la mappa è il mondo

Variazioni sul foglio mondo - l'innalzamento delle acque

Continua a piovere ma il cielo si apre e adesso è una pioggerellina rada che cade da un nuvola sfatta: seta rossa strappata, come una sciarpa non più amata, contro il cielo celeste. Un arcobaleno tremolante unisce gli avanzi di due palazzi. Una leggera corrente mi porta oltre un muro fradicio, sbocconcellato come il biscotto di un bambino svogliato, e improvvisamente il panorama si apre: sono nel largo lago che ha preso il posto di piazza San Giovanni. Si riconosce dalle arcate quasi sommerse della porta che dava sull’Appia Nuova e dalle statue della basilica. Le statue dei santi, degli angeloni froci sul Ponte dell’Angelo, le statue degli antichi romani, tutti insieme che si affaticavano contro il blu del cielo quando il cielo è blu ed erano macchie di bianco calcinato quando c’era il sole forte, che potevi guardare solo e sempre da sotto. Magari immaginandoti che mentre loro faticavano, Cristo era al bar Rosati a prendere l’aperitivo. Ora ti fissano negli occhi; loro, il vero popolo dell’immortalità di Roma e ti ricordano che questa è un’epoca in cui si può essere intelligenti senza essere umani. Si dice anche, però, che ci sono momenti in cui un’epoca prende coscienza di sé. Si dice che quei momenti sono le crisi di passaggio attraverso le quali si annuncia la nuova sorte. Tutto diventa  chiaro e le cose o i modi di dire o di fare divengono improvvisamente vecchi e privi di senso. Le cose si fanno più leggere come se attraverso la crisi si purificassero.