Creato da k.blackwell il 05/08/2005

My Moleskine

Appunti di un taoista per caso

 

 

Andiamo bene

Post n°322 pubblicato il 17 Gennaio 2007 da k.blackwell
 



La strage di Erba sta facendo scuola, pare.

 
 
 

Edonismo reaganiano

Post n°321 pubblicato il 17 Gennaio 2007 da k.blackwell
 

 Ho appena bevuto il mio primo "caffè"(1) al ginseng: buono, veramente buono, ha un sapore gradevolissimo. Non credevo, davvero: finora avevo evitato di provarlo perché ero convinto che fosse una stronzata New Age, l'ennesimo intruglio dal sapore schifoso ma in grado di "aprire (o chiudere?) i chakra" (sic) o roba del genere. Beh, mi ero sbagliato: è davvero buono, penso che diventerà la mia nuova bevanda di default.



(1): In realtà non si tratta di "vero" caffè: è una bevanda ottenuta dalla radice di ginseng.

 
 
 

Salva uno stambecco: uccidi un ebreo

Post n°320 pubblicato il 17 Gennaio 2007 da k.blackwell
 

 Questo è il senso, più o meno, che si ricava da questa spazzatura adeguatamente commentata da Honest Reporting Italia e da Barbara - ma naturalmente loro non sono antisemiti, non usano due pesi e due misure, non raccontano balle colossali spacciandole per la Verità Vera, per carità: siamo noi che siamo i soliti maliziosi, certo...

 
 
 

Non c'è limite all'ipocrisia

Post n°319 pubblicato il 17 Gennaio 2007 da k.blackwell
 

 Davvero, non c'è limite all'ipocrisia degli "antropologicamente superiori".

Prendiamo questa notizia pubblicata lunedì dal Corriere della Sera:

ROMA - Da Amnesty International arriva una condanna senza appello per le autorita' irachene che hanno consentito le esecuzioni capitali di Barzan Ibrahim al-Tikriti e Awad Hamad al-Bandar al-Sadoun. Si tratta, si legge nel comunicato emesso oggi, di "una brutale violazione del diritto alla vita e un'ulteriore opportunita' persa per gli iracheni di veder rispondere del proprio operato i responsabili dei crimini commessi sotto il regime di Saddam Hussein". Malcolm Smart, direttore del Programma Medio Oriente di Amnesty, dichiara inoltre che il processo cui Saddam e i suoi collaboratori sono stati sottoposti "non ha soddisfatto i requisiti del diritto internazionale in materia di processi equi" e ha subito pesanti interferenze politiche. (Agr)

Peccato che già in occasione dell'impiccagione di Saddam Hussein il professor Michael Newton, docente di Diritto internazionale alla Vanderbilt University e consulente del Tribunale iracheno che ha processato Saddam abbia chiarito i termini della questione.

Secondo Newton, il processo è stato «quanto di meglio si potesse desiderare in Iraq date le circostanze. E la fretta dell'esecuzione è tradizionale nel sistema giudiziario iracheno, che considera crudele tenere un condannato in attesa di morte per un lungo periodo».

Ma il fatto grave è quanto aggiunge dopo:

«Gli iracheni avevano chiesto sia alle Nazioni Unite che alla Comunità Europea di aiutarli a istruire il processo secondo le procedure internazionali. Hanno chiesto di essere ammessi alla Corte dell'Aia per studiarne il funzionamento. Hanno chiesto che i giudici dell'Aia andassero a Baghdad ad aiutarli. Hanno sempre ricevuto un netto rifiuto... perché in Iraq c'è la pena di morte e nessuno ha voluto aiutarli a istruire un processo che si sapeva avrebbe portalo a una pena capitale. Se noi avessimo aiutato ufficialmente i giudici iracheni, questo processo avrebbe potuto essere un esempio di giustizia per tutto il mondo. Li abbiamo abbandonati a se stessi, e io credo che abbiano fatto il meglio che potevano».

Insomma, qui in Occidente si direbbe che abbiamo perso il senso delle misure e dei principi: la prima cosa, e più importante, da assicurare, era un processo equo secondo i dettami dello stato di diritto, mentre chi ha negato l'aiuto agli iracheni guardando alla pena ha sacrificato anche il processo. Ipocrita, disgustosamente ipocrita, ora, lanciare accuse come quelle lanciate da Amnesty.

 
 
 

Vista? Perdetelo di vista

Post n°318 pubblicato il 13 Gennaio 2007 da k.blackwell
 

A fine mese nei negozi arriverà Windows Vista (la versione ufficiale, almeno: la RTM è reperibile in giro già da settimane, a costo zero): il mio consiglio, se state pensando di cambiare computer, è di affrettarvi a comprare un computer ancora equipaggiato - se proprio dovete usare Windows... - con Windows XP.
Potrà sembrare strano suggerire di affrettarsi a procurarsi un sistema operativo che sta per uscire di scena, ma in realtà la cosa ha una sua logica:

  • Windows Vista è nuovo e, come da tradizione Microsoft, è ancora tutto tranne che stabile e rodato: in queste condizioni il controllo qualità rischiano di farlo gli utenti finali, sulla propria pelle;

  • Microsoft impiega tempi biblici per il rilascio delle patch: se anche dei bug molto gravi provocassero dei veri e propri bagni di sangue fra gli acquirenti di Vista, non aspettatevi una risposta in (quasi) tempo reale come consuetudine, ad esempio, nella comunità Linux;

  • sempre per i motivi suesposti, è probabile che una versione "veramente" stabile e ragionevolmente affidabile di Vista non venga rilasciata prima di almeno un anno dalla prima uscita - parliamo quindi della primavera del 2008;

  • l'hardware necessario per far girare Vista senza limitazioni (ad esempio, senza dover rinunciare alla "mitica" interfaccia tridimensionale fighetta, tanto scenografica quanto assetata di risorse di sistema) è semplicemente ridicolo: per usare Vista in condizioni ottimali dovreste acquistare un computer supervitaminizzato e quindi molto costoso, mentre i modelli troppo poco "performanti" per Vista o addirittura non compatibili con le specifiche hardware minime del nuovo sistema operativo (ma perfettamente dimensionati per Windows XP) vengono ormai venduti a prezzi di liquidazione (ho visto dei modelli di laptop più che sufficienti per un utilizzo "normale" a meno di € 500);

  • non è ben chiaro fino a che punto MS si è spinta effettivamente col discorso dei DRM (Digital Rights Management), quindi potrebbe anche succedere che assieme a Vista vi compriate un "carabiniere virtuale" sempre pronto a sbirciare da dietro la spalla per vedere se state facendo qualcosa di illegale e/o sgradito alle majors del software e dell'entertainment.

Morale: se state per cambiare computer procuratevi pure l'ultimo grido in fatto di hardware (processori dual core e quant'altro) ma limitatevi, per quanto riguarda il software di sistema, al "penultimo" grido - risparmierete e avrete un sistema veloce e (ragionevolmente) stabile.

 
 
 

Aborrrrro le persone insensibili

Post n°317 pubblicato il 12 Gennaio 2007 da k.blackwell
 

Stasera ho comprato pasta, pomodori pelati, tonno in scatola e caffè a una donna anziana e piuttosto male in arnese che si aggirava per gli scaffali di un supermercato vicino casa: inizialmente mi aveva chiesto sottovoce se per favore le "offrivo" un pacco di spaghetti ma poi - si sa, una ciliegia tira l'altra - siamo passati al condimento, etc. etc., e così alla fine le ho fatto una spesa non sontuosa ma almeno dignitosa, sufficiente per un po' di giorni.
Alla fine le ho dato anche qualche spicciolo, meritandomi lo sguardo di disapprovazione della cassiera che da subito l'aveva classificata come "una scroccona" ma con una espressione sul viso che dava a intendere che in realtà fosse molto, ma molto peggio di così, forse addirittura "una ladra".


Il problema, dal punto di vista dei gestori dei supermercati, è che se ti beccano a rubare dei generi non alimentari o peggio voluttuari poi il magistrato ti fa il culo, mentre se il furto riguarda generi alimentari "primari" (niente caviale e champagne, diciamo) e viene commesso da persone indigenti di solito scatta l'attenuante dello stato di necessità e la cosa non ha (quasi) conseguenze: ecco quindi che i poveri (veri) vengono considerati molto più "dannosi" dei taccheggiatori di professione.


Beh, comunque sia ho una notizia per la solerte cassiera: dei miei soldi ne faccio quello che voglio - magari, se mi girano, anche la spesa in un altro supermercato, d'ora in poi - quindi farà meglio a mettersi l'anima in pace e a farsi una spaghettata di cazzi suoi, la prossima volta.

Eccheccazzo.

Evaffanculo.

 
 
 

Nessuno tocchi Caino?

Post n°316 pubblicato il 12 Gennaio 2007 da k.blackwell
 

 D'accordo, ma qualcuno pensi anche ad Abele.

 
 
 

I soliti pacifinti

Post n°315 pubblicato il 11 Gennaio 2007 da k.blackwell
 

Riporto due post e un editoriale che danno bene l'idea.

1) Camillo (no permalink):

Operazione Simpatia


Raid aerei contro i capi di Al Qaida in Somalia: non vanno bene. Eravamo rimasti che contro il terrorismo non andava bene la guerra, piuttosto ci volevano operazioni di intelligence e attacchi mirati ad Al Qaida.
Poi abbiamo scoperto che non andavano bene nemmeno le operazioni di intelligence, tanto che poi arrestiamo gli agenti dei servizi che le eseguono e critichiamo ogni misura antiterrorismo.
Ora, infine, D'Alema ci spiega che non vanno bene nemmeno gli attacchi mirati, come questo sulla riunione di Al Qaida in Somalia.
Non va bene niente contro il terrorismo, se non il prego-si-accomodi-faccia-come-crede. Non va bene la "dottrina Bush", e passi.
Però, sinceramente, combattere il terrorismo con la "dottrina Cobolli Gigli" mi pare eccessivo.


2) Federico Punzi/JimMomo:

D'Alema è stato il più netto a condannare, ieri le operazioni americane contro Al Qaeda in Somalia, «operazioni unilaterali che potrebbero innescare nuove tensioni in un'area già caratterizzata da forte instabilità».

Il Governo italiano è contro l'intervento etiope, è contro le operazioni mirate degli elicotteri, degli AC-130 e dei commando americani. Invoca, insieme all'Ue franco-belga, una soluzione «politica», un negoziato al cui tavolo dovrebbero sedere anche le Corti islamiche.
E' bene intendersi sulla posizione che sta sostenendo il ministro degli Esteri D'Alema: propone di dialogare con Al Qaeda, di trattare con i talebani somali.


Che si sia contro la guerra in Iraq e la dottrina Bush passi, ma non si era d'accordo, per lo meno, nel combatterli i terroristi?


3) Piero Ostellino, sul Corriere:

Terrorismo e chiacchiere


La condanna del raid americano in Somalia contro Al Qaeda da parte dell’Onu, dell'Unione europea e di alcuni governi nazionali compreso il nostro — il ministro degli Esteri ha manifestato «la contrarietà dell'Italia a iniziative unilaterali che potrebbero innescare nuove tensioni»—fa tutta la differenza fra chi combatte il terrorismo e chi dice di voler combattere il terrorismo.
Se le chiacchiere fossero pallottole, non ci sarebbero più terroristi in giro per il mondo a fare attentati. Bla, bla, bla: sarebbero tutti morti, uccisi dalla micidiale dialettica multilaterale. Dopo l'attacco alle due torri di New York e al Pentagono, i grandi organismi internazionali e molti governi si erano detti «americani».
Dopo l'attacco al treno di Madrid, «spagnoli». Dopo quello al metro di Londra, «inglesi».
Ma neppure per un momento, né l'Onu, né l'Ue, né la maggior parte dei governi nazionali — ad eccezione di quello americano e di quello inglese — si sono sentiti in guerra contro il terrorismo e si sono comportati di conseguenza.
Si è verificato il «rovesciamento» di uno dei principi della tradizione politica degli ultimi quattrocento anni, in nome di una concezione metafisica della pace: «Cos'è infatti la guerra — si chiede Thomas Hobbes (1588-1679) — se non il tempo in cui si dichiara a sufficienza, con le parole e con i fatti, la volontà di lottare con la forza? Il tempo restante si chiama pace».

L'Onu, l'Unione europea e molti governi nazionali sono stati contrari alla guerra in Iraq. «Non si esporta la democrazia liberale in Paesi le cui tradizioni non sono le stesse che ne hanno facilitato la nascita da noi», è stata la parola d'ordine del pacifismo. Giusto. Ma, poi, dopo l'esecuzione di Saddam, si è chiesto che in tutto il mondo fosse abolita la pena di morte, anche in quei Paesi—come quelli islamici governati dalla sharia, che la prevede — dove la vita e la morte non hanno né filosoficamente, né nella prassi, lo stesso valore che hanno da noi. Nessuno, però, se l'è sentita di superare la contraddizione e di portare alle sue logiche ed estreme conseguenze il sillogismo: chiedersi se, allora, non sarebbe stato preferibile lasciare Saddam Hussein al potere.
Ora, l'Onu, l'Ue, molti governi nazionali si sono dichiarati contrari anche al raid americano in Somalia.
Questa volta in nome di una concezione del «multilateralismo» e del «dialogo» non meno metafisica di quella di pace. Non si riconosce, cioè, al diritto degli Stati Uniti di combattere il terrorismo un carattere normativo «oggettivo», cioè di legge condivisibile, accettabile e praticabile dalla comunità internazionale, ma lo si considera solo una ricerca del proprio tornaconto nazionale.
No, dunque, alla guerra, no ai raid, no all’intelligence se non a condizioni che ne vanificherebbero le potenzialità. La differenza fra chi combatte il terrorismo e chi dice di voler combattere il terrorismo si rivela, così, ciò che è: anti-americanismo.

A questo punto, sarebbe inutile chiedere all’Onu, all'Ue, ai governi nazionali e al pacifismo militante che cosa si dovrebbe fare per battere il terrorismo perché non saprebbero rispondere con una proposta concreta, praticabile ed efficace, ma solo con dichiarazioni di buone intenzioni.

 
 
 

Buoni esempi

Post n°314 pubblicato il 09 Gennaio 2007 da k.blackwell
 

 Napolitano: "Politici, imparate dallo sport!"


Ma... da Calciopoli o dal doping al Tour (per tacer del Giro)?

 
 
 

Voci nuove

Post n°313 pubblicato il 08 Gennaio 2007 da k.blackwell
 

 Al Festival di Sanremo hanno scoperto dei nuovi talenti: Johnny Dorelli, Milva, Al Bano e Nada (fra gli altri).

 
 
 

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