ritirerò un’altra e mi dovrò ritagliare altro tempo per frequentare quel posto che non amo, la banca e non importa se non sono ancora un fiore per uscire di casa. In effetti mia madre mi aveva chiesto il giorno prima di accompagnarla, anche se farle notare con troppa insistenza che, in quelle circostanze, mi avrebbe potuto chiedere qualsiasi cosa, mi sembrava poco carino e poteva far pensare ad una velata accusa di circoscrizione di incapace.
Allo sportello, la somma totale, sotto cui porre una bella firma strascicata, è di 1300Euro e 30centesimi, che vedrò solo sotto forma di foglietto per ricevuta mentre precipitano nel conto dei miei, in vista della botta dell’autocarrozzeria a cui far fronte.
Non sono ancora a posto e, nonostante il breve tragitto, sento le poche energie ritrovate abbandonarmi di colpo. Pranzo a letto e per fortuna che ci sono gli gnocchi col sugo perché dell’appetito non riesco proprio a scorgere una traccia. Li finisco e ritorno a cercare di dormire ma ormai quello che potevo dare l’ho già dato anche su quel fronte.
Il mal di testa non passa.

Prima che ricominci l’obbligo di domicilio delle 17-19 riesco a corrompere mia madre riguardo la necessità di tornare fuori.
Obbiettivo: l’acquisto della mitica birra Leffe da regalare a Giulia in vista del suo compleanno.
Qualcosa di più significativo della solita lattina.
Mi ero mosso con l’elenco telefonico durante la settimana per riuscire a preparare adeguatamente il terreno del sabato, giorno di piena libertà nelle intenzioni.
“Imola Bevande” vendeva a privati ma non teneva quella marca, “Partesa” necessitava ancora di Partita I.V.A. e, tale Pizzinat, non sapevo proprio dove andarlo a pescare.
L’unico spunto utile l’avevo avuto grazie ad Angelo del Gold Win che mi indirizzava verso Castel Bolognese (RA) dal tal “Baiocchi”, offrendomi anche tutto l’aiuto per sopperire all’eventuale divieto d’accesso ai privati.
Torniamo fuori. Cerco di rispolverare la faccia migliore ma faccio veramente fatica. In macchina il caldo è insopportabile e forse sono anche io a favorirlo con la scelta spregiudicata del pile e della giacca.
Abbasso un po’ il finestrino ma comincio a sudare dalla fronte senza sosta.
Ci fermiamo in un bar per chiedere informazioni che arrivano puntuali.
È a qualche centinaio di metri, verso il centro ma quando ci parcheggiamo di fronte la sensazione che qualcosa non sia proprio al posto giusto è lampante.
Scopro che il famigerato “Baiocchi” è alloggiato a San Mauro in Pascoli (RN), un po’ troppo fuori mano anche per le mie migliori condizioni di salute.
Mi lascia il numero per la sede distaccata di Forlì (FC) ma ormai ho già preventivato l’acquisto diretto dalla scansia Ipercoop, sperando che sia rifornita.
Il ritorno a casa è una sauna continua e mia madre mi propone anche la sosta per completare uno dei pensieri per i 30 anni dell’Annalisa.
Sto bene, non posso tirarmi indietro.
Fotocopia a colori della copertina del DVD dei Placebo “Soulmates never die” e finalmente le coperte, dopo aver assunto un’altra maglietta.

Arriva la telefonata di Giulia ma l’impressione di essere appesi a un filo senza avere alternative per cambiare in meglio la situazione non la fa diventare un momento piacevole. Alla fine una cattiveria mia, che non voleva essere altro che uno cercare di sdrammatizzare, e una sua, forse per ripicca, che ci fa lasciare con un freddo “ciao” di assoluta circostanza.
Devo andare a presenziare al concorso del Mamilù e avverto che arriverò all’ultimo momento.
Alle 23.40, non avendo ancora ricevuto quella telefonata per spostarmi da casa, decido di mobilitarmi comunque.
Arrivo, e il secondo gruppo in gara che sarebbe dovuto essere stato eliminato nella scorsa selezione (quando si classificò ultimo), è sul palco a regalare quel solito metal suonato male, anche se con molta passione.
Siamo gli ultimi. Scopro che il gestore intelligente ha deciso di eliminare il minimo sindacale di una consumazione (stiamo parlando di 1panino+1birra!!!) per i componenti dei gruppi. Non ci ho visto più.
Se non fosse stato per gli amici che ci sono venuti a sentire sarei tranquillamente tornato a casa senza suonare una nota.
Non solo abbiamo già presenziato a tre selezioni senza essere pagati ma adesso ci viene negato anche l’unico privilegio universalmente riconosciuto ai musicisti di tutte le caste.
Questo gestore intelligente
ha fatto bene i suoi conti però non è detto che io debba per forza continuare a farmi prendere per il sedere.
Lui si è garantito musica dal vivo, fino alla soglia dell’estate, a costo zero e continua ad aggiungere fasi su fasi a questo concorso, che in dono porta premi in denaro, commutati in ore di studio di registrazione e tot euro da consumare nel suo locale, limitati alle prime tre posizioni.
Salgo sul palco e credo di non aver mai fatto più ridere di così.
Alla notizia che, in caso di passaggio (o di ripescaggio molto probabile) ci aspettavano altrettante serate (3) da regalargli ho garantito la mia assenza.
Preferisco andare a cercare delle date piuttosto che fare il suo interesse, visto che di questo si sta parlando e non di musica.
Non pensavo che si sarebbe potuti scendere più in basso ma, come ho già detto, forse bisogna toccare il fondo per cominciare a risalire o, più prudentemente, un po’ di riposo forzato non fa male a nessuno.
 

 
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