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restare per cambiare, cambiare per restare

Post n°23 pubblicato il 13 Novembre 2009 da m_de_pasquale
 

Stamattina in classe si è parlato di mafia. Di fronte alla mia affermazione che per sconfiggere la mafia basterebbe semplicemente non considerare i diritti come favori, i miei studenti mi hanno guardato un po’ straniti. Prima di tutto bisogna essere consapevoli dei propri diritti, secondo esigerne il rispetto: questa pratica consolidando il riconoscimento della mia identità di cittadino (aumentando l’autostima civica), rafforza la sovranità pratica che la Repubblica mi riconosce (art. 1 della Costituzione). Se non sono suddito, non devo chiedere, pietire, implorare favori, devo, invece, esigere il rispetto dei miei diritti. La forza della mafia è nella logica e pratica clientelare – ricalcante l’antica relazione feudale: favore in cambio di obbedienza – che instaura rapporti di soggezione  e non di partecipazione. Quindi creare dipendenza è la forza della mafia. La dipendenza – di cui spesso è colpevole una classe di governo che non pone tra le sue priorità i diritti (soprattutto quello al lavoro) che qualificano la funzione civica, ma si disperde in interessi particolaristici tesi a perpetuare il proprio potere – è il volto del consenso:  un potere si mantiene in piedi solo se riceve il consenso. La sua forza non gli proviene da sé, ma dal consenso che gli inviano i sottoposti: se il consenso viene ritirato, il potere crolla come un gigante dai piedi d’argilla. Il consenso è la dipendenza che noi manifestiamo quando, inconsapevoli dei nostri diritti, chiediamo il favore. Il consenso si manifesta in tanti modi, uno di questi è il flusso di denaro che si dirige verso il potere: se si blocca questo flusso, il potere crolla. Quanto nostro (si intende anche quello pubblico) denaro percorrendo circuiti tortuosi o abbastanza diretti va a finire nelle tasche delle mafie! Il controllo del denaro è strategico nella lotta alla mafia: non servono eroi per combattere la mafia, ma la determinazione di tutti noi nell’orientare il denaro in canali virtuosi e non mafiosi. Ed allora la lotta alle mafie si gioca indubbiamente sul versante culturale (l’affermazione di una cultura della legalità, del diritto, dei diritti), ma anche sul versante economico (interruzione dei flussi di denaro che entrano nelle casse delle mafie). Per questo motivo una delle priorità di LIBERA [associazioni, nomi e numeri contro le mafie] è l’attuazione della legge 109/96 che prevede il riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Nei giorni 12 e 13 dicembre prossimi farà tappa a San Severo la Carovana Antimafia: alcune iniziative si svolgeranno presso l’Art Village.

lezione sulla mafia di Paolo Borsellino ad un gruppo di studenti


 
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