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... domande per rispondere a domande senza risposte...

Post n°16 pubblicato il 09 Febbraio 2006 da phantasya
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Ma... la vita...

O la si vive O la si scrive? oppure...

E la si vive E la si scrive? o forse...

la si scrive E la si vive?

tutto nacque il giorno in cui nacqui, anzi no, il giorno in cui il mio piccolo cervellino iniziò a fare acqua e a furia di troppa acqua, rischiando di annegare dato che non sapeva nuotare, trovò utile evacuare il tutto malcelandolo sotto la veste fradicia di pensieri annacquati...

(fase 1: riscaldamento di dita e rotelle)

(fase 2: primo tentativo oratorio di proselitismo su base pseudo-razionale, incidente su leve di compassionevole sensazione di similarità, curiosità e buontempo)

tutto nacque a causa del solito inguaribile sentimentalismo da noia protratta e assuefazione all'errore, grazie al quale capitai di nuovo, e non per caso, sulla bacheca di un sito usurato (che si potrebbe, per dovere di cronaca personale, obesità di tempo e sanità di mente definirsi ormai obsoleto), sulla quale un post troneggiante appiccicava la prima espressione verbale dell'amletico dubbio a tre teste posto ad incipit di questo pomeriggio da riempire...

(fase 3: abuso compiaciuto di percorso sofista di parole incrociate in semimiscuglio di insinuazione di dubbio strisciante, crogiolandosi nel piacere assolutamente esteriore e forse per noncuranza malcapitatamente estetico di sproloquiare pensieri calanti... o calati)

tutto nacque dall'assoluto piacere di vivere e sentire, ancora una volta, la potenza immane di poche semplici parole insieme a creare un pensiero, che sembra banale come tutto il banale del mondo e che, nella sua assoluta banalità che puzza di retorica da qui alla fine del mondo, mi punzecchia da giorni la mente e mi prude le dita, al di là dell'accidia pigra che mi attanaglia da un po'...

(fase 4: voce fuori campo di Normale che, vinto lo scontro con l'alter ego Psicopsichico, tenta di riprodurre - e ricondurre - la reale immagine situativa contingente)

oggi si è rotta la caldaia, il tecnico se ne fotte e ancora non si è visto, sono sempre più simile a un venditore di tappeti mezzo nascosto dagli stessi, la cui parte scenica si sovrappone e confonde ora con quella di un collerico essere imprecante, ora con due mani infreddolite che sbucano da cumuli di maglia e tessuto e ticchettano su questa tastiera allo scopo primario di non congelare... sono una palla di vestiti e coperte colorate, incastrata a tetrix su questa sedia tipo fachiro in Siberia... non oso muovermi di un millimetro fuori dallo spazio fisico utile a scrivere, per non disperdere nemmeno un infinitesimo "di me, di te, di me"... del tepore che si è creato in questo globo ingobbito...

(fase 5: una conclusione fra le tante possibili, tra cui quella di cassare il tutto, ma non si butta mai via niente, soprattutto in questo terzo millennio votato al riciclaggio di pensieri, parole, opere ed opinioni... non di colpe, quelle no... quelle no)

avevo proprio voglia di fare un bell'esercizio di scrittura, di liberare gli ingranaggini della mente come in un marchingegno impazzito e lasciarli gracchiare, stridere, sfrigolare, rotolare via, chi qua e chi là...

l'incipit è stato un bel pretesto, a cui la logorroica graforrea di cui soffro non ha voluto opporsi, a scapito dell'inedia quotidiana da nonlavoro, propinata su piatto d'argento sia dal gelo inatteso che dal circostante divano...

ora che sono diventata un quasi tutt'uno con i chili di lana che ho addosso, con la mente sciolta e risvegliata dal torpore del preassideramento, rotolerò fino al fuoco per un meritato bollente profumato the...

grazie per l'attenzione equo solidale

 
 
 
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