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Un blog creato da TomFollett il 21/01/2007

Hopersoleparole...

...oppure sono loro che perdono me...

 
 
 

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ERA SOPRA DI NOI...

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ORA SOPRA DI NOI...

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TUA MADRE HA UNA PELLICCIA?

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LA MIA L'AVEVA...

 

LA MIA CITTA'...

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LA TIGRE E LA NEVE

"... se non c'è più Lei,  per me...

tutta questa messinscena

del mondo che gira,

possono pure smontare tutto,

portare via...

possono schiodare tutto,

arrotolare tutto il cielo

e legarlo su un camion con rimorchio,

possono spengiere

questa luce bellissima del sole

che mi piace tanto tanto...

e lo sai perchè mi piace tanto?

Perchè mi piace Lei

illuminata dalla luce del sole...

e se Lei non c'è più,

possono portare via tutto,

questi tappeti, queste corone,

questi palazzi,

la sabbia, il vento, le rane...

i cocomeri maturi...

la grandine, le sette del pomeriggio,

maggio, giugno, luglio...

il basilico...

le api, il mare, le zucchine..."

               (Roberto Benigni)

 

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PASSI LONTANO DA TE

Post n°42 pubblicato il 17 Novembre 2007 da TomFollett
 

Certe volte senti che devi andare.

Che non percepisci più il movimento delle gambe, l’orientamento delle mani,

che procedi nel buio e senza la compagnia del battito del tuo cuore,

ma devi andare.

 

Certe volte pensi che la vita potrebbe essere più generosa con te.

Sai che è un’idea sbagliata, ma lo pensi.

Quando hai provato a riempire il tuo spartito di note e speranze,

e poi la vita ti ha dato uno strumento incomprensibile per suonarle.

 

Certe volte devi andare.

Perché l’unico che può farlo sei tu, e restare non serve.

 

Quando succede…

Quando devi andar via trascinando lontano tutte queste note che ora sembrano macigni.

Quando senti che i passi ti allontanano ancora una volta da quello che credi Amore.

Quando guardare un bambino ciondolante ti porta le lacrime agli occhi…

Quando succede...

devi sapere che andare via se non è per te, che non vali i tuoi passi,

è per lui.

 

Non lo vedi, ma è lui che ti prende per mano.

Ti conduce via alla ricerca del suo nascondiglio e della sua mamma,

che ora vorrà sorprendere a chiamarti “papà”.

 

Al mio Fratellino mai nato, che ora è la guida.

Ed al mio bambino, che prima o poi nascerà.

 
 
 

IO VIVO COME TE

Post n°41 pubblicato il 18 Ottobre 2007 da TomFollett
 

 

 Io vivo come te
col mio lavoro in gola
mentre qualcuno se ne va
cercando un'altra storia.
Io vivo come te
col naso sempre freddo
adesso scrivo un pò di più
per non perdermi mai.
Ma il mio sole nascerà
dove cammini tu
il mio sole morirà
dove vivi tu.
Io vivo come te
scegliendo i miei rumori
per poi ridere di me
che sono sempre fuori.
Io vivo come te
prendo sempre tempo
adesso bevo un pò di più
e non mi cambierai.
Ma il mio sole nascerà
dove cammini tu
il mio sole morirà
dove vivi tu.

 

                                                        (Pino Daniele)

Certe canzoni le chiudi fuori alla porta... e ti rientrano con prepotenza dalla finestra. Senza un motivo... magari con parole che dicono nulla che t'appartenga... solo quelle note, che le vesti a modo tuo.

Questa la vorrei dedicare alla persona che ho guardato negli occhi... mentre il Mio Sole sorgeva. Ma il coraggio mi manca... ed anche i motivi per cui questa canzone parli proprio di lei.

 
 
 

UN VUOTO E LA SUA FINE.

Post n°40 pubblicato il 12 Ottobre 2007 da TomFollett
 

 

 Finalmente la voce in diffusione ci chiama all’imbarco.

Una giornata che sembra interminabile, e fuori un cielo nero più nero.

Ma finalmente si parte… e la mia bambina adesso è un po’ più vicina.

Dopodomani avrà 7 anni.

Scale sghembe e tiri d’aria nella mia testa. Il vuoto che mi chiama.

Sarà la stanchezza ma ci sono volte in cui avvicinarmi ad un aereo fa uno strano effetto… come essere in un gioco in cui le possibilità dell’uomo, la sua apparentemente innocua muscolarità, il suo pensiero sfidano la potenza degli spazi e dell’aria infinita… come vivere un ora poggiato sul mondo, sicuro e fragile insieme.

Poi penso che questa autostrada disegnata in cielo mi porta a casa, ed allora questo mi basta… e mi vien voglia di aver fiducia nell’uomo.

Certo vorrei essere già a Palermo.

Le scalette stavolta mi fanno fatica.

E la testa è pesante… il cuore anche.

Attimi a volte… attimi nei quali sembra che una cosa fatta mille volte, questa ti sembra diversa.

Una persona salutata ogni giorno un tempo la saluterai per l’ultima… e quell’ultima ti sembra misteriosamente diversa, non so come ma misteriosamente diversa.

 

Sono stanco… solo la voce di Carla al telefono ha saputo allontanarmi da questo proiettile impazzito che sento vagare intorno. La sua voce, stavolta, m’è piaciuta di più.

Sono stanco, ma tra poco sarò a Palermo e questa giornata finirà…

Finalmente è il decollo.

Sembra un addio ed invece mi avvicina.

Ma sono stanco… e non c’è motivo per cui Bologna vista dall’alto debba essere così cattiva.

Sono solo stanco ed  è meglio che riposi, in questa cabina, tra le braccia dell’uomo onnipotente e della sua laboriosa ed onesta tecnologia… che adesso può temere solo l’uomo…

                                           (27 giugno 1980, volo Itavia IH 870)

Alberto, 37 anni, si fermerà ad Ustica.

Questo post è legato all’iniziativa di Falco58dgl Writer “Come eravamo”. Un mito.

 
 
 

FOTO SENZA SOGGETTO...

Post n°39 pubblicato il 30 Settembre 2007 da TomFollett
 

  Mi piace pensare che il nostro modo di restare sulla terra, domani, sarà legato ai cristalli di un piccolo sasso. E’ un modo semplice per sfuggire a quei lunghi momenti in cui il cielo sembrerà schiacciare la terra, e forse invece l’accarezzerà.

Mi piace pensarlo quando osservo il tutto che cambia, ed io sembro immobile. E’ una immaginazione che dà forza alle mie scarse fibre, che rincuora i miei bui, che lascia spazio ad idee che adesso non ho... e forse domani.

Mi piace pensarmi in sasso perché solo così potrò acciottolarmi alla riva del fiume che scorre, potrò osservare senza essere notato, lasciare il tempo a levigarmi senza timore, essere il durevole banale compagno di ogni picnic e di ogni vita che passerà da qui.

Ma mentre lo penso… proprio allora, mentre le mie idee sono ora bagnate ora asciutte, ombreggiate o solari, rese ostili dal freddo o esposte all’arsura più offensiva… proprio mentre tutto questo non può più cogliermi impreparato, avverto che tanto passivo durare non ha sorrisi e non ha lacrime… è come una foto senza soggetto, che supera il tempo ma non ci sta mai dentro.

 
 
 

LA COSCIENZA DI UNA MATITA.

Post n°38 pubblicato il 12 Settembre 2007 da TomFollett
 

Capita a tutti, a guardarsi intorno e ad andar un pò fuori di metafora, di cercare un oggetto a cui ci si sente "affini". Quest'estate... così... per caso... appena scartata l'idea della panchina, m'è tornata in mente questa storia letta alcuni mesi prima... quasi per lo stesso caso... tra le pagine di un grande grande autore.

Il bambino guardava la nonna che stava scrivendo una lettera. Ad un certo punto, le domandò:

"Stai scrivendo una cosa che è capitata a noi? E che magari parla di me...”

La nonna interruppe la scrittura, sorrise e disse al nipote:

"E' vero, sto scrivendo qualcosa di te. Tuttavia, più importante delle parole, è la matita con la quale scrivo. Vorrei che la usassi tu, quando sarai cresciuto.”

Incuriosito, il bimbo guardò la matita, senza trovarvi alcunché di speciale.

"Ma è uguale a tutte le matite che ho visto nella mia vita!"

"Dipende tutto dal modo in cui guardi le cose. Questa matita possiede cinque qualità: se riuscirai a trasporle nell'esistenza, sarai sempre una persona in pace con il mondo.
Prima qualità: puoi fare grandi cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una Mano che guida i tuoi passi.
Seconda qualità: di tanto in tanto, devo interrompere la scrittura e usare il temperino. E' un'azione che provoca una certa sofferenza alla matita ma, alla fine, essa risulta più appuntita. Ecco perchè devi imparare a sopportare alcuni dolori: ti faranno diventare un uomo migliore.
Terza qualità: il tratto della matita ci permette di usare una gomma per cancellare ciò che è sbagliato.
Correggere un'azione o un comportamento non è necessariamente qualcosa di negativo: anzi, è importante per riuscire a mantenere la retta via della giustizia.
Quarta qualità: ciò che è realmente importante nella matita non è il legno o la sua forma esteriore, bensì la grafite della mina racchiusa in essa. Dunque, presta sempre attenzione a quello che accade dentro di te.
Ecco la quinta qualità della matita: essa lascia sempre un segno. Allo stesso modo, tutto ciò che farai nella vita lascerà una traccia: di conseguenza, impegnati ad avere piena coscienza di ogni tua azione."

(Paulo Coelho - Come un fiume che scorre)

Così mi verrebbe voglia di fondarlo, una volta e per sempre, stò...  "CLUB DELLE MATITE"!

 
 
 
 

CONIGLIETTO SUICIDA!

Questa immagine è stata "trafugata" dal blog più assurdo che ci sia!

Grazie a Jo...

 

IL "DETTO" DEL GIORNO

"Abbiamo immaginato

di essere felici

come due bimbi

proprietari di una stella."

(Jovanotti - In orbita)

 

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