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Post n°24 pubblicato il 28 Febbraio 2008 da ElPesoDelAlma
Il dramma di Gravina in Puglia è arrivato al suo tragico epilogo. Il ritrovamento dei piccoli corpicini mi è sembrato, per alcuni aspetti, vissuto come una liberazione, poiché della loro morte oramai nessuno sembrava più dubitare, neanche i parenti. Tanti dettagli potevano anche essere omessi dai media, rassegnati al fatto che l’asticella della soglia di commozione si è spostata più in alto. Non basta più l'orrenda notizia del ritrovamento dei fanciulli in un pozzo a far sgorgare lacrime e vendere giornali, bisogna raccontare del terriccio sotto le unghie. Gli inquirenti cercheranno, con le loro indagini, di dare delle risposte al mistero legato alla loro scomparsa. Spero che qualcun altro riesca a dare delle risposte agli interrogativi sociali legati a questa vicenda. Il primo è quello legato ai difficili rapporti interpersonali nelle famiglie allargate. La società italiana, da questo punto di vista, è ancora in una fase di transizione. In uno dei paesi più provinciali tra quelli "industrializzati", in un paese dove la "morale cristiana" ha cercato, e cerca ancora, di salvare lo stereotipo della "famiglia per sempre" pure nei casi in cui questa chiaramente si dissolve, in questo paese, si vive un nuovo rapporto, una nuova famiglia, ancora con un latente senso di colpa, di fallimento, di frustrazione. In questo quadro, complesso di suo, s’inserisce il rapporto e la gestione dei figli. I tribunali sono oberati di lavoro e il barocchismo legislativo non aiuta i giudici. Gli assistenti sociali e gli psicologi di sostegno, vivono le situazioni umane come "pratiche" e non hanno tempi e modi per poter effettivamente incidere sulle dinamiche delle coppie che si sono separate. Le famiglie d’origine, spesso, sono completamente impreparate a gestire questi nuovi contesti. Chi ne paga le conseguenze sono i bambini, obbligati a vivere in un conflitto, in uno stato di tensione, in un gioco delle parti che non gli appartiene. Il secondo è quello legato alla legislazione italiana che, in materia di divorzio ed affidamento, nonostante gli sforzi degli ultimi anni non è al passo con i tempi, non va incontro alle esigenze della nostra società "reale". Il terzo è quello della mostruosità che la violenza sui bambini sta assumendo ai nostri giorni. Tanto oramai questa paura è divenuta collettiva che, come in questo caso, gli inquirenti hanno da subito seguito mille tracce legate ad un possibile atto legato ad un delitto dei genitori, all'azione di un pedofilo, al traffico internazionale di bambini. Tanto oramai riteniamo "ordinarie" tutte queste possibilità che poco è stato fatto per ricercare attentamente nel territorio immediatamente circostante alla scomparsa seguendo la possibile pista dell'incidente, come sarebbe stato fatto in passato.
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Commenti al Post:
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Billieholiday il 03/03/08 alle 17:19 via WEB
Quello che affermi è vero, ma è vero anche il contrario. Capita spesso. Ci sono padri che per il bene dei loro figli hanno sacrificato una vita. Fatto scelte dolorose, rinunciando ad essere felici. Le cose non sono mai, bianche o nere. Ci sono cattivi padri e cattive madri, come c'è anche il contrario. I figli hanno legittimo e sacrosanto diritto ad essere amati, compresi e incoraggiati, molto spesso figure diverse possono sostituirsi al ruolo dei genitori. La cosa necessaria è, farli sentire compresi e amati. Questo è il punto, e non chi sia a farlo.
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ElPesoDelAlma il 04/03/08 alle 09:39 via WEB
Grazie per questo tuo contributo. Ci sono commenti che non hanno bisogno di replica, camminano sulle loro gambe. Credo fermamente che uno dei contributi che possiamo dare con i nostri blog sia quello di dare letture più ampie a ciò che accade; più ampie e alternative alla mono-editoria imperante che incalza gli accadimenti senza approfondire le tematiche: un giornalismo stanto e vecchio al pari della nostra classe politica.
I ruoli non sono facili da "codificare" poiché di questo si parla e, come commentavamo con la mia preziosa Amica Billie - "Amica" perché vera e reale è la nostra amicizia - le nuove generazioni hanno la necessità di rinnovare gli equilibri in un contesto sociale profondamente diverso dai secoli passati. I rapporti sociali contemporanei stanno a quelli del passato come i PC al pallottoliere.
Elp
Elp
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donnaemadre il 04/03/08 alle 10:37 via WEB
Io lotto contro ogni tipo di categorizzazione: che il buono e il cattivo siano dappertutto è una verità talmente lapalissiana, che sembra pleonastico doverlo ogni volta rimarcare. Eppure è così, e neanche basta. Intanto, tra una chiacchiera e l'altra, tutto continua a succedere....
Non sono d'accordo invece su quello che tu dici riguardo ai rapporti sociali contemporanei: gli esseri umani e le dinamiche che li fanno muovere e interagire secondo me sono sempre gli stessi, forse con abiti diversi, ma uguali nella sostanza. Dentro il pc, caro Elp, non c'è una sofisticata CPU, ma sempre e comunque il solito pallottolierie.
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ElPesoDelAlma il 04/03/08 alle 11:13 via WEB
Probabilmente ho usato un esempio poco chiaro e calzante. Le pulsioni che entrano in gioco nei rapporti di coppia potranno anche essere, seppure vestite di abiti nuovi, quelle di sempre, quantomeno nella sfera emotiva. In un'era che ha scalfito l'ideale standard di "famiglia", in una stagione che vive famiglie allargate, riposizionamento dei ruoli, nuclei familiari "naturali" come le convivenze, in questo scenario in divenire, le dinamiche moderne non riesco ad associarle neanche a quelle dell'immediato dopoguerra e del - così detto - boom economico.
A prescindere da una sana e consapevole divergenza di opinioni, discorrendo di una problematica complessa ed articolata, cercando di sintetizzare una materia dai molteplici aspetti, è possibile però fraintendersi e non vedere nella giusta ottica le personali opinioni.
Elp
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donnaemadre il 04/03/08 alle 11:52 via WEB
Effettivamente, oggi come oggi, neanche il legislatore sa più bene cosa bisogna intendere per famiglia. Non è più, e su questo ti do ragione, il periodo in cui per famiglia si intendeva, senza tema di smentita, un padre e una madre, uniti nel sacro vincolo del matrimonio, con un tot di figli legittimi. Riconoscimento delle coppie di fatto, dei figli di fatto, introduzione del divorzio con la possibilità legale di poter ufficializzare nuove convivenze o convolare a nuove nozze, con figli nati dalle varie combinazioni, hanno reso più articolato l'inquadramento del concetto di famiglia. Ciò non toglie, che atteggiamenti di carnefici e vittime, egoismo e indifferenza, prepotenze, rivalse, frustrazioni, siano sempre esistite, e i figli sono sempre stati vittime dei genitori, quando questi erano inadeguati a crescerli. Mi fermo qui, tanto mi pare di aver capito che alla fine, termini a parte, parliamo la stessa lingua, quella del buon senso e della difesa dei più indifesi. Buona giornata!
(Rispondi)
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