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“Le colline sono sempre più belle delle case di pietra.

In una grande città la vita si riduce ad un 'esistenza artificiale.

Molti uomini sentono ancora a stento la vera terra sotto i piedi,

vedono ancora appena crescere le piante, eccetto che in vasi da fiori,

e solo di rado lasciano dietro di sè le luci delle strade,

per lasciar agire su di loro la magia di un cielo notturno cosparso di stelle.

Quando gli uomini vivono così lontano da tutto quello che il Grande Spirito ha creato,

allora dimenticano facilmente le sue leggi.”

(Tatanga Mani)

 

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 L'aria (fritta) si fa pesante

Post n°13 pubblicato il 22 Agosto 2007 da paolo_54dgl
Foto di pdci.borgo

Alle ultime elezioni ho votato Prodi per colpa di Berlusconi. Sono andato al seggio con il mio SUV (un fuoristrada di 20 anni che mi occorre per svolgere la mia attivita'). Ho persino partecipato alle c.d. Primarie, versando il famoso euro e votando il compagno Fausto. Il resto della mia famiglia, siamo 3, si e' divisa tra DS e Comunisti Italiani Al seggio mi sono intrattenuto con un manipolo di carabinieri (cosa che ha dell'inverosimile per me!) che raccontavano una storia molto antica.......

Un tempo, una formichina, come tutte le altre, avendo lavorato tutta l'estate, sotto il sole e sotto il coro sfottente ed dileggiante dei corbelli (didimi) del potente clan del cicale si apprestava, nei giorni cupi invernali, a godere del proprio onesto lavoro, sudato per molte ore al giorno, per molti giorni, per tanti, troppi anni, per intere generazioni.

Sul calar delle tenebre, reali e metaforiche, una masnada di cicale che si auto-proclamavano governative si impadroniva dei suoi pochi averi, e di tutti quelli delle altre formichine, attraverso leggi ed imposizioni arbitrarie che la forza bruta dell'antica gendarmeria, un tempo, e dei carabinieri oggi, appunto, faceva e fa rigorosamente rispettare. Così, anno dopo anno, le cicale hanno continuato a cantare e ballare, non solo d'estate, sfruttando il lavoro delle povere formichine che non avevano il coraggio di ribellarsi agli ignobili squadroni del potere, ormai consoloidatisi ed avvezzi a ogni sorta di angheria e di sopruso.

Poi, un giorno, le teste delle formichine, per la rabbia, diventarono rosse, e da allora, essendosi riunite sotto quest'emblema, che raccoglie anche gli arnesi da lavoro, un minimo di equanimita' comincio' ad essere garantita, soprattutto a quegli altri insettini sprovveduti e facile preda delle potenti lobbie cicaliniche. Ora si sta dimenticando tutto questo. Mi sembra che anche a sinistra la solidarieta' cominci a venir sovrastata dal piu' conveniente amore per la poltrona, dalla sete di potere. Forse ci vorrebbe un nuovo '68, visto che i certificati elettorali non hanno utilita' alcuna, essendo persino rigidi e semi-plastificati...

Questo frammento di cronaca e' stato ritrovato su carta di papiro, ovviamente scritto in forma affatto ironica, ma storiografica. Pare risalga al primo periodo monarchico egiziano, quando, ci fu il primo sciopero documentato (e questo e' storicamente vero!!! Da - Vita quotidiana nell'antico Egitto - Cimini) degli schiavi costruttori contro i funzionari corrotti dell'epoca: intervenne l'equivalente del primo ministro odierno. Chi interverra' in quest'Italia fasulla??? Peccato che Tutankhamon non sia piu' qui fra noi...

Paolo
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