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RACCONTI ITALIANI ONLINE - RIO - POEMI ITALIANI MODERNI - MARCELLO MOSCHEN - SCRITTORE, POETA ED ARTISTA MODERNO - CONTEMPORANEO

Post n°79 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da raccontiitaliani

 

*

Le voci, padre, le senti nella notte,

o in questa ora della veglia,

quando guardi e là oltre il mare

le donne attendono il tuo

amore. È una sera in cui le madri

sciolgono i capelli e nei letti

stringono i bianchi vestiti

delle nozze, sole nelle sponde larghe

dove i figli sono passati

e vanno ora coi loro figli a cercare

sulle rive dei fiumi il sangue

dei padri, poveri, sempre

più poveri, con questi pani neri,

insaziabili, in quell’odore forte

di quell’estate. Tu la ricordi,

padre, era mattina presto

e la mano era vicina.

 

 

 

*

Canto di una pena muta

nel poco di una luce,

in una croce, in un evento

che rade il tempo dell’antico

volto. Gli occhi che fissano lontano

le stanze bianche, e invocano:

"stringimi la mano, sorridi".

Il canto di Dio dilungava

nelle labbra la gioia e sfiorava

i capelli nel gelo pungente,

accanto alla stufa rossa

di mattone che cuoceva

il volto, e avvicinava a noi

lo scarso pane.

Abbracciamoci ancora, padre,

senza fissare il silenzio più grave,

in quest’ora santa e segreta.

 

 

 

*

Li senti battere al portone

e li scorgi uno a uno,

mentre si perdono

come piccoli fuochi nelle terre

scure e nei poveri campi

vedi le mani che sono morti

segnali, pupille algide.

Il cielo non sporge

la sua volta di luci, e appare

come folla adagiata sui marmi,

adagiato nel silenzio tremante

a seguire un’esile ombra.

 

 

 

*

Ascolta il silenzio dei giorni,

il colore bianco del vento,

come un mare che mura le notti,

e la dolce parola giunge

dalla pianura agli sguardi

dei vecchi, in questa fredda

urna dove il bimbo felice

alla torre rivolge

la tenera occhiata del tempo, quando

i carri solcavano le pietre

di sangue e il grano

nel suo odore di polvere

invadeva i portici,

oggi l’occhio di marmo

entra nel volto della giovane donna

che la piazza specchia

su un lastricato di lumi.

 

 

*

Batte nella notte il suono metallico,

il gelido tocco che rende le pupille

deserte. Batte nel tempo il mattino,

ed erge fisso nella pianura il volto

dell’uomo mangiato dal sole,

che accompagna il transito

segreto dei figli. Perse le tracce

nel letto rifatto, rimane

una croce, un ricordo di terra.

Ai legni la rugiada

marina punge e arrossa

gli occhi silenziosi dei vecchi.

 

 
 
 
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