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RACCONTI ITALIANI ONLINE - RIO - POEMI ITALIANI MODERNI - MARCELLO MOSCHEN - SCRITTORE, POETA ED ARTISTA MODERNO - CONTEMPORANEO

Post n°50 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da raccontiitaliani

da "Momenti minimi" (1994)

 

 

 

Luce bassa

sulla riva,

all’imbrunire.

 

Il bagnino

chiude piano

gli ombrelloni.

 

 

 

 

Le orme

nell’acqua,

percorrendo

la battigia.

 

Il futuro

sembra lontano;

molto al di là

del golfo.

 

 

 

 

 

L’odore

del mare

arriva

da ovest.

 

Nel parco

la fiaba

si sente

fra gli alberi.

Oooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo

 

 

 

da " Apparenze in siti di trame" (1996)

 

 

 

 

e dopo stagione dopo l’inferno ancor prima

vi era stato il corso fluviale l’oceano

raccontami l’alba d’estate il promontorio

la fuga dai clivi dai siti scogliera e dirupo

da dopo il diluvio il frammento dai ponti

dalle città dalle veglie dai fiori dai notturni

volgari dai movimenti della giovinezza

ogni traccia caparbia ammenicoli

posti a sussurro a magione

 

dal capitano lo sai Vitalie il 20 Ottobre

a Charleville

ma furono giorni ogni volta veloci fuggiti

a riavvolgere il nastro la chiave scomparsa

le lettere

Harar

 

 

 

 

i fogli si accumulano nella casa mentre leggi

di Castro e di Cuba e i tre gatti salvati

camminano così mezzo sbronzo all’ippodromo

un cavallo e una puttana da cento il garzone

sudato at terror street and agony way e

mettere sotto la moglie di uno il Messico forse

e davvero Hugo Wolf impazzì mentre mangiava

una cipolla a J.B. ai suoi occhi verdi

Hollywood Park ed Eddie ed Eve una birra

 

ci vediamo alle corse

 

Hank

 

 

 

oooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo

 

 

 

 

 

 

Mario Jimenez postino veloce attraversa i sentieri

con la sua bicicletta e una sacca di telegrammi

laggiù a Isla Negra

 

un uomo apre con calma la porta di casa

gli occhi discreti a inseguire la linea del mare

 

sulla terrazza è in ascolto Neruda

del vento tra i rami

 

aiutami amico

mio giovane amico

 

a raccogliere i suoni durante l’esilio

la fune della campana le onde gli scogli

i gabbiani e le stelle

 

amico

 

 

 

così mi ricordi stasera

l’ardente pazienza dei poeti

 

ooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo

 

 

da "I giorni di Orta" (1996)

 

 

 

 

alla riva giungendo

dal lago lo sguardo

 

alzando

al dirupo

la piccola cima

levando

l’attesa

 

(...osservando le foglie...)

 

 

 

 

 

non c’è adito

ancora

mano per mano

nei viottoli

dolci

 

(...il caffè apre...

...per noi)

 

 

 

 

su riva

tenue e dolcissima

specchio di acqua

 

il caldo d’approdo

a cavallo dei mesi

oooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo

 
 
 
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