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Post n°369 pubblicato il 24 Aprile 2007 da noteinblu
Foto di noteinblu

Secondo Tempo

Finalmente l’occasione per godere e dare un senso al generoso gesto di Fabio, che mi aveva omaggiato di un lasciapassare gratuito, valido per ognuna delle tre serate da lui artisticamente dirette, proposte in occasione della ventesima edizione del “Cassero Jazz”, in terra di Castel San Pietro T. (BO).
L’assenza del venerdì e del sabato mi erano dispiaciute ma non potevo evitarle.
Il destino degli appuntamenti, ultimamente, sembra si diverta a mettere scompiglio nel calendario, alternando momenti di stanca a sovraffollamenti decisamente poco simpatici, che obbligano alla rinuncia e al dispiacere per tutto quello che non si riesce a vivere.
Parcheggio e faccio il mio ingresso al Centro Congressi Artemide, dove avrà luogo la serata, vista la costante indisponibilità, per dovere di ristrutturazione, del luogo naturalmente deputato all’evento.
Trovo subito Fabio e qualche faccia riconducibile alla solita sfera musicale imolese, a cui sto iniziando, a malincuore, a prestare anche la mia.
Per fortuna la sala è gremita di un pubblico sconosciuto e mi fa piacere cercare di trovare un posto che abbia un senso, tra i prenotati, gli occupati e la speranza di scoprire qualcuno con cui poter scambiare la cortesia di qualche pensiero.
La fortuna, nell’attesa, mi arride ed entrambi i problemi vengono risolti brillantemente.
M*****, conosciuto in seguito alla mia esibizione sul palco bolognese del Festival delle Arti della scorsa estate, di cui si era trovato ad essere, insieme alla moglie a cui ora potevo stringere la mano, improvvisato spettatore, rappresentava la soluzione.
Scopro che sarà lui ad introdurre la serata con i fari puntati sul contrabbasso di William Parker e quel “Raining on the moon” che gode di un quintetto da voce, sax, tromba e batteria al seguito, molto promettente.
Si parte.
Un’apertura intensissima fatta di archetto, percussioni e voce che cresce tenendo salda intimità e attenzione.
Poi si passa ad altre composizioni originali, affondando nello swing, dal quale ci si concede, all’occasione e senza problemi, prestiti dal funky, dal latino ecc… facendo emergere un batterista, Hamid Drake, che mi fa letteralmente cascare la faccia e che sembra riuscire a parlare, una lingua incredibile, con le bacchette.
Una bambina inizia a ballare a fianco del palco, conquistando, la curiosità rinnovata del pubblico, il sorriso dei musicisti e sicuramente uno stimolo ulteriore e improvvisato per rendere l’ennesimo concerto un concerto diverso.
Si arriva alla fine un po’ stanchi, quasi per dovere, e il pubblico che lascia la sala, mentre più dell’altra metà invoca il bis di cortesia a mani sbattute, ne cattura l’immagine.
Sono comunque intorno alle 2 ore di spettacolo e i professionisti si sanno far riconoscere.

Lunedì partiva col piede del dovere, da imputare alla mia svista da permesso orario, accumulato nella settimana precedente.
La lettura in compagnia di Tiziana, delle 10.30, offriva la buona uscita a base di colori e sorrisi, nell’asilo nido della mia infanzia.
Ad assistere anche mia madre e soprattutto mia nonna che prende posto, dietro tutta la prima fila occupata dai bambini, per la messinscena di “Peter, lo spaventapasseri”.
Non può andar male e alla fine i saluti sono tutti pieni di ringraziamenti e soddisfazione.
Per il resto.
Ho scoperto il mio primo pelo bianco sommerso nella basetta sulla destra.
Mi ha fatto pensare di essere già vecchio, ma non così tanto da meritarmelo.

 
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