amareilcinemaParole di cinema scritte ( e trascritte ) di notte e tant'altro per chi ha cuore e occhi per vedere.Per chi ama il cinema.Per chi ha ancora un sogno |
AREA PERSONALE
Il sogno
Se il sonno fosse (c'è chi dice) una
tregua, un puro riposo della mente,
perché, se ti si desta bruscamente,
senti che t'han rubato una fortuna?
Perché è triste levarsi presto? L'ora
ci deruba d'un dono inconcepibile,
intimo al punto da esser traducibile
solo in sopore, che la veglia dora
di sogni, forse pallidi riflessi
interrotti dei tesori dell'ombra,
d'un mondo intemporale, senza nome,
che il giorno deforma nei suoi specchi.
Chi sarai questa notte nell'oscuro
sonno, dall'altra parte del tuo muro?
JORGE LUIS BORGES
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Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell'altro,
e dirà: Siedi qui, Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io:
Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato
per tutta la vita, che hai ignorato
per un altro e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d'amore,
le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti: E' festa: la tua vita è in tavola.
Di Derek Walcott Citato nel Film "La Febbre"
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Post n°114 pubblicato il 05 Maggio 2010 da nottelunas
" (...) Voglio dare con la stessa forza con cui volevo all'inizio, Voglio vincere dato che non posso essere vinto" Alessandro Panagulis
Ancora una volta Clint Eastwood firma un capolavoro. La vita e l'azione politica di Nelson Mandela raccontata attraverso una partita di rugby, una partita storica che vide nel 1995 la squadra sudafricana vincere i Mondiali, contro ogni avverso pronostico. Un film asciutto ed intenso che tocca corde profonde, che incanta ed emoziona, avvince e lascia col fiato sospeso. Misurato e commovente. Forte e lieve come il perdono nel cui segno si racconta la nascita di un popolo e la ri-costruzione di una nazione. Lieve e forte come quel perdono che non teme le asperità del destino ma solo "l'orrore della fine". Imperdibile! M. Cristina Lucchetta
In meta contro l'apartheid di Gaetano Vallini L'Osservatore Romano Accade a volte che un evento sportivo assuma significati che vanno oltre l' aspetto agonistico. Così se per la maggior parte della gente la finale della Coppa del mondo di rugby del 1995 disputata all'Ellis Park Stadium di Johannesburg fu solo un'avvincente partita, peraltro con un risultato sorprendente, per il Sud Africa rappresentò un momento cruciale della storia nazionale. Grazie alla lungimiranza di un uomo, Nelson Mandela, primo presidente di colore nel Paese, quell'evento divenne esperienza comune di un popolo fino ad allora diviso tra bianchi pochi ma detentori del potere e della ricchezza e neri, poveri ed emarginati. Quell' impensabile convergenza del tifo su una squadra, gli Springbooks, sostenuta solo dagli afrikaaners e odiata dai nativi per i colori verde e oro divenuti simbolo della segregazione, aiutò in parte a sanare le ferite del passato e a infondere speranza in un futuro pieno di incognite dopo la vergogna dell'apartheid. L'Osservatore Romano,
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Non dire che hai abbandonato il sogno.
Non c'è altro per noi a cui aggrapparci, se non questo.
Non dire che hai abbandonato il sogno.
Non c'è per noi altra strada se non questa.
Asakusa Kid, Takeshi Kitano
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