non solo parole
ma anche foto, film, poesie e storie d'altri tempi
Post n°305 pubblicato il 13 Gennaio 2013 da cinemagora
Dal 16 al 20 gennaio al Nuovo Cinema Aquila "Heviya Azadiye – Speranza di Libertà” V edizione – Festival cinema curdo 16-20 gennaio 2013 dedicato alla memoria di Mirella Galletti Dopo il successo degli scorsi anni, torna a Roma ‘Heviya Azadiye – Speranza di Libertà’ – Festival del cinema kurdo organizzato dall’Associazione Europa Levante con il contributo della Regione Lazio –Assessorato alla cultura arte e sport – e della Provincia di Roma – Assessorato alle Politiche Culturali. Il festival, evento unico nel suo genere in Italia, giunto alla V edizione, sarà inaugurato alla Casa del Cinemail 16 gennaio – con un seminario sul cinema kurdo al quale interverranno i diversi registi kurdi, al quale seguirà la proiezione del film d’animazione “La voce di mio padre” di Zeynel Dogan - e proseguirà fino al 20 al NuovoCinema Aquila. Oltre 20 le proiezioni in programma, tra lungometraggi, cortometraggi e documentari d’autore; 10 Paesi coinvolti, tra cui Iran, Iraq, Turchia, Francia, Germania, Regno Unito, Svezia, Norvegia, Belgio e Svizzera, opere in anteprima nazionale. Inoltre, incontri con i registi e dibattiti sul sistema d’asilo in Italia (17 gennaio) e i genocidi (18 gennaio) arricchiranno lo scambio con il pubblico. “Il festival – spiega la direttrice artistica del Festival Hevi Dilara – ha l’obiettivo di far conoscere la cultura e la filosofia di vita millenaria del popolo curdo al pubblico italiano e rafforzare interculturalità tra i rifugiati e territorio nazionale. Tra le tematiche: il rispetto dei diritti fondamentali, la libertà di pensiero, di stampa, la questione femminile, le identità e le culture negate e, allo stesso tempo, la ricerca delle radici culturali del popolo curdo attraverso la musica, la poesia, l’archeologia e la narrazione orale”. Per informazioni: Francesca Bellino festival@europalevante.eu - http:///www.europalevante.org Tel. 3273016013 L’iniziativa è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Dipartimento Cultura. Il prezzo del biglietto è di 4 euro. Ufficio Stampa del Nuovo Cinema Aquila – Domenico Vitucci 347 11.03.174 – domenico.vitucci@cinemaaquila.com Programma 17 gennaio 2012, Nuovo Cinema Aquila Ore 16.30 (Pomeridiano): “E’ STATO LO STATO” e “IL TACCUINO DI LICE” Ore 18.30 dibatto “Il ruolo dei richiedenti asilo kurdi nell’evoluzione del Sistema d’asilo in Italia”. Ore 18.30 dibattito “La vicenda dei richiedenti asilo kurdi nell’evoluzione del Sistema d’asilo in Italia”. Modera Francesco De Filippo, Ansa Trieste. Interventi di: Riccardo Compagnucci, Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, Elena Behr, UNHCR, Angelo Trovati, Presidente della Commissione Nazionale per il diritto d’asilo, Daniela Di Capua, direttrice del Servizio centrale del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, Gianni Calabretta, già Sindaco di Soverato, Federica Sorge, Progetto Diritti, Arturo Salerni, Europa Levante, Sergio Trolio, avvocato Cir Crotone. Ore 20.30 Buffet a base di piatti tipici kurdi Ore 21.30 (Serale) “MITILI ROTTI”, a seguire dibattito con Seyfettin Tokmak, regista 18 gennaio 2012, Nuovo Cinema Aquila Ore 16.30 (Pomeridiano) “DERSIM 38” e “TUTTE LE MIE MADRI” Ore 18.30 Dibattito sui genocidi nei confronti del popolo kurdo Coordina Prof. Baykar Sivasliyan, scrittore. Interventi di Hasan Noori Shaikhmohammed Salih, sindaco di Halepce; Mehmet Bayrak, scrittore storico; Goran Adham Rahim, governatore della città di Halepce, e dott.ssa Eleonora Iannota. Ore 21.30 (Serale) “LE MONTAGNE DI QANDIL” e “MUSA” 19 gennaio 2012, Nuovo Cinema Aquila Ore 17.30 (Pomeridiano) “IO SONO PARTITO TU SEI RIMASTA”, GIOCANDO ALLA FAMIGLIA a seguire dibattito con le registe Mujde Arslan e Bingol Elmas Ore 21.00 (Serale) “TERRA DI EROI”, “IL TRIANGOLO DELLA MORTE” a seguire dibattito con Adnan Osman, regista 20 gennaio 2012, Nuovo Cinema Aquila Ore 17.30 (Pomeridiano) “NUMERO 5” e “DA NESSUNA PARTE” Ore 21.00 (Serale) “SUSSURRI AL VENTO” 17-18 gennaio al Cinema Aquila: Matinées per le scuole Elementari e Medie Melograno, il frutto del paradiso Bekas Utopia Bicicletta Il Festival su Facebook ----------------------------------- A cura di Cinemagora |
Post n°304 pubblicato il 30 Dicembre 2012 da cinemagora
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Post n°302 pubblicato il 13 Dicembre 2012 da cinemagora
"2012" UNA SERIE web da non perdere!
Il regista del Guatemala, Julio Ponce Palmieri, pluripremiato nell'ambito del cinema a livello internazionale, ci dà la possibilità di vedere il suo progetto più recente: "2012", una webseries sulla base delle profezie del calendario Maya. Julio Ponce Palmieri ci racconta: "Ricordo che negli anni 90 si parlava della fine del mondo all'arrivo del 2000. Sapevo che molti di noi l'aspettava con un po' di paura e che molte persone nel mondo presero la questuone molto seriamente. Ma dopo lo scoccar della mezzanotte e vedere che erano solo i fuochi artificiali a sfruttare la situazione, si poteva ipotizzare che un'altra data sarebbe arrivata con un presagio di apocalisse. Molti di noi hanno sentito parlare della profezia della fine del mondo nell'anno 2012. I pianeti si allineeranno, qualcosa di strano succederà alle stelle e, inoltre, il nostro caro pianeta dovrà arrendersi alla fine. Forse tutto ciò suona strano nei confronti della realtà, (mi riferisco a questa implacabile ricerca per la predizione del nostro tragico finale) ma per la fiction, la paura tangibile delle persone è un argomento che non si può certo tralasciare." A cura d Cinemagora
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Post n°301 pubblicato il 12 Dicembre 2012 da cinemagora
Il 34° Festival Internazionale del Nuovo Cinema Latinoamericano dell'Avana omaggia MICHELANGELO ANTONIONI nel centenario della sua nascita. Quando Michelangelo Antonioni debuttò nel lungometraggio con "Cronaca di un amore"(1950), riuscì a consolidare il neorealismo italiano come movimento estetico. Film come "Ossessione" (1942) di Luchino Visconti, "Roma, città aperta (1945) e "Paisà" (1946), entrambi di Roberto Rossellini, "Ladri di biciclette "(1948) di Vittorio De Sica, per citarne solo alcuni, resero visibile il corpus audiovisivo che se ne parlò tanto durante quegli anni. I primi film di Antonioni non imposero questa etichetta innovativa, ma negli anni '60, ne fecero un riferimento imprescindibile della cultura del XX° secolo. Antonioni è stato, insieme a Federico Fellini, il regista italiano che ha contribuito maggiormente a rinnovare il tocco cinematografico del suo paese. Non si trattava solo di controllare lo scenario sociale pubblico, ma di indagare nell'intimità dei suoi personaggi (e non meno devastati nell'aspetto fisico) che vivevano i membri della borghesia del tempo. D'altra parte, l'universo femminile è un mistero affascinante per Antonioni. In "Le amiche", per esempio, Antonioni con l'aiuto aiuto delle scrittrici Suso Cecchi D'Amico e Alba de Céspedes di Cuba (nipote di Carlos Manuel de Céspedes), in modo da formare uno script in cui, secondo le parole di Guillermo Cabrera Infante, "il mondo della donna è stato visto con un occhio maschile, ma con una empatia totale ". A cura di Cinemagora |
Post n°294 pubblicato il 06 Dicembre 2010 da cinemagora
UNA SCUOLA ITALIANA di Angelo Loy e Giulio Cedernaha vinto il premio AVANTI al Torino Film Festival 2010 Parlare di scuola in un periodo talmente teso per il futuro dell’istruzione nel nostro paese porterebbe molti a credere che Una scuola italiana, presentato al 28° Torino Film Festival nella sezione Italiana.doc, sia l’ennesimo assalto alla vergogna, ennesima panoramica del degrado e delle inefficienze sistemiche, elencate nel classico reportage che nulla aggiungerebbe ad una buona puntata di Report. Giulio Cederna e Angelo Loy hanno invece scelto la via opposta e ci introducono nella incantevole realtà della scuola materna "Carlo Pisacane", già definita scuola ghetto dai rappresentanti dell’amministrazione romana per le alte percentuali di bambini di origine straniera: otto su dieci. Polemiche che hanno animato per giorni i soliti giornali e telegiornali affamati di fumo. Chiacchiere che nulla hanno afferrato del reale e prezioso lavoro che le maestre affrontano con passione e competenza dietro quei portali austeri. Per tema e sensibilità quest’opera può esserefacilmente accostata all’ottimo documentario di Edoardo Winspeare Sotto il celio azzurro, girato anch’esso in una scuola materna multietnica di Roma. La camera si muove leggera ad altezza bambino. Sono loro i piccoli maestri. In pochi semplici gesti ci mostrano come ogni barriera sia il puro scarto di paure irrazionali, peculiarità degli adulti. A cinque anni la diversità affascina, stimola, incuriosisce. Nei genitori preoccupa. Per questo motivo alcuni scelgono di cambiare istituto già temendo un ritardo nella performance intellettuale. Bieco sciovinismo straccione. Le immagini parlano chiaro. I bambini si istruiscono a vicenda sulla loro diversità, ed imparano le regole del vivere insieme, sotto lo stesso tetto. L’italiano diviene progressivamente un suono familiare. I laboratori di teatro li stimolano e li uniscono nella condivisione delle emozioni del racconto. È con la storia del mago di Oz che i bambini imparano il senso del viaggio, del ritorno, delle radici. Assistiamo ai primi passi della lunga formazione della loro identità. Il tutto avviene sotto gli occhi attenti delle maestre. Grazie alla loro esperienza e al loro lavoro di raccordo tra e famiglie della comunità di Tor Pignattara. Anche gli adulti scoprono la bellezza del conoscersi. La magia del vivere insieme perde la carica utopica e suggerisce delle strade percorribili e mai messe abbastanza in valore in questi tempi leghisti. Il film è stato realizzato soprattutto grazie al sostegno dell’associazione Asinitas Onlus. La responsabile dell’associazione nonché produttrice Cecilia Bartoli, presente alla proiezione, ha posto l’accento sulla norma legislativa che al momento prevede un limite alla composizione delle classi nelle scuole pubbliche con un tetto massimo del 30% di stranieri. A rendere il provvedimento ancora più stupefacente il dettaglio che i bambini nati in Italia da famiglie immigrate sono ugualmente considerati stranieri e dunque smistati secondo la quota. Non serve aggiungere molto per immaginare quanto inadatte siano queste leggi rispetto alla nuova realtà dei flussi migratori in un mondo globalizzato. Il film ci lascia impazienti di costruire una società più solida. Un piccolo e prezioso contributo nella lotta alla xenofobia che riposa oggi in Italia come un drago accovacciato dietro le pareti domestiche. Una scialuppa di salvataggio nel naufragio italiano. Riccardo Centola | 28. Torino Film Festival Una scuola italiana Regia: Angelo Loy, Giulio Cederna; sceneggiatura: Angelo Loy, Giulio Cederna; fotografia: Angelo Loy; montaggio: Aline Hervé; musiche: Riccardo Cimino, Thierry Valentini; suono: Giulio Cederna; origine: Italia, 2010; formato: Beta Digital, colore; durata: 75’; produzione: Cecilia Bartoli, Marco Carsetti e Alessandro Triulzi, per Asinitas Onlus. |
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