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Post n°8942 pubblicato il 16 Gennaio 2017 da psicologiaforense
Oggi è il 'Blue Monday', il lunedì più triste nell'arco dei 12 mesi. A calcolare la data del 'fatidico lunedì' è stato, nei primi anni 2000, Cliff Arnall, uno psicologo dell'Università di Cardiff, che tramite una complicata equazione (che prende in considerazione alcune variabili come il meteo, i sensi di colpa per i soldi spesi per i regali di Natale, il calo di motivazione dopo le Feste e la crescente necessità di darsi da fare) ha calcolato che questo è proprio il giorno più 'nero' dell'anno. E in Gran Bretagna, ad esempio, il tema viene preso molto sul serio, tanto che è stato documentato che proprio in questa giornata aumentano il numero di assenze dal lavoro, gli incidenti, i malori... NOTA INTEGRATIVA Eccolo l'attesissimo e temutissimo «Blue Monday», il terzo lunedì di gennaio, che si dice essere il giorno più triste dell’anno. Ma, nonostante molti dicano che sia una bufala, la verità è che questa cosa non stupisce più di tanto: tra il freddo, il buio che accorcia le giornate, le feste finite e il lavoro che riprende tale e quale nonostante i buoni propositi, beh, qualche motivo per non essere felicissimi ci può pure essere. E il lunedì è comunque da sempre uno dei giorni più detestati: su Tumblr non sono poche le pagine poeticamente dedicate al «Fuck you monday» e, dopo il grande Vasco Rossi che cantava a squarciagola «Odio i lunedì», oggi ci si sono messi pure Benji e Fede con «Oggi è lunedì, lunedì sai che odio il lunedì, lunedì non chiamarmi il lunedì, lunedì e non svegliarmi, non svegliarmi». Sono usciti addirittura manuali di resistenza al lunedì e sono stati suggeriti corsi di sopravvivenza. Però, la cosa buffa è che con questo spauracchio della giornata più nera dell'anno, tutti sono talmente «equipaggiati» che il fatidico Blue Monday si trasforma in una giornata diversa, più allegra, piena di ironia: c'è chi arriva in ufficio vestito tutto colorato e chi sfrutta gli sconti speciali offerti per l'occasione da molti negozi, chi crea gif divertenti e chi ascolta in loop «Blue Monday » dei New Order.
Post n°8941 pubblicato il 15 Gennaio 2017 da psicologiaforense
La chiacchiera da salone di bellezza ha origini remote e come tutte le dicerie che vengono attribuite a uomini e donne è come la colla. Dove s'attacca resta. Nei secoli dei secoli. Quindi si sbaglia di grosso chi pensa che il pettegolezzo sia appannaggio dei moderni condominii. VEDI TUTTO QUI: il sito web www.focus.it riporta i tredici pettegolezzi più insistenti e spesso infamanti che nel corso dei secoli sono stati indirizzati verso vip, artisti, politici, notabili, regine. Artisti molestatori di ragazzi, love story fasulle, sterminatori di gatti. Poveri potenti, finiti nella mani dei chiacchieroni....
Post n°8934 pubblicato il 10 Gennaio 2017 da psicologiaforense
Polemiche infuocate per una decisione del Tribunale dei minorenni veneto, che ha tolto un 13enne alla custodia della madre. La notizia, riferita dal Mattino di Padova, riguarda un caso di separazione con conflittualità esasperata tra coniugi che si trascina da anni, e che ha origine con un'accusa di abusi sessuali sul ragazzino da parte del padre. L'uomo è stato assolto e il bambino affidato a una comunità diurna. Qui i responsabili notano, qualche mese fa, che il 13enne «tende in tutti i modi ad affermare che è diverso e ostenta atteggiamenti effeminati in modo provocatorio», come si legge nella relazione dei servizi sociali. Il Tribunale decide quindi che l'adolescente deve essere allontanato definitivamente dalla madre, in quanto «il suo mondo affettivo risulta legato quasi esclusivamente a figure femminili e la relazione con la madre appare connotata da aspetti di dipendenza, soprattutto riferendosi a relazioni diadiche con conseguente difficoltà di identificazione sessuale».
APPROFONDIMENTI E DETTAGLI Questa che raccontiamo è una storia sbagliata. Una storia in cui tutti hanno torto e nessuno ha ragione. È sbagliata perché togliere la potestà genitoriale a una madre è comunque una sconfitta. È sbagliata perché un bambino conteso tra due genitori avrà comunque un’infanzia infelice. Ed è sbagliata anche perché pensare che «il mondo interno» di un ragazzino di 13 anni abbia bisogno di un «percorso di revisione» solo perché è effeminato appare molto distante dal diritto al «pieno sviluppo della persona umana» sancito dalla Costituzione, anche se è scritto in un decreto del tribunale per i minori di Venezia. La storia di Marco. Per i giudici Marco (un nome di fantasia, ndr) deve essere trasferito in una comunità lontano da casa. Perché? «Perché i servizi sociali sostengono che i suoi atteggiamenti effeminati sono addebitabili alla mamma e alle sorelle, visto che le sue figure di riferimento sono solo femminili», sostiene l’avvocato della madre, Francesco Miraglia, un legale molto noto esperto di diritto di famiglia, che vanta partecipazioni televisive, premi e convegni in tutta Italia. La storia di Marco però è molto complessa. La madre ha denunciato il padre per abusi sessuali. Il processo si conclude con un assoluzione per insufficienza di prove («Anche se nella sentenza si dice che non si ha motivo di dubitare dei fatti raccontanti dal bambino», sostiene l’avvocato). La procura di Padova ricorre in appello. La madre però viene indicata dai servizi sociali come la responsabile del «comportamento oppositivo» di Marco nei confronti del padre, che non vuole più incontrare. Il tribunale per i minori emette dunque un primo provvedimento di allontanamento: Marco va in una comunità diurna ogni giorno dalle 7 alle 19. I responsabili della comunità notano gli atteggiamenti effeminati di Marco, li segnalano ai servizi sociali che a loro volta fanno una relazione al tribunale per i minori. Nasce così il secondo provvedimento dei giudici che hanno convocato i genitori in udienza la prossima settimana. Il decreto del tribunale. È proprio su questo secondo decreto del tribunale, che dichiara «entrambi i genitori decaduti dalla responsabilità genitoriale», che nascono i dubbi della madre e del legale. La relazione dei servizi sociali parla di «problematiche relazionali profonde e segnali di disagio psichico» di vario tipo. Poi il passaggio più contestato: «Il suo mondo affettivo risultava legato quasi esclusivamente a figure femminili e la relazione con la madre appariva connotata da aspetti di dipendenza, soprattutto riferendosi a relazioni diadiche con conseguente difficoltà di identificazione sessuale, tanto che in alcune occasioni era andato a scuola con gli occhi truccati, lo smalto sulle unghie e brillantini sul viso. Emergeva poi un forte conflitto di lealtà con la madre». In realtà la donna contesta questo episodio: «È successo in terza elementare per una festa di Holloween – racconta – In ogni caso per me anche se fosse omosessuale non sarebbe certo un problema». Le relazioni dei servizi sociali però continuano a tratteggiare Marco come un bambino con un «disturbo di personalità»: «Nella relazione con i pari e gli adulti è aggressivo, provocatorio, maleducato, tende a fare l’eccentrico. Tende in tutti i modi ad affermare che è diverso e ostenta atteggiamenti effeminati in modo provocatorio», si legge nel decreto. Da qui la decisione del tribunale, che si allinea ai “consigli” dei servizi sociali, sulla «necessità di permettere a Marco un funzionamento differenziato rispetto a quello materno e di avere uno spazio che gli consenta di incontrare i suoi pensieri ed i suoi desideri con conseguente percorso di revisione del suo mondo interno così come oggi lo percepisce». Rischio discriminazioni. Un provvedimento, quello del tribunale, che l’avvocato Miraglia contesta in modo forte con l’argomento della discriminazione: «Trovo scandalosa la decisione di allontanare un ragazzino solo per l’ atteggiamento effeminato. Mi sembra un provvedimento di pura discriminazione», afferma. Ma il rischio segnalato dal legale è che il decreto possa portare a situazioni peggiori: «Non sappiamo quale sia l’orientamento sessuale di Marco. Ma il problema ancora più grave è che non esistono comunità che possano accogliere un ragazzino che potrebbe essere omosessuale – afferma l’avvocato – E se arriva con la nomea di essere omosessuale? Non rischiamo di trasformarlo in un ragazzino a rischio suicidio? A me sembra una vicenda di una gravità inaudita». «Non possiamo accettare che possa essere discriminato dal tribunale – conclude Miraglia – E poi vogliamo sollecitare anche le associazioni. Perché qui c’è una mamma che ha la forza di venire fuori, ma ci sono molti altri casi in cui famiglie e minori si trovano ad essere discriminati da chi dovrebbe tutelarli: non è accettabile». L’ultima parola è quella dei giudici, che proveranno ad aggiustare questa storia. Anche se forse le parole giuste sono quelle di chi una «storia sbagliata» l’ha messa in musica: «Cos’altro vi serve da queste vite ora che il cielo al centro le ha colpite, ora che il cielo ai bordi le ha scolpite» (dal MATTINO DI PADOVA)
Post n°8921 pubblicato il 04 Gennaio 2017 da psicologiaforense
La scuola? E' cosa da ragazze. Vanno infatti meglio: studiano di più e ottengono dei voti nettamente superiori. In effetti, il fossato che separa i ragazzi dalle ragazze è così profondo che c'è il rischio di far saltare l'equilibrio attuale della società. Ad esempio, nelle università a numero chiuso dove la selezione è impietosa, le ragazze dominano in larga misura e questo avviene in quasi tutte le facoltà: medicina, veterinaria, farmacia, biologia, fisica, lingue, scienze, pedagogia, matematica, legge, ecc. Una lista molto lunga.
Post n°8918 pubblicato il 02 Gennaio 2017 da psicologiaforense
In gruppo si è anche più attraenti. Infatti gli esseri umani, visti in un contesto collettivo, accanto ad altri loro simili, risultano più sexy rispetto a quando sono osservati da soli, come singoli individui. Tutto questo è stato documentato dagli scienziati dell'Università della California di San Diego in uno studio pubblicato su Psychological Science. Il fenomeno è noto come "CHEERLEADER EFFECT", effetto cheerleader. In pratica, il cervello umano tende a percepire i volti in un gruppo come un unico "volto medio" che riassume le caratteristiche delle singole facce (per esempio, capelli lunghi sciolti, occhi truccati); questo volto amalgamato risulta in genere più attraente ai nostri occhi rispetto alle singole facce che lo compongono. Il gruppo inoltre influenza anche il nostro modo di valutare ciò che è bello. Se molti pensano che qualcuno sia sexy, probabilmente lo penseremo anche noi, a prescindere dal fatto che sia vero o meno. La cosa è, naturalmente, sfruttabile anche a nostro vantaggio. Volete apparire più sexy nella foto del profilo di Facebook? Fatevi fotografare in compagnia di qualcuno che abbia caratteristiche fisiche complementari alle vostre. Attenti a non esagerare, però. L'occhio umano tende a focalizzarsi sulle differenze: apparire troppo diversi dal resto del gruppo potrebbe rivelarsi controproducente.
Post n°8915 pubblicato il 31 Dicembre 2016 da psicologiaforense
Perchè il potere delle donne cresce, inesorabilmente? Perché, rispetto ai maschi, le donne sono più sincere, hanno maggiore intelligenza emozionale, maggiore elasticità mentale, sono più determinate e, soprattutto, coltivano le passioni. Infatti, sanno ancora entusiasmarsi per il lavoro, per un'idea, per la vita. L'uomo è ormai un ragioniere dei sentimenti, sempre più accomodante, deluso, esaurito.
Post n°8914 pubblicato il 31 Dicembre 2016 da psicologiaforense
Il nevrotico è costretto a comportarsi ed a soffrire « come se» avesse commesso davvero una grossa COLPA, ma egli muterà il suo modo di reagire appena « scoprirà» che era vittima di una sensazione, di una suggestione, di un errore valutativo. Come cambierà? Ecco un esempio: se di notte, in campagna, sento strusciare qualcosa in una gamba, ho diritto di strillare e saltare di paura se « credo » di avere una serpe attorno alla caviglia, ma mi tranquillizzerò se, accendendo un cerino, vedrò che la temuta serpe è solo un fuscello o un filo d'erba. Naturalmente, capire e scoprire i motivi del conflitto nevrotico non significa procurarne la guarigione immediata. Sarebbe una magia, eppure questo concetto e molto diffuso, e vari nevrotici si lamentano, durante la psicoterapia, di stare ancora male benché abbiano “capito tutto”. E' chiaro che la presa di consapevolezza dei propri problemi inconsci è utile solo se seguita dall'adozione razionale di comportamenti nuovi, autentici, liberamente scelti ed attuati, non più infantili, senza inibizioni e senza timori. Solo la piacevole e vantaggiosa esperienza di queste nuove modalità di comportamento garantisce il pieno successo della cura.
Il nevrotico, per guarire, dovrà rinunciare alla parziale e dolorosa difesa costituita dai sintomi; ma intanto ha paura di abbandonarla, poiché teme di precipitare nell'angoscia: è come un naufrago che, stanco, si aggrappa di notte allo scoglio finalmente trovato che lo ferisce ad ogni onda e non vuole più lasciarlo anche se, fattosi giorno, vede la riva a breve distanza.
CON LA PSICOTERAPIA il paziente compie l'affascinante ma faticosa ricerca del proprio mondo interiore: deve tradurre il linguaggio metaforico e simbolico con cui l'inconscio gli parla mediante i sintomi, i sogni, le idee. Lo specialista lo aiuta, ma, in questa lavoro di traduzione egli si limita a poche spiegazioni: è poco più di una grammatica e di un vocabolario che il paziente può e deve adoperare da solo.
Si dice che la vera psicoterapia incomincia quando la seduta finisce, perchè il paziente deve elaborare da solo il materiale discusso in ogni seduta: la psicoterapia è un trattamento difficile, impegnativo, è un'esperienza che si deve vivere profondamente, sentire con intensità, desiderare con entusiasmo; altrimenti è inutile. I denigratori vorrebbero sminuirla dicendo che è solo una “cura con le parole”. A tal proposito non si dimentichi che il disagio psichico ( depressione, attacchi di panico, nevrosi, ossessioni, fobie, ecc…) è una patologia che nasce e vive sul piano delle emozioni e del pensiero e non può essere curata che trattandola sullo stesso piano psicologico.
Post n°8911 pubblicato il 29 Dicembre 2016 da psicologiaforense
Le donne capiscono tutto. E’ il loro modo speciale di essere nel mondo. Sanno tutto dell'amore, sanno consolare chi ne ha bisogno, hanno una spiccata intelligenza emotiva e affettiva, sanno anche quali colori abbinare, ma non solo per civetteria, quanto piuttosto per un innato senso del gusto... La civetteria è un tipico comportamento di seduzione della donna che, purtroppo, a causa di sovrapposizioni moralistiche, è stato da tempo mortificato e represso. Eppure, per l'uomo, non c'è nulla di più erotizzante e di "esotico" della civetteria: uno sguardo ammiccante, un atteggiamento lusinghiero, una posizione maliziosa nello stare seduta, tutti comportamenti provocanti e stimolanti. La donna civettuola è consapevole del proprio potere di seduzione, perché, malgrado i bombardamenti morali, non ha subìto una grande repressione. È conscia di provocare nell'uomo una intensa emozione e, d'altra parte, l'uomo, attraverso ignote antenne mentali, capisce che questi atteggiamenti non sono artefatti, come quelli tipici delle star o delle tante donne che posano solo per farsi ammirare. La civetteria è stata di volta in volta stigmatizzata dalla società come comportamento vergognoso e peccaminoso, costringendo la donna ad auto controllarsi per non essere scambiata per meretrice. NOTA INTEGRATIVA Aristofane descrive il costume delle ateniesi, che indossavano vesti dai lunghi spacchi laterali e mediani, mostrando così le cosce: nel giudizio del celebre commediografo greco - che tra l'altro scrisse Lisistrata e non disdegnava frasi volgari e oscene - intravediamo la mentalità maschilista della cultura greca e una certa invidia per la civetteria femminile alla quale gli uomini erano molto sensibili. E, d'altro canto, la civetteria ellenica era riservata in campo maschile ai ragazzini, agli efebi, che vestivano e amiccavano in modo ancor più provocante delle donne e che, a detta di Erodoto, risultavano eccitanti. L'uomo, in verità, pur condannando in varia maniera la civetteria femminile non ha avuto alcuno scrupolo nel cercare di appropriarsene: con gli sguardi, con le parole, con l'abbigliamento. Ma questo tentativo di imitazione non ha mai sortito un risultato molto persuasivo nei confronti delle donne, perché la civetteria è un messaggio erotico visivo, uditivo e tattile propriamente femminile.
Post n°8910 pubblicato il 29 Dicembre 2016 da psicologiaforense
Che mi metto a Capodanno? Mancano pochi giorni alla notte più lunga dell’anno, ma la caccia al vestito giusto è ancora aperta. Che si partecipi a un cenone, una festa tra amici o a una serata in discoteca, trovare l’outfit migliore per dire addio al 2016 e il benvenuto al 2017 non è mai facile. L’abito lungo è un must che non tramonta mai, specie se si partecipa ad una serata particolare a casa di amici o in qualche locale. In questo caso, si può comunque variare sul tipo di abito da indossare. Il taglio classico, magari con spalline e schiena parzialmente scoperta, resta una scelta sempre valida, anche se sembra esserci una preferenza per gli abiti più appariscenti con scollature, trasparenze ed elementi che aggiungono brillantezza. La via di mezzo può essere un abito lungo scuro illuminato da accessori argentati. Se avete in mente un look decisamente più aggressivo, meglio rifarsi ad un altro classico del capodanno, ovvero il tubino, magari in una colorazione accesa come il rosso. Nell’arco degli ultimi anni, praticamente ogni casa di moda ha proposto la sua versione di questo abito, quindi non ci sono difficoltà a trovare quello che più si attaglia al nostro gusto e al nostro stile. In alternativa, si può optare per un pantalone che, però, riesca a esaltare ugualmente la nostra femminilità. In tal caso è importante optare per modelli a sigaretta, magari di colore scuro, che vadano a contrastare con una parte superiore dell’outfit che sia di colore chiaro e luminoso.
Post n°8909 pubblicato il 28 Dicembre 2016 da psicologiaforense
“Vanno di moda” le coppie bianche! E' un dato di fatto. Ma perchè? Ci sono tre fattori. Il primo. La sessualità 50 anni fa cominciava nel matrimonio. Questo contribuiva a mantenere nei primi anni vivace il rapporto. Adesso, la parte erotica, trasgressiva, di grande attrazione, si consuma nella stragrande maggioranza prima del matrimonio. Considerando che la passione fisica dura quattro anni, si arriva al matrimonio nella fase calante. Solo quattro anni? E a chi la passione dura di più? A pochi. Sono eccezioni. Coppie fortunate. L'effetto desiderio si nutre di distanza, fantasia sessuale e anticipazioni, che vuol dire che nell'immaginario anticipi quello che farai quando ti vedi. E questo crea una grossa eccitazione. Ora, questa fase diminuisce dopo quattro anni. La coppia, oggi, arriva molto spesso al matrimonio senza desiderio. Lo vedo con il mio lavoro. Nel viaggio di nozze molti sposini non hanno già rapporti. Il secondo fattore è relativo allo stress cronico. Noi oggi abbiamo una frenesia di vita che comporta un'inibizione del desiderio. Il terzo motivo, che riguarda coppie dai 25 ai 40 anni, si riferisce a quando si diventa genitori. La nascita di un bimbo oggi comporta un rimescolamento nella dinamica dei tre fattori che caratterizzano la coppia: il primo è quello della dimensione romantico-erotica; il secondo, la complicità amicale che aiuta l'intimità; il terzo, la partnership, la componente della solidarietà. Uno studio americano ha dimostrato che, quando aumenta la partnership, calano le altre due dimensioni. La famiglia diventa una società di servizio. C'è uno scollamento sempre più forte tra un ideale di erotismo molto trasgressivo e la realtà. La nascita di un bambino determina in molti casi questa situazione.
Post n°8903 pubblicato il 26 Dicembre 2016 da psicologiaforense
Molti uomini pensano, anche se poi si guardano bene dal dirlo, che più la donna è affascinante, più suscita timore. La bellezza della donna è certo la rivelazione altissima di un Valore, il lucreziano fluire della vita, ma è anche un pericolo, un ingorgo di fantasmi, di ambiguità e violenza. Rilke diceva che il bello è l' inizio del terribile. Tuttavia la donna merita che si rischi per lei... Oggi vedo affacciarsi una poltiglia di timori che riguardano sì il rapporto fra i due sessi, ma che in realtà hanno parecchie fonti esistenziali e storiche. Nell' attuale marasma i più diversi timori si scaricano sulla figura della donna, che ha dovuto sempre patire, anche quando era angelicata.
Post n°8902 pubblicato il 25 Dicembre 2016 da psicologiaforense
Che cosa è il BISOGNO ? Uno stato di tensione più o meno intensa dovuto alla mancanza di qualcosa che risponde a: 1) esigenze fisiologiche più o meno impellenti; 2) esigenze voluttuarie divenute, per abitudine, necessarie; 3) esigenze psicologiche avvertite come indispensabili per la realizzazione di sé; 4) esigenze sociali apprese dall'ambiente. Connesso all'INCENTIVO, alla PULSIONE, al DESIDERIO e alla MOTIVAZIONE, il bisogno è soggettivamente avvertito come uno stimolo che spinge l'individuo verso una meta in cui si annulla la tensione provocata dal senso di insoddisfazione che accompagna lo stimolo stesso. Allo stato di tensione o eccitamento, a cui si riconduce la definizione primaria di bisogno, si attribuisce la capacità di evocare la rappresentazione degli obiettivi da perseguire e la capacità di attivarsi superando gli ostacoli che si frappongono.
Post n°8900 pubblicato il 24 Dicembre 2016 da psicologiaforense
Tutto il chiasso di queste feste natalizie ha posto in maggiore evidenza come il silenzio sia il grande assente dalla nostra società, dalle nostre città, dalle nostre case, dai nostri corpi, insomma, dalla nostra vita.
Post n°8898 pubblicato il 24 Dicembre 2016 da psicologiaforense
HA SEMPRE MAGGIOR SUCCESSO LA PRIMA SCUOLA PER IMPARARE L’ARTE E L’ABILITÀ DI DONARE PIACERE ESTREMO. ECCO COME LIBERARSI DA BLOCCHI E INIBIZIONI SESSUALI E FAR FELICE IL PARTNER.... Il grande successo e i risultati ottenuti hanno spinto la sessuologa e psicologa russa Chaterine Lyubimov ad organizzare nuovi corsi di erotismo e di seduzione incentrati sul superamento delle inibizioni sessuali e sulla ricerca del pieno e puro piacere... del partner. Un corso per sole donne (indipendentemente dal loro orientamento sessuale e dalla loro età) che desiderano migliorare uno degli aspetti più "nascosti" ed "intriganti" della vita sessuale di coppia. Afferma Chaterine Lyubimov "Ogni donna a letto può essere sia l’attrice sia la regista delle fantasie più profonde del partner e se è capace di essere competente nelle varie tecniche sessuali, il successo agli occhi del suo uomo è garantito”. Difficile entrare nel dettaglio delle lezioni. E' stato accertato l'uso di banane e di sexy toy con i quali le allieve si "allenano" ed approfondiscono le tecniche in assenza di “modelli”. Le studentesse devono frequentare le lezioni tre volte alla settimana ed alla fine del corso è previsto un esame. Moltissime le iscritte specialmente donne mature alla ricerca di un po’ di pepe per la propria vita sessuale e ragazze in cerca di un matrimonio ricco e felice.
Post n°8897 pubblicato il 24 Dicembre 2016 da psicologiaforense
Quelli che….. disperdono le proprie energie in troppe cose inutili, si occupano di mille faccende che non servono, non realizzano ciò che è importante nella vita. Fanno tutto, si dedicano a tutto, ma non trovano il tempo per le cose essenziali, e se ne lamentano. Anziché seguire la propria strada, su di una direzione precisa, vanno vagolando sulle tracce del nulla.... I bimbi trovano il tutto nelle cose da nulla, gli adulti, al contrario, non sanno trovare niente neppure nelle cose importanti. Chi riuscisse a liberarsi dalle “sovrastrutture” del vivere, dagli inutili carichi, dalle ipocrisie, dalle false convenienze, avrebbe già eliminato quasi tutte le "emozioni negative" che appesantiscono l'esistenza umana. Ma, per una strana nemesi, noi siamo attaccati a tutti questi pesi: ci sono diventati necessari, fino a ritenerli indispensabili, e ce ne stacchiamo con dolore, come da una parte di noi stessi.
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Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
Inviato da: moltiplicazeri
il 16/12/2018 alle 17:51
Inviato da: monellaccio19
il 01/11/2018 alle 07:57
Inviato da: Brillante.Nero
il 06/09/2018 alle 23:51
Inviato da: casadei.lisetta
il 24/04/2018 alle 10:49