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Ortodossi e Cattolici si riuniranno?

Post n°172 pubblicato il 17 Febbraio 2016 da pasquale.zolla
Foto di pasquale.zolla

Papa Francesco e il Patriarca moscovita Kirill: solo un incontro?

L’incontro tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill potrebbe dare grandi frutti se lo si prospetta come verso l’unità delle chiese cristiane per alleviare le sofferenze di tanti cristiani nel mondo.

I due si sono abbracciati e parlati con franchezza, con una dichiarazione finale che, hanno precisato, “Non è una dichiarazione politica né sociologica, ma semplicemente pastorale!”

Lo scisma tra le Chiese Cristiane d’Oriente e d’Occidente del 1054 certamente non è del tutto appianato, ma nell’incontro tra i due primati si è senz’altro parlato, nelle due ore di dialogo in una delle sale nella quale sono stati ammessi solo i due interpreti, di futuri rapporti che potrebbero portare a lavorare insieme, difendendo il Cristianesimo dalle guerre di religione per il rispetto della  vita di tutti.

È, senz’altro, l’inizio di un cammino che potrebbe contribuire al ristabilimento di una pace civile tra i popoli soggetti a vessazioni di tipo religioso.

E il pensiero va in quel Medio/Oriente martoriato da azioni criminali con slogan religiosi.

L’invito all’Europa di restare fedele alle sue radici cristiane rimanendo aperti al contributo di altre religioni, ne è un chiaro ammonimento che Dio non è guerrafondaio, non è portatore di sofferenze, ma è Amore e Misericordia da condividere.

Nessun crimine può essere commesso in nome di Dio, perché Dio non è un Dio di disordine, ma di pace!

Presto sentiremo parlare di nuovi incontri tra questi due primati anche nelle sedi di Mosca e di Roma!


Sònne nu munne

‘A sucetà dòje klasse kumbrènne:

kuille ka tènene chjù da magnà

ka lópe è kkuille ka tènene

chjù lópe ka da magnà: i pòvre.

I lòre lukkule fine a Dìje

anghjanene, kè a lòre sòtte

fròmme de pane se appresènde.

U Figghje Suje Gesù éje

u ‘llupate, u d’akkue besugnuse,

u misse ngalére, u stranire,

u nute, u malate, u murebbònne.

Gesù k’i misse ngròce stace, k’i

pòvre. Kambà ke Gesù éje

k’i pòvre kambà. Kambà k’i pòvre

éje kambà ke Gesù. Skumbigge

‘a mesèrje nenn’éje  nu  atte

de karetà,ma nu atte de justizje.

Nu munne sònne a ndò nesciune

suffecendemènde sìje de sòlde chjìne

pe s’akkattà kakkèvune è nnesciune

suffecendemènde pòvre pe se vènne!

Sogno un mondo

La società comprende due classi:

quelli che hanno più cibo

che appetito e quelli che hanno

più appetito che cibo: i poveri.

Le loro urla fino a Dio

salgono, che a loro sotto

forma di pane si mostra.

Il Figlio Suo Gesù è

l’affamato, l’assetato,

il prigioniero, lo straniero,

il nudo, il malato, il moribondo.

Gesù è con gli oppressi, con i

poveri. Vivere con Gesù è

vivere con i poveri. Vivere con i poveri

è vivere con Gesù. Sconfiggere

la povertà non è un atto

di carità, ma un atto di giustizia.

Sogno un mondo in cui nessuno

sia sufficientemente ricco

per acquistare qualcuno e nessuno

sufficientemente povero per vendersi!



 

 
 
 
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