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« la palla rotola in reteVia Paolo Fabbri °43 »

prima della colazione del giorno dopo

Post n°308 pubblicato il 24 Febbraio 2007 da noteinblu

La giornata di venerdì era partita all’insegna del buonumore dettato, soprattutto, dalla notizia di Giulia, che mi avrebbe raggiunto la sera stessa, sfruttando quella settimana ecologica che come significato portante vantava il privilegio di potersi esentare dal frequentare le ordinarie lezioni liceali.
Il sapore delle ultime ore lavorative della settimana a cui piegarsi, condite dell’imminente arrivo della mia bella mi avevano proprio stampato un bel sorriso sulle labbra difficilmente scalfibile.

In prossimità del mezzogiorno, ora della pausa pranzo, la necessità mi aveva portato ad un giro di consegne nei dintorni a cui offrire due interpretazioni.
Cercare, in quei 20min residui, di rispettare la mia tabella di marcia, alzando drasticamente i ritmi del lavoro o rilassarmi puntando alla mezz’ora di straordinario da recuperare nel pomeriggio.
L’esigenza della palestra, nell’immediato dopo pranzo, mi aveva spinto a tentare la prima strada ma, alla seconda bolla da firmare, a cui aggiungere un reso e i tempi lunghi di attesa per ogni operazione, avevo già cambiato idea.
Quando il destino inizia a disseminare il tuo percorso di imprevisti, ed era questo il caso, non ha senso intestardirsi ma limitarsi a prendere la situazione con filosofia. Con calma sbrigavo le ultime pratiche da Giacometti e puntavo alla S.I.L.L.A., vera artefice di quell’uscita da fuori tempo massimo.
Con calma, rispettando puntigliosamente ogni Km/hr da offrire in pasto alla lancetta del contachilometri, con rispetto particolare per il più tardivo giallo del semaforo. A mezzogiorno appena passato arrivavo a fare il mio ingresso nella zona di carico/scarico della ditta.
Avevo notato qualche macchina, a freccia armata, guadagnare la via d’uscita, tentando d’immettersi sulla statale Selice e, di fronte ai vari muletti abbandonati qua e la, il sentore di essere arrivato sul limite si faceva sempre più concreto.
Con passo tranquillo, entro negli uffici, dove le impiegate sanno regalare sempre qualche minuto in più al bene dell’azienda.
La conferma della pausa pranzo in vigore dal mezzogiorno arriva immediatamente ma grazie al transpalet e alla sponda idraulica posso professarmi indipendente e quindi in grado di effettuare l’urgente consegna.
Mi chiamano la responsabile che di fronte alla bolla trova qualche perplessità a cui porre rimedio con una telefonata a Daniele, il mio capo filiale.
Devo tornare subito alle due, per rimediare all’errore e soddisfare il cliente che ha bisogno anche di quel bidet sospeso mancante, prima di prendere la via del cantiere prossimo al mare.
Non scarico e, sempre con la tranquillità che non dovrebbe mancare mai alla guida, faccio il mio ritorno in filiale.
La mezz’ora la recupererò con un’uscita anticipata alle 17.30.
Non mi risparmio comunque la palestra e dopo il pomeriggio ancora sorridente, all’orario previsto, sono di nuovo fuori dal cancello.

Posso permettermi una sosta all’Adecco per ritirare, finalmente, la busta paga rimasta ad attendermi dal 15 febbraio scorso e, con le 18 appena passate, vista la fila che ugualmente dovevo aspettare, fare il mio ingresso tra le mura domestiche.
Barba, doccia e di nuovo fuori per la stazione e quella Giulia che si porta dietro e che devo riabbracciare. Non passiamo neanche da casa e, dopo un saluto ad Alex in merito ad ulteriori dettagli sull’argomento “calcetto”, mi trovo a cercare un parcheggio nella zona “Centro Leonardo” per un rifornimento di contanti, sulla strada per la cena.
Attraversiamo a piedi la via Emilia e subito, prima della porta scorrevole con il suo confine da aria condizionata, un ragazzo dall’accento napoletano cerca di rifilarmi un opuscolo per fare beneficenza a qualcosa o a qualcuno.
Non me la sento e gli confesso che ci devo pensare.
Prelevo 500Euro in contanti dal mio libretto, esposto agli assalti della quotidianità senza lo stipendio, destinato alla carrozzeria della Punto, ad offrire un qualche equilibrio.
Siamo di nuovo fuori e il ragazzo è ancora lì a presidiare l’ingresso in compagnia di una ragazza. Capisco che non ce la faccio proprio a fare beneficenza indotta.
È una cosa che devo sentire in quel momento e a cui dare un senso, altrimenti il gesto non potrebbe essere spontaneo, rimanendo inutile.
È un discorso che, comunque, meriterebbe più spazio e approfondimenti.
Mi dispiace solo essere sembrato qualcosa di diverso, insensibile.

Sempre con la mano di Giulia da stringere, nelle maglie lasciate larghe, dai cambi di marcia, richiesti dai giri del motore.
Arriviamo alla bruschetteria “Quei matti anni ‘30”, di cui ancora ignoro il connubio tra nome e attività, sulla lingua che serpeggia nella pianura tra la via per Montecatone e il borgo di Dozza (BO).
È ancora relativamente presto e i tavoli sgombri hanno la meglio nel confronto, anche se prenotati per le ore a venire.
Ci trovano comunque un posto e iniziamo la ricerca per le specifiche che possano meglio soddisfare il nostro palato. Una bruschetta da 80cm da equilibrare su tre gusti è l’ideale ma l’ambiente rimane comunque più indicato per le grandi tavolate, rispetto all’intimità di una cena a due.
Consumiamo il pasto e degno di nota è solo il vicinato, animato dal fare fastidioso di una ragazza in compagnia di due amiche e del ragazzo.
Avverto una distanza meritevole di attenzione negli atteggiamenti e nei discorsi e al momento delle luci a intermittenza ne ho la conferma.
È il suo compleanno e il regalo più sentito della compagnia è un bel fallo dalle dimensioni rilevanti, portato dalla cameriera nel cestello del ghiaccio e guarnito sulla punta, sul momento, da una bella spruzzata di panna.
A parte l’originalità, il trattamento riservato al nuovo giocattolo da parte della festeggiata si rivela sentito e incline alle battute più penose.
Guadagniamo la via d’uscita e il letto di casa, dove penso bene di crollare, senza preavviso, troppo presto.

 
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Commenti al Post:
lucignolo_fumante
lucignolo_fumante il 24/02/07 alle 18:48 via WEB
...se noti la struttura del mio blog ti accorgerai che sono un cristiano, evangelico/riformato. Sono convinto che il cristianesimo biblico sia unico per gli orizzonti che apre, per la radicalità e per la forza che emana. Il cattolicesimo non è attento a queste cose e rappresenta una religione di cornice e di formalismo.
(Rispondi)
 
 
noteinblu
noteinblu il 24/02/07 alle 18:50 via WEB
per favore non cercare di fare proseliti in questo modo e,soprattutto sfruttando il mio spazio. Grazie p.s. Ti confesso che non credo ci sia una vita dopo la morte... ma in compenso ci spero proprio tanto!
(Rispondi)
 
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