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« O Madonna di Luordes: Li...Privilegi, rimborsi elet... »

San Valentino porti un po’ d’amore vero …

Post n°41 pubblicato il 13 Febbraio 2013 da pasquale.zolla
Foto di pasquale.zolla

… in questa Italia ove, tra politici inetti, manager pigliatutto, banchieri avidi e Papa dimissionario, regna il Caos più completo.

Il declino dell’Italia politica, manageriale e bancaria sembra ormai irreversibile tanto ha raggiunto il fondo perché i suddetti continuano a fare i propri comodi anche in momenti in cui la crisi sociale e religiosa avvolge gli onesti cittadini che da sempre hanno creduto e credono in queste associazioni sorte per fare il bene di tutti.

Un tempo, per chi ha una certa età, la parola valeva più di un documento sottoscritto secondo le norme di legge; oggi, invece, la parola serve solo a nascondere l’inverso suo significato perché ciò che viene promesso e detto non verrà mai fatto.

Anzi si cerca in tutti i modi, grazie alle promesse fatte per raggiungere il posto del comando, di fare solo e sempre il proprio comodo e interesse inventando leggi e leggine ad hoc ove privilegi e rimborsi d’ogni genere ( elettorali, multe, nutella, pranzi, benzina, auto, regali e chi più ne ha, più ne metta!), che sono quattrini destinati per il benessere dei cittadini, vengono dirottati nelle loro tasche.

E questo avviene ovunque: tra i parlamentari e negli Enti locali, provinciali, regionali, istituzioni bancarie e industriali.

E intanto i cari cittadini italiani  continuano a credere alle loro parole pregne di equità e giustizia sociale che, poi, si traducono in tangenti e malaffare per soddisfare i loro più turpi desideri. E una volta scoperti proclamano a voce alta la loro innocenza!

Sarà, quest’anno, l’anno della resa dei conti? Speriamo di sì! Le premesse sono buone, anche se in campo religioso si è abbattuto un fulmine a ciel sereno con le dimissioni (per il bene della Chiesa! – a suo dire) dal soglio Petrino di Papa Benedetto XVI. Ma cosa ha fatto o potrebbe fare di male alla Chiesa? Da lui ci si aspetta la verità (vera!) di ciò che sta avvenendo in Vaticano. Non si dimentichi che il suo predecessore (Giovanni Paolo II) ha portato la Croce del Cristo fin sul letto di morte!

Comunque a grandi passi si avvicina la festa degli innamorati nata per arginare un antico culto pagano della fertilità.

Nell’antica Roma, infatti, il mese di Febbraio era considerato l’inizio della primavera e, quindi, della rinascita. Verso la metà del mese si celebravano i Lupercali per tenere i lupi lontano dai campi coltivati.

I sacerdoti, addetti al culto, si recavano alla grotta ritenuta la dimora di Romolo e Remo durante l’allattamento da parte della lupa e vi compivano dei sacrifici propiziatori. Il rito terminava con l’estrazione da un’urna dei nomi di uomini e donne accoppiati dal caso. Gli estratti dalla sorte (maschi e femmine, ovvero di sesso diverso) dovevano fare coppia per un intero anno, vivendo in intimità fino a quando il rito della fertilità non fosse concluso.

Papa Gelasio nel 496 d.C. annullò detta festa pagana e diede inizio al culto di S. Valentino, nato nel 175 d.C. a Terni, il quale fu il primo religioso a celebrare l’unione fra un legionario pagano romano (Sabino) e una giovane cristiana (Serapia). Da quell’anno Valentino venne considerato il Patrono degli Innamorati e la festività, in seguito, venne fissata al 14 febbraio, giorno della morte del santo vescovo (273 d.C.).

Anche l’usanza di donare dei piccoli regali alle persone a cui si vuole bene è nata con Valentino. Si narra, infatti, che possedeva un grande giardino con molte varietà di fiori e lasciava che i bambini vi entrassero a giocare liberamente. La sera, prima che questi se ne andassero, scendeva tra loro e regalava ad ognuno un fiore, pregandoli di portarli alle loro mamme. Così era sicuro che sarebbero tornati subito a casa e con quel gesto avrebbero accresciuto il rispetto e l’amore verso i propri genitori.

Festeggiamo, quindi, S. Valentino e dimentichiamo, almeno per un giorno tutti coloro che continuano a gracchiare Kraje Kraje (domani, domani), pensando solo a chi ci dona e doniamo il nostro amore e la nostra riconoscenza perché tutto si dà senza nulla chiedere in cambio, se non una carezza o un bacio!


 


‘A ‘mmóre kum’a sscille de fraffralle éje

‘A mmóre akkum’a ‘na sscille éje

de ‘na maravegghjòse fraffralline

ka, strussciannete, se mbussusséje

d’u kóre è ‘a kòs’addevendéje

cchjù pprezzjòse ndu kambà nustre, tande

ka sènze de Ghisse se kambarrìje

kum’a nda ‘na nòtte sènza bbrellòkke.

Da Tè sònghe state arravugghjate

è mmò, si kambasse appure ssckitte 

nu stande sènze de Tè, sarrìje

perdute; anze sènze de Tè pemmè

nu lunghe murì addevendarrìje.

Nd’u kambe tuje spenuse trasute

sòngh’è ‘a rósa tuj’agghje kugghjute

è mmò, dòppe tandanne, kaput’agghje

ka u timbe nen mbutarrà maje

strude kuille ka u ‘ffitte kustruìte

have. Mò me avaste ‘na sèmblece

mujìne, nu sèmblece vase p’akkapì

k’a ‘mmóre nustre maje mén’è vvenute.

U kambà mìje, cchjù ka k’i bbrellòkke

de ngile, k’i  kelure da tè ‘ssciute

s’allummenéje: k’a reruta tuje,

ke ‘a durcèzza tuje, ke ‘a lustre

sblennènde de l’ucchje tuje bbèlle.

Ammóre mìje! Si tu ‘na lagreme

sarrisse, nen chjaggnarrìje maje

pekkè pavure de tte pèrd’avrìje!

L’amore è come ala di farfalla

L’amore è come un’ala

di una meravigliosa farfallina

che, carezzandoti, s’impossessa

del cuore e diventa la cosa

più preziosa del nostro vivere, tanto

che senza di Esso si vivrebbe

come in una notte senza stelle.

Da Te sono stato avvolto

e ora, se vivessi anche solo

un attimo senza di Te, sarei

perduto; anzi senza di Te per me

diventerebbe un lungo morire.

Nel tuo campo di spine entrato

sono e la tua rosa ho colto

e ora, dopo tanti anni, ho compreso

che il tempo non potrà mai

distruggere quello che l’affetto costruito

ha. Ora mi basta una semplice

carezza, un semplice bacio per capire

che il nostro amore mai meno è venuto.

Il mio vivere, più che con le stelle

del cielo, con i colori da te usciti

s’illumina: con il tuo sorriso,

con la tua dolcezza, con la luce

splendida degli occhi tuoi belli.

Amore mio! Se tu una lacrima

fossi, non piangerei mai

perché avrei paura di perderti!


 

 

 
 
 
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