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« SINDROME DI QUIRRAUranio impoverito: tutta... »

LA "SINDROME DI QUIRRA" E IL KILLER SEGRETO. ECCO LE TESTIMONIANZE DELLE VITTIME

Post n°436 pubblicato il 08 Novembre 2012 da antonello.mureddu

Quattordici casi in tutto. Quattro morti e dieci gravemente malati, al momento della denuncia. Sono le testimonianze raccolte dal questo blog sulla "Sindrome di Quirra" e sul killer "segreto". Storie che ci avete raccontato direttamente voi solo negli ultimi tre anni e che oggi abbiamo voluto rilanciare e pubblicare in forma integrale (tutelando la privacy degli interessati).

Storie che potrebbero essere approfondite da chi sta indagando sul fenomeno delle "morti sospette" tra civili e militari, e che, per questo, mettiamo a disposizione degli organi competenti a cominciare dalla Procura della Repubblica di Lanusei e dalla Commissione parlamentare di inchiesta.

I casi di morte riguardano un bambino di appena un mese, figlio di un militare, morto per un tumore al rene. La moglie di un militare, malato di cancro, deceduta per la stessa malattia. Viveva a pochi metri dal Poligono. E ancora due militari. Tutti hanno operato nel Poligono di Quirra. I casi di malattia riguardano militari ma anche civili affetti da linfomi, leucemie e altre patologie neoplastiche. Le testimonianze vengono riportare rispettando l'ordine cronologico.


mercoledì 11 febbraio 2009 
“COSI’ E’ MORTO MIO FRATELLO A 31 ANNI”

Porgo cordiali saluti a tutto il blog di vittimeuranio.com. Mi chiamo F. M. e volevo denunciare quello che è successo a mio fratello M. Lui ha svolto il servizio militare nell’ anno 96/97. Nel corso di questo anno ha prestato servizio per un periodo di tempo presso la base militare di Perdasdefogu in Sardegna. Nell’ anno 2004 è stato colpito da una forma di tumore al testicolo ( Seminoma ) che si è risolta con l’ asportazione del testicolo stesso e un ciclo di radioterapia. Nel Dicembre del 2007 gli è stato diagnosticato un linfoma non Hodgkin ad alto grado che lo ha portato alla morte a soli 31 anni. Documentandomi ho scoperto che queste due forme di tumore sono tipiche dell’ esposizione all’ uranio impoverito. Poi nel Gennaio 2008 attraverso un servizio televisivo sono venuta a conoscenza che quest’ ultimo era presente nella base militare sarda dove il mio cucciolo ha svolto una parte dell’ anno militare. Sicuramente è solo una coincidenza ma tutto questo mi ha portato a pensare che forse anche M. sia stato una vittima dell’ uranio impoverito. Chiedo cortesemente a chi ne sa più di me se posso intraprendere azioni legali, come devo muovermi ed a chi mi posso rivolgere per avere ulteriori informazioni in proposito. In attesa di una vostra risposta porgo i miei cordiali saluti. 

venerdì 13 febbraio 2009 
“DISPONIBILE A PARLARE SULLA MORTE DI M.”

Salve....mi chiamo G. R. ho 34 anni e nell'anno 1996/97 ho fatto il servizio di leva a Perdasdefogu con M. M. Eravamo nella stessa camerata ci conoscevamo ...quindi ho appreso con grande tristezza della sua morte sul sito del corriere della sera dove si è parlato di un tumore causato da uranio impoverito.
Chiedo cortesemente di essere da voi contattato per avere ulteriori informazioni e sono disponibile a fornire tutte le informazioni che posso essere in grado di darVi.


lunedì 29 giugno 2009 

“MIO PADRE NON CREDE ALL’URANIO MA HA UN TUMORE”

Salve a tutti, mi chiamo S. e sono figlia di un dipendente civile del poligono interforze del Salto di Quirra, ormai in pensione. Qualche mese fa a mio padre è stato diagnosticato un tumore intestinale, è stato operato d'urgenza, e il chirurgo ha ipotizzato un'età di circa 15 anni del tumore. Secondo le vostre esperienze è possibile che si tratti di uno dei tanti casi? Lui dice di no, non crede all'uranio impoverito.


sabato 5 settembre 2009 
“RACCOGLIEVO MUNIZIONI SENZA PROTEZIONI. HO PERSO UN BIMBO DI UN MESE PER UN TUMORE”

Buongiorno, sono C.M., Sottufficiale dell'Aeronautica Militare in servizio permanente, Le chiedo se possibile di esaminare quanto le descrivo e se cortesemente può darmi un suo parere. Arruolato il 31/03/1981 ho prestato servizio al Poligono Sperimentale del Salto di Quirra di Perdadefogu da Agosto 1981 sino al 12/02/1988. In questo periodo ho svolto diversi incarichi, ma in particolare mi recavo alle esercitazioni di tiro periodicamente non meno di 2/3 volte l’anno, e come tanti altri colleghi ho partecipato alla raccolta delle munizioni sparate sia dalle armi leggere che da elicotteri e nonché da tutti i mezzi utilizzati nel contesto nella piana di Monte Cardiga, e nelle sedi dei tiri senza nessuna protezione, neanche le cuffie antirumore. 

Ho fatto tantissimi servizi armati H 24 - per il controllo del Radar di M. Codi all’interno ed all’esterno della struttura del radar. Il fatto: dopo il trasferimento dal PISQ all’aeroporto Di Elmas, nel mese di luglio del 98 mia moglie è rimasta incinta del 2° figlio poi nato ad aprile 1999, (Andrea) un bellissimo bambino. Durante il ricovero per il parto i medici hanno fatto dei controlli ed esami al bambino in quanto presentava una protuberanza all’altezza del rene Dx, diagnosticato in Neuroblastoma, il bambino non è mai stato dimesso ed è morto dopo l’operazione per l’asportazione del tumore nel mese di Maggio, circa 30 gg dopo la nascita. 


martedì 13 ottobre 2009 
“ERA PIENO DI BOSSOLI. RESPIRAVAMO TANTISSIMA POLVERE”

Buonasera, mi chiamo A. D. e scrivo da Rimini, ho 35 anni. Seguendo varie notizie sull'avvelenamento dei militari che hanno prestato servizio nei poligoni del Salto di Quirra e Capo Teulada, mi è sorto il dubbio se il periodo di leva che ho svolto in quei luoghi potrebbe aver influito sul fatto che l'anno scorso mi è stato rimosso un tumore e quest'anno mi e' stato diagnosticato il diabete tipo 2(ma esordito come tipo 1). E al fatto che mio figlio di 4 anni ha problemi di Autismo. Mi piacerebbe documentarmi di più. 
Non sono un militare, la mia presenza nei luoghi citati è stata limitata a 
50 giorni di esercitazione nel 1996(maggio/giugno) durante il mio servizio di 
leva. Direttamente non ho manipolato bossoli, ma ho soggiornato in quei 
luoghi, e di bossoli li era pieno, impossibile non maneggiarne qualcuno, 
anche solo x fare qualche foto sui rottami di un vecchio carro distrutto. 
Inoltre girando coi fuoristrada tutto il giorno x i poligoni la sera 
avevamo respirato veramente tantissima polvere/terra proveniente dai 
sentieri che usavamo.


venerdì 6 novembre 2009 
“MALATO DI CANCRO HA PERSO ANCHE LA MOGLIE PER LA STESSA MALATTIA”

All'ex Luogotenente Aeronautica Miliare S. A. è stata diagnosticata una neoplasia vescicale in data 28/09/2005. Si fa presente che la persona in oggetto ha fatto servizio presso il Poliogono del Salto di Quirra (Perdasdefogu) dal 1982 al 2002 data in cui è stato posto in congedo. Ha già fatto 18 cicli di chemioterapia ed è ancora in trattamento immunitario. Lo stesso tiene a precisare che nel luglio 2002 ha perso la moglie per tumore al seno (abitava al villaggio Azzurro Palazzina C/1) circa 30 metri di distanza dall'interno del poligono. Vi prego fate sapere come deve agire e a chi si deve rivolgere. 


venerdì 18 dicembre 2009 
“UN LINFOMA SUBITO DOPO IL SERVIZIO, ADESSO LA MALATTIA SI E’ AGGRAVATA”

Buonasera, mi chiamo A. F. e sono nato il 1.12.1980, risiedo in provincia di Varese.
Vi racconto brevemente la mia esperienza.
Nel Gennaio 2001, partì per il servizio di leva in A.M.
Dopo aver fatto in C.A.R. a Taranto, venni assegnato a Gallarate (VA) II Deposito Centrale A.M. Tuttavia dal 1.09.2001 al 19.10.2001 venni inviato per missione presso il poligono a mare di Capo S. Lorenzo.
Le mie mansioni erano Aviere Autista.
Durante il periodo della missione, nella base avevano luogo importanti esercitazioni con lanci di vario tipo.
Mi ricordo A.M., E.I, M.M. e aziende private, c'era gran movimento.
Il 7 Novembre conclusi i miei obblighi verso la leva.
Nel Gennaio 2007 mi venne diagnosticato un linfoma non hodking grandi cellule anaplastico cd30+ alk- fenotipo "null".
Feci la chemioterapia per 3 mesi + radioterapia che fortunatamente mi portarono alla remissione completa.
Ero quasi convinto di esserne uscito, purtroppo a pasqua 2009 la malattia ha assunto una forma aggressiva.
Ho dovuto fare cicli d chemio alte dosi + autotrapianto autologo cellule staminali.
Purtroppo nonostante un'ottima risposta iniziale alle terapie di salvataggio, proprio in questi giorni gli esami di controllo e la mia condizione di malessere 
inducono a ipotizzare una verosimile resistenza e quindi presenza della malattia.
Sono distrutto, speravo di trascorrere le feste natalizie in modo lieto. 
Ho perso fiducia nella guarigione, comunque ci credo.
Col tempo ho maturato la convinzione che la mia malattia potesse essere associata alla mia esperienza di due mesi presso il poligono di Capo S. Lorenzo.
Grazie per la cortese attenzione, rimango volentieri a vostra disposizione per chiarimenti e informazioni in merito.


martedì 2 marzo 2010 
“ANCHE IO MALATO, SARA’ PER IL SERVIZIO MILITARE?”

Spett.le VittimeUranio, sono un Tenente di complemento con il seguente trascorso:
1) Corso Allievo Ufficiale (Corpo Automobilistico Trsporti e materiale) svolto alla Cecchignola (Roma) dal 10/6/1996 al 15/6/1996
2) Servizio da sotttenente di complemento svolto a Padova (32 Reggimento trasmissioni, caserma Pierobon) dal 15/6/1996 al 14/4/1997
3) Missione vespri siciliani da gennaio ad Aprile 1997 presso Termini Imerese (Palermo)
4) Non ho partecipato a missioni all'estero, ma ho partecipato ad esercitazioni in poligono di tiro
5) Mi sono ammalato di linfoma di Hodging nel Febbraio 1999. Sono stato in cura per circa un anno (chemioterapia, trapianto di midollo, radioterapia). Ora eseguo accertamenti annualmente.

Desideravo sapere se il mio caso può essere di aiuto a completare la casistica e se vi sia la possibilità che la mia malattia sia legata al servizio militare svolto per poter chieder qualche tipo di risarcimento. In attesa di una vostra cordiale risposta. S. T.


domenica 18 luglio 2010 
“PER IL MEDICO E’ L’URANIO LA CAUSA DELLA LEUCEMIA”

Buongiorno,
abito in Sardegna e ho un'amica che vive vicino alla base NATO di Perdasdefogu.
questo mese sua madre è stata convocata dai medici militari per una visita al fine di valutare se la leucemia contratta anni fa e ormai debellata potesse rientrare nei casi le cui cause sono attribuibili al contatto con uranio impoverito.
a detta del medico che l'ha visitata rientra al cento per cento nella casistica, e la sua leucemia è dovuta all'uranio impoverito.
quando la mia amica mi ha raccontato queste cose, il mio cervello si è messo in moto, perchè lei stessa ha tutta una serie di disturbi e malattie che non riesce a debellare e spesso lasciano i medici disarmati. Dalle malattie croniche della pelle (herpes, eritemi che si presentano con troppa frequenza tanto da dover essere trattati con immunosopressori), ai deficit immunitari, policisti, emicranie..
mi sono così informata e ho trovato scritto da qualche parte che tra le malattie dell'uranio impoverito ci sono anche sindromi complesse che comprendono disturbi tra i più vari.
mi chiedo se questo sia vero e a chi ci si possa rivolgere per fare uno screening che possa valutare la possibilità che tutti questi disturbi si possano in qualche modo ricondurre anche per lei al contatto con l'uranio, visto che sin ora tutte le visite fatte non portano a nulla.
sapete darmi delle indicazioni in merito?
vi ringrazio. F. T. 


lunedì 19 luglio 2010 
“UN TUMORE AL TESTICOLO. BONIFICAVO IL POLIGONO”

Buongiorno,
mi chiamo R. S. e sono un ragazzo di oramai 39 anni, Vi 
scrivo per avere alcune informazioni riguardo alla patologia che mi ha 
colpito 2 anni orsono.
Premettendo che sono figlio di militare e che ho passato la mia 
infanzia a Capo Teulada in Sardegna, che nel 1992 mi sono arruolato 
come ufficiale di complemento del corpo automobilistico e che nel 1993 
e sino al 1995 ho comandato l'autoreparto di Perdasdefogu nel quale 
con i mezzi da me gestiti venivano espletate tutte le operazioni di 
bonifica e sgombro poligono.
Nel 2008 mi è stato diagnosticato un tumore al testicolo sinistro per 
il quale ho subito la asportazione e la relativa chemioterapia e per il 
quale sono tutt'ora in cura.
La mia domanda è la seguente:
Ci può essere correlazione con il mio passato?
Posso richiedere allo stato accertamenti?


venerdì 17 giugno 2011 
“MIO FIGLIO E’ MORTO NELL’INTERESSE DELLA PATRIA?”

vi segnalo che venerdì 10 giugno mio figlio G., classe 1965, è deceduto molto probabilmente (certamente per parere del neurochirurgo. Prof. SAMI, che ha eseguito i due interventi chirurgici presso la clinica neurochirurgica di Hannover ( D ) per tumore alla testa nel 2002 e 2003 ) per gli effetti conseguenti all'uranio impoverito impiegato sia in Sardegna che nello scacchiere Jugoslavo. 

Mio figlio ha frequentato, dopo l' ITIS di Udine sezione aeronautica, il Corso elicotteristi a Viterbo terminato il quale ha scelto la sede di Belluno; in un secondo tempo, in coincidenza allo spostamento del gruppo elicotteri da Belluno a Rimini, ha dato le dimissioni passando al soccorso civile. 

A disposizione per eventuali ulteriori approfondimenti, ma precisando subito che l'informazione datavi persegue lo SCOPO di concorrere alla verità senza NESSUNA mira economica salvo il RICONOSCIMENTO che mio figlio è morto nell'interesse della Patria.  L.P.


venerdì 26 agosto 2011 
“UN CANCRO A 28 ANNI. ANCHE IO HO SPARATO I “FAMOSI” MISSILI”

Salve,mi trovavo per caso in questo sito dopo una serie di ricerche sulla mia 
malattia. Mi presento, mi chiamo M. e sono un caporal maggiore dell’
Esercito Italiano.
Ho 28 anni e da qualche mese ho scoperto di avere un linfoma di hodgkin, sono 
in cura presso l’ospedale oncologico di Cagliari. Per circa due anni e mezzo ho 
prestato servizio al poligono interforze di Perdasdefogu., e non nego che 
tutti i dottori alla scoperta della mia malattia mi chiesero proprio se fossi 
stata in quella zona.
Ebbene si, in quella zona ci sono stata e sono stata anche a Teulada per delle 
esercitazioni, visto il mio incarico da Missilista Controcarri ho sparato 
anche io i “famosi” missili che non ho ancora capito se sono tossici oppure 
no. Alla luce di tutto questo ora vorrei delle risposte... vorrei sapere se la mia 
malattia dipende dal lavoro che faccio e che ho fatto. Lotto con tutte le mie 
forze per combattere questa malattia ma voglio le mie soddisfazioni e le 
risposte che è giusto che io abbia. Spero che tra di voi ci sia qualcuno che mi 
possa aiutare. Grazie per l’attenzione.


giovedì 8 settembre 2011 
“HO VISSUTO A PERDASDEFOGU ORA HO UN LINFOMA” 

 Buongiorno, mi chiamo T. M. e dal 1992 al dicembre 1998 ho vissuto a Perdasdefogu, sede del Poligono militare di Quirra. Nel gennaio del 1998 mi è stato diagnosticato un Linfoma di Hodgking di stadio IIIS che è in regressione dall’agosto 98 dopo mesi di chemioterapia e cobaltoterapia.Vorrei sapere se sono tra coloro che hanno diritto al risarcimento in denaro per la malattia e come devo muovermi per ottenerlo. Vi prego di inviarmi tutte le informazioni del caso. 


domenica 2 ottobre 2011 
“E GLI INDENNIZZI?”

Salve mi chiamo F. R., nel 1996 ho fatto il servizio militare nel Poligono Interforze Del Salto Di Quirra, 10 anni dopo mi e’ stato diagnosticato un seminoma anaplastico, asportato il testicolo sinistro, il rene sinistro, linfonodi, diversi interventi, infine un trapianto di cellule staminali. Vorrei avere informazioni su possibili indennizzi. 

giovedi 15 dicembre 2011
"NESSUN RICONOSCIMENTO. E' UN'INGIUSTIZIA"

Buongiorno mi chiamo R.C. sono un sardo che nell'anno 1992/93 ha prestato servizio di leva a Perdasdefogu in Aeronautica Militare.
Nella base mi occupavo della sorveglianza dell' armeria dove erano stoccate le munizioni,ma mi è anche capitato di essere impiegato per il recupero dei bossoli sparati durante le esercitazioni militari e nel servizio antincendio,il tutto senza nessuna protezione.
Nel 2003 mi è stato diagnosticato un linfoma di hodking, attualmente in remissione completa, che ho curato con un anno e mezzo di chemioterapia ad alte dosi e autotrapianto di cellule staminali.
Nel 2009 ho presentato un'istanza di riconoscimento per infermità da causa di servizio dopo che sono venuto a conoscenza della speciale elargizione chiamata DPR 37/2009.
Allo stato attuale il comitato di verifica per le cause di servizio ha stabilito che, nonostante la malattia e le successive ripercussioni, io non ho diritto ad alcun riconoscimento poiché la mia "infermità non è dipendente da causa di servizio". Ritengo sia un'ingiustizia e spero che la segnalazione del mio caso possa essere utile a fare luce sulla reale situazione dei nostri poligoni.
Cordiali Saluti



giovedi 15 dicembre 2011
"IL MIO LINFOMA NON DIPENDENTE DA CAUSA DI SERVIZIO, MA NON MI ARRENDO"

Buonasera mi chiamo S. P. e ho 33 anni, nel 1998 ho prestato servizio nel poligono di Perdasdefogu presso il circolo ufficiali, nel Settembre 2001 mi è stato diagnosticato un linfoma non hodgkin a grandi cellule che ho curato con 12 cicli di chemioterapia e 5 di radioterapia, fortunatamente ora è in remissione completa. ho presentato la domanda per la speciale elargizione ma già due volte mi è stata respinta "in quanto non dipendente da causa di servizio", ho fatto causa al ministero della difesa presso la Corte dei Conti di Cagliari e alla terza udienza la sentenza è sata sempre la stessa: non avendo mai fatto operazioni di bonifica e non essendo mai stato a contatto diretto con esplosioni non ho diritto a nessun risarcimento...
Credo che non mi arrenderò...

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Commenti al Post:
goodnightmoon0
goodnightmoon0 il 25/09/13 alle 18:15 via WEB
Mi piacerebbe sapere cosa devono fare per bonificare la zona adesso per tentare di limitare i danni.
 
 
antonello.mureddu
antonello.mureddu il 17/10/13 alle 22:54 via WEB
Poligoni sardi e le bonifiche: “Non si è mossa una ruspa”. La denuncia di Accame Articolo pubblicato il 9 luglio 2013 quirra Un anno fa, nell’estate del 2012, le basi militari in Sardegna sembrava avessero quasi i mesi contati. Ora di ridimensionamento e chiusura non si parla quasi più e per le attese bonifiche dei poligoni e le relative occasioni di lavoro pare si debba aspettare ancora. Per le opere sono stati previsti 75 milioni di euro in tre, cifra considerata inadeguata da molti. Così denuncia con un post sulla sua pagina Facebook, Falco Accame, impegnato da sempre come presidente sua associazione Anavafaf (Associazione nazionale assistenza vittitme arruolate nelle Forze armate e famiglie dei caduti) nel riconoscimento dei diritti dei militari ammalati. “Non una ruspa si è mossa”, scrive Accame, ex ammiraglio. “Ormai sono svanite nel nulla le promesse di bonifica, eppure dovevano iniziare a gennaio 2013&#8243;. E traccia in una sorta di decalogo le possibili azioni per ridurre i pericoli nei poligoni e cita anche i casi isolani. Tra tutti il Poligono interforze sperimentale di Quirra, al centro della nota inchiesta della Procura di Lanusei per disastro ambientale, dove si è partiti con la prima fase della caratterizzazione – e quello di Teulada. Accame chiede che siano vietate le sperimentazioni alle ditte esterne, la desecretazione di alcuni documenti e una mappa puntuale delle aree da bonificare e non più bonificabili. E poi una serie di “operazioni trasparenza” chieste alla Difesa: sul personale che opera, sui controlli fatti e altro. In coda il testo integrale. Il nuovo governo sul caso Quirra. E’ spesso finito a Roma il caso del poligono più grande d’Europa, soprattutto in relazione alle morti sospette dell’omonima frazione di Villaputzu. L’ultima volta appena una settimana fa con il deputato Sel, Michele Piras, che ha presentato un’interpellanza in Aula. Le risposte arrivate dal sottosegretario alla Difesa, Gioacchino Alfano sono state ritenute “Disarmanti” da Piras. “Ancora una volta – ha aggiunto il parlamentare – si nega l’evidenza del drammatico impatto ambientale, si minimizzano gli effetti nefasti delle esercitazioni militari sulla salute delle popolazioni locali e non si riscontra alcuna apprezzabile apertura sul tema della dismissione – almeno parziale – e delle bonifiche”. Non solo, il sottosegretario alla Difesa ha ribadito l’importanza del sito militare: “Il poligono di Quirra riveste carattere di unicità nel panorama nazionale per sperimentare sistemi d’arma complessi”. Niente chiusura o ridimensionamento, o conversione, in vista. LEGGI L’ARTICOLO. I deputati 5 stelle. Prima ancora, a metà giugno, una delegazione di deputati e senatori del Movimento 5 stelle aveva fatto compiuto un’ispezione al Poligono di Quirra. Gruppo guidato da Roberto Cotti ed Emanuela Corda, rispettivamente capogruppo in commissione Difesa al Senato e alla Camera. LEGGI L’ARTICOLO. Il post di Falco Accame sulla sua pagina Facebook: 1) abolire le operazioni di brillamento periodicamente effettuate nei poligoni perché la nube di polvere che si genera nel brillamento e che si rideposita sul terreno, può avere effetti inquinanti (il materiale di scarto dei poligoni dovrebbe essere sistemato sotto terra, in appropriati depositi bunker); 2) vietare alle ditte straniere di operare nei poligoni italiani, salvo casi eccezionali in cui la sperimentazione può essere di grande importanza per interessi nazionali e, in questi casi eccezionali, proibendo agli Enti di avvalersi di autocertificazioni (in quanto impediscono i controlli sul loro operato); 3) emanare dei bandi internazionali che vietino a qualsiasi ditta che chiede di operare nel poligono, di eseguire test con armi che potrebbero avere effetti nocivi (nanoparticelle di metalli pesanti); 4) esaminare i documenti relativi ai test che sono stati eseguiti almeno negli ultimi venti anni previa desecretazione della documentazione stessa (che finora è rimasta sconosciuta (1); 5) rendere note alle Autorità competenti le posizioni dei luoghi colpiti da armamenti negli ultimi 20 anni, cioè mettere a disposizione delle mappe dettagliate indicanti i luoghi ove si sono svolte le sperimentazioni eseguite; 6) rendere noti i nomi di chi ha diretto le singole sperimentazioni; 7) rendere note le procedure di verifica in merito all’esecuzione delle disposizioni impartite per l’uso del poligono, specificando tra l’altro cosa si intende per “zona bonificata” (2) e cosa si intende per “zona non più bonificabile” (come è ad esempio quella presso Teulada); 8) rendere note le caratteristiche delle apparecchiature usate per controllo della sicurezza dell’ambiente e in particolare le capacità di queste apparecchiature di rivelare l’esistenza di particelle (nano o micro particelle) di metalli pesanti (di cui sono fatti i proiettili impiegati nei test e nelle esercitazioni); 9) rendere noto (in attesa di divieti) se vi è personale straniero che opera in modo permanente o semipermanente all’interno dell’area del poligono (3) , a quali controlli è sottoposto e se sono sufficienti a tutelare la “sicurezza”; 10) rendere noto a quali controlli è sottoposto il personale di ditte civili eventualmente impiegato nei poligoni (4). Falco Accame Presidente Anavafaf _________ 1 In una visita di componenti della Commissione del Senato che venne effettuata presso il Poligono di Salto di Quirra in una precedente legislatura fu affermato che non poteva essere resa nota la documentazione riguardante attività compiute prima del 1992. 2 Va specificato che la “bonifica” deve essere eseguita in profondità (indicando quale profondità) per eliminare tra l’altro i rischi di inquinamento e la presenza di proiettili che si sono conficcati nel terreno. 3 Ad es. per quanto riguarda il Poligono di Quirra, nella base di San Lorenzo ha operato a lungo personale libico, che quindi è stato nelle condizioni di conoscere aspetti delle attività svolte nel poligono che magari non era possibile conoscere neppure da autorità civili italiana locali. 4 Ad es. nel poligono di Salto di Quirra hanno operato ditte come la CISET Vitro Selenia e l’Avioelettronica Sarda)
 
antonello.mureddu
antonello.mureddu il 17/10/13 alle 22:55 via WEB
Quirra, la commissione del Senato: “Chiudere e riconvertire il poligono” Approvata all’unanimità nella tarda serata di ieri la relazione del senatore Pd Scanu: il poligono verrà riconvertito in un polo di la ricerca “anche” per nuovi sistemi d’arma. Probabile, nei prossimi cinque anni, la chiusura di Capo Frasca e Capo Teulada di Gabriele Paglino | 31 maggio 2012Commenti (48) commissione senato uranio quirra Più informazioni su: Capo Frasca, Capo Teulada, Gian Piero Scanu, Poligono di Quirra, Quirra, Uranio Impoverito. Share on oknotizie Share on print Share on email More Sharing Services 122 Dopo alcuni slittamenti, la decisione della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito finalmente è arrivata e la Sardegna adesso spera di esultare. Nella tarda serata di ieri la Commissione del Senato ha approvato all’unanimità la relazione redatta dal democratico Gian Piero Scanu. In sostanza, dice il testo i poligoni di Capo Teulada (CA) e di Capo Frasca (OR) vanno chiusi e quello di Perdasdefogu-Salto di Quirra (tra la Provincia di Ogliastra e quella di Cagliari) riconvertito. Dieci giorni fa, come ultimo atto di approfondimento e conoscenza, l’audizione del generale Maurizio Lodovisi, comandante logistico dell’Aeronautica Militare, che sta coordinando le bonifiche nell’area oggetto dell’inchiesta della Procura di Lanusei e che nei mesi scorsi ha seguito il recupero dei rottami di missili rimasti nei fondali di capo San Lorenzo. Nel suo intervento davanti ai senatori però il militare, più che sulla questione dei veleni, si era “concentrato”sull’ottimo rapporto che legherebbe i militari al territorio; nonché sulle ripercussioni che la chiusura del poligono di Quirra avrebbe sull’economia dell’Isola, con una perdita fino a 150 milioni di euro. Tutto vero, ma le domande rivoltegli dalla commissione erano altre: “Quali bonifiche sono state fatte? Quante se ne devono ancora fare? Quanti soldi verranno impiegati per farle?”. Di diverso tono era stato l’intervento del procuratore di Lanusei, Domenico Fiordalisi. Quattro ore, durante le quali il magistrato aveva raccontato – carte, fotografie e grafici alla mano – ai commissari parlamentari cosa avviene in quelle zone. Dove si sperimentano armi e si esercitano forze armate della NATO, si smaltiscono bombe delle due guerre mondiali. Dove la popolazione (i pastori in primis) si ammalano di tumore e i bambini e gli agnelli nascono malformati. La situazione è allarmante anche a Capo Teulada, dove le esercitazioni militari, iniziate nel ’56, non si sono mai fermate: i terreni del poligono Delta – una penisola di 400 ettari – e i fondali davanti sono tanto inquinati e colmi di proiettili (all’uranio?) da essere interdetti anche al personale della base e giudicati non bonificabili dalle autorità militari. Sul secondo poligono d’Italia – il primo d’Italia e d’Europa è Quirra – avevano indagato negli anni precedenti già altre due commissioni, ma le sentenze, grazie alle autocertificazioni prodotte dai militari, dissero che era tutto pulito. Non è da meno Capo Frasca. Qui sono morti due giovani avieri impiegati nella raccolta a mani nude degli ordigni sganciati dagli aerei durante le esercitazioni militari. Uccisi secondo il presidente dell’Anavafaf, l’Associazione nazionale assistenza vittime arruolate nelle forze armate e famiglie dei caduti, dall’U 238 (uranio impoverito). Questo in parte il contenuto del documento redatto dal senatore Scanu – già primo firmatario di una mozione presentata più di due mesi fa – su incarico conferitogli dal presidente della stessa Commissione, Giorgio Rosario Costa, e votato ieri sera. Un’approvazione all’unanimità che per il senatore sardo ha un “valore storico”. E’ la prima volta infatti che il Senato “ammette” la pericolosità di certe attività militari. “Le commissioni d’inchiesta – ricorda Scanu – hanno gli stessi poteri della magistratura. Il Governo e gli enti preposti dovranno dunque prendere atto del voto espresso e attenersi a quanto prescritto nella relazione”. Di certo una decisione importante per la Sardegna, che da sola ospita l’80 per cento delle aree di tutta Italia sottoposte a servitù militari, ma non si può parlare comunque di uno smantellamento immediato. “Le basi di Capo Frasca e Capo Teulada – come spiega Scanu al fattoquotidiano.it – verranno progressivamente ridotte. La relazione intermedia, cioè l’atto deliberativo della commissione – prosegue l’esponente del Pd – prevede che il Governo ci proponga, entro i prossimi quattro mesi, la propria tempistica, per le procedure di bonifica e la definitiva chiusura. Secondo me – conclude – se facessimo questa operazione nei prossimi cinque anni sarebbe un eccellente risultato”. Né può essere considerato un smantellamento totale. Perché è vero che Quirra cesserà di essere un poligono, ma verrà convertito in un polo di ricerca scientifica e tecnologica, “anche di interesse della Difesa”, ammette Scanu. Si studieranno insomma “anche” nuovi sistemi d’arma. E comunque nella terra dei quattro mori, rimarranno altre servitù militari (Decimomannu, Torre Poglina, La Maddalena, Serra del diavolo, S’ Ena Ruggia, Cala Andreani ecc..). Poligoni sardi, il Comitato “Gettiamo le basi” fa due conti: “Per bonificare Teulada serviranno trent’anni e centinaia di milioni di euro!” 22 maggio 2012 alle 12:49 12 Il comitato “Gettiamo le Basi” ieri ha inviato una mail a tutti i componenti la Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito, nella quale propone una riflessione sul tema delle bonifiche dei poligoni sardi. Ecco la lettera. *** COMITATO SARDO GETTIAMO LE BASI Alla Commissione Parlamentare d’inchiesta sull’esposizione a possibili fattori patogeni, con particolare riferimento all’uso dell’uranio impoverito. Oggetto: Bonifica del Poligono Interforze Salto di Quirra (PISQ). Riferimento seduta del 15/05/2012, audizione del Generale di Squadra Aerea Maurizio Lodovisi. Incipit 1 Considerato che la Commissione a conclusione della seduta n. 70 “prende atto che, allo stato, mancano elementi d’informazione su costi e modalità di attuazione degli interventi” di messa in sicurezza e bonifica del Pisq, affidati al gen. Lodovisi, resi indilazionabili a seguito dei fatti gravissimi esposti dal procuratore Fiordalisi, riteniamo doveroso portare all’attenzione studi ed esperienze di situazioni analoghe da cui si possono ricavare, in tempi brevi, le informazioni richieste dalla Commissione. Incipit 2 Al fine di delineare un quadro dell’operazione di bonifica, resa indilazionabile dai risultati dell’indagine condotta dal procuratore Fiordalisi, lacunosamente adombrata dal gen. Lodovisi, alcune indicazioni possono essere tratte da studi effettuati in situazioni simili a quella del Pisq e dalle esperienze nelle basi militari statunitensi. Si porta pertanto all’attenzione: 1) Lo studio del CNR di Ancona del 2005 titolato “Studio per la riduzione dei vincoli permanenti nell’area marina di Teulada”, commissionato dal ministero della Difesa o dalla Marina Militare, (le fonti divergono) offre indicazioni su tempi e modalità d’intervento per la rimozione dei residuati bellici, dell’ esploso e inesploso. Prevede un tempo di circa trenta anni per portare a termine l’operazione, la stima non si discosta da quella standard dei centri studi delle forze armate degli Stati Uniti. L’indagine non considera la decontaminazione da sostanze radioattive e nano particelle. Se si tiene conto del fatto che l’immensa area marittima annessa al Pisq (kmq 28.400 solo una delle quattro zone di mare militarizzato a fronte dei complessivi kmq 750 di Capo Teulada) è quasi esclusivamente interessata da tiri terra-mare e mare-mare, l’operazione di rimozione dei residuati bellici appare molto più complessa e tecnicamente più difficile di quella indicata per Capo Teulada dove i tiri sono prevalentemente mare-terra, quindi l’esploso e l’inesploso si concentra in un’area ridotta. Si ha notizia del rapporto del CNR esclusivamente dai media locali (si veda allegato 1 articolo a firma Enrico Fresu) e dalle dichiarazioni di Amministratori, rappresentanti del ministero della Difesa e delle Forze Armate nel corso dell’acceso dibattito pubblico sul tema bonifica negli anni 2005-06. 2) Bonifica in corso del poligono di Vieques, Portorico, da parte degli Stati Uniti. Il poligono caraibico, dismesso il 1/5/2003, per tipo di attività e dimensioni può considerarsi come il gemello minore di quello di Capo Teulada, per estensione è poco più di un terzo del Pisq. E’ stato ufficialmente ammesso l’utilizzo di “alcune”munizioni all’uranio. La bonifica ha avuto inizio nel 2002, stando al programma terminerà nel 2022, però finora è stato ripulito solo un terzo. Il budget standard degli Usa per la bonifica di siti militari è stato presto sforato, è stato necessario istituire un super found. Finora sono stati investiti $ 486 milioni. Una mole d’informazioni è facilmente reperibile in internet, sia nei siti governativi, sia nei vari siti di organizzazioni di cittadini e ricercatori indipendenti. 3) Bonifica della base Usa nell’isola hawaiana di Kaho’olawe (più piccola di Capo Teulada): investiti $ 400 milioni, bonificato il 10% dell’area. 4) Informazioni preziose sui problemi che pone l’operazione bonifica emergono dalle vertenze pluridecennali versus Usa di Panama, Costa Rica, Giappone, Corea ecc. 5) Contaminazione delle falde acquifere nella base di Camp Lejeune (Nord Carolina), rapporto del 19/1/2012 dell’Agency for Toxic Substances and Disease Registry (ATSDR). http://pogoblog.typepad.com/pogo/2012/01/navy-pressures-agency-into-redacting-information-fromcamp-lejeune-investigation.html http://www.washingtonpost.com/national/health-science/documentary-reveals-how-contaminatedwater-at-the-nations-largest-marine-base-damaged-lives/2012/01/10/gIQAfpy4GQ_story.html Cagliari, 20 maggio 2012 Comitato sardo Gettiamo le Basi Per il comitato Mariella Cao
 
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