Com'eri alto e solenne lassù in cima,
a vederti venendo da via Bruno Buozzi
ero con i bambini piena di stupore.
Così sul monte presso il grande cielo,
calmo e unito nella tua ampia corona
coi rami levati come candelieri!
Ci proteggevi tutti noi del quartiere,
i passi frettolosi sorvegliando attento
come un padre che non si muove mai.
Restavi in silenzio, eppure parlavano
le tue foglie schiette e sempre verdi,
c'era la linfa del tuo grande tronco.
Tu eri antico in una moderna piazza
senza bei dialoghi o quiete passeggiate
di uomini e donne e allegri bambini.
Eppure ci guardavi bene nel cuore,
sempre presente e in contatto con tutti,
sapevi e ci davi la tua benedizione.
Nel tuo guscio grande tu creavi
tenero le pigne e tanti bei pinoli
senz'altro chiedere come una madre.
Fra i contrari venti e le più stagioni,
solo inquilino vero non d'un bosco
ci educavi con il tuo mite esempio.
Pitis che s'era trasformata in pino
ti ha lasciato la sua vita morale
e le fronde verdi stormire al vento.
Ove tu porgevi l'ombra e ascoltavi,
il tuo prossimo amavi affettuoso
e mai ti sentivi davvero solo.
Ora che d'un colpo ti sei schiantato
sulla piazza senza più respirare
tutti ci sentiamo davvero soli.
Pietro conta centottantacinque anni
riverente sul tuo possente tronco,
io con fede colgo un muto rametto.
Dice la nonna che tre ce n'erano!
Molti ti guardano per la prima volta.
Ci osserva attento un piccolo pino.
Inviato da: chiaracarboni90
il 31/05/2011 alle 11:36