Creato da romolor il 20/07/2005
gossip e altro
 
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 34
 

Ultime visite al Blog

valerianotrasporticarlomarianoedoa91164lpietricolaamorino11pboscherinicampidoglio.palatinojonatandgl9oscarlantim12ps12xzsaxzsaelidebermignani.antoniomaremontyPACOLISA
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« NICCOLO' AMMANITI: In ...ALLA RAI VOGLIO UNA PRON... »

XENOFOBIA A BARI? "No alle boutique di cinesi nella rinata VIA ARGIRO". E' Polemica

Post n°5646 pubblicato il 22 Ottobre 2012 da romolor
 
Foto di romolor

Un vento un po' xenofobo spira sulla via Argiro di Bari.
Sì, proprio l'isola pedonale , parallela alla celebre via Sparano che,
nelle intenzioni degli amministratori e dei commercianti laggiù
allocati, avrebbe dovuto costituire una sorta di via Condotti in salsa
barese.
C'è chi concretamente teme che via Argiro possa essere colonizzata dai cinesi.
Addirittura, qualcuno avrebbe ipotizzato che tre ragazzi orientali
visti qualche giorno fa davanti alle vetrine della rinomata strada ,
fossero intenti a "contare" il numero dei passanti , per capire se
detta via fosse ben frequentata e dunque proficua per eventuali
affari. Insomma i tre giovani cinesi intesi quasi come inviati da
qualche temibile clan che vorrebbe trasformare Argiro in una nuova
Chinatown.
Non c'è un po' di razzismo, più che strisciante, davvero insidioso in
tali timori?
Diciamo subito che è cresciuto il divario tra la popolazione ricca e
quella povera.
Da qui, l'apertura (ad esempio in via Sparano, che costituisce il
termine di paragone per commercianti e nuovi investitori) di nuovi
prestigiosi e lussuosi marchi.
Di pari passo, sono cresciuti a dismisura negozi a basso prezzo per
chi ha un reddito inferiore alla media, molti di cinesi, soprattutto
in via Melo.
Questo perché il portafoglio è sempre più vuoto e la merce accessibile
fa gola a coloro che vivono di pensioni e stipendi fissi.
Ma, parliamoci chiaro, il "low cost" fa comodo anche ai più abbienti.
Un conto è- ad esempio- far riparare un orologio con ottanta euro
,quando magari lo stesso oggetto ne vale appena 200.
Più comodo acquistarne dai cinesi uno da 5, anche per chi potrebbe
permettersene uno di marca; i restanti soldi vengono dirottati a
pagare l'Imu o la luce.
Perché le boutique dagli occhi a mandorla vanno bene in via Melo
(dopo tutto, una via interna) e non in via Argiro (contigua ai corsi
principali)?
A me è sufficiente che i cinesi paghino le tasse.
Altro che concorrenza sleale, come ipotizzato dalla rappresentante di
alcuni commercianti baresi.
Sleali sono al massimo tasse e balzelli che hanno impoverito i
lavoratori, determinando la caduta libera di acquisti.
Il problema non è la Cina, dunque, ma sta più a monte. O, mi sia
consentito il gioco di parole: a Mario...Monti.
Rassegnamoci: se in via Argiro dovranno convivere boutique autoctone
con quelle straniere, sarà soltanto un segno dei tempi.
Bari non è un'isola felice a parte, come nei sogni di alcuni conservatori.
Ma è una città commerciale uguale ad e altre.
Gli eventi per ravvivare le vendite programmati da alcune associazioni?
Specchietti per le allodole.
ROMOLO RICAPITO

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963