Creato da rinnegata il 09/02/2007

rinnegata

APPUNTI E SPUNTI DELLA MULA

 

 

« Messaggio #159LASCIO O RADDOPPIO? »

Post N° 160

Post n°160 pubblicato il 03 Gennaio 2009 da rinnegata

                         

Miei teneri fiorellini invernali, FINALMENTE BUONE NOTIZIE!!!!!!...Mi pare di sentirvi, ingenui virgulti:”ma quali buone notizie”???? Massacri in Palestina, crisi mondiale, incidenti di fine anno, stupri…………. Ma lasciatevelo dire: voi le belle notizie non sapete coglierle….Avete questa maledetta mania di vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto!!!!!!!!!!!!!

Ma insomma…non vi sentite fremere di gioia al pensiero che DAVID e VICTORIA BECKHAM siano andati in giro per Milano a fare shopping spendendo quanto basta per risanare il bilancio di un paese del terzo mondo??????????? Devo confessarvi che a tale notizia ho sentito proprio un piacere fisico!!!!! Che posso farci,,,sono sensibile!!!!!!!

Sono uscita da una fulminea quanto micidiale influenza durata 24ore in segno di minaccia da parte dell’Altissimo il Quale invece di farmi trovare la testa mozzata di un cavallo nel letto mi ha fatto venire direttamente la febbre da cavallo… e sottintesa era la minaccia “ATTENTA, ANCHE QUEST’ ANNO COME TI MUOVI TI BRUCIO”!!!! 

Nonostante le mie minacce i miei sguardacci e i miei ringhi me l’hanno detto un sacco di volte: QUESTO SARà L’ANNO DELL’ACQUARIO!!!!!!! Ed io chiudendomi le orecchie e poi toccandomi dappertutto in segno di scaramanzia gridavo : NON VOGLIO NEMMENO SENTIRE!!!!! E pensando che non avessi capito infierivano : MA TU NON SEI DELL’ACQUARIO???????? Non sono superstiziosa, né credulona, non credo in cose che non hanno un fondamento scientifico…….però ho notato da qualche  anno a questa parte un inquietante nesso di causalità tra l’altrui  predizione di fortuna  ed un mio consequenziale cumulo di sciagure, rogne, guai, dispiaceri……….lo so che è solo una coincidenza……..MA NEL DUBBIO EVITATE DI PREDIRMI FORTUNA!!!!!!!

Parte da ora la missione “ELETTROENCEFALOGRAMMA  PIATTO” metto una foto vera sul profilo per dimostrare che basta solo questo per diventare automaticamente un blog interessante, rilevante e che più ne ha più ne metta!!!!!!

Metto anche l’ultima parte del mio racconto anche se ormai non ha più senso perché si svolgeva tutto nel giorno di natale………cmnq non si sa mai, potrebbe passare Umberto Eco e rimanere folgorato…e chiedermi magari di scrivere per lui!!!!!! Dico subito ai Signori Bevilacqua, Alberoni, Tamaro, Moccia …di smetterla di farmi proposte di collaborazione, tanto per voi e con voi non scriverò MAI 

BUON NATALE A TUTTI

Racconto- ultima parte

Da quella prima notte ce ne furono altre ed altre ancora. L’amore l’aveva travolta e trascinata in un universo di piacere fisico e mentale che solo gli innamorati conoscono. Una sostanza molto più potente di qualsiasi droga scorreva nelle sue vene rendendo tutto facile e meraviglioso. Cominciò a frequentare convegni, a fare viaggi, ad accompagnare amiche in varie città. Eugenio capì qualcosa, ma si guardava bene dal far scoppiare la bomba, infondo queste assenze continue della moglie lasciavano molto più libero anche lui. In realtà lei non si spostava che di pochi chilometri ed era quasi sempre insieme a Rafael. La loro complicità era totale, erano sempre d’accordo su tutto  , si adoravano e se lo dicevano nei modi più romantici che riuscivano a trovare. Lei aveva sempre avuto il gusto delle frasi ad effetto, delle iperboli. Anche a sentirla parlare con il gatto di casa si aveva l’impressione che stesse declamando una poesia d’amore. Eugenio non aveva mai assecondato questa sua vena romantica, e con gli altri era stata lei a non volersi sprecare. Ora aveva finalmente trovato chi come lei  non lesinava frasi dolci e poetiche. Lui riusciva quasi a superarla. Le dedicava delle frasi che la facevano sciogliere dal piacere e con altrettanto piacere lei gliele rimandava. Tutto ciò che lei riusciva a dire non aveva mai nulla di falso o di esagerato perché era sempre meno di ciò che provava. Chiamarlo “vita mia” significava realmente che lui era la sua vita,”anima mia”che  era davvero la sua anima, “cuore mio” che era davvero il suo cuore. La prova ne sarebbe stato la sua condizione attuale, poiché ora si sentiva priva di vita, di anima e di cuore. Lui era un vero poeta e come un poeta giocava con le parole d’amore. Si rivolgeva a lei quasi esclusivamente in italiano, ma quando voleva essere particolarmente focoso usava la sua lingua che lei aveva sempre amato sin da piccola. Si giurarano infinite volte  che il loro amore sarebbe sopravvissuto a tutto, che mai niente e nessuno lo avrebbe interrotto. Quando non erano insieme non facevano che mandarsi messaggi con disappunto di chi stava loro attorno. Trascorsero tutte le vacanze di natale in questo stato di grazia, La festa fu un trionfo,traspariva la passione e l’impegno con cui era stata organizzata. La notte di natale e di capodanno si mostrarono in pubblico insieme, ballarono tutta la notte e molti fecero dei commenti maligni. Per i tre mesi successivi lei visse come sospesa in un paradiso interiore,come estasiata. Ciò che provava ora non lo aveva provato nemmeno da ragazza, quando gli amori erano travolgenti, indiscutibili, ma spettavano di diritto, la vita li concedeva a tutti con molta facilità, ad una ragazza carina e vivace come era stata lei, erano dovuti . Ora , alla sua età, un amore così era un dono inaspettato, un miracolo che a pochi era concesso,  chi più chi meno aveva optato per la tranquillità coniugale, per un pacato amore fraterno con il partner farcito di un po’ di sesso ogni tanto e da tante abitudini in comune. Delle piccole infedeltà coniugali era il massimo che molti si concedevano, ma per lo più si restava al riparo della vita domestica,che non permetteva voli alti, ma nemmeno cadute rovinose. Lei era perfettamente consapevole di quando ogni particolare, ogni sfumatura di questa relazione la rendeva felice. Era rimasta perfettamente consapevole delle difficoltà e dell’improponibilità del suo amore. Sapeva che il suo amore non era “suo”, sapeva che aveva una scadenza temporale, sapeva che non c’era soluzione a tutto questo, ma quella marea di sostanze e di droghe naturali che l’innamoramento mette in circolo, non le permettevano di soffermarsi su pensieri tristi, ed ogni volta che queste considerazioni riaffioravano, lei si rispondeva con il verso di una poesia che un tempo l’aveva molto colpita: “ è quel che è dice l’amore”. “Promettimi che ci ameremo qualunque cosa succeda” diceva lui, “Il tempo, la distanza, possiamo annullarli, se siamo vicini con la mente questi non esistono più, Promettimi che mi penserai anche quando saremo distanti”. “Te lo prometto “ diceva lei “Te lo prometto amore mio” dal loro primo incontro fu un crescendo, un amore in continua progressiva gioiosa espansione. In aprile tornò a Cuba per rinnovare i permessi. Durante quell’assenza lei cominciò a percepire il senso della realtà. Ma cosa stava facendo, di chi si era innamorata. Era tanto giovane, ora era con sua moglie e con i suoi figli, era quella la sua vita, probabilmente a sua moglie stava raccontando che non poteva stare senza di lei e che non vedeva l’ora di vivere di nuovo insieme. Si sentivano ogni giorno per telefono, si mandavano messaggi e video, ma ormai in lei era entrato il tarlo della realtà. A maggio quando lui ritornò lo sottopose ad un lungo interrogatorio, gli chiese tutto di sua moglie, della sua famiglia, tutte cose che non gli aveva mai chiesto, perché lo aveva sempre considerato appartenente ad un “noi” e come tale sapeva già tutto ciò che le interessava sapere. Volle vedere le foto della moglie e quello fu un altro duro colpo,. Era una ragazza bellissima,24 anni, capelli scuri lunghi lisci, carnagione olivastra e due splendidi occhi verdi. Era la donna che chiunque poteva immaginare accanto ad uno come lui. Lui la rassicurò dicendo che il loro amore non aveva nulla a che fare con quello per sua moglie, che lei era la donna che aveva sempre desiderato avere accanto, con la quale poter parlare di tutto e per giunta bella e desiderabile, e che aveva sempre preferito le donne mature. Anche questo termine la irritò molto, era consapevole di essere “matura” ma lei si percepiva ancora come una “ragazza” e lui aveva sempre dimostrato di percepirla allo stesso modo, ora quel “matura”, paragonato a quella stupenda ragazza che aveva visto, suonava tanto come “babbiona”. “Capisco” rispose acida “Siccome a Cuba sono tutte ventenni ne hai dovuto sposare una, e poi sei venuto in Italia per trovarne una matura”. Discussero per tutta la notte, non era mai successo, non si erano mai detto nulla che non fosse infarcito di parole d’amore. Lui cercò di farle capire che non aveva motivo di essere gelosa, che lei era l’unica donna con la quale si era davvero lasciato andare ed era stato davvero se stesso, l’unica donna meravigliosa, intelligente ,ironica, romantica ma disincantata allo stesso tempo, una donna che lo aveva davvero colpito. Ma lei notò già da quella notte che lui non disse più “l’unica donna che amo”. Qualcosa si ruppe da quella notte, si amavano ancora alla follia, se lo dicevano nei modi più dolci e passionali, ma litigavano spesso. I tempi in cui respiravano all’unisono erano passati. Lui d’estate andava più spesso in giro con la band a suonare nei locali all’aperto. Lei era diventata guardinga e gelosa, vedeva come le altre donne lo divoravano con gli occhi, come ogni scusa era buona per avvicinarlo e attaccare bottone e come lui era amabile e disponibile con tutte. Adesso l’amore non serviva più da potente anestetico, anzi, potenziava ogni emozione negativa. In agosto ascoltò per caso una telefonata che lui faceva alla moglie, si esprimeva con gli stessi termini , con gli stessi aggettivi e vezzeggiativi che usava anche con lei. Quando lui smise di parlare ne nacque una violenta discussione, fu in quell’occasione che lui le disse che la moglie aspettava un altro bambino già da tre mesi. Accusò un colpo dolorosissimo. Non aveva mai pensato né preteso che lui non dovesse più avere rapporti con la moglie, ma mai avrebbe pensato che lui potesse tacerle un fatto così importante, lui che un tempo la teneva informata su ogni più insignificante particolare della sua vita. Lui che diceva di aver confidato a lei cose che non avrebbe detto a nessun altro. Non aggiunse altro, infilò la porta e andò via. Capì solo in quel momento in che vespaio si era cacciata da sola, come era stata totalmente priva di buon senso ad infilarsi in quella storia. Come aveva potuto non capire, conoscendo se stessa che non poteva ricavarne altro che sofferenza?? I segni erano così terribilmente chiari, anche una ragazzina alla prima esperienza sarebbe fuggita a gambe levate .Lui non la chiamò, lei nemmeno. All’inizio la rabbia prevalse, si disse che doveva tornare alla realtà, quella storia non aveva né capo né coda era stata bella ma ora aveva esaurito ciò che di buono poteva dare. Per i primi due giorni sembrò funzionare, ma la “sindrome d’astinenza” era in agguato. Privata all’improvviso di tutte quelle sostanze che l’amore le infondeva nell’organismo, e non avendo nessun “metadone” in sostituzione, cominciò subito a stare malissimo. Dov’era finito tutto quell’amore incondizionato,dichiarato,esplicito, tutto quello che era stato detto, possibile che erano state solo parole? Che fosse tutto falso?e se non lo era, come poteva essere finito così, da un giorno all’altro? Possibile che non restava più niente? Lei non aveva detto nulla che non fosse vero, lo amava, lo desiderava ancora, non possono cambiare così i sentimenti, da un momento all’altro.. Non può finire tutto in questo modo. In fondo Lei lo aveva sempre detto : “Non voglio nient’altro da te se non essere amata, e quando saremo lontani mi basterà sapere che mi pensi, e che mi ami, poi se ogni tanto potremo incontrarci  bene, se no sarà un amore come quello dei personaggi  di Marquez”. Se lo erano promesso entrambi, quindi era stata lei a venire meno ai patti. Forse lui era arrabbiato per questo. Chiamò lei, ripresero a vedersi e a sentirsi, ma non fu più come prima. Lui forse stanco della storia, forse spaventato dalla gelosia di lei, non si concedeva più di tanto, non mostrava più lo stesso trasporto, ogni cosa era motivo di discussione, d’incomprensione, era sparita ogni traccia della vecchia complicità. Alla fine approfittò di un diverbio per non chiamarla più. Lei per giorni attese un segno, una telefonata, un messaggio una visita. Non poteva pensare che tutto il loro amore ora apparteneva solo al passato, tutto quell’entusiasmo, quell’intesa erano finite così nel nulla. Lei non poteva cambiare all’improvviso i suoi sentimenti solo perché lui aveva cambiato o simulato i suoi. Continuava ad amarlo come prima, inutilmente e disperatamente. Cominciò da allora a ripetersi che prima o poi quel dolore sarebbe passato, doveva solo resistere e aspettare. In realtà in quei mesi non perse mai la speranza che lui si rifacesse vivo. Aveva raccolto in una cartella tutti i messaggi, tutte le email, tutte le poesie che lui le aveva dedicato, e spesso leggendole si diceva :” se ha scritto questa cose sicuramente le pensava, non può aver dimenticato”. Ma poi più lucidamente pensava  che evidentemente era il suo modo di corteggiare e di conquistare una donna, chissà quante altre volte aveva usato gli stessi metodi e le stesse parole con la moglie e chissà con quante altre donne. E forse quello che diceva di provare per lei era anche vero, ma ora era tutto passato. Si odiava per esserci cascata come una stupida, ma poi si perdonava dicendosi che non si può passare tutta la vita senza mai lasciarsi andare e stando in guardia per paura di essere ferita. Ed ora era stata ferita e affondata.

Cominciò un triste ottobre, lei era stanca, demotivata, aveva spesso voglia di piangere. Non si accorgeva che i giorni passavano, era rimasta sospesa in un’attesa  che non le faceva percepire il trascorrere del tempo. Non aveva più voglia di vedere nessuno e la sua vita sociale ne risentì parecchio.

Lei che non aveva mai sofferto di mal di testa in tutta la sua vita, cominciò ad accusare dei “feroci mal di testa” come scusa per sfuggire alle occasioni mondane. Non essendo abituati a questo malessere, ne furono tutti molto preoccupati. Cominciò così  a fare una serie di controlli medici per indagare sulle ragioni di quel male inesistente. Questo servì anche a giustificare la sua apatia e il suo aspetto malinconico. A Novembre  seppe che lui era partito per la Spagna. Anche se ormai era tutto finito, in cuor suo aveva nutrito la speranza di risentirlo per l’ultima volta almeno per i saluti. Non poteva aver cancellato davvero tutto. Invece seppe della sua partenza solo per caso, dieci giorni dopo, da un’amica dell’associazione. Il crollo fu totale, non voleva e non poteva confidarsi con nessuno, la storia era troppo ridicola, quante volte lei ed i suoi amici avevano riso su storie simili? Se gli uomini di una certa età che perdevano la testa per le ragazzine erano patetici, le donne lo erano ancor di più. Non erano nemmeno supportate dalla cultura maschilista che voleva gli uomini cacciatori ad ogni età e le donne fuori combattimento non appena perdevano la freschezza dei vent’anni. Aveva l’impressione che quella fatica di vivere e di accettare la realtà  si manifestasse come un blocco, una massa grigia e pesante in mezzo al petto, in modo che se anche fosse riuscita a distrarre la mente, quel peso non poteva essere ignorato poiché sembrava avere una reale fisicità.  Viveva un disagio perenne,che a volte si presentava come un dolore massivo, un indistinto disgusto per la vita, a volte invece erano dei singoli pensieri a procurarle delle fitte nell’anima. Un tempo lo avrebbero definito mal d’amore, oggi forse depressione, in ogni caso non avrebbe fatto niente per curarlo, per alleviare quel dolore, si lasciava scivolare fino in fondo ripetendo il suo mantra “passerà, è solo questione di tempo ma passerà”.

A dicembre si accorse  che il tempo però sembrava non passare. Era la sua mente che si rifiutava di farlo scorrere, non voleva credere che davvero fosse passato un anno dal loro primo incontro, forse stava impazzendo davvero? Rimase chiusa per lo più sempre in casa adducendo come scusa i suoi “tremendi mal di testa”. Vedere gli addobbi e i simboli natalizi le procurava delle vere e proprie pugnalate. Guardava gli altri con stupore, erano sempre gli stessi, facevano le stesse cose, come mai per loro non era cambiato niente? E’ possibile che così vicini, sotto lo stesso cielo, i destini della gente siano così diversi? E lui, lui che ora viveva la sua vita serena, l’avrebbe mai pensata in questi giorni? Avrebbe ricordato lo scorso natale? Sicuramente no, ricordava bene che quando era insieme a lei non aveva mai fatto cenno agli anni precedenti. Di notte ormai dormiva con i tranquillanti ma ogni volta che si svegliava la realtà la assaliva togliendole il fiato. Il suo inconscio aveva imparato a proteggerla non facendole fare nessun tipo di sogno, né bello, per non deluderla al risveglio, né brutto, per impedirle di soffrire ancora di più. Solo questa notte aveva fatto quel sogno così chiaro, e quel pianto così liberatorio. Lo aveva preso come un segno, oggi avrebbe provato ad uscire, una specie di terapia d’urto, proprio il giorno di natale in cui tutti erano scioccamente felici. Se fosse stata poi troppo male, c’erano i suoi mal di testa.

Uscì dal vicolo, ora era in pieno centro la piazza e le strade erano piene, tutti si davano gli auguri. Sentì una forte nausea se qualcuno le si fosse avvicinato in quel momento per darle gli auguri, forse le avrebbe vomitato addosso.  Entrò nel bar Antille, gli amici erano di sopra, si fermò un momento per prendere fiato e in quel momento squillò il cellulare. Malgrado mesi e mesi di delusioni, infondo al cuore non potè fare a meno di sperare che fosse lui, “Oggi è natale” pensò ”…forse…”. Era Marco, fu delusa come al solito, ma felice di parlare con lui. Poi provò un enorme senso di colpa, come poteva essere delusa vedendo che al telefono era il suo amatissimo figlio?? “ Marco, amore” riuscì solo a dire, poi sentì che non riusciva più a frenare il pianto. “Mamma cos’hai”  “Marco non riesco a sentirti ti chiamo io”. Si infilò nel bagno senza nemmeno chiedere il permesso . Cominciò a piangere cercando di non farsi sentire dall’esterno, non riusciva a frenare né lacrime né singhiozzi. Pianse per tutto, per la sua vita, per le sue illusioni tradite, per i suoi sogni irrealizzati, per i suoi errori, per tutto il male che le era stato fatto e per quello che lei aveva fatto agli altri. Si chiudeva la bocca per non far rumore e le lacrime bagnavano il dorso della mano. Come nel sogno quel pianto sembrava non dover mai finire, come nel sogno quell’albero era la vita e sotto quell’albero non c’erano doni per lei. Come nel sogno sentì qualcosa che si rompeva e che andava in mille pezzi, era il suo cuore. Qualcuno stava aspettando dietro la porta, avrebbero pensato che era il solito drogato. Cercò di calmarsi, si lavò il viso, cacciò dalla borsa della cipria colorata ed un rossetto, si riassestò alla meglio, mise gli occhiali da sole, avrebbe detto che qualunque tipo di luce le dava fastidio. Fece  tre respiri profondi ed aprì la porta. Salì le scale con l’aria di un pugile che si appresta a salire sul ring, appena arrivata nella sala individuò subito il tavolo dei suoi amici. Si voltarono tutti verso di lei sorridendo, era da molto che non si faceva vedere ed erano preoccupati per la sua salute, quando ebbe l’attenzione di tutti si avvicinò al tavolo e con il poco fiato che aveva in gola gridò : BUON NATALE A TUTTI..

 FINE

BUON NATALE A TUTTI

 

 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

 
 

AREA PERSONALE

 
LA MIA GUARDIA DEL CORPO
immagine


 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 


FRONTE DI LIBERAZIONE
DA MARIA
DE FILIPPI
 

 

FACEBOOK

 
 
immagine
 

ULTIME VISITE AL BLOG

jonny.qBULL.VIRTUALECrepuscolandograzia.saelviprimobazarbepaapranzmotodipendente_52laurarosa5faf80bbaseninograg1casalauracilentoanimabilegiampi1966
 
immagine
 
immagine
 
immagine
immagine
immagine


 

ULTIMI COMMENTI

buon compleanno
Inviato da: ninograg1
il 04/02/2016 alle 01:09
 
Che la pace e la gioia di questa festa siano con te per...
Inviato da: dolceamore.maria
il 24/12/2012 alle 09:52
 
buon compleanno e buon 2012
Inviato da: ninograg1
il 04/02/2012 alle 10:08
 
Il Natale è probabilmente la festa che più di ogni altra ci...
Inviato da: dolceamore.maria
il 17/12/2011 alle 10:25
 
qualche anno fa persi il migliore amico che avessi mai...
Inviato da: ninograg1
il 02/10/2011 alle 21:17
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 21
 

CONTATTA L'AUTORE

Nickname: rinnegata
Se copi, violi le regole della Community Sesso: F
Età: 64
Prov: EE
 
web tracker
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963