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MEDITATE

Post n°650 pubblicato il 02 Maggio 2017 da omerostd

Il papato per secoli è stato una delle più alte autorità morali del mondo. Com' è possibile che oggi un papa possa dire che in Italia ci sono campi di concentramento dove sono rinchiusi i rifugiati, senza che nessun giornale abbia di che obiettare, senza che nessun ministro risponda e senza che nessuna autorità si assuma la responsabilità di accertare una così grave accusa? È precipitata così in basso l' autorevolezza di un papa perché le sue parole passino in cavalleria, come fossero - che so - le bislacche sparate di un senatore Razzi? O forse è l' Italia ad essere caduta così in basso che ci si può accanire contro di essa con accuse orribili senza che nessuna autorità reagisca e difenda questo povero Paese?

I fatti sono questi. Una settimana fa, Bergoglio ha denunciato la «crudeltà» nei confronti dei migranti e ha paragonato i «campi di rifugiati» ai «campi di concentramento». A questa enormità ha reagito solo un' organizzazione ebraica, l' American Jewish Committee che - senza trovare spazio sui giornali - ha chiesto a Bergoglio di «riconsiderare la sua deprecabile scelta di parole».

Giustamente David Harris, leader dell' Ajc, ha fatto notare che «le condizioni in cui i migranti vivono attualmente in alcuni paesi europei possono essere difficili ma certamente non sono campi di concentramento». È perfino imbarazzante doverlo spiegare. Infatti nei (veri) campi di concentramento gli ebrei venivano deportati in catene dai nazisti e lì erano schiavizzati, torturati e sterminati. Mentre gli attuali emigranti - che volontariamente si sono imbarcati, pagando i trafficanti - da noi vengono salvati in mare, accolti, curati, rifocillati e ospitati dei centri di raccolta.

Bergoglio, che in Vaticano è circondato da alte mura e non accoglie nessun profugo, si sente in diritto di puntare il dito sull' Italia con un' accusa obiettivamente inconcepibile (non si può usare l' espressione campo di concentramento» così).
La Repubblica ha ritenuto di farci il titolo: «Papa Francesco: "Anche in Italia, campi per immigrati come lager"». Un' accusa peraltro fatta da un papa che si è ben guardato dal denunciare i (veri e propri) lager che esistono in Cina o a Cuba. Anzi, con le caste comuniste di quei Paesi, Bergoglio è stato rispettoso e servizievole e ha fatto di tutto per rendersi a loro gradito. A questo punto se l' Italia fosse un Paese normale il governo dovrebbe già aver protestato e dovrebbe aver chiesto le scuse di Bergoglio che - fra l' altro - è un capo di Stato straniero. Ma al momento non risulta che ciò sia avvenuto. Né probabilmente accadrà.

Purtroppo Bergoglio sembra parlare spesso senza ponderare le parole. Come quando, all' indomani della strage fatta dai terroristi islamici nella redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo, disse: «è vero che non si può reagire violentemente, ma se uno dice una parolaccia contro la mia mamma, si aspetti un pugno».

Siamo ormai al limite della blasfemia e non era mai capitato nella storia della Chiesa. Così non stupisce che il suo maggior supporter ateo, Eugenio Scalfari, si senta incoraggiato a spararne anche lui di tutti i colori. Sono già state segnalate, su queste colonne, la castronerie teologiche di Scalfari. Ma ce ne sono sempre di nuove.

Nell' editoriale di prima pagina uscito ieri su La Repubblica, per innalzare il solito monumento all' amico Bergoglio, Scalfari ha scritto testualmente: «nella riunione religiosa che si è svolta venerdì a Il Cairo le religioni d' Oriente c' erano tutte, quella islamica, quella dell' ortodossia greca, quella cristiana-copta: i tre monoteismi rappresentati dai loro più alti dirigenti». Con tanti saluti agli ebrei la cui religione - a quanto pare - per Scalfari non è da considerarsi un monoteismo e nemmeno una «religione d' Oriente» (qualcuno gli spieghi che proprio con il popolo d' Israele nasce il monoteismo e che senza l' ebraismo non ci sarebbe il cristianesimo e neppure l' islam). Tralascio le altre assurdità che ha scritto.

Ormai è la fiera delle parole in libertà. Ma Scalfari possiamo anche lasciarlo perdere, può scrivere quello che vuole. Invece uno che ricopre la carica di Sommo Pontefice della Chiesa cattolica no.

di Antonio Socci

 

 
 
 
 
 

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